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Autore: _gemma    17/02/2014    0 recensioni
Louis si è appena ripreso da un incidente, ma le medicine stanno creando complicazioni.
Penserete che sia frustrante per lui stare rinchiuso in un ospedale per mesi… Beh non è proprio così che vanno le cose.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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THE LIGHT IN MY DARKNESS - Parte 2



Gli sembrava di sentire delle flebili voci provenienti dal corridoio. Ma dalle mani che lo stavano aiutando a tornare sul letto capì che le voci erano molto più vicine di quanto immaginasse. La sensazione di vertigine tornò prepotentemente a appropriarsi di lui e svenne.

Louis si sveglio dopo quella che gli sembrò un'eternità. Qualcuno era appena uscito dalla stanza sbattendo la porta con troppa forza e l'aveva svegliato.
Sentiva la testa pesare e il corpo debole. Cercò di aprire gli occhi ma non ci riuscì.
Allungò la mano sul viso e sentì che una benda ruvida gli copriva la metà superiore del volto, fasciandogli la testa e lasciando uscire qualche ciuffo di capelli dall'alto.

Non riusciva a capire cosa gli stesse succedendo. Un attimo prima stava ridendo e scherzando con l'amico e subito dopo non riusciva a vedere nulla ed era svenuto.
Sentì la porta aprirsi, ma ovviamente non poteva vedere chi fosse.

"Chi è?" chiese.
"Oh, Louis. Non sapevo che ti fossi svegliato, nessuno mi aveva avvertito" rispose la voce del suo medico.
"Mi sono appena svegliato" spiegò.
"Lo vedo. Come ti senti?" chiese preoccupato per il suo paziente.
"Beh, onestamente mi sento debole e vorrei strapparmi la testa dal corpo" sentì il dottore ridere "Ma ho una domanda nettamente più importante dottore: perchè ho questa benda intorno agli occhi? Cosa è successo?" chiese in attesa di una spiegazione.

"Beh, Louis. Hai perso la vista, ma non in modo permanente. Apparentemente la causa sono le nuove medicine. Eri allergico a una componente e non lo sapevamo. In realtà, non c'era nessun precedente che affermasse questa tua allergia quindi si può dire che l'abbiamo appena scoperto. In un modo un po' spiacevole certo, ma ricorda che non è permanente"
Louis accolse la spiegazione rimanendo calmo. Non voleva dare di matto, dopotutto non sarebbe stato permanente.

"Ci vorrà del tempo però. Il recupero potrebbe richiedere da un paio di settimane a un mese"
"Cosa?" esclamò Louis "Ma sono già stato qui per tre settimane..." voleva soltanto tornare a casa al più presto.
"Louis, mi dispiace. Dovrai resistere ancora per poco. E più ti impegnerai per recuperare prima potrai tornare a casa" il dottore rassicurò il suo paziente poggiandogli una mano sulla spalla.
Louis annuì, non potendo fare altro.

"Ah un altra cosa. La tua infermiera, la signora Mills, non potrà più venire dato che sta in ferie"
Louis avrebbe voluto spalancare gli occhi, ma si accorse di non poterlo fare.
"Vuol dire che non avrò un'infermiera? Mi piaceva Leah..."
Il dottore ridacchiò all'affermazione del ragazzo "Certo che avrai un'infermiera. È una nuova quindi cerca di aiutarla il più possibile, okay? E non ti preoccupare, Leah tornerà fra un paio di settimane; se sarai ancora qui, ma non lo spero, potrai rivederla"
Louis sorrise al medico "Si, certo, potrò vederla..."
Il dottore rise "Ora ti lascio, signor Tomlinson. Vado a controllare gli altri pazienti. Cerca di riposarti"
Louis sentì la porta chiudersi. Non gli piaceva affatto il non poter guardarsi attorno.


Louis si stava rilassando nel silenzio dell'ospedale ringraziando che non ci fosse troppa confusione. Sentì dei passi e qualche bisbiglio. Per una volta si godeva la calma così inusuale nella sua vita frenetica e iperattiva.
Qualcuno bussò timidamente alla porta. Supponendo che fosse Harry rimase in silenzio come se stesse dormendo.

Sentì la porta aprirsi e qualcuno entrare nella stanza. La persona si mosse vicino al letto vuoto e poi tornò verso il suo, fermandosi affianco a lui. Poteva sentirla respirare e la cosa, non si sa perchè, lo divertiva.
La persona si chinò su di lui, stringendogli la mano destra. Louis colse l'opportunità di fare uno dei suoi scherzi, quando si accorse che non si trattava di Harry. "TI VEDO!" urlò di colpo.
Sentì un urlo acuto di quella che sembrava una ragazza seguito da un tonfo. Rise piano, cercando di trattenersi per non sembrare troppo scortese.

Sentì la ragazza alzarsi e borbottare qualcosa che non riuscì a capire. Quella tornò a fare il suo lavoro afferrando il braccio destro di Louis e controllando l'ago. Poi si mise a controllare anche la benda. Il ragazzo la sentì sfogliare la cartella che si trovava alla fine del suo letto e scriverci qualcosa sopra.
"Mi dispiace" si scusò dato che la ragazza non gli stava rivolgendo parola, pentendosi dello scherzo.
Non ricevette nessuna risposta e sentì la porta aprirsi e richiudersi subito dopo.
"Deve essere la mia nuova infermiera. Hai proprio iniziato con il piede giusto, Louis" si rimproverò pentendosi del suo gesto e desiderando che fosse stato veramente Harry.


Louis non riusciva a capire quando fosse notte e quando giorno e questo lo stava facendo impazzire. Veniva informato sull'orario ogni volta che l'addetto alla sicurezza passava di lì, ma questo non faceva molta differenza.
Avrebbe tanto voluto sentire un po'di aria fresca, ma la finestra era lontana dal suo letto.
Raccolse un po'di coraggio (o di pazzia) e si sedette sul bordo del letto. Voleva aprire la finestra e cercò di ricordarsi quanto fosse distante dal letto. Si alzò in piedi e distese le braccia in avanti, cercando di toccare e riconoscere qualche oggetto.

"Cosa stai facendo?" chiese la voce preoccupata di una ragazza proveniente dalla porta.
"Vorrei aprire la finestra" spiegò alla persona che si trovava lì con lui.
Sentì la ragazza sospirare e riconobbe la sua nuova infermiera. La sentì avvicinarsi a lui e afferrargli le braccia tese.
"Fermati. La apro io. Torna nel letto" disse fredda. Louis non la incolpava: sicuramente ancora era offesa per lo scherzo del giorno prima.

Louis si sdraiò sul letto come gli era stato detto e si coprì con le lenzuola leggere. Sentì la ragazza aprire leggermente la finestra e una piacevole brezza provenire da fuori. Riusciva anche a sentire degli uccellini cinguettare e il suono debole delle automobili in sottofondo. Si sentiva già molto meglio.
"Grazie" disse alla ragazza sorridendo, ma non ottenne risposta. Si sentiva così in colpa. Lei stava facendo il suo lavoro e lui l'aveva trattata male.
La ragazza si avvicinò per controllare il monitor vicino al letto.

Lui le afferrò gentilmente il braccio sinistro e alzò la testa come se la stessa guardando attraverso la benda.
"Senti, mi dispiace davvero. Non volevo essere scortese con te. Pensavo che fosse venuto a farmi visita uno dei miei amici. Scusami" disse. La ragazzo sospirò.
Louis trova a divertente questo suo continuo sospirare, come se lo facesse per alleviare lo stress. Sentì una mano posarsi sulla sua.
"Va bene. Scuse accettate"
Louis percepì un sorriso in quella risposta e sorrise a sua volta. Trovò la voce della ragazza estremamente melodica. Era la prima volta che la sentiva parlare.

"Sono Louis" si presentò mentre lei continuava a controllare il monitor.
"Lo so: sono la tua infermiera" ridacchiò lei e Louis annuì sentendosi un po'in imbarazzo. Più che altro gli dava fastidio il non poter vedere la ragazza. "Io mi chiamo Valerie comunque" Louis sorrise sentendo quel nome.

Un colpo alla porta interruppe il loro discorso. "Loueh?" riconobbe la voce di Harry. "Entra Harry" disse mentre quello entrava nella stanza, seguito dal resto del gruppo.
Salutarono Valerie che stava ancora controllando la cartella clinica e si avvicinarono a Louis.
Questo sentì Harry avvicinarsi al suo orecchio e bisbigliare: "Hai una nuova infermiera. È carina. Peccato che tu non possa vederla" ridacchiò dopo che Louis lo colpì sul braccio.
Valerie li fissò alzando le sopracciglia.

"Non farci caso, sono stupidi" le disse dolcemente Liam.
Valerie scosse la testa "Louis, passo più tardi per portarti le compresse"
"Va bene" rispose Louis sentendo poi la porta chiudersi dopo che se ne era andata.
"Come stai Louis?" chiese Liam poggiandogli una mano sulla spalla.
"Sto bene. Meglio diciamo. Hanno scoperto che avevo un'allergia, ma nessuno lo sapeva. E quelle nuove medicine avevano una componente che mi ha reso cieco"
Liam annuì.

"Come ci si sente a non poter vedere nulla?" chiese Niall. Zayn lo picchiò "Ouch! Che ho detto di male?"
Louis rise "Va tutto bene. Beh, Niall, è frustrante in realtà"
"Si, perchè vorresti flirtare con la nuova infermiera, giusto?" chiese Harry sfacciatamente.
Louis scosse la testa "Ho provato ad aprire da solo la finestra, ma non ci sono riuscito. Non posso vedere cosa succede fuori, che tempo fa o qualsiasi altra cosa. Non distinguo il giorno dalla notte. E questo fa letteralmente schifo" ridacchiò "Per fortuna non è permanente"
Niall rise "Già! Devi tornare al più presto. Le interviste non sono divertenti senza di te"
Tutti si dimostrarono d'accordo su quel punto e passarono il resto del tempo a chiacchierare con Louis e raccontargli le ultime notizie.


Louis sentì qualcuno che lo scuoteva leggermente.
"Forza Louis, svegliati. Devi prendere le compresse" riconobbe la voce dolce della sua nuova infermiera.
Si ricordò che non poteva aprire gli occhi, rattristandosi al pensiero.
"Sono sveglio" rispose con voce bassa e roca. Si schiarì la gola mentre la ragazza tirava su il letto facendolo sedere.

"Che ora è?" chiese passandosi una mano sul volto.
"Quasi le nove del mattino. La benda va bene? Credi che dovremmo cambiarla?" gli chiese osservando il suo gesto.
Lui scosse la testa e sorrise "Va bene così, grazie"


Louis cominciava ad odiare il fatto di non poter vedere niente. Odiava la sua stupida allergia, quelle stupide medicine e la reazione che gli avevano provocato.


Louis sentì la porta aprirsi leggermente.
"È ora di dormire. Buonanotte" gli disse un addetto alla sicurezza.
Il ragazzo sospirò e si stese coprendosi con le lenzuola. Non era una notte fredda, ma le cliniche non sono certo i luoghi più ospitali del mondo.
Presto crollò in un sonno profondo.

Si ritrovò nel buoi più totale. Non riusciva a vedere nulla, ma poteva sentire qualcosa.
Harry, Niall, Liam e Zayn. Li sentiva piangere.
Perchè stavano piangendo? Provò a parlare loro, ma non ci riuscì. Voleva chiedere il perchè di quelle lacrime, ma le parole non gli uscivano di bocca.
Si fece prender dal panico, terrorizzato.


Louis si svegliò all'improvviso, quasi cadendo dal letto. Era coperto di sudore freddo e ansimava.
"Shhh... Va tutto bene, sono qui Louis" sentì Valerie parlare e la mano di lei massaggiargli leggera la schiena.
Era così sollevato che fosse solo un incubo.

"Come mai sei qui?" chiese Louis quando si fu calmato.
Lei ridacchiò "Vuoi che me ne vada?"
Louis sorrise e scosse la testa.
"Stavo per tornare a casa quando ho sentito dei gemiti provenire dalla tua stanza. Mi sono preoccupata e sono venuta a controllare. Avevi un attacco e le convulsioni. È stato difficile tenerti per impedire che cadessi dal letto"
Lei rise, ma Louis arrossì a quelle parole "Mi dispiace. Grazie per esserti preoccupata e per avermi aiutato"
La ragazza continuò a stringergli il braccio con la mano destra, mentre gli teneva le sue con la mano sinistra.

"Come sei fatta?" chiese Louis stupendo Valerie che non si aspettava quella domanda.
"Non lo so.... Ho i capelli biondo scuro, occhi verdi e sono alta un metro e cinquanta" disse schietta facendo ridere Louis.

Il ragazzo alzò la mano posandola sulla guancia di lei, cercando di seguire i suoi lineamenti. Era curioso di sapere che aspetto avesse. Con l’indice e il medio tracciò una linea partendo dalle sopracciglia, scendendo sulle palpebre, seguendo dolcemente la linea degli occhi chiusi, sul naso, fino ad arrivare alle sue labbra che si incurvarono in un sorriso sotto al suo tocco. Riuscì a capire che la ragazza aveva i capelli non troppo lunghi, appena sotto le spalle. Pensò che avesse lineamenti molto morbidi.

“Sembri carina” disse dopo averle esplorato l’intero volto.
“Non puoi capirlo soltanto toccando la mia faccia” rispose Valerie.
Louis scosse la testa “Non mi serve vederti per pensare che sei carina” rispose sorridendo.
Valerie arrossì e, pur non potendola vedere, Louis se ne accorse.

Il sorriso di Louis, però, sparì velocemente, quando si ricordò della sua situazione.
“Puoi restare un altro po’?” chiese quasi pregandola e lei accettò.
Louis si spostò verso un lato del letto e le fece cenno di sdraiarsi accanto a lui.
Non appena lei lo fece, il ragazzo si appoggiò con la testa sulla sua spalla.
“Grazie” sussurrò, cominciando a giocare con le sue mani.

La sua presenza gli faceva piacere. Non poteva vederla, ma pensava che fosse una brava persona e cominciò a desiderare di averla intorno più spesso.
“Odio non poter vedere nulla…” sussurrò al suo orecchio.
“È temporaneo. Non ti proccupare: fra un paio di settimane sarai fuori di qui, con I tuoi amici, la tua famiglia e i tuoi fan” lo rassicurò Valerie.
Ma, in quel momento, l’unica cosa che dava fastidio a Louis era il non poter vedere lei.

“C’è possibilità che io non riesca a recuperare la vista?” chiese Louis preoccupato.
Valerie sospirò “Onestamente, purtroppo c’è, ma è una possibilità veramente piccola, Louis. E nei casi come questo, in cui le probabilità di insuccesso sono basse, devi essere ottimista, perché l’ottimismo ti aiuta con la guarigione, lo sai?”
Louis scosse la testa.
“Quando le persone stanno male” continuò lei “il loro umore è più influente di quanto immagini. La riabilitazione non è solo fisica, ma anche psicologica”
Louis girò la testa verso di lei “Dovrò fare riabilitazione?”
Lei gli sorrise, anche se non poteva vederla “Spero di no”
Louis sorrise e tornò a posare la testa sulla sua spalla, riuscendo infine ad addormentarsi, questa volta libero dagli incubi.


Louis fu svegliato da un colpo alla porta.
In quei giorni Valerie aveva trascorso molto tempo con lui. Era in quell’ospedale ormai da un mese e tre settimane. Non vedeva l’ora di ascoltare la voce di Valerie anche quella mattina: era il modo migliore per iniziare la giornata.
“Avanti” esclamò rivolto verso la porta.
“Ciao Louis, ti sono mancata?” riconobbe la voce di Leah e rise contento.
“Leah! Quanto tempo che non ci vediamo!” scherzo mentre quella scoppiava a ridere.
Poi Louis realizzò: il ritorno di Leah significava che non avrebbe più trascorso il suo tempo con Valerie.

“Ti hanno trattato bene mentre ero via?” chiese la donna avvicinandosi a lui.
“Eccome! Mi hanno viziato…” si interruppe pensando sognante a Valerie.
Leah rise e si mise a controllare sangue e pressione del ragazzo. Diede un’occhiata anche alla cartella clinica “Ne sono contenta. Valerie è nuova, ma credo che sia molto dolce”
Louis sorrise e annuì nella sua direzione.
“Forse ho delle buone notizie. Sto controllando per vedere se sei pronto a riaprire gli occhi. Il dottore deve solo dare la conferma e domani, se tutto va bene, potremo togliere le bende”
Il volto di Louis si illuminò come non faceva da lungo tempo “Fantastico!” esclamò e Leah si unì alla sua risata.


Louis non vedeva l’ora di togliere quelle odiate bende. Sentiva molto la mancanza di Valerie.
Avrebbe voluto parlare con lei tutta la notte. Sarebbe stata capace di rassicurarlo dicendogli di non preoccuparsi, che tutto sarebbe andato bene.
Si era molto affezionato alla ragazze e , nel profondo, cominciava a provare qualcosa per lei. Non gli importava se non l’avesse mai vista; la ragazza gli piaceva.

Sentendo bussare alla porta Louis si irrigidì pensando che fosse il dottore.
“Avanti” disse e la porta si aprì.
“Hei”
Valerie.
Louis sorrise come uno sciocco “Valerie?” chiese sebbene l’avesse già riconosciuta.
“Si, sono venuta a trovarti” sapeva che stava arrossendo e sorridendo e, nella sua immaginazione, sembrava molto carina.

“Ho sentito che ti toglieranno le bende” disse Valerie sedendosi sul letto del ragazzo.
Lui annuì “Si, il dottore ha detto che mi sono ripreso completamente” disse sorridendole e stringendole una mano “Verrai domani?” chiese poi. Avrebbe tanto voluto vederla, ma non ottenne risposta, solo silenzio.
”N-non lo so…” balbettò Valerie insicura.
“Cosa vuol dire che non lo sai?” chiese con un sussurro Louis, sentendosi ferito.

“Io… Louis, tu non mi hai mai vista. Mi hai detto che sono carina. Sei incredibile con me e io… io temo che ti farò scappare quando mi vedrai… non sono abbastanza per gli standard di voi celebrità”
Per qualche secondo i loro respiri furono l’unico suono che riempiva il silenzio.
“Val, non mi importa del tuo aspetto. Ho passato qui le ultime quattro settimane, incapace di vedere, e sono stato bene con te. Pensi davvero che quando ti vedrò, se non sarai ‘abbastanza bella’, che per me è una scemenza, non vorrò più stare con te? O smettere di ridere insieme a battute stupide? Smettere di parlare di qualsiasi cosa? Beh, ti sbagli. Voglio vederti perchè voglio guardare nei tuoi occhi e dirti che sono la prima cosa che desidero rivedere” disse Louis verso di lei.
Le prese il mento con la mano, sollevandole il viso. “Non mi importa di come sei fatta, mi importa soltanto di te. Tu sei la luce invisibile nel mio buio”
Si chinò lentamente in avanti fino a far incontrare le loro labbra in un morbido bacio.

Sentì una lacrima scivolare sulla sua mano. “Non piangere… farai piangere anche me e lo sai che non posso farlo con queste bende” disse Louis facendo ridere la ragazza.
“Così va meglio!” aggiunse baciandola nuovamente.
“Vieni domani” sussurrò poi e Valerie annuì. Louis la strinse a se.


Le finestre erano chiuse per non disturbare gli occhi di Louis con la luce. Una debole lampada era accesa sopra al comodino.
“Sei pronto?” chiese Harry. Louis annuì.
“Noi siamo qui con te” disse Zayn affiancato da Liam e Niall.
“Lei è qui?” chiese Louis a Harry.
“Non ancora” sospirò quello.
“Voglio aspettarla” esclamò il ragazzo.
“Non puoi. Quando il dottore arriverà ti toglierà le bende. Deve andare a prendersi cura anche di altri pazienti dopo” spiegò Leah dalla poltrona vicino al letto.
Sentirono un colpo alla porta e il cuore di Louis perse un colpo.

“Sei pronto Louis?” disse la voce del dottore, con suo dispiacere. Il ragazzo annuì; sapeva di non aver altra scelta.
Il dottor Clark si sedette sul letto, tagliò un pezzetto della benda e cominciò a srotolarla.
A Louis sembrò di sentire il profumo di Valerie, ma pensò che se lo stesse immaginando.

Quando il dottore finì di rimuovere il bendaggio, la vista di Louis era un po’appannata.
“La sfocatura dovrebbe passare subito. Se non lo fa avvertimi” disse la voce del dottore proveniente dall’altra parte del letto.
Era impossibile che stesse da quel lato. Chi era stato allora a togliergli la benda?
Si voltò verso lo sconosciuto e piano piano la vista cominciò a tornare normale.
Iniziò a riconoscere alcune caratteristiche della persona di fronte a lui.

Capelli biondi, un bel sorriso, pelle chiara, occhi verdi… Valeria…
“Val?” chiese sbattendo le palpebre e strizzando gli occhi fino a vederci perfettamente.
La ragazza di fronte a lui annuì lentamente e il volto di Louis si illuminò in un largo sorriso.
Harry stava cercando di contenere le risate, i suoi amici erano in piedi dietro alla ragazza e Leah e il dottor Clark stavano dall’altro lato del letto.
Lui, però, aveva occhi solo per Valerie in quel momento, il cui volto era illuminato dalla fioca luce della lampada.

Louis sollevò la mano sul volto della ragazza che sorrise beandosi di quel tocco.
“Valerie, tu sei bella. Non mi interessa se pensi di non andare bene per me. Sei ancora la luce nella mia oscurità”.



NDT

Ecco qui la seconda parte di questa mini long. Spero vi sia piaciuta, io la trovo molto dolce e romantica.
Fatemi sapere cosa ne pensate con una recensione. A me farebbe molto piacere vedere che qualcuno apprezza il lavoro che sto facendo.
Un bacione!

  
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