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Autore: AleAxelGold_    19/02/2014    0 recensioni
Drake Feares, un ragazzo come tanti. Be', lui è il nostro protagonista. La sua vita, verrà completamente stravolta, dovrà accettarlo, perchè ha scelto, ed è stato scelto. Poichè solo noi stessi siamo padroni delle nostre scelte.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Il mattino seguente mi svegliai lentamente senza badare subito all'orario come facevo negli ultimi giorni. Mugugnai facendo versi strani come se non volessi svegliarmi ma le luci del sole me lo impedivano, penetrando per bene dalla mia finestra e filtrandomi fino in viso. Aprii lentamente gli occhi passandomi pigramente una mano sulla faccia, quella del braccio dove vi era tatuato il marchio. Lo osservai più attentamente siccome non avevo avuto il tempo nel giorno prima e riuscii ad identificarlo per bene. Era composto da Cinque cerchi. Uno, il più grande, stava in mezzo con al centro un'altro cerchio un po' più piccolo, mentre in cima, al di fuori del più espanso ve ne era un' altro con la stessa grandezza degli altri due, uno in basso e a destra ed uno in basso a sinistra. Era davvero bello e simmetrico, non pensai subito al fatto che oggi avevo l'altro incontro, ma quando lo feci, per controllare di fretta e furia la sveglia, mi mossi troppo velocemente tendendo il braccio verso l'orologio squillante, cadendo con un tonfo sonoro. - Ai...- Dissi rialzandomi dolorante e prendendo in mano la sveglia controllando attentamente l'ora. Le Quattro. Ma quanto diavolo avevo dormito?! Corsi più veloce della luce all'armadio ed estrassi i soliti vestiti per poi dirigermi in bagno ed una volta pronto correre di sotto a sfilare un pancake dal piatto di mio padre che mi guardò aprendo le braccia come per protestare confuso. - Scusa, faccio tardi poi.- Il tempo di prepararmi e furono le cinque precise. I miei amici erano proprio fuori casa, come se non avessero fatto altro per tutto il giorno che pensare di dover arrivare in tempo all'appuntamento. Uscii di casa ingoiando l'ultima parte della mia colazione e poi salii in macchina. - Sei pronto per la sfida di oggi, campione?- Disse Nat ridendo e facendomi sorridere. - Certo, io sono nato pronto. - Risposi prontamente. - Vedi di rischiare d'ammazzare anche questo.- Mi disse Erik col suo tono odioso. - Allora che faccio, mi faccio ammazzare? Contando che non posso nemmeno sperare di sconfiggere vampiri o affari simili non avendo armi apposite...- Ribattei io scontroso. - Ah, è vero. Non te lo abbiamo detto.- Disse Nat girandosi con la testa a guardare Erik che guidava. - Dirmi cosa?- Domandai curioso. - Ogni arma che il cacciatore di taglie immagina, è fatta apposta per poter ferire ogni tipo di creatura. Ecco perchè ci temono tutti.- Disse Erik ghignando orgoglioso. Spalancai la bocca sorpreso e poi sorrisi entusiasta. - Allora andiamo a fargli vedere chi sono.- Risi divertito e una volta arrivati pochi secondo dopo la mia ultima esclamazione, scesi dalla macchina entrando seguito dai miei compagni. - La strada è la stessa di ieri. - Mi disse Nat lasciandomi alla fila intanto che loro tornavano sugli spalti. Fremevo tutto, stavolta non vedevo l'ora del combattimento. Mi guardai davanti e dietro, gli stessi elementi di ieri. Avevano passato anche loro il turno. Significa che se non avessero perso oggi, avrei dovuto sfidare entrambi. Arrivato il mio turno entrai, stavolta mi guardai dietro per essere sicuro che nessuno potesse spingermi, non appena mi rigirai qualcosa mi spinse di nuovo di sotto. Mantenni stavolta l'equilibrio atterrando un po' curvo e dopo una capriola sulla spalla fui agilmente in piedi guardandomi dietro, in alto, sulla passerella da dove ero caduto, però non c'era nessuno. Rivoltandomi vidi un ragazzo dai capelli castani e a spazzola, più o meno della mia età, venir buttato dentro all'arena da qualcuno o qualcosa e non appena si rialzò, girandosi ringhiò furente facendomi capire che era palesemente un licantropo. Si rigirò irato verso di me e lo osservai meglio. Aveva gli occhi ambrati, ormai dorati. La sua mascella era protesa in avanti, con delle fauci spaventose. Gli artigli giallognoli e lunghi che aveva minacciosi. Il pelo che dalle basette gli si era proteso lungo le guance quasi fino al naso ed il suo muso un po' schiacciato, sia a causa del ringhio che non. Ammetto che me la stavo un po' facendo sotto. - Sei un licantropo?- Domandai, anche se si sentì a stento per colpa del rumore causato dagli spettatori. - E tu, sei un umano?- Chiese lui ghignando, convinto di non doversi sudare allora la vittoria. - Una specie.- Ghignai a mia volta e lui emise un ruggito così forte da farmi venire i brividi. Cominciò a corrermi incontro velocissimo ed io feci la prima cosa che mi venne in mente. - Va bene, vediamo che so fare.- Dissi intanto che la spada mi compariva particella dopo particella in mano come se fosse un puzzle. '' Spera di ferirmi con quel giocattolo? Si vede che non sa niente della mia specie.'' Pensò il mio nemico mentre ormai mi era quasi addosso. Quando balzò tendendosi verso di me per agguantarmi, feci un giro su me stesso eludendo il suo attacco e mollandogli un fendente diagonale sulla schiena che lo fece atterra in piedi sbilanciandolo, lasciandogli urlare un ruggito di dolore mentre si notava chiaramente la ferita sul dorso che bruciacchiava. - Tu! - Urlò girandosi. - Questo, non dovevi farlo!- Urlò di nuovo aggiungendo infine. - Oh, porca di quella pu- Mi interruppì non appena lui riscattà verso di me ancora più veloce di prima e provò a graffiarmi con qualche fendente. In quell'istante, come non mi era mai successo prima d'ora, il tempo sembrò come rallentare intanto che provavo a schivare gli attacchi. Un fendente da destra, eluso. Uno da sinistra, schivato anche quello. Ne provò un nuovo da destra e quando schivai anche quello, il tempo tornò normale facendomi perdere la concentrazione intanto che con un nuovo fendente il mio avversario mi tagliò maglietta e torace facendomi cadere a terra sanguinante sulla schiena. Avevo un ginocchio piegato, l'altra gamba stesa. Mi poggiai una mano sull'addome. Tre tagli. Uno sui pettorali, l'altro sugli addominali e l'ultimo poco più in basso del precedente. Bruciavano come non so cosa, era un dolore pazzesco, mi sembrava di morire al rogo. Il pubblico lanciò un urlo di sorpresa e paura non appena fui colpito. Girai lentamente la testa a sinistra, per guardare i miei compagni. Natasha, che si teneva le mani vicino alla bocca come se volesse urlare ed era pronta per tappare il verso. Erik con le sopracciglia alzate, ma non troppo in ansia. Stronzo. - Così sei un cacciatore di taglie, eh?!- Esclamò il licantropo. - Perchè non ti alzi?!- Domandò irato e sfidandomi prendendo la mia maglietta verso il collo, costirngendomi di forza ad alzarmi tirandomi su lui stesso e poi, poggiandomi una mano sull'addome mi azlò di colpo, lanciandomi via ghignando contro il muro che si crepò un pochino dopo che caddi a terra a pancia in già, sfinito. DI nuovo un urlo come il precedente da parte del pubblico. Il licantropo ringhiò. Poggiai le mani per terra e provai ad alzarmi con grande fatica, riuscendo nel mio intento con la spada ancora stretta in mano. Scossi la testa per togliere l'intontimento. - D'accordo. Questo non dovevi farlo tu però. Era la mia maglietta preferita.- Dissi adirato camminando verso di lui che ghignava guardandomi negli occhi. Non appena gli fui davanti mi afferrò nuovamente per il collo della maglietta e prontamente facendo girare abilmente la lama gli trafissi il braccio che cominciò ad ustionarsi costringendolo così a lasciare la presa e indietreggiare, tenendo una mano sulla ferita. Si guardò il braccio dopo aver emiso un gemito e poi guardò me lanciando un nuovo ruggito più minaccioso di quello passato. Tentò un fendente con gli artigli da sinistra e abbassandomi, lo schivai avanzando arrivandogli alle spalle, ferendolo con un taglio allo stomaco fino al fianco mentre avanzavo, per poi girarmi una volta che si accasciò a terra tenendosi la nuova ferita bruciante. Il pubblicò urlà entusiasta e sorpreso alzandosi addirittura in piedi. L'incontro non era finito, quasi scontato direi. Il mio nemico si rialzò con ancora più rabbia di prima e mi corse in contro, facendomi fare lo stesso. Era molto più veloce di me logicamente, allora saltò verso di me. Sapevo che avrebbe saltato più in alto. Dunque mi buttai a terra slanciandomi e cominciando a strisciare tendendo una gamba, intanto che alzai la spada, aprendogli un taglio lungo tutto il torace e facendolo cadere subito dopo a terra privo di sensi. Mi rialzai e lo guardai, capendo che era finita anche stavolta. La spada si dissolse. Avevo il fiatone e mi bruciavano ancora le ferite. I soliti inservienti portarono via lo sconfitto mentre io tornai in quella che sembrava la sala d'attesa, venendo raggiunto dopo poco dai miei amici, intanto che il mio sangue macchiava un po' il divano verde in pelle dove mi ero seduto. Nat mi corse subito vicino e alzò le mani come se volesse appoggiarle sui tagli, però non lo fece, pur tenendo sospese le mani. Erik, più tranquillo, la raggiunse camminando. - Wow, te le ha suonate.- Disse lui. - Dovresti vedere come l'ho ridotto. - Risposi io provando a sedermi meglio ma senza risultato. Digrignai i denti per il dolore restando fermo. - E adesso?- Chiesi guardandoli. - Nat.- La interpellò Erik. Lei annuì e sentii qualcosa provenire dalle sue mani, anche se non mi toccava, sembrava come se lo facesse, nel momento in cui rivolsi lo sguardo alle ferite, queste non c'erano più. Mi sfiorai con la mano gli addominali. Niente. Tutto passato. - Grazie...- Mormorai alzandomi poi senza fare una piega. Lei mi sorrise. - Figurati.- Mi rispose. - Forza, torniamo dentro tra mezz'ora, vedi di rimetterti.- Mi diede una bottiglietta piccola di gassosa. - Cosa?! Mezz'ora?!- Sbottai io. - Stavolta il concorrente contro cui dovrai partecipare deve lottare contro di te, per lui è il primo incontro oggi. E' avvantaggiato. E molto potente. E ho paura potrebbe ucciderti. Ci divertiremo.- Lo guardai con uno sguardo come per dire '' Che cosa?!''. Aprii le braccia senza riuscire ad esprimere tutto il mio sconcerto. - Erik, sei sicuro che possa farlo...?-. Chiese Nat guardandolo. - Deve. Anche perchè ormai sa troppe cose. O sta con noi. O muore.- Rispose sicuro lui tutto serio come sempre. - Evvai...- Mormorai io buttandomi a sedere di nuovo sul divano in pelle, sarcastico. Mi riposai per tutta la mezz'ora, in ansia per quale potesse essere il mio nemico futuro, finchè poi non mi accorsi che Nat si era addormentata sulla mia spalla. La osservai a lungo. L'avrei osservata per sempre, era davvero bellissima. Oserei dire perfetta. Mi scappò un sorriso, poi Erik mi riprese. - Sei pronto?- Disse guardandomi, seduto sul divano opposto al mio, separati solo da un tavolino in vetro rettangolare dove sopra c'era la mia bottiglia di gassosa vuota. - Si, sono pronto.- Dissi sicuro mentre Natasha si svegliava e si stropicciava gli occhi piano piano. - Buona fortuna.- Disse alzandosi assonnata, poi, con Erik, tornarono ai loro posti nell'arena mentre io facevo lo stesso. Restai voltato per vedere chi mi spingeva di sotto ogni volta. '' Se qualcuno mi fa cadere di nuovo lo ammazzo. ''. Pensai tra me e me. Con gioia da parte mia, stavolta nessuno mi toccò per buttarmi di sotto e con un semplice salto, finii dentro al campo di battaglia. Alzai lo sguardo da terra e vidi il mio avversario. No... Non poteva essere. Tutti, ma lui no. Il ragazzo dalla pelle rossa, gli occhi verdi e le piccole corna sulla testa, mi stava dinanzi. Con la sua veste che lasciava intravedere un fisico atletico, tipo il mio. Mi si gelò il sangue nelle vene non appena mi sorrise, malvagio. Il pubblico esultava in attesa dello scontro, dopodichè, esso iniziò.
  
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