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Autore: alaskha    18/02/2014    10 recensioni
In quel preciso istante sentii un bracco avvolgermi le spalle: il profumo era inconfondibile, ed il tono di voce suadente al naturale, lo era ancora di più.
“Malik, che diavolo vuoi?” ringhiai, sottovoce.
“Fingi entusiasmo – sussurrò lui tra i denti, mentre sorrideva falsamente – adesso sorridi e saluta con la mano”
Seguii il suo consiglio, stretta dalla morsa del diavolo.
“Ciao amore, ci vediamo presto” disse Perrie al suo dannatissimo baby Zayn.
“Ciao piccola” lui le mandò un bacio volante, ed io faticai a reprimere quei fastidiosi conati di vomito che mi colpivano ogni qual volta manifestassero il loro amore.
“Restate vivi!” urlò Perrie, mentre l’autobus si allontanava.
Io e Zayn continuammo a salutare con la mano, sorridendo come due idioti, abbracciati.
“Ok, adesso togliti”
Lottai contro di lui, cercando di divincolarmi dalla sua presa, ma lui premette ancora di più con il braccio sulla mia spalla.
“Tu non vai da nessuna parte” sussurrò lui, sulle mie labbra.
“Malik, levati, invadi il mio spazio vitale”
“Adesso ascoltami attentamente – non aveva intenzione di allontanarsi – ho giurato a Perrie che ci avrei provato, ad andare d’accordo con te”
“D’accordo, provaci” dissi stringendomi nelle spalle.
“Certo, ma tu dovrai collaborare”
“Costringimi”
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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quando trovate l'asterisco ascoltate Grade 8 di Ed Sheeran
 
Long live all the magic we made
Chapter ten - Motherfuckers 

 

“Buongiorno”
E certo che era un buongiorno, quello. Altro che svegliarsi al fianco di Pez, senza un calzino e totalmente priva di coperte: quella matta riusciva sempre a farmi morire di freddo, durante la notte. Aprire gli occhi nello stesso letto di Harry Styles era decisamente meglio, e poi mi aveva stretta tra le sue braccia per tutta la notte, tenendomi al caldo contro il suo petto e facendomi respirare il suo profumo tanto irresistibile.
“Ciao Harry Edward Styles”
“Bastava Harry”
“No, devo capacitarmi che sei proprio tu quello che ha dormito insieme a me stanotte – specificai, tracciando i contorni della grande farfalla insensata che aveva tatuata sul petto – e non un Harry qualsiasi, tipo Harry Potter, chissà com’è fare sesso con Harry Potter poi”
“Parli sempre così tanto la mattina, piccola?” mi chiese lui, ridendo.
La sua voce era ancora più sexy e roca, appena sveglio.
“No, il fatto è che parlo sempre così tanto con te”
“Ha una sua logica” disse, mentre si alzava dal letto della mia camera d’albergo.
Mi si seccò la gola, alla vista di Harold Edward Styles senza vestiti e mi riservo di dire il suo nome per intero perché, dannazione, dubito che Harry Potter fosse così bello, completamente nudo. E quando deglutii, forse lo feci troppo rumorosamente, dato che Styles si girò verso di me, con un sorriso beffardo ad increspargli le labbra.
“Che succede, piccola?”
“Sparisci e smettila di chiamarmi piccola”
Scoppiò in una fragorosa risata, passandosi una mano tra i capelli ricci scompigliati.
“Sparisco nella doccia, ti sta bene?”
“Benissimo, stellina”
Mi scoccò un occhiolino, per poi sparire sul serio in bagno. Rimasi ad ascoltare il getto della doccia ed immaginai l’acqua scivolare su quel corpo perfetto. E mentre mi davo mentalmente della maniaca, qualcuno bussò alla porta.
“La cameriera”
Abbiamo parlato troppo di Harry Potter, forse.
Harry e la donna delle pulizie aprirono la porta in contemporanea: lui del bagno e lei della camera, con la sola differenza che la cameriera era vestita, mentre Styles aveva solo un’asciugamani legata in vita, a coprirlo.
“Passo più tardi” sentenziò la donna, dopo averlo squadrato da capo a piedi e dopo essere rimasta interdetta qualche secondo, notando i nostri vestiti ancora sparsi a terra.
“Sei la persona più veloce che io conosca”
“Veloce? Ah sì? – mi domandò, stupito, chiudendo la porta – credevo che ti fosse piaciuto, stanotte”
Arrossii forse di dieci tonalità, mentre lui se la rideva allegramente.
“Cretino, parlavo della doccia”
“Sei dolce quando arrossisci, è per questo che mi piaci, no?”
“Io ti piaccio?” domandai, incuriosita dalle sue parole.
Harry si strinse nelle spalle, sorridendo.
“Certo, che senso avrebbe tutto questo, se no?” disse, indicando con un gesto circolare delle mani i vestiti della scorsa notte.
“Giusto” annuii.
“D’accordo piccola, vado a mettermi qualcosa addosso, ci vediamo giù per colazione?”
“Non me lo dai il bacio d’addio?”
“Ma quale addio? – domandò, stranito – tu e Zayn continuerete a litigare per tutto il tour, no? Ed io che ci sono a fare qui, se non per risanare il tuo umore?”
Zayn, dannazione, Zayn.. che ne avrei fatto del pakistano? Mi strinsi nelle spalle, rimandando i pensieri complicati a più tardi. Così mi alzai dal letto, trascinandomi il piumone bianco, intento a coprire il mio corpo.
“A dopo, allora” dissi sulle labbra di Harry, sulla soglia della porta, aperta.
“Ciao, piccola”
Mi lasciò un bacio leggero sulle labbra, liquidandomi poi con un sorriso lieve, dolce, bellissimo, stupendo, da togliere il fiato e tutto il resto.
 
 
 
 
 

Zayn


I capelli erano ancora bagnati, la sigaretta quasi finita e a Glasgow pioveva, ancora. Per quello che contava comunque, ce ne saremmo andati di lì quel giorno stesso. Non che la Scozia non mi piacesse, ma non era stato certo un bel soggiorno, quello a Glasgow.
Io e la valenciana avevamo litigato ancora e quanto mi faceva incazzare, quella ragazzina. Avrebbe compiuto diciotto anni a giugno ma, ne dimostrava ancora cinque ed io non riuscivo a controllarmi con lei. Scossi la testa, ripensando al fatto che lei fosse arrabbiata con me e che quindi, la colazione, non sarebbe stata una cosa semplice.
Giocai con il mozzicone della mia Marlboro rossa, schiacciato per bene nel porta cenere, rendendomi conto che darle della puttana forse era stato davvero troppo. Va bene litigare, punzecchiarsi e chiuderla con un sorriso di troppo, ma forse avevo esagerato.
Sospirai, chiudendo la finestra e guardandomi i pantaloni della tuta. Infilai un paio di Nike scure e valutai l’ipotesi di lasciar perdere e far finta che non fosse successo niente ma, esattamente nello stesso momento in cui elaborai quel pensiero, realizzai che lei non me l’avrebbe sicuramente lasciata passare. Così, mi chiusi la porta della mia camera d’hotel dietro e camminai verso la sua.
Riuscii a sentire delle voci, riconobbi quella alta di Louis, dal piano di sotto, e forse quella di Luke e Michael, ma più vicino, sentii chiaramente quella di Zafira e quella di qualcun altro: una voce molto bassa, una voce roca.. la voce di Styles.
Mossi solo un altro passo, giusto per riuscire a vederli. Harry era.. senza vestiti, insomma, non portava la maglietta e neanche le scarpe, ma questo era un classico di Styles: girava scalzo un giorno sì e l’altro pure. Aveva un’asciugamani legata in vita e, se anche avessi voluto non pensare male, la mise di Zafira mi tolse ogni dubbio: il piumone del letto di quella che doveva essere la sua camera d’albergo. E poi un bacio, due sorrisi ed i miei occhi inopportuni.
Non mi piaceva pensare ai miei sentimenti, mi piaceva pensare alle canzoni e relazionarle a ciò che provavo in un determinato momento. Ora sapevo che canzone avremmo cantato alla chiusura del concerto a Cardiff. Comunque vidi Harry camminare verso la sua stanza, vicina alla mia, con i capelli scompigliati ed il viso riposato di uno che la notte l’aveva passata non bene, di più.
“Ehi!” mi salutò allegramente, passandomi affianco.
Io mi limitai ad alzare una mano, ferma, immobile, senza dire nulla. Ed il cretino pensò bene di battermi un cinque, facendomi incazzare solo di più.
Non ci volle molto perché Zafira mi vide, fermo come un coglione davanti alla sua porta, mentre lei se ne stava lì senza trucco, spettinata e con un piumone enorme e caldo a coprirle il corpo nudo.
“Ciao” sussurrò lievemente.
Ma io non dissi nulla, camminai spedito verso l’ascensore e scossi la testa, pensando ad un sacco di canzoni, ma senza trovarne una adatta a quel momento.
 
 
 
 
 
 
Zafira
 
“Buongiorno a tutti!” 
I ragazzi erano seduti al tavolo che ci aveva riservato nell’hotel scozzese, intenti a fare colazione. Luke e Liam stavano ridendo per qualcosa sull’iPhone di quest’ultimo, Niall rifletteva sul senso della vita con una brioche al cioccolato ficcata in bocca, Louis sorseggiava un succo di frutta, i ¾ rimanenti dei 5 seconds of summer non avevo la minima idea di dove fossero ed Harry era bello, mentre mi sorrideva dolcemente.
“Ancora buongiorno, piccola”
Niall alzò scettico un sopracciglio, con fare indagatorio, ma per fortuna non fece nessuna domanda, dato che un metro e ottanta di pura incazzatura mattutina fece il suo ingresso nella sala dove ci trovavamo tutti noi. 
“’Giorno Zayn” lo salutò Luke.
Lui gli rivolse un’occhiata, mugugnando un “Cià”, nulla di più. Quel suo comportamento astioso attirò l’attenzione di tutti i presenti, ma Zayn non ci diede troppo peso. Afferrò una ciotola bianca, la riempì di cereali e con un cucchiaio girò il contenuto insieme a del latte. Dopodiché si sedette affianco a Liam, l’unico degno di un suo sorriso.
Niall guardò prima me, poi Harry intento a versare dello zucchero nel suo caffè e poi Zayn. Ripercorse quella stessa sequenza per qualche volta, dopodiché tirò le sue conclusione.
“Zafira, hai fatto roba con Harry?”
Strabuzzai gli occhi, probabilmente diventando più rossa della tovaglia di quel tavolo a cui eravamo seduti tutti quanti, Harry alzò lo sguardo dal suo caffè e Zayn lasciò sbattere il cucchiaio con cui stava mangiando i suoi cereali, sulla ciotola. 
“Niall” lo riprese Louis, a bassa voce.
“Che ho detto? – chiese ingenuamente l’irlandese – era solo una domanda”
“Già – feci io – perché te la prendi tanto? Me lo vuoi spiegare?” dissi rivolta a Zayn, sfidando la sorte.
Malik rise amaramente, spostando finalmente i suoi occhi nei miei.
“Allora è vero? Non hai neanche il buon gusto di negare?” mi chiese.
“Perché dovrei? Non ho commesso nessun reato, mi pare” 
“Non so lolita – quando era incazzato e mi chiamava “lolita” riusciva a farmi andare fuori di testa – non ti senti un po’, come dire, a disagio nell’ammettere che stanotte sei stata a letto con uno dei ragazzi con cui sei in tour?”
“Forse non avrei voluto che venisse fuori così platealmente, ma non sono affari tuoi quello che faccio o non faccio con uno dei ragazzi con cui sono in tour” conclusi citandolo testualmente. 
“Certo – disse lui, ironico – allora stanotte a chi toccherà? A Liam? A Lou? O a Niall? Eh? In che letto finirai stanotte?”
Rimasi interdetta, davanti a quelle parole. Non sapevo che dire e neanche come difendermi, perché doveva andarci giù così tanto pesantemente con me? Che gli avevo fatto?
“Zayn, adesso basta” intervenne Harry, fermo e deciso, facendo rabbrividire tutti quanti.
“Sì, hai ragione, sto perdendo anche troppo tempo a parlare con lei – e si alzò, ancora più incazzato di quando era arrivato – vi auguro una buona colazione a tutti”
E sparì, lasciandoci nella confusione più totale.  Liam fece per alzarsi e raggiungerlo, ma io lo fermai con una mano sul suo braccio, alzandomi al suo posto.
“No, lascia, vado io”.


*Bussai più di venti volte, alla sua porta: probabilmente stava fumando sul balcone, anche se fuori pioveva e faceva freddo, Zayn avrebbe fumato anche in mezzo al deserto del Sahara o al ghiaccio polare della Siberia. Erano le Marlboro rosse, il suo vero amore.
“Aprimi, dannazione!” sbottai io.
Riprovai per almeno altre venti volte, e quando stavo per mollare, sentii la maniglia abbassarsi e vidi la figura di Zayn, sulla soglia della porta.
“Che vuoi?”
Lo spinsi dentro la sua camera, premendo con forza sul suo petto nudo e chiudendo la porta con un calcio. Ero furiosa con lui, così furiosa da puntargli un dito sotto al mento, iniziando ad urlare contro di lui.
“Sei un bastardo, un bastardo figlio di puttana, ecco cosa sei” 
“Prego, continua pure” m’invitò lui, senza spostarsi.
Riuscivo a sentire chiaramente il suo fiato caldo sulle mie labbra ed il suo inconfondibile odore di Marlboro, lì, a neanche due centimetri di distanza da lui.
“E ti odio, ti odio così tanto che ti ucciderei”
“Vorresti uccidermi?” mi chiese, sussurrando sulle mie labbra con le sue.
Annuii, fissando la sua bocca rossa, rovinata dai suoi stessi denti, che erano soliti morderla nei momenti di nervosismo.
“Vorrei, sì”
“Fallo allora, cosa stai aspettando?”
Non urlavamo più, sussurravamo l’uno sulle labbra dell’altro, oscillando con lo sguardo tra i nostri occhi e le nostre bocche.
“Non provocarmi”
“Colpiscimi, Zafira”
C’era sfida nei suoi occhi, e quel figlio di puttana sapeva alla perfezione come farmi incazzare.
“Cos’è, non sono abbastanza? Dovrei essere come Styles? Non mi merito neanche un pugno? Neanche uno schiaffo?”
E così sferrai il primo pugno sul suo braccio, poi il secondo, il terzo, il quarto e non riuscivo più a fermarmi. Volevo scoppiare in lacrime e forse lo feci, ma Zayn mi afferrò le mani tra le sue ed appoggiò la sua fronte contro la mia, tentando di calmarmi.
“Shh” mi sussurrò.
“Perché mi odi?”
“Sei tu che hai detto di farlo, non io” mi chiarì.
“Dimmelo Zayn, perché?”
Rimanemmo in silenzio per qualche secondo, udendo soltanto il suono del mio pianto sommesso, così Zayn mi strinse forte, comprimendo i miei singhiozzi contro il suo petto e avvolgendomi completamente con le sue braccia.
“Io non ti odio affatto, lolita”
E per la prima volta sentii una nota di dolcezza nella voce di Zayn, rivolta a me.
“E allora perché mi parli così? Perché mi dai della puttana così facilmente e te ne freghi dei miei sentimenti?”
“Perché tu te ne freghi dei miei” 
Mi guardò negli occhi e mi accarezzò delicatamente la guancia con le sue dita.
“Non è vero”
“Lascia giudicare a me”
“Non credevo ne avessi di sentimenti”
“È lo stesso per me”
Poi lui sospirò, sorridendo sinceramente per la prima volta, ai miei occhi. Non l’avevo mai visto sorridere così, né con uno dei ragazzi, né con Liam e neanche con Perrie, con nessuno, prima d’ora.
“Non ti chiedo una tregua, tanto non durerà”
“Ma perché dev’essere così tra noi?” 
“Così come?” mi chiese, confuso.
“Mi hai appena dato della troia ed io ti ho detto che sei un figlio di puttana che odio e che vorrei uccidere, perché allora adesso mi stai stringendo così forte?”
La suoneria del suo telefono ed il nome di Perrie sul display di esso, lasciarono in sospeso quella mia domanda.



Il Galles non mi aveva entusiasmato molto e le urla delle directioners di Cardiff stavano attentando alle mie orecchie. Ma d'altronde io non avevo dormito nulla, su quel dannato tour bus. Certo, sfido chiunque a chiudere occhio con Niall Horan e Louis Tomlinson presi bene a cantare 22 di Taylor Swift a squarciagola, anzi, squarcia orecchie. 
Zayn portava un cappello nero e sfilava solitario verso il solito macchinone nero, mentre Louis, Liam e Niall salutavano le ultime fans. Ed io? Io ero dietro di loro. 
“Ehi piccola – spuntò Harry – tutto bene con Zayn?”
“Certo” annuii, comunque un po’ interdetta dal nostro ultimo incontro.
Dopo le scuse plateali di Malik a tutti quanti, la cosa si era conclusa con il lancio di un cuscino sulla faccia del pakistano da parte di Louis ed una risata di Niall: tutto come prima, quindi. 
“Dannazione” imprecò Harry.
“Che succede?”
Non mi rispose, mi prese semplicemente per mano, intrecciando le sue dita alle mie.
“Paparazzi a ore due, non ti girare e continua a camminare”
Un flash mi colpì dritto in faccia, e diavolo che male agli occhi.
“Tutto ok?” mi chiese Harry. 
Lanciai uno sguardo alle nostre mani, ancora le une nelle altre, così gli sorrisi.
“Benissimo”.





i wanna see the way you move on me baby
ciao a tutte bimbe.
lo sapete? non ho proprio voglia di scrivere, scusate, sono una brutta persona.
ora mi rintanerò sotto le coperte a leggere quelle fotocopie del cazzo e guardare sanremo.
sì, la mia vita è emozionante.
vi amo comunque anche se faccio così schifo da non scrivere mai nulla qui.
solo una cosa.. Hafira o Zayfira?
adios.



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