Dopo che sasuke si è vestito, anche se avrei preferito rimanesse in mutande, siamo finalmente usciti di casa ma mentre io mi dirigevo verso il campo di addestramento lui si dirigeva tranquillamente nella direzione opposta.

Hin: ehi dove vai?-avevo urlato. Io avevo urlato!! non era mai successo prima

 Sas: sono le 5 del mattino, voglio quello che ogni uomo vuole a quest’ora- disse con tono malizioso

Inutile dire che sono arrossita fina alla punta dei capelli

Sas: non fare quella faccia pensavo alla colazione, se non ti conoscessi crederei che tu abbia pensato a tutt’altro-disse ridendo

Che bastardo e sottolineo bastardo, “se non ti conoscessi?” Lui infatti non mi conosce non mi ha neanche mai rivolto la parola, anzi si solo per dirmi di stare zitta e ora se ne sta li a ridere di me. CHE NERVI!!

Siamo arrivati al caffetteria senza rivolgerci parola,io con lo sguardo basso ad insultarlo mentalmente e lui che camminava dritto davanti a me, arrivati davanti al bancone mi travolse un fantastico odore di quella che io consideravo il mio ossigeno, il caffè, devo ammetterlo sasuke sarà anche un idiota ma il suo cervello a pensato qualcosa di sensato una buona volta

Il bar era vuoto così come le strade a quest’ora del mattino e al bancone c’era una cameriera molto carina e dall’aria gentile e dolce questo è stato il mio primo pensiero

Sas: possiamo ordinare o si fa notte

Cameriera: che razza di maleduc...-le parole gli morirono in bocca nel preciso istante in cui alzò gli occhi su sasuke

Sas: ha intenzione di prendere le nostre ordinazioni ho ha intenzione di fissarmi a bocca aperta un altro quarto d’ora-no non ci credo che bastardo come minimo lei lo dovrebbe prendere a calci, invece il suo sorriso si tramuta in uno sguardo malizioso e si sbottona i primi due bottoni della camicetta bianca tanto da vedersi il reggiseno e una buona porzione della sua seconda scarsa... avevo detto dolce???

Camer: scusa se ti sto fissando ma sei davvero sexy, cosa posso portarti- disse con una vocina che lei credo ritenesse sexy ma che per quanto era stridula mi spacco quasi un timpano

Sas: puoi portarci un caffè nero e uno macchiato con panna-disse con tono distaccato sottolineando particolarmente il portarci tanto che la cameriera mi fisso in modo alquanto arrabbiato, aspetta un secondo come fa a sapere come prendo il caffè

Da quando ci siamo seduti a quando siamo andati via lui non ha fatto altro che fissarmi come se si aspettasse qualcosa da me, mettendomi in soggezione, da lì in poi non fece altro che allenarsi senza mai rivolgermi la parola e io rimasi a guardarlo come ipnotizza dall’ agilità,dall’ eleganza e dalla brutalità dei suoi attacchi talmente precisi e potenti da spazzare via tutto ciò che gli si presentava davanti e io stavo lì immobile seduta sotto quell’albero a fissarlo e a domandarmi perché proprio io sia stata scelta per sorvegliare qualcuno che mi avrebbe uccisa in due secondi ancora prima che io potessi emettere un solo fiato improvvisamente si fermo e mi guardò con uno sguardo di tale intensità dandomi la sensazione che i suoi occhi neri come la pece mi potessero leggere l’anima e vedere l’oscurità che ci si annida, come se con quell’unico sguardo potesse scoprire ogni mio segreto facendo crescere dentro di me un fastidioso senso di inadeguatezza a tali livelli che neanche mio padre riusciva a farmi provare, non lo avevo provato neanche quando naruto aveva fatto finta di niente dopo la mia dichiarazione e questo mi fece arrabbiare

Sas:hinata stai bene?-ero talmente assorta nei miei pensieri da non accorgermi che lui mi stava chiamando non solo mi stava chiamando anche per nome ma in questo momento la cosa mi scivolava addosso, aveva sul viso un espressione strana e io stavo li a guardarlo nei suoi occhi che mi incatenavano mentre lui si muoveva con circospezione davanti a me come se  fossi un animale selvatico che stava per attaccare

Sas:hinata stai bene?-mi chiese ancora, questa volta avvicinandosi allungando una mano per toccarmi ma io con uno scatto improvviso mi alzai ancora prima che la sua mano raggiungesse la mia faccia e mi girai per riprendere il mio usuale autocontrollo che avevo inavvertitamente perso per una ragione che magari era solo frutto della mia immaginazione, non riuscivo a spiegarmelo ma c’è una cosa che sapevo questo sarebbe stato l’ultimo giorno che avrei voluto passare con lui. Feci per andarmene ma la sua mano mi  bloccò mi strascino verso di lui e mi abbracciò forte, avvertivo il suo calore e sentivo il suo profumo che mi inebriava e mi calmava

Sas:non preoccuparti io conosco il tuo segreto ma non lo dirò a nessuno-disse e io mi staccai da lui

Hin:segreto? Quale segreto?-lui mi guardai incredulo

Sas:accidenti! Due  sono le cose o sei una bravissima a recitare o davvero non sai chi sei in realtà