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Autore: Roev_Chan    19/02/2014    1 recensioni
Qualche mese dopo aver respinto Satana all'Accademia della Vera Croce, Roev riprende il corso di studi per diventare esorcista, finché Mephisto, il preside, le dà la notizia del furto di un importante cimelio: l'occhio sinistro del Re delle Impurità. Il responsabile, Saburota Todo, è ora diretto a Kyoto, dove è tenuto nascosto l'occhio destro. Il suo chiaro intento di rubarlo è evidente. Ma nessuno sa ancora qual è il suo vero obiettivo...
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Sequel di [Candy Piano] ♥
Genere: Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mephisto Pheles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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Roev e la sua classe arrivarono a Kyoto nel tardo pomeriggio, e un bus fuori dalla stazione aspettava studenti ed esorcisti per portarli in un albergo nella periferia della città. Roev si guardò intorno con i bagagli in spalla, mentre Shiemi la incitava a salire sul pullman. La ragazza abbozzò un mezzo sorriso e infine salì, sedendosi di fianco alla compagna. Quando giunsero davanti all’albergo, Roev non poté non notare l’aspetto rudimentale dell’edificio. Una volta all’interno però, l’ambiente era semplice e accogliente. Una donna di bassa statura ma dall’aspetto dolce li accolse all’ingresso con un largo sorriso, ma la sua espressione cambiò non appena posò il suo sguardo su Suguro.
-Ryuji!- Gridò tirandogli un orecchio, prendendolo completamente alla sprovvista –Ti sei di nuovo tinto i capelli? Vuoi forse somigliare ad un gallo?! E guarda qui quanti piercing che ti sei fatto!- Lo sgridò. Roev assunse un’espressione confusa, mentre guardava i suoi compagni con stupore. Rin e Shiemi ricambiarono il suo sguardo perplesso.
-Salve signora Suguro!- La salutò Shima sorridendo allegro. La donna parve cadere dalle nuvole.
-Oh! Che sbadata!- Fece un breve inchino –Io sono la madre di Ryuji, piacere, e benvenuti a Kyoto!- Sorrise ai giovani esorcisti e li fece accomodare, illustrando subito l’albergo. Era un edificio a due piani, molto ampio. Al primo piano vi erano gli alloggi della famiglia Suguro, mentre al piano terra, l’albergo ospitava molti malati e persone ferite -…questa gente è stata colpita dal miasma del Re delle Impurità, e hanno bisogno di cure. È un bene che siate arrivati in questo momento, avremmo proprio bisogno del vostro aiuto.- Spiegò la donna. Camminarono lungo il corridoio che affiancava la stanza, e condusse la classe verso una stanza un po’ più piccola della precedente. Aprì la porta scorrevole e fece entrare i ragazzi.
-Voi dormirete qui.- Aprì l’armadio in legno e allungò dei futon ai ragazzi. Successivamente, dal fondo dell’armadio estrasse una specie di stelo e lo aprì: era un divisore in legno di bambù e tela. Si rivolse alle ragazze –Mi dispiace ma non abbiamo altre stanze per dividere maschi e femmine, dovrete arrangiarvi così.-
-Nessun problema.- Rispose Izumo aprendo il divisore era lungo a sufficienza da dividere la stanza equamente.
-Dai ragazze, potremmo dormire insieme no? Sarebbe fantastico…- Shima arrossò di piacere, mentre Roev lo guardò storto.
-Che depravato…- Disse scuotendo la testa.
-Io?!- Il ragazzo coi capelli rosa rimase quasi deluso da quella osservazione. La professoressa Kirigakure entrò nella stanza, interrompendo la conversazione.
-Suguro e Miwa siete stati convocati ad una riunione, andate. Shima, tuo padre vuole vederti, vai anche tu.- Il trio di Kyoto uscì dalla stanza. Infine, Shura si rivolse ai presenti -Date una mano ai malati mentre aspettiamo di essere convocati per la cena. Moriyama e Akuma, voi andate in cucina ad aiutare a preparare l’antidoto per il miasma. Izumo, Okumura e Takara, voi aiutate a cambiare le flebo, invece. Conto su di voi.- La classe si divise, Roev e Shiemi si diressero verso le cucine. Una donna stava mescolando le erbe del tè in una grossa pentola, mentre versava le bustine di antidoto dentro.
-Ha bisogno di una mano?- Chiese Roev entrando in cucina, seguita da Shiemi. La donna le guardò con stupore.
-Siete esorcisti della Vera Croce? Siete molto gentili…- Le due si avvicinarono, e Roev arricciò il naso. Il tè puzzava in una maniera terribile, e la ragazza non fece a meno di tapparsi il naso. Shiemi fece lo stesso. La donna parve turbata da quella reazione –Lo so che a prima vista non è il massimo ma…- La giovane esorcista dai capelli marroni la interruppe.
-Non per essere scortese, ma...- Si affacciò verso la pentola. Nel liquido galleggiavano dei petali gialli, alcuni aghetti verdi e una foglia lunga e seghettata ai lati. Roev impallidì –Che cos’è… cosa diamine è tutta quella roba?- La donna le diede una delle bustine.
-È l’antidoto… dentro ci sono petali di agrimonia, aghi di larice e una foglia di salice giallo per ogni bustina.- Spiegò con titubanza. La ragazza la guardò.
-E voi pensate di curare la gente con questa roba?- Fu un impulso: prese la pentola con dentro l'infuso, rovesciandone il contenuto nel lavello. Shiemi la guardò con stupore, la donna ancora di più: era scandalizzata.
-Che cosa stai facendo?- Le disse lei. Roev pulì la pentola, la appoggiò ai fornelli ed estrasse la katana Murasame. La sua lama blu metallizzato si illuminò magicamente; la fece roteare, creando dell’acqua pura e incredibilmente cristallina, che si versò delicatamente nella pentola.
-Ora ho bisogno di ravanelli, porri e peperoncino… Shiemi, chiedi al tuo demone di far crescere della valeriana e dell’iris. Ah, e ho anche bisogno di un po’ di sale di roccia per condire il tutto.- In fretta e furia, procurarono gli ingredienti necessari e prepararono una zuppa, che Roev versò in delle ciotole. In quei mesi si era dedicata molto allo studio di medicina e si era interessata particolarmente alle proprietà curative delle piante. Aveva appreso anche che certi veleni si curavano con altri veleni. In qualche giorno, i malati si sarebbero rimessi in fretta. La donna ringraziò le due ragazze, che furono chiamate da Shura per riunirsi a mangiare in mensa. Fu un pasto breve ma sostanzioso. Mentre stava seduta a conversare con i suoi compagni di classe, sentì il telefono vibrarle nella tasca dei pantaloni. Si alzò, scusandosi per l’interruzione e uscì nell’engawa, il corridoio esterno coperto dal tetto spiovente, una sorta di veranda che si affacciava al giardino. Guardò lo schermo del cellulare: era Mephisto. Rispose alla chiamata, sedendosi sul bordo in legno del corridoio.
-Pronto?-
-Roev-Chan! ♥- Esclamò Mephisto con gioia –Com’è, tutto a posto? Sei all’albergo?-
-Sì, ho appena finito di cenare. Non c’è male, comunque.- Rispose brevemente, senza soffermarsi troppo sui dettagli.
-Perfetto, io sistemo ancora un paio di cose qui, poi sarò a Kyoto per sta notte. Non mi aspettare alzata, mi raccomando! Dormire è importante quando si è giovani come te, ristora il corpo e fa bene alla salute, e soprattutto giova l’aspetto ♥- Roev fece una smorfia simile a un sorriso forzato.
-Non ti avrei aspettato comunque, Mephisto.-
-Che cattiva! Dovresti cercare di essere un po’ meno fredda certe volte… Va beh, ti saluto, mia cara. E mi raccomando: comportati bene! Ciao! ♥- Il demone chiuse la chiamata. La ragazza sospirò, infilandosi il telefono in tasca. Inspirò a lungo l’aria fresca della sera, mentre un leggero venticello scuoteva gli alberi e le piante del giardino interno dell’albergo. Il suo breve attimo di pace non durò a lungo, perché Shura le arrivò alle spalle, allungandole una busta.
-Tieni, questo è per il duro lavoro che hai svolto oggi, sei stata brava.- La lodò allungandole il sacchetto. Roev lo accettò senza proferir parola –Ora che vivi con Mephisto la tua vita si è fatta molto più agiata, spero che ti trovi bene.- Cominciò a parlarle. Roev la guardò di sottecchi. Shura era molto interessata a Mephisto. Troppo. Quando poteva, lo teneva costantemente d’occhio, e non perdeva di vista i suoi movimenti. Sapeva qual’era la vera natura del preside della Vera Croce, e non si sarebbe arresa molto presto dal tentare di capire i suoi segreti e i prospetti che aveva per ognuno di loro. “Voi non siete qui per puro caso.” Aveva detto un giorno il demone a Roev, mentre consumavano una cena a base di junk food. Ogni persona coinvolta in quella storia, classe, professori… avevano tutti un ruolo fondamentale, anche se Mephisto teneva i suoi progetti all’oscuro di tutto e tutti. A Roev sarebbe piaciuto apprendere qualcosa di più su di lui. “Ogni cosa a suo tempo. Presto, Roev, saprai ogni cosa. Piano piano… Piano piano…” Altre parole che le aveva rivolto, in risposta alle numerose domande della giovane esorcista. Col tempo aveva imparato a convivere con la pazienza di quelle parole. Mephisto non era uno stupido. Era molto furbo, giocava con le parole per confondere, ed era cauto. Estremamente cauto. Calcolava ogni minima cosa, preciso e perfetto nel dettaglio degli eventi. Anche se non sempre funzionava. Mephisto sembrava evitare la giovane professoressa Kirigakure, e faceva bene. A Roev non piaceva il modo in cui lei tentava di avvicinarlo, e si irritava quando, nel mezzo di una conversazione, trovava un minimo pretesto per parlare di Mephisto. Come se lei fosse a conoscenza dei segreti del preside. Il punto era che, come quasi tutto il resto del mondo, anche lei non aveva la più pallida idea di cosa passasse per la testa di Mephisto.
-Si professoressa, sono stata fortunata ad essere presa in affidamento da Lord Pheles.- Lord Pheles. Era raro che lo chiamasse in quel modo, ma davanti a Shura si sentiva quasi in dovere di chiamarlo in quella maniera. A quelle parole, la donna si permise una leggera smorfia.
-Se dovessi avere problemi con lui… Ti prego di farmelo sapere. Provvederò immediatamente a occuparmi di lui.- Le disse con estrema serietà. La ragazza sorrise beffarda.
-Non si preoccupi, so cavarmela da sola. Riesco a tenergli testa se voglio.- Concluse alzandosi in piedi, mettendosi la katana in spalla. Shura stava per aprir di nuovo bocca, ma Roev fu più svelta di lei –Buona serata, professoressa.- La salutò voltandole le spalle ed entrando nell’albergo. Oltrepassò i suo compagni di classe, ignorandoli alla grande e si diresse verso le cucine, dove vi era la donna che qualche ora prima l’aveva aiutata a curare i malati.
-Signorina Akuma, posso fare qualcosa per lei?- Chiese. Roev entrò nella cucina, appoggiando la busta.
-Ce l’hai un po' di miso? Mi faccio una zuppa prima di andare a dormire…- La donna rovistò in una credenza e le allungò la bustina contenente la polvere di miso, alghe e verdure tagliate fini fini. Mentre aspettava che l’acqua scaldasse, Roev controllò il cellulare, se per caso aveva e-mail non lette o chiamate perse. Sperava quasi che Mephisto la cercasse. Non riusciva a stare totalmente a suo agio, lui era l’unico con cui riusciva a confidarsi quando aveva un problema, e solo la sua presenza la faceva stare tranquilla. Ma una volta arrivato lì non lo avrebbe sopportato, come al solito. Versò l’acqua bollente in una tazzina e vuotò la bustina con il miso all’interno, mescolando con delle bacchette. Sorseggiò in fretta la zuppa calda, masticando le alghe prima di finirla. Una volta fatto, si diresse verso le camere, dove i suoi compagni si stavano sistemando nei futon.
-Akuma sei sempre l’ultima ruota del carro, dove ti eri cacciata?- Chiese Suguro con strafottenza. Roev scostò il divisore in tela e bambù con una certa sfrontatezza, richiudendolo una volta raggiunto l’angolo dove dormivano le ragazze.
-Affari miei.- Rispose con altrettanta insolenza. Si tolse i pantaloni della divisa, sostituendoli con dei pantaloncini poco più alti al ginocchio e si levò cravatta e camicia, indossando una t-shirt colorata. Si tolse anche il reggiseno con maestria, una volta indossata la maglietta. Izumo la guardò storta.
-Dormi senza reggiseno, Akuma?- A quella domanda, l’attenzione di Shima raggiunse il limite della curiosità. Si alzò dal futon e allungò le orecchie per ascoltare la conversazione. Roev estrasse Murasame fulminea e un getto d’acqua ghiacciata investì il ragazzo, che gridò come una ragazzina per il colpo. Roev appoggiò la spada al suo fianco e si infilò sotto le coperte, rannicchiandosi come un gatto.

-Buonanotte.- Brontolò. Suguro spense la luce, e dopo che si fu sistemato anche lui sotto il futon, il silenzio cadde sulla stanza. Ogni tanto si sentivano degli scricchiolii sinistri provenire dalle altre stanze dell’albergo, ma erano un suono sordo, quasi piacevole da ascoltare sotto certi aspetti. Roev si addormentò in fretta, ascoltando il rumore delle assi di legno che cigolavano ad ogni minimo movimento.





Angolino autrice noiosa:
Molto probabilmente vi aspettavate un po' di azione in questo capitolo, ma, dato che sto seguendo il corso del manga
(che è la parte un po' noiosetta della storia quando giungono a Kyoto, meh. Almeno, a me annoiava un pochetto)
quindi perdonatemi se vi ho annoiati con questo capitolo! (E perdonate anche il titolo, che non centra pressoché nulla con quello che c'è scritto, però non sapevo che cosa mettere!) >.<
Il prossimo sarà un po' più corto, e dal quarto si comincerà a ragionare! Promesso!

Roev_Chan

   
 
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