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Autore: Nembayo    19/02/2014    5 recensioni
Alicante.
Valentine Morgenstern è soltanto un ragazzo con molte idee, che intrattiene dialoghi con ragazzini esagitati, che fa battere il cuore alla maggior parte delle altre cacciatrici, che appare misterioso agli occhi della maggior parte dei suoi coetanei (tra questi, Robert Lightwood).
Robert cerca di tenersi il più possibile alla larga da quel Morgenstern con gli occhi neri, ma quando, ogni giorno fuori dall'Accademia, e dentro, e a casa di chi o chi altro, Valentine inizia a parlare di conquistare il mondo, di purificare gli Shadowhunters, di combattere contro Nascosti e demoni e diventare famosi, Robert inizia a prestare orecchio alle sue ciance.
E tra un sorriso a Maryse, un grugnito alle battute squallide di Michael, un interrogatorio mancato da parte dell'Inquisitrice, Robert entrerà a far parte del, come chiamato da Valentine, Circolo di Raziel.
|storia della creazione del Circolo|
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Il Circolo, Robert Lightwood, Stephen Herondale, Valentine Morgenstern
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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||SHADOWHUNTERS: THE CIRCLE OF RAZIEL||






Di feste noiose, miseriaccia e scarponi da orco


Robert si chiese come diamine fosse finito là.

La musica d'orchestra usciva da un grosso giradischi, tra il disappunto dei suoi amici: una radio sarebbe stata decisamente meglio. Le luci erano rosse e soffuse, e conferivano al luogo un aspetto tetro e soffocante. La grande stanza principale di casa Herondale, era occupata da quasi tutti i vecchietti di Alicante.
Robert aveva visto l'Inquisitrice, Imogen Whitlaw, soltanto tre volte quella sera, e quelle tre volte gli erano bastate. I capelli castani legati rigidamente in una crocchia, gli occhi grigi e freddi, le lievi rughe che iniziavano a irretarle il volto. Michael la definiva sempre vecchia strega con gli occhi di ghiaccio”, all'insaputa di Stephen, ovviamente. Anche se, pensava Robert, a Stephen non sarebbero dispiaciuti i soprannomi con cui epilogavano sua madre. Pure lui passava le giornate a lamentarsi che sua mamma fosse l'Inquisitrice, e a dire che la odiava. Quindi, tanto meglio.

Robert si appoggiò al muro, cercando di concentrarsi sulle chiacchiere di Michael, Valentine, Lucian e Hodge, senza successo.

Continuava a pensare alla noia di quella stupida festa (non sapeva nemmeno che cosa si festeggiasse), alla luce rossa che lo stava facendo sudare, e a Maryse che ballava con Jocelyn e Amatis, ridendo. Si perse a osservare il suo abito corto, di pizzo bianco che lasciava ben poco alla fantasia, e le sue gambe bianche e slanciate.

-Qualcuno, qua, è piuttosto distratto.- la voce del suo parabatai gli fece tremare il padiglione auricolare. -Non te lo vorrei dire, Rob, ma stai sbavando.-
Robert gli piazzò una gomitata nel fianco e si passò il dorso della mano sulle labbra.

-Non sto sbavando.- constatò, fulminando Michael con lo sguardo. L'altro rise, circondandogli le spalle con un braccio.

-Insomma, vai là e diglielo. Che sei pazzo per lei, intendo. Non che il tuo amico là sotto si sta eccitando.- rise nuovamente, sussultando per l'ennesima gomitata da parte di Robert.

-Non ho alcuna possibilità, con lei.- replicò Robert, arruffandosi i corti capelli scuri con una mano. La sciarpa azzurra che si era legato al collo era decisamente inadeguata, con il caldo della sala. Stava decisamente sudando troppo, adesso.

-Robert, sei un Lightwood! Sei alto, bello, forte, affascinante.. e, no, non credere che ti rifarò mai questi complimenti. Se vuoi posso impararli in ceco, ma..- cacciò il pensiero con un gesto della mano, sorridendo maliziosamente. -Insomma, vai o no?-

-No.- Robert era arrossito pericolosamente, desiderando sprofondare nel sottosuolo all'istante, o diventare invisibile. Qualcosa.

-Ehi ragazzi.- la voce di Stephen li fece voltare, e Robert ringraziò mentalmente tutti gli angeli che gli venivano in testa, per avergli evitato quella conversazione con il suo parabatai (e le azioni che probabilmente l'altro avrebbe compiuto per far notare Robert da Maryse).

Stephen era alto, con occhi blu e i capelli biondissimi, color dell'oro fuso. Sorrideva imbarazzato.

-Mi dispiace per la festa. Mia madre.. ha idee abbastanza arretrate di divertimento.- ammise, scrollando le spalle. Valentine rise, di una risata calcolata e glaciale.

-Non ti preoccupare, Stephen.- fece un cenno con la testa alle tre ragazze che ballavano in mezzo alla sala, tenendosi per mano e ridendo -Loro sanno divertirsi, vai tranquillo.-
Lucian e Stephen aggrottarono le sopracciglia all'unisono, guardando Valentine con irritazione. Robert fu tentato dal seguire il loro esempio, ma quei due sembravano così comici da farlo desistere dal suo intento. Non voleva certo avere quell'espressione. E se Maryse si fosse voltata proprio mentre lui ostentava quella faccia da idiota, in terzetto con Lucian e Stephen? No, proprio no.

-Quale di loro, Valentine?- chiese Stephen, infilandosi le mani nelle tasche dei jeans. Robert si perse qualche secondo a chiedersi chi potesse piacere a Stephen. Jocelyn? Poco probabile. Maryse? L'avrebbe ucciso. Amatis? No, di sicuro non era Amatis.
Lucian era molto più prevedibile, invece: non era certo un segreto che avesse una cotta strepitosa per Jocelyn. L'unica che sembrava non saperlo era proprio lei.

Valentine rise nuovamente, della sua risata glaciale ma coinvolgente.

-È un segreto.- ammise, con il sorriso sulle labbra sottili.

Robert aveva osservato la scena, cercando di non lasciarsi perdere le espressioni di nessuno, troppo preso dalla conversazione per accorgersi dell'ombra che li aveva ascoltati, non vista.

L'ombra si fece avanti, e rivelò la figura austera di Imogen, la bocca in una smorfia contrita.

-Tu invece chi preferisci, Stephen?- chiese lei.

Se ci fosse stato Robert, al suo posto, sarebbe avvampato dalla punta dei capelli a quella dei piedi. Ma Stephen si limitò a ridere, abbassando lo sguardo.

-Non lo verrò certamente a dire a te, cara mamma.- ammise, raggiungendola con un passo e lasciandole un bacio sulla guancia. -E ora smettila di fare lo spaventapasseri curioso e va' a divertirti.- le dette una spinta leggera, e si beccò un'imprecazione, uno schiaffo leggero sul braccio e un sorriso da parte della donna.

Robert pensò che probabilmente era il primo sorriso che le vedeva fare in tutta la sua vita. Allucinante.

Stephen si voltò verso di loro non appena Imogen si fu allontanata, borbottando.

-Come faccio a fare qualsiasi cosa, con mia madre che è Inquisitrice?-*

Finalmente le ragazze si stancarono di ballare, e raggiunsero il loro gruppetto.

-Luke, quando sei arrivato?- chiese Jocelyn, sorridendogli. Luke si passò una mano tra i capelli.

-Dieci minuti fa.- rispose.
Amatis lanciò loro un'occhiata eloquente, roteando gli occhi. Maryse, al suo fianco, sospirò e si lanciò in una risata libera e soave.

-Dio, ci siamo divertite un mondo!- esclamò, guardandosi attorno. Il sorriso si spense sul suo volto. -E a quanto pare siamo le uniche ad esserci divertite. Che palla.-

-Andiamo in camera mia, se volete. Qua non combiniamo proprio niente.- propose Stephen, indicando le scale che davano ai piani superiori. Annuirono tutti con vigore, sgaiattolando su per i gradini di marmo, cercando di non farsi notare da Imogen.

Appena entrati nella camera di Stephen, Maryse corse a buttarsi sul letto, di schiena, le braccia alzate sopra la testa. Emise un sospiro a metà con uno sbadiglio. Adorabile.

-Scusate il disordine.- intervenne Stephen. Robert si guardò intorno, in cerca di una qualche forma di disordine. Niente. Sembrava la stanza di un monaco, ordinata e curata. Niente era fuori posto. L'armadio di legno occupava una parete, la libreria ordinatissima un'altra. Il letto aveva le coperte rifatte e i nodi alle tende erano simmetrici. Sul comodino basso, Robert notò una fotografia: uno Stephen bambino, una Imogen incredibilmente sorridente e senza rughe, e un Marcus biondissimo, con il figlio sulle spalle. Robert sorrise, voltandosi poi verso l'Herondale.

-Disordine? Quale?- chiese, allargando le braccia.

Stephen scrollò le spalle, causando la risata di Jocelyn e Maryse.

Hodge si era seduto alla poltrona rossa della scrivania, osservando quasi con adorazione Valentine. Il Morgenstern osservava i libri, con visibile interesse, leggendo i titoli e borbottando qualcosa a bassa voce. Le spalle larghe ricoprivano metà libreria.

-L'altro giorno ho trovato un vecchio albero genealogico.- intervenne Stephen, raggiungendo Valentine e sfilando una pergamena ingiallita da un libro ammuffito. -Volete vederlo?- chiese.

-Albero genealogico di quale famiglia?- chiese Maryse, annoiata.

-Della mia. Mh.. se non vi va, allora..- Stephen si grattò la nuca, pensando a qualcosa da fare per non far cadere quella festa ancora più in basso.

-Potremmo andare fuori, e fare qualche scherzo a Jia, è rimasta rintanata a casa perché i suoi non la fanno uscire.- esclamò Lucian, sporgendosi in avanti.

-Oh sì, qualsiasi cosa pur di uscire di qua.- sbottò Hodge, tirandosi in piedi. -Senza offesa, Stephen.-



L'aria fredda arrossava le guance di Robert. Camminava a fianco di Michael, con le mani in tasca e lo sguardo puntato sulle punte delle sue scarpe. Poco più avanti, Lucian e Valentine stavano ridendo sguaiatamente assieme. Lucian era sempre così contento, quando stava con il suo parabatai. Robert non riusciva a capirlo. In effetti, non riusciva decisamente a capire il carattere di Valentine. Era così misterioso, cupo e glaciale. E affascinante, anche. Doveva ammetterlo.

-Miseriaccia!-** esclamò Hodge, quando, impegnato com'era a guardare Valentine (Robert pensò che stava iniziando a somigliare a un cane: prima il padrone lo bastona, e poi lui diventa il suo “servo” più fedele, tutto in ammirazione), andò a sbattere contro un albero. Gli altri scoppiarono a ridere, Robert compreso. Hodge rimase qualche secondo con la mano premuta sulla fronte, gli occhi chiusi per il dolore. Michael rise ancora più forte.

-Per Raziel, Hodge! Stai attento a dove cammini.- lo sgridò.

-Non dirmi cosa fare, Wayland.- sbottò Hodge, con la solita smorfia d'onore che riservava solo a Michael.
Robert trattenne una risata con un verso gutturale, e si beccò un'occhiataccia dal suo parabatai.
Stephen guardò oltre l'albero: il pub.
Il pub era uno dei luoghi più frequentati dai loro padri, pieno di quarantenni ubriachi. Quando, dopo un'occhiata, si decisero ad entrare, si ritrovarono annegati in un mare di fumo. Amatis storse il naso, all'odore di sigarette con filtro e liquori di vecchia data.

-Dio!- esclamò.
Valentine si avvicinò al bancone, guardando la donna dall'altra parte. Aveva gli occhi scuri e le palpebre pesanti. Un groviglio di capelli biondi le incorniciava il volto.

-Una decina di grappe.- disse Valentine, appoggiando il gomito al bancone di cotto.

La donna lo squadrò profondamente, spostando lo sguardo sul resto del gruppo.

-Ma avete l'età per bere, voi?- chiese, inarcando un sopracciglio.
Valentine rise, piegando la testa leggermente di lato. Intervenne Stephen, chinandosi in avanti e sussurrando all'orecchio della barista.

-Non sono per me. E per decina, il mio amico intendeva dieci bottiglie. L'Inquisitrice oggi tiene una festa a casa Herondale, e mi ha chiesto di comprare tutta sta roba. Se non lo farai.. beh, sono suo figlio, e lei è pur sempre l'Inquisitrice.-
Robert cercò di farsi venire in testa qualcosa per congratularsi per la genialata, più tardi. Come: “sei un boss, amico” o “Sei un genio, non mi sarebbe mai venuto in mente”. No, probabilmente sarebbe rimasto zitto.

La barista sgranò gli occhi, affrettandosi sul retro. Il grembiule svolazzante.

-Ci siamo cacciati in un bel guaio.- lo riprese Lucian. -Se la barista parlasse con tua madre?-

Stephen cacciò la domanda con un gesto della mano.

-Non lo farà.- replicò il biondo, con una punta d'incertezza nella voce che non rassicurò affatto Robert.



Michael, alla terza bottiglia scolata da solo, stava decisamente dando di testa.

-Smettila di bere.- lo sgridò Robert, strappandogli la bottiglia di vetro dalle mani.

-Oh andiamo Angela, non vedi come mi sto divertendo?- singhiozzò, soffocando in una risata.

-Ora mi spieghi chi è Angela.- replicò Robert, lasciando cadere la bottiglia che si frantumò sulle mattonelle della stradina dietro casa Penhallow, isolata al mondo.
Ok, doveva ammetterlo. Persino la bottiglia fatta a metà con Lucian, stava dando alla testa a lui. E se si sentiva così lui, poteva solo immaginarsi cosa stesse avvenendo nella capoccia del suo parabatai.

Maryse, seduta su una panchina, rise gettando la testa all'indietro, senza apparente motivo.

-Ho voglia di rum.- biascicò lei, alzandosi in piedi barcollante. Valentine rise, porgendo un'altra bottiglia intaccata a Robert. Lui bevve un sorso amaro e secco che gli bruciò in gola, e poi passò la bottiglia a Jocelyn.

Michael saltò sulla panchina, componendo una canzone terribile su come il suo parabatai (ovvero Robert), fosse il migliore, e il tuo (tuo di chi? pensò Robert) no.***
Maryse gli si avvicinò sempre barcollando, e gli cadde quasi addosso. Robert la afferrò per le braccia lisce, tirandola su. Lei rise forte, gli occhi lucidi.

-Oh, Robby.- gridò, saltellandogli intorno.
Robert cercò di trovare una via di fuga, e alzò lo sguardo alla luna piena alta in cielo, dello stesso colore dei capelli di Valentine e del vestito di Maryse.
Soffiò fuori l'aria, che uscì in una nuvoletta di vapore, e lanciò un grido che risuonò per tutto il vicolo, seguito dalle urla di pura gioia causate dalla grappa dei suoi compagni.
Questo, prima di essere rincorsi dal grosso Daniele Colleverde, un sessantenne acido e scorbutico, più largo di un armadio, che brandiva in mano un vecchio scarpone (probabilmente appartenuto ad un orco, date le dimensioni).




 

*citazione presa dal disegno di CassieJ che posterò più avanti, di Stephen Herondale

**citazione di Ron Weasley, di Harry Potter (non si è capito che mi piace Harry Potter, vero?)
***citazione presa da un'altro disegno di CassieJ, dove ci sono Robert e Michael con due magliette con su scritto.. beh, vi metto l'immagine tra poco.






 

**Angolo di One**
posso buttarmi da un ponte e non farmi più vedere sulla faccia della Terra? Certo che posso, e sicuramente voi ne sarete felici. Insomma.. dopo un giorno dal primo capitolo me ne esco con questo. Solo che avevo trovato un briciolo di ispirazione (che avrei dovuto non avere, decisamente), e quindi dadan.
Ammetto di sapere (o meglio, l'ho scoperto pochi minuti fa) che Imogen non era ancora Inquisitrice a quei tempi. In realtà lo è diventata dopo la morte di Stephen, ma nella storia mi serviva una.. mh, guardia?.. quindi ho scelto di farle fare da subito l'Inquisitrice bisbetica.
Allora, in questo capitolo appare Stephen, che, come carattere, ho voluto farlo leggermente simile a Jace ma non troppo (il fatto dell'ordine della camera, quello sì che è da Jace).. solo che avevo pensato di far prendere la maggior parte del carattere ironico di Jace da Celine (che apparirà fra mooolto tempo), and so..
Poi c'è Hodge che inizia ad adorare Valentine, come un cane bastonato che capisce chi è il suo padrone (povero Hodge, questo paragone è proprio una schifezza).. e Hodge sbatte contro l'albero.. insomma, le sto facendo passare di tutti i colori al povero Hodge, chiedo venia.
Io, non so voi, amo Robert e Michael, e forse sono gli unici due che mi piacciono veramente, come li sto facendo (anche se Robert dovrebbe essere un minimo più espansivo, accidenti).
Valentine, dal canto suo, all'inizio è temuto, rispettato e tutto.. e tra poco inizierà ad ammaliare tutti con le sue idee, ma penso che non nel prossimo capitolo.
Vabbè, dai, lasciamo perdere.
Meglio che vada a mangiare la pizza (yee, pizza today) e che vi lasci in pace.
Ultima cosa: grazie mille per le recensioni, grazie a chi ha aggiunto tra i preferiti, tra le seguite o le ricordate, e anche ai lettori silenziosi.
Ultima cosa veramente: l'altra long mi è scivolata via di ispirazione, ma cercherò di recuperarla.
Scappo.
Bacioni,
One

 
 
Questa è l'immagine che dicevo su Stephen, by CassieJ:
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Questa è l'immagine di Robert e Michael con le magliette sui parabatai (sono così badass), by CassieJ:
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