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Autore: dreamwithme    17/02/2014    1 recensioni
Varcò il cancello del cimitero e come sempre si diresse a destra, fece pochi passi e poi si fermò davanti alla tomba di marmo.
Harry Edward Styles. 01/02/1982 – 11/09/2001.
Vittima dell’attentano alle Torri Gemelle.
FF tratta da "Vieni a Prendermi".
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sedicesimo Capitolo.
 
 
Quando Liam e Noah si sono presentati a casa sua Violet ha avuto la tentazione di sbattere la porta in faccia ad entrambi e tornarsene a dormire perché lei le cose non riesce a dimenticarle così facilmente e quando qualcuno la fa stare male lei prima di perdonare ci pensa su sempre due volte – o forse dieci -.
Noah aveva i capelli biondi raccolti in una lunga coda che le ricadeva sulla spalla, i jeans sempre stretti alle gambe snelle e il cappotto bianco che le copriva la camicetta nera sotto.
Liam era come sempre con la i suoi jeans un po’ troppo larghi per i gusti di Violet, la camicia blu notte abbinata e il capelli tenuti fermi dal gel.
E davvero ha voluto mandarli al diavolo ma la verità è che sono passate quasi due ore e loro sono ancora tutti e tre seduti sul suo divano in salotto. Edward dorme ancora – grazie a Dio – e Violet ha offerto loro un caffè caldo prima di parlare e comunque confrontarsi. E hanno parlato, si sono pure chiariti e Violet ha pure sorriso ma davvero qualcosa non la fa stare tranquilla e spensierata.
“Quindi ieri sera Niall era a cena da te?” – domandò Noah interessata, come sempre. –
La mora annuì: “Ha conosciuto Edward” – mormorò poi –
“Edward adora Niall – intervenne Liam – me l’ha detto quando siamo usciti l’ultima volta.”
Violet sorrise: “Ha bisogno di qualcuno che comunque sia come suo padre.”
Entrambi annuirono convinti e poi fu Liam ad intervenire di nuovo: “Sono contento che abbiamo chiarito e che siamo tornati come prima.”
Violet sorrise forzatamente e avrebbe voluto urlare ad entrambi che non era passato nulla e che faceva ancora male, troppo male, ma rimase in silenzio perché davvero non ne aveva la forza.
“Io devo entrare al lavoro, quindi se non vi dispiace andrei…”
Violet si alzò di scatto e ringraziò mentalmente Dio perché stava per esplodere, lo sentiva.
“Si certo, va pure.” – disse sorridente –
Noah si avvicinò per abbracciarla ma Violet fece un passo indietro incerta: “Vado a svegliare Ed o arriveremo tardi al pranzo con Niall – disse – ci vediamo.” – la liquidò prima di sparire al piano superiore –
E Noah l’aveva capito che niente era risolto, perché la conosceva la sua migliore amica e non le passava così facilmente nemmeno una stupida discussione per dove cenare. L’aveva capito quando dopo tutti quei discorsi lei aveva semplicemente annuito e non aveva aggiunto altro e Violet aggiungeva sempre altro. Liam guardò la bionda negli occhi e scosse la testa: “Ci vorrà più del previsto vero?” – domandò preoccupato –
“Consoci tua sorella, non le passa niente con due parole e questa volta l’abbiamo fatta grossa.”
E Liam lo sa anche troppo bene com’è fatta sua sorella, ma pensava che per questa volta, per questa benedetta occasione avesse messo da parte tutto e avesse capito anche loro.
“Credevo fosse diverso” – commentò –
Noah alzò semplicemente le spalle prima di sparire nel corridoio seguita da Liam, per Violet niente era diverso, soprattutto dopo che dodici anni prima aveva perso Harry.
 
 
Niall fece due passi entrando nel cimitero, poi si voltò e scosse la testa: no, non era il caso. Uscì e svoltò l’angolo prima di tornare indietro e superare di nuovo il cancello: non era il caso, ma doveva farlo.
Percorse il vialetto di destra e quando arrivò davanti alla tomba deglutì.
Harry Edward Styles. 01/02/1982 – 11/09/2001. 
Vittima dell’attentano alle Torri Gemelle.
“So che sei qui.” – borbottò –
Un fruscio ruppe il silenzio e un anziano signore camminò dietro di lui tenendo stretto tra le mani un mazzo di rose rosse.
“Devo parlarti, per favore.” – insistette il biondo –
Harry fece due passi e si sedette davanti a lui, sull’erba fredda di Dicembre: “Sono qui, dimmi.”
Niall abbassò lo sguardo e lo osservò per qualche istante: “Sei stato tu, vero?”
Harry sorrise: “A mettere dei fiori decenti qui? – domandò indicando la tomba accanto – sì sono stato io, questa ragazza meritava dei bei fiori.”
“Non intendevo questo.” – disse secco Niall –
“Oh, allora dici a tagliare l’erba? – domandò – sì, ho fatto anche quello.”
“La smetti di giocare e parli seriamente?”
Harry sorrise alzandosi in piedi e parandosi davanti a lui: “Sono stato io a fare cosa?”
“A farmi licenziare, a farmi tradire dalla mia ragazza, a farmi fare questo colloquio qui, a farmi trovare così velocemente l’appartamento – disse senza nemmeno prendere fiato – sei stato tu a sconvolgermi la vita?”
Harry sospirò annuendo: “Non volevo farti del male.”
Niall si voltò seccato: “Lo sapevo, diamine lo sapevo! – esclamò seccato – lo sapevo da quando Violet mi ha detto che riusciva a vederti!”
Il riccio rimase in silenzio, non sapendo come reagire e fu Niall a guardarlo dritto negli occhi: “TI sei divertito a rovinarmi al vita eh?”
“Cosa? – urlò quasi Harry – “Non ti ho mai voluto fare del male.”
“Hai fatto in modo che Madelaine mi tradisse e tu lo sapevi quando io l’amassi.”
“Lei non ti amava davvero!”
“Cosa ne sai tu della mia vita? – urlò – cosa ne sai di quanto mi amasse o di quanto io la amassi?”
Harry rise prima di guardarlo dritto negli occhi: “Perché prima di rovinarti la vita come dici tu ti ho osservato per undici anni.”
Niall stava già per ribattere ma gli mancarono le parole per dire qualunque cosa.
“Madelaine non ti amava, e io non l’ho spinta a fare nulla, e tu sai più che bene che se quella sera lei avesse tenuto davvero a te non avrebbe fatto quello che ha fatto, quindi piantala di darmi colpe, perché io in questo non centro nulla.”
“Ho passato l’ultimo anno a chiedermi cosa avessi sbagliato con lei o cosa avessi sbagliato sul lavoro e c’eri solo tu dietro a tutto questo casino.”
“Se ti ho scelto un motivo c’è, non credi?”
“Non mettere in mezzo a questa storia Violet.”
“Sei tutto quello di cui Violet ha bisogno, sei un ragazzo dolce, gentile, romantico e sai difenderla quando serve, sai come trattarla, come farla sentire bene. E oltre a questo sei il padre giusto per mio figlio, come vi divertite insieme voi due? Come scherza con te? O come semplicemente lo fai ridere? – dice secco, con le parole tremolanti perché sta per finire tutto – tenerlo vicino a me in questi mesi è stato il dono più bello che potessi ricevere e io non potrò mai fare quello che invece tu puoi fare con solo pochi passi, allora io posso essere stato stronzo, posso anche averti rovinato la vita e allora ti chiedo anche scusa, ma fidati che ho imparato ad osservare la gente in questi dodici anni e ho capito chi ama e chi non, e Madelaine non ti amava come tu amavi lei, e tu odiavi quel lavoro anche se facevi credere a tutti il contrario.”
Niall abbassò lo sguardo e rimase in silenzio perché Harry aveva ragione e non c’era motivo di negare: “Te ne stai per andare vero?”
Harry annuì sorridendo malinconico.
“Saluta Violet come si deve, se lo merita.”
Nessuno dei due aggiunse altro, perché Harry sparì tra le persone che passeggiavano per il cimitero e Niall uscì dal cancello recandosi al lavoro.
 
   
 
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