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Autore: phoenix_esmeralda    20/02/2014    15 recensioni
"Ciò che il Granduca Roman Fedar chiedeva ai baroni e ai conti delle sue nuove terre acquisite era la più completa sottomissione, che si riconduceva all’offerta delle proprie primogenite per il suo già gremito harem. Chiunque negasse il proprio personale contributo, veniva oppresso e schiacciato fino a ridursi a veder morire di fame la propria gente. Così, uno alla volta, tutti i signori si erano ritrovati a cedere e ad offrire le proprie figlie in sacrificio per il bene delle proprie terre; erano rimasti in pochi ancora a resistere e mio padre era stato, fino a pochi giorni fa, tra quelli. Ma la situazione si era fatta insostenibile e, dopo lunghe riunioni familiari, era stato decretato il mio sacrificio.” Quarta classificata allo "Spoon River Contest" di ZKaoru69. Premio Speciale Romance Terza classificata al contest "Love is..." di milla4 Premio Speciale Miglior Personaggio Femminile
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale/vago
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17

 

 

Tristan si ritrovò in quella cella buia, ancora, dopo l’ennesimo supplizio che il Granduca si era divertito a infliggergli. Godeva, Roman Fedar, di quelle sofferenze che era autorizzato a comminargli; credeva di schiacciarlo sempre più a fondo, di precipitarlo sempre più in basso. Non sapeva, quell’uomo, che la luce non lasciava un istante l’animo di Tristan. Ora il mondo si era raddrizzato, era tornato al posto giusto. C’era stato un momento, un momento durato otto anni in cui, dopo tanta agonia,  ciò che agli altri era sembrata la verità, in lui si era trasformata in falsità; ciò che era stata giustizia per tutti, per lui era diventata ingiustizia.

Aveva vissuto al contrario, sottosopra, alla rovescio.

E ora, all’improvviso, il cielo e la terra erano tornati al posto giusto.

Nessuno avrebbe più toccato Helaida né avrebbe violato la sua anima. E nessuno avrebbe più toccato lui: la sua dignità era salva, il suo cuore colmo. Portò il polso al viso, baciando il nastro che portava ancora al braccio.

- Sii felice, Helaida.

 

 

Il calesse mi scaricò davanti al portone del palazzo e ripartì all’istante, senza darmi neppure il tempo di un saluto.

Casa.

Ero davvero tornata a casa.

Le grida delle mie sorelle, la voce di mamma, la gentilezza di papà, la routine della nostra casa, i fiori del giardino, i gatti sulle scale, la bellezza delle nostre terre... Tutto, mi era stato restituito tutto.

Lasciai scorrere le lacrime, decidendo che quella sarebbe stata l’ultima – l’ultimissima – volta in cui mi sarei lasciata andare al pianto.

Poi sorriderò, Tristan. Sorriderò pensando a te.

A te, che hai consacrato la tua vita ad un gesto d’amore e ora brillerai per sempre nella mia anima.

Pensai al nastro che portavo nei capelli, alla scritta che ci avevo trovato all’interno. Doveva aver previsto, Tristan, che avrei pestato i piedi per raggiungerlo in carcere, che avrei trovato il modo di salutarlo prima di partire. Perché quella scritta era già lì, quando ero entrata nella sua cella, era già lì che mi aspettava.

Hai imparato davvero a conoscermi così bene?

Aveva deriso, in principio, gli insegnamenti dei miei genitori, ma ora essi ci avevano salvati entrambi: avevano salvato me, che avevo seminato bene e del bene avevo raccolto, infine.

Ma avevano salvato anche lui, anche Tristan. Riportandolo a dare un senso alla sua vita, a guardare di nuovo in faccia se stesso con rispetto.

Era così, perché se così non fosse stato, non mi avrebbe lasciata sorridendo.

Non mi avrebbe lasciato scritto sul nastro quell’unica, confortante parola.

“Grazie”.



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Allora... da dove comincio?
Ringraziando le tantissime persone che hanno messo questa storia nelle Seguite, Ricordate e Preferite?
Sicuramente, un enorme grazie se lo meritano!
O incensando tutti coloro che hanno impiegato parte del loro tempo a lasciare una recensione?
Anche voi avete tutta la mia gratitudine!
E poi... 2 parole a chi è rimasto deluso dalla reazione di Helaida, perché si sarebbe aspettato un suo disperato tentativo di salvare Tristan.
Helaida non è una combattente. Helaida crede nell'amore ad ogni costo, nel sacrificio, nel rispetto e nella dignità. Il gesto di Tristan le spezza il cuore, ma capisce che
è ciò che lo salverà dalla disperazione e  lo accetta. Non è che sia felice, intendiamoci, ma ne capisce il senso e sa, in coscienza, che ciò che è accaduto ha un significato profondo per lei e per Tristan.

Tolto questo, prima che mi uccidiate per questo finale...
... vi confesso...
...
...
...
che Tristan non è morto.
Ebbene sì... in realtà il Granduca non lo ucciderà e lui ed Helaida, un paio di anni dopo, avranno modo di ricontrarsi.
Non ho scritto il seguito, ma ho in mente qualcosina. Non so se raggiungerà mai la carta, però volevo rassicurarvi del fatto che questo finale è meno tragico di
quanto appaia. :)
E ora, rinnovandomi i miei infiniti ringraziamenti, mi smaterializzo nella notte!!
Addiooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo.................

phoenix_esmeralda

 

 

 

  
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