Fanfic su attori > Orlando Bloom
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Autore: Lumik Lovefood    20/02/2014    2 recensioni
Mi chiamo Tibby Lanyon, ho ventisei anni e lavoro in un ufficio di Grafica Pubblicitaria. Sono del Vermont ma vivo a New York, in un appartamento tutto mio, preso dopo molti sacrifici. Amo il tiramisù ma odio gli spinaci. La mia giornata tipica è molto monotona: casa-lavoro-casa. Odio le feste e i glitter su ogni cosa esistente in questo mondo. Non sono bionda, non solo alta e non sono una modella.
Altro? Mmh... Ah, sì!
E mi sono incasinata la vita col mio nuovo vicino di casa, Orlando Bloom.
Volete sapere come?
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Orlando Bloom
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Come As You Are


- Esiste cosa più dolce di un gelato? -




Ci siamo infilati entrambi il pigiama e, con una bella coperta, siamo pronti per passare questo sabato sera sul divano a vedere “Harry Potter e la Pietra Filosofale”. Flynn lo vede per la prima volta, e penso che gli piacerà molto, ama i film o le storie che hanno a che fare con la magia. Un volta, abbiamo visto a Londra uno spettacolo di magia, e ne è rimasto incantato tanto che, tornato a casa, si è messo una tovaglia intorno al collo ed ha iniziato a blaterare degli incantesimi contro una delle sue macchinine. Era buffissimo e bellissimo insieme.
Siamo al momento più magico, secondo me, ovvero quando Harry conosce il suo status di mago. Flynn, è rapito dal film, non fa domande e segue il tutto attentamente, in silenzio religioso.
All'improvviso, suonano alla porta. Vedo l'ora sull'orologio appeso alla parete, sono le nove passate. Chi sarà a quest'ora?
Metto il film in pausa, lasciando perdere il piccolo gemito di lamento provenire dalle labbra di mio figlio, e mi dirigo verso la porta, aprendola lentamente.
Davanti a me, trovo un barattolone di gelato alla crema e cioccolato, tenuto in mano da una ragazza con un pigiama a tuta rosso.

Tibby.” esclamo, facendola entrare e stringendola velocemente in un abbraccio “Non ti aspettavamo.” mormoro confuso e leggermente imbarazzato, ho addosso il mio pigiama blu. Nell'abbracciarla, non ho riscontrato la fermezza e l'impaccio che c'era in quello di ieri, e ne sono molto felice. Anche i suoi occhi, sembrano più caldi e luminosi.
Scusa. Volevo avvertire, ma poi ho pensato di fare una sorpresa...” e agitò lievemente il barattolo che aveva in mano.

Flynn le si attaccò subito alle gambe e gridò, felice “Tibby, sei arrivata! Sei arrivata! C'è Harry Potter ed uno con la coda da maialino!” ed indicò lo schermo del televisore.
Tibby rise “Allora sono arrivata giusto in tempo.” e seguì Flynn verso il divano, lanciandomi uno sguardo complice. Li seguii subito e mi sedetti sul divano insieme a Flynn. Tibby andò in cucina e prese tre cucchiai, per poi raggiungere me e mio figlio e mettersi al suo fianco, si coprì con la coperta ed aprì il barattolo di gelato, mettendolo nelle mani di Flynn e distribuendoci i cucchiai.
E restammo in silenzio per tutta la durata del film.

Flynn, come da copione, si è addormentato. Tibby gli toglie delicatamente tra le dita il barattolo vuoto ed io lo prendo in braccio, cercando di non svegliarlo, e lo porto nella sua stanza, mettendolo a letto e rimboccandogli le coperte dolcemente. Torno in cucina e vedo Tibby intenta a lavare i cucchiai che abbiamo usato per il gelato nel lavello. Oramai è di casa e sa più o meno dove si trovano tutti gli utensili ed altro, no che ce ne siano molti.
Le arrivo alle spalle e lei, sentendo i miei passi, si volta verso di me, con le mani ancora insaponate e mi sorride. Sciacqua velocemente le posate e le ripone nel cassetto, dopo averle asciugate, e mi sorride, guardandomi negli occhi, in silenzio.
“E' stata una piacevole sorpresa, la tua.” le mormoro, guardandola da capo a piedi, seguendo le linee del suo bel corpo.
“Figurati.” disse lei, mordendosi il labbro “Pensavo addirittura di disturbare...”
“Non disturbi mai. A me fa piacere vederti...” -
ma che cavolo...? - “Ed anche a Flynn!” aggiungo in fretta ed con un tono di voce non mio.
Tibby fa un risolino.
Ogni volta che sto con lei, il mio cervello va in tilt, peggio di un jubox degli anni sessanta!
Stiamo un attimo in silenzio e do un'occhiata all'orologio sulla parete. E' mezzanotte passata.
“Visto che non è troppo tardi, che ne diresti di rimanere un altro po' qui? Magari vediamo un altro film, ne ho alcuni belli.”
Lei sta per aprire bocca, sicuramente per dire la sua ormai frase retorica, ma io la interrompo “E non dire che non vorresti disturbare, non lo fai mai.”
Tibby mi lancia un'occhiataccia in tralice, ma poi scoppia in una risata e, dopo averle fatto un elegante gesto con la mano in direzione del divano, si siede ed aspetta che le elenchi i titoli dei vari DVD che ho.
“Allora... C'è “Wanted”, “Ocean's Eleven”, qualcosa sui Beatles, sui Queen... Ah! C'è la serie di “Rocky” e “Rambo”... “Il Padrino”...” sto cacciando dal mobile quanti più film possibili, posandoli a terra in modo disordinato.
Tibby mi affianca subito, e ne prende qualcuno, rigirandoselo tra le mani “Non hai nessun film dei tuoi?” disse, trattenendo a stento una risata.
La guardo interdetta. Cosa si aspettava? Che avessi tutta la trilogia de “Il Signore degli Anelli” e de “I Pirati dei Caraibi”?
“No.” le dico un po' stizzito, prendendole di mano il DVD che aveva “Preferisco non averci a che fare per un po'.”
“Scusami.” dice, con tono lieve “Ti piace “Wanted”?” mi chiede, agitandomelo sotto gli occhi.
Annuisco col capo e metto il DVD nel lettore, mentre lei si siede sul divano e mi tiene aperta la coperta, aspettando che a mia volta mi sieda.

Pazzo è vivere come una nullità quando hai il sangue di un assassino che ti scorre nelle vene. Pazzo è farsi umiliare e farsi calpestare, trascinarsi in una miserabile esistenza quando hai un leone chiuso nel tuo corpo e la chiave per liberarlo.”

“Adoro Morgan Freeman in questa scena.” dico, sovrappensiero.
“Davvero?” mi chiede Tibby, concentrata sul film, senza guardarmi.
“Sì. Diavolo, ha recitato quella frase in modo impeccabile! Quelle parole avranno scosso l'animo di Wesley peggio di un uragano e le dice come se fosse per lui la cosa più naturale del mondo.” continuo a dire, e non mi fermo “Ha un modo di attirare il pubblico che io non potrò mai eguagliare!”
Tibby si volta velocemente verso di me, con uno sguardo sconcertato, ma non parla.
“Quella frase, ha cambiato completamente l'esistenza di Wesley, gli ha aperto un nuovo mondo, una nuova vita!”

Beh...” pare rifletterci sopra “Se come nuova vita, intendi quella di un assassino...”
“No, dico: può una semplice frase, cambiarti la vita, renderla migliore, felice?” esclamo, infervorato da questo pensiero contorto.
Lei mi guarda dolcemente, e mi sorride “Sì...” mormora poi, spostandosi un po' ed avvicinandosi di più a me, che la guardo rapito “A me è capitato.”
“Davvero?” le chiedo, stupito e curioso insieme “E qual'è?”
Tibby diventa improvvisamente rossa in volto e si mordicchia il labbro inferiore. Inizia a fare dei cerchi sopra la coperta col dito, impacciata, ma poi prende un respiro profondo e mi dice “
Affiderei anche la mia vita a te”.
Spalanco gli occhi, completamente shoccato.
E' la mia frase, la ricordo perfettamente.
Rimango a fissarla, rapito dalla sua figura, dai suoi occhi color oliva e dalla sue guance che si stanno imporporando di rosso da cui spuntano quelle piccole lentiggini che tanto mi piacciono.
Nessuna, ripeto
nessuna, persona è riuscita a colpimi il cuore come ha fatto questa ragazza. Tibby alza lo sguardo verso di me, incerta.
“E... Ed a te?” cerca di sviare i miei pensieri, ed appena incontra i miei occhi, abbassa i suoi sulla coperta.
Mi avvicino di più a lei, prendendole il mento col pollice e l'indice, costringendola delicatamente a guardarmi. I suoi occhi sono lucidi.
Prendo fiato “Me l'hanno appena detta.”.
Ed unisco le nostre labbra con un gesto deciso ma nello stesso tempo dolce. La sento irrigidirsi al mio contatto, ed io tolgo la mia mano sul suo mento per non essere troppo oppressivo o irruento.
Dio solo sa quanto ho desiderato questo momento, averla anche solo per un attimo mia, sentire il calore delle sue labbra sulle mie e la sensazione che tutto quello che voglio nel mondo sia a portata di “bocca”.
Mi stacco da lei e la guardo, poggiando la mia fronte sulla sua. Chino un po' il capo e la osservo, stringendo lievemente lo sguardo.
Lei pare riprendere fiato, col viso completamente rosso, e guarda distrattamente le mie labbra.
Poi, all'improvviso, si sporge verso di me, e mi bacia, ancora.



Al diavolo i pensieri, le congetture ed i programmi di una vita.
Al diavolo tutto e tutti.
Questo bacio, per me, è stato il migliore della mia vita.
D'accordo, non avrò baciato molte persone, ma cavolo -
cavolo - lui è la migliore di queste.
Sento il suo calore sulle mie labbra ed il suo sapore nella mia bocca. Mandando a quel paese le mie insicurezze ed il mio pudore, mi sono praticamente gettata tra le sue braccia per poterlo baciare ancora, e non me ne pento per nulla.
Inconsciamente, forse aspettavo questo momento da tanto, lo desideravo.
Le nostre bocche si staccano, finalmente, per far si che i nostri polmoni si riempiono nuovamente d'aria.
Mi metto a ridere quando lo vedo sorridere, forse sollevato che non l'abbia preso a sberle.
Appoggia di nuovo la sua fronte contro la mia, guardandomi negli occhi “Mi sono ripreso la mia rivincita col Sole.”
Faccio un risolino divertito “Ah si? Maledizione, ed io che pensavo che volessi baciarmi sul serio...”
Orlando scoppia a ridere, e unisce nuovamente le nostre labbra in un bacio famelico, che io ricambio totalmente. Non mi sentivo così bene da tantissimo tempo.
Stiamo ancora un po' così, accoccolati l'uno nelle braccia dell'altra, scambiandoci dei baci, mentre il tempo passa troppo velocemente per i miei gusti. Sei proprio un bell'affare, eh, orologio del cavolo.
Sono le due ed è veramente ora di andare. Mi muovo leggermente tra le sue braccia e mi alzo dal divano, aggiustandomi un poco il pigiama con le mani.
Orlando mi guarda dispiaciuto, glielo leggo negli occhi, ma non dice nulla e, alzandosi a sua volta, mi accompagna alla porta.
Io la apro e mi volto verso di lui, sorridendogli appena e mordendomi poi le labbra “Beh, buonanotte.”
Lui mi prende il viso con le mani e mi bacia, dolcemente, per poi staccarsi e sorridermi “Domani vogliamo andare da Dafne, io, te e Flynn? Voglio conoscerla.”
Io gli sorrido e annuisco col capo.
“Alle undici.” sussurra alle mie labbra, per poi baciarle nuovamente.
Mi stacco da lui, a malincuore, e vado verso la porta di casa mia, aprendola, ma prima di entrare mi volto verso Orlando e gli sorrido.
“Buonanotte.” mi sussurra, prima che io mi chiuda la porta alle spalle.
Cielo, ho il cuore a mille!
Nonostante ho una mano stretta sul petto ed Orlando è lontano da me, non riesco a farlo smettere di battere così prepotentemente, un altro po' mi arriva alla gola.
Ci siamo baciati! Ci siamo baciati!
Mi sento felicissima! Non so nemmeno descrivere tutte le emozioni che provo in questo momento, sono troppe tutte insieme.
Non avrei mai pensato che sarebbe successo, ma non perché non lo volevo, anzi! Ho pensato spesso a lui, ho mollato Ithan in uno dei ristoranti più chic che abbia mai visto, per andare da lui, che aveva addosso un pigiama blu e guardava Harry Potter con Flynn.
Ok, sono cotta e stra-cotta di Orlando Bloom, ma non l'attore, il mio vicino di casa.
Sono nel mio letto e non riesco a dormire, mi giro e rigiro come un petto di pollo nella impanatura, domattina sarò esausta ancor prima di alzarmi dal letto ed avrò un aspetto orribile.
Ma come faccio a dormire?
Non vedo l'ora che arriva domani.
Mi volto verso il comodino e controllo l'ora. Sono le cinque del mattino appena passate. Quando arrivano le undici?


E' inutile dire che ho dormito a mala pena tre ore, ero troppo agitata. Sto cercando di coprire le occhiaie con del correttore, e credo di esserci riuscita, o almeno non sono così scure come lo erano quando mi sono alzata. Ho avuto tutto il tempo per fare una buona colazione, di rilassarmi in un bel bagno caldo e di scegliere i vestiti. In realtà, non l'ho mai fatto per nessuno, la prima cosa che prendevo dall'armadio, me la infilavo ed uscivo, senza nemmeno guardarmi allo specchio. Spero solo che Orlando non si accorga di nulla.
Stranamente, nulla è andato storto, anche il Sole ha deciso di venirmi incontro, spuntando caldo e luminoso dalle nubi grigie, che si stanno allontanando e si dirigono verso nord.
Misa che se le beccherà tutte Reese nel Vermont.
Mi liscio con una mano i jeans che ho addosso e metto il mio chiodo di pelle sopra la felpa verde scuro che ho, aggiustando alla meglio i capelli, che ho lavato ed asciugato al naturale, infatti alcune ciocche terminano con dei piccoli boccoli castani che non sono niente male oggi. Mi guardo allo specchio che ho all'ingresso e, per la prima volta in tutta la mia vita, mi piaccio. Mi volto leggermente per vedere anche il retro di me, e lancio uno sguardo complice allo specchio, come se questo potesse rispondermi e dirmi
“Sei fantastica, Tibby!”.
Suonano alla porta e lancio un'occhiata all'orologio che ho appeso alla sala. E' puntualissimo. Afferro la mia borsa, gettata per oscure ragioni sul divano, mi metto gli occhiali da sole in testa ed apro la porta.
Davanti ai miei occhi si staglia la figura bellissima e sorridente di Orlando, vestito così simile a me, anche se lui sarà sicuramente molto più affascinante. Ricambio il sorriso e lui mi bacia velocemente le labbra, per poi girarsi verso Flynn, che era distratto dal pallone che aveva in mano.
Sorrido al bambino e mi piego sulle ginocchia per raggiungere la sua altezza “Buongiorno Flynn!”

Tibby!” mi scocca un bacino sulla guancia e tira per una mano il padre, gridando “Andiamo! Andiamo! Dafne mi aspetta!”
Orlando ride “Beh, non è educato far attendere le signore.” mi rivolge uno sguardo complice, ed inizia ad incamminarsi verso le scale, trascinato dal figlio. Chiudo la porta di casa e gli raggiungo immediatamente.
“Andiamo con la macchina.” mi dice Orlando, prendendo in braccio Flynn.
Io annuisco e mi calo gli occhiali da sole sugli occhi, cosa che fa anche lui, per poi cacciarne un paio dalla tasca del suo chiodo e mettergli sugli occhi di Flynn.
“Man in Black.” esclamo, ridendo.
Orlando mette nel sediolino Flynn e, dopo averlo assicurato per bene con le cinte, entra a sua volta nella vettura, seguito subito da me.

Mi indichi la strada, GPS.” scherza lui, accarezzandomi la gamba dolcemente.
“Spiritoso, ma credo che, se non metti in moto, non andremo proprio da nessuna parte.”


Arrivati al Tompkins, Orlando rimane completamente stupito dal meraviglioso verde che c'è qui. I raggi del Sole che penetrano dai rami degli alberi, rendono il suolo costellato di piccoli specchietti di luce, che Flynn cerca di calpestare, saltellandoci sopra. Orlando lo guarda, sorridendo, e poi mi mette un braccio intorno alle spalle, mentre con l'altro si rigira il pallone che il figlio gli ha mollato.
E' stupendo qui.” mi sussurra ad un orecchio.
“Io ci vengo quando ho bisogno di idee per il lavoro.” ammetto, grattandomi un po' la testa, imbarazzata “E' stimolante.”

Hai ragione.” mi disse invece, stupendomi, e stringendomi ancor di più e baciandomi sul naso, mentre il Flynn era distratto.
“Papà!” grida il bambino, proprio nel momento in cui si stacca da me “Dafne!” ed indica l'albero di lauro.
Orlando rimane a bocca aperta. Si allontana da me, ma non mi dispiace, perché l'espressione di stupore che ha sul viso è mille volte meglio del suo calore, anche se non lo disprezzo, eh!
Si avvicina all'albero e gli posa delicatamente una mano sulla corteggia, con affianco Flynn che fa la stessa ed identica cosa. E' un momento bellissimo, i raggi solari bordano i loro contorni facendoli sembrare d'oro.
Traffico nella borsa e prendo velocemente la mia macchina fotografica, scattandogli foto a ripetizione, non posso perdere questo momento.

Orlando, sentendo il rumore della macchinetta, si volta verso di me, confuso, ed abbassa velocemente la mano, cosa che invece Flynn non fa, abituato ad essere un mio soggetto fotografico.
“Cosa fai?” mi chiede, curioso, avvicinandosi a me.
“Immortalo il momento.” gli dico, scattandogli a tradimento una foto al viso. Lui chiude leggermente gli occhi, anche se non c'è nessun flash, ed agguanta velocemente la mia macchina, per poi voltarla verso di me e scattarmi una foto, probabilmente con gli occhi sbarrati dallo stupore.
“Ma che fai?”. Un lamento mi era uscito.

Foto.” e me ne scatta un'altra “Vai vicino all'albero.”
Sono io la fotografa!” dico, autoritaria e con contegno “Io fotografo.”
“Cambio di programma.” esclama entusiasta. Anche Flynn lo è, perché si precipita verso dei me, lasciando perdere per un po' Dafne, e mi prende una mano, trascinandomi verso l'albero. Orlando, ovviamente, immortala il momento.
Gli lancio un'occhiataccia ma lui la prende sul ridere “Cerca di essere naturale.” mi suggerisce, portandosi l'obbiettivo sull'occhio.
“Naturale?” ripeto, stralunata “Quello abituato alle foto, qui in mezzo, sei tu.”

Naturale.” mi ripete.
Sbuffo, contrariata, mentre Flynn sembra davvero felice di potersi fare una foto con me. Lo guardo, sorridendo felice, per poi prenderlo in braccio per potergli far accarezzare le foglie. Lui ne è entusiasta e si sporge sempre più per poterle toccare tutte. Sento l'incessante rumore della macchinetta che scatta, e sorrido.

Quel deficiente...
Hai finito di fare il paparazzo?” gli chiedo, posando a terra Flynn, che prende il pallone in mano e lo butta a terra, rincorrendolo poi.
Lui mi afferra per un braccio e mi avvicina a se, scoccando poi un bacio sulla guancia e scattando una foto per immortalare il momento “No.” esclama poi, sorridendomi con il suo solito modo che mi fa sciogliere.


La giornata passa tranquilla. Orlando si è messo addirittura a giocare a pallone col figlio, cosa che io ho evitato come la peste, per non mostrare le mie doti di schifo. Dopo un po', si siede sfinito sulla panchina di pietra, affianco a me. Io sono rimasta tutto il tempo a scattare foto ed a vederli giocare a palla, facendomi anche delle risate nel sentire Flynn che sgridava il padre quando sbagliava qualcosa.
“Domani Flynn va con la madre.” mi sussurra.
“D-davvero?”. Mi aveva raccontato che tenevano a turno Flynn per due settimane, poi se lo scambiavano. Orlando mi aveva spiegato che odiava tantissimo questo metodo, sembrava che Flynn fosse un oggetto, ma era l'unico modo per averlo un po' affianco.

Già. Domani mattina lo porto all'asilo e poi Miranda lo andrà a prendere.”
Abbasso la testa, un po' triste. Mi piace la compagnia di Flynn, anche se è solo un bambini mi ha fatto ridere più lui di tutti i ragazzi che ho frequentato, ovvero due. E poi, è grazie a lui che io e Orlando ci siamo avvicinati.
“Mi dispiacerà non andarlo più a riprendere...” mormoro, triste.
Lui mi mette un braccio intorno al collo e mi bacia lievemente il naso “Fidati, queste due settimane passeranno in un baleno.” e mi guarda furbo.

Che diavolo ha in mente?
Guarda l'ora sul suo cellulare e, entusiasta, annuncia che ha una fame da lupi, seguito a ruota da Flynn, che corre verso di noi col pallone in mano. Orlando lo afferra al volo e lo lancia lievemente in aria, per poi far atterrare le guance del piccolo proprio sulle sue labbra. E' una scena dolcissima.
Mi avvicino a loro, sorridendogli felice e mi becco anche un bacio da Flynn. Lo prendo dalle braccia del padre e lo stringo tra le mie. Lui ride felice mentre Orlando mi mette un braccio sulle spalle e mi conduce verso la sua macchina.


E' sera, e siamo appena tornati a casa.
Tibby sta mettendo a letto Flynn che, puntualmente, si è addormentato nel viaggio di ritorno.
E' stata una bellissima domenica, per i miei gusti: io non lavoravo, Tibby anche era libera e Flynn non ha fatto alcun capriccio. E' stata una giornata all'insegna del benessere e delle risate, peccato che dovremmo aspettare un po' per poterla ripete.
Mi affaccio alla stanza di Flynn e lo vedo steso sul letto, appoggiato al braccio di Tibby, intenta a leggergli una favola.

Zorba rimase a contemplarla finché non seppe se erano gocce di pioggia oppure lacrime ad annebbiare i suoi occhi gialli di gatto nero grande e grosso, di gatto buono, di gatto nobile, di gatto del porto.”

Conosco questa storia, il volumetto del romanzo mi è capitato tra le mani mentre girovagavo per una libreria. Anche se ero un po' troppo cresciuto, allora mi piacque molto “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare” di Sepúlveda, sono contento che Tibby glie l'abbia letta.
La vedo sciogliersi delicatamente dal corpo di Flynn, e rimboccargli amorevolmente le coperte, per poi girarsi verso di me e sorridermi.
“Che c'è?” mi chiede, mentre si chiude la porta della cameretta alle spalle.

Sei fantastica. Dico sul serio.”
Lei fa un risolino e sta per dirmi qualcosa, ma veniamo interrotti dalla suoneria del suo cellulare.
“Scusami.” mormora, mordendosi il labbro ed afferrando l'apparecchio “Pronto?”
“Tibbit?” Chi è dall'altro capo non lo so, ma urla come un matto.
“Reese! Che è successo?”
“Come va, sorellina? Quando ci vieni a trovare?” E' il fratello!
“Quando avrò delle sacrosante ferie.” esclama triste Tibby, rivolgendomi uno sguardo fugace “Viv come sta?”

Sta' benone. Te la passo.”. La vedo che tamburella con un dito il retro del cellulare, mentre fa dei passi verso il salotto, seguita da me.
Zia?” è un voce piccola e sottile, ma quella parolina lo capita subito.
“Ehi Viv! Come stai cucciola?” e si butta a sedere sul divano, con un sorriso che le va da lato a lato sul viso. Mi siedo affianco a lei, che ha un sorriso anche per me.
“Sto bene, ma mi manchi.” mormora triste la bambina. Poverina, le mancherà molto la zia.

Dai che ci vediamo presto. Come va l'asilo?” le chiede Tibby, mentre mi stringe la mano che ho appoggiato sulla sua gamba.
Bene. Ho fatto un disegno del papà, ma siccome il pastello giallo era finito, ho usato quello verde.”

Scoppia a ridere ed io la seguo a ruota. Sul sottofondo della chiamata, sento il fratello che prende il cellulare dalla mano della figlia e sbraita
“Sono sempre più figo di te, Tibbit!”
Scoppiamo a ridere come non mai, Tibby addirittura si mette una mano davanti alla bocca per quanto si sta divertendo.
“Chi c'è con te?” chiede improvvisamente il fratello, sentendo le mie risa.
Mi schiaffo immediatamente una mano in bocca, imbarazzato, ma Tibby scuote la testa, serena “Un amico.” dice poi.

Ma non mi dire!” grida come un forsennato “E chi è? Ithan?”
Lancio un'occhiataccia a Tibby. Cos'è questa storia che suo fratello conosce il nome di
quello?
“Idiota!” taglia corto lei “Ci sentiamo domani!” e gli riattacca senza dargli il tempo di ribattere, per poi rivolgermi un sorriso.
Io la guardo, contrariata “Perché tuo fratello conosce quell'Ithan?”
Tibby mi guarda e sbotta in una risata vuota “Stai scherzando, spero...” ma, vedendo i miei occhi, parla senza troppi preamboli “Un paio di volte, Reese ha passato delle settimane e qui, e mi veniva a prendere a lavoro. E' lì che ha conosciuto Ithan, ma nulla più, nulla meno.”
La cingo in un abbraccio e le prendo un bacio. Lei sorride tra le mie labbra ed approfondisce il nostro contatto, che io ricambio appieno, ma è tardi e domani si lavora. Va verso la porta, dopo che ci siamo faticosamente staccati l'uno dall'altra e mi scocca un altro bacio, questa volta della buonanotte.
Prima che possa chiudersi la porta di casa alle spalle, le chiedo “Ma dove lavori tu?”
“Alla Hooper Publisher e Co.” mi risponde, senza pensarci troppo ed io richiudo la porta, lanciandole un sorrisino.


Lasciare Flynn all'asilo, per me è stato un trauma, e penso anche per lui. Questa notte, cercando di non svegliarlo, dalla sua stanza lo portato nella mia, così abbiamo dormito insieme. Lo so, è stupido, però lo rivedrò tra due settimane ed, abituato ad averlo sempre vicino, mi sembrano eterne.
Arrivati all'asilo, entriamo e gli tolgo il cappotto e gli aggancio agli appendi abiti. Lui mi guarda triste, perché sa che non ci vedremo per un po', e si slancia per darmi un abbraccio.
“Oggi non posso stare con te?” mi chiede, con una dolcezza ed un'innocenza tali, che mi sta venendo voglia di mollare asilo e lavoro e portarmelo al Tompkins da Dafne.
“Magari, cucciolo.” gli dico, accarezzandogli la testolina e baciandogliela. In quel momento arriva la maestra, la stessa signora che ci ha accolto la prima volta che siamo passati da quella porta, la quale ho scoperto finalmente come si chiama.

Buongiorno.” esclama Mr.s. Stern, sorridendoci “Come mai i capricci questa mattina, Flynn?” aggiunge dolcemente a mio figlio.
“Mi scusi. Vede, oggi verrà a riprenderlo la madre, la mia ex moglie... E non lo rivedrò per due settimane.”
La signora capisce immediatamente la situazione, visto che avrà visto più bambini di me, e sorride gentile, carezzando un poco la testa di Flynn “La signora come si chiama?” mi chiede, evitando di staccarmi dall'abbraccio mio figlio. Lui non piange, abituato oramai a vedere i genitori a turni, però so che gli fa male, specialmente quando sono così piccoli.
“Miranda Kerr.” le dico, velocemente “Alta, bionda, occhi azzurri.” snocciolo, facendogli una breve descrizione, che non gli rende per nulla giustizia, dato che è molto più bella.
Sciolgo l'abbraccio da Flynn e lo fisso dritto negli occhi “Ascolta, noi ci rivedremo tra due settimane. Fa' il bravo con la mamma e, mi raccomando, non nominargli Tibby, ok?” - lui annuisce freneticamente col capo - “Ci sentiamo per telefono, sta' tranquillo.”.

Lo stringo di nuovo forte forte e lo lascio andare, una volta per tutte. Mr.s. Stern gli offre una mano, che lui afferra, non togliendomi gli occhi tristi di dosso. Mi fa malissimo vederlo così, è come una pugnalata, ma non posso fare altrimenti: meglio due sole settimane, che vederlo raramente, o non affatto.
L'unico rammarico che ho della pratica del divorzio, è il fatto che quello che ci capita in mezzo e che ne soffrirà di più, è Flynn. Cammino all'indietro, per guardare fino alla fine il mio bambino che attraversa il corridoio e sparisce dietro la porta.
Meglio andare, altrimenti mi metto a piangere, e dubito che mi fermerei facilmente.



Finalmente, esco da lavoro. Sono le due spaccate e non devo nemmeno fare gli straordinari perché tutto il lavoro che ho svolto fino alle due di notte è bastato per mandare in stampa il progetto. Sto scendendo in fretta e furia le scale dell'ingresso, controllando costantemente l'orologio del cellulare, dato che alle quattro devo andare a prendere Flynn...
Mi blocco di stacco.
Io non devo andare a prendere Flynn.
Sbuffo sconsolata e decido di prendermela comoda. Percorro la strada mancante con calma, talmente tanta che mi ha raggiunto Ithan, sorridendomi come al solito. Per fortuna non se l'è presa molto per la storia di averlo abbandonato come un'idiota al ristorante.
“Non avevi fretta?” mi chiede.
“Lo credevo, ma mi sono ricordata che non era necessario.” ammetto, imbarazzata, grattandomi la testa, mentre usciamo dall'edificio e veniamo investiti dalla luce solare.
“Davvero? Allo che ne dici di...” inizia a dire, ma non lo ascolto per nulla, dato che sono completamente imbambolata dalla vettura nera che è parcheggiata proprio davanti l'ingresso della Hooper Publisher e Co., a cui vi è appoggiato un uomo vestito di nero e con gli occhiali da sole calati sugli occhi.
Lo guardo, stupita e mi allontano dal mio collega, mormorandogli “Ci vediamo domani.” e mi avvicino all'uomo, che ha iniziato a sorridere soddisfatto.
“Tu sei pazzo!” dico, con gli occhi sgranati per lo stupore.
“Sorpresa!” esclama, allargando le braccia, Orlando Bloom.






Ehm ehm... Salve miei prodi! Lo so, questa settimana ci ho messo molto di più ad aggiornare, ma non è colpa mia... Almeno, non in parte. ^-^'
Che ne dite di questo capitolo?? Siiiii! Spero che almeno un po' vi si sia scaldato un po' e vi abbia fatto scucire un sorriso, sia dolce che amaro.
Spero di aver reso bene i sentimenti di entrambi, non sapete che fatica cercare di immedesimarmi in entrambi... Ma questo è il risultato che fa meno schifo! :D

CHe ne pensate del banner?
Non sono un'esperta di computer, mi sto dilettando un pochino ed ho deciso di farlo semplice semplice, come me. Lo so cosa state pensando, ma Scarl_Bloom 94 è arrivata prima di tutti (Muahahahah!): Orlando è leggermente (tanto) giovane nel banner, rispetto a quello narrato nella storia ma, come ho detto a lei, a questa foto piace da impazzire e rispettava molto i miei limiti (e mancanze) che ho verso il computer. Spero che non me nee vogliate. :)


Ripeto: io non conosco Orlando Bloom e suo figlio Flynn, i caratteri e/o i modi di dire e di agire, sono tutti di mia invenzione e spero di non offenderli in alcun modo!

Come sempre, ringrazio chi ha letto lo scorso capitolo, in particolare Alexnicole, Scarl_Bloom 94 e Lauretta_03 che lo hanno anche recensito! Spero che vi piaccia anche questo come lo scorso! :)
Vorrei inoltre ringraziare Asiietta, che ha inserito la storia tra le preferite e SickOfLoveSong e bellemorte86, che invece l'hanno inserita nelle seguite!
Attendo i pareri di tutti! :)

Credo di aver detto tutto!
A presto, miei cari! :)
Un bacione, vostra Lu


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