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Autore: Nembayo    22/02/2014    4 recensioni
Alicante.
Valentine Morgenstern è soltanto un ragazzo con molte idee, che intrattiene dialoghi con ragazzini esagitati, che fa battere il cuore alla maggior parte delle altre cacciatrici, che appare misterioso agli occhi della maggior parte dei suoi coetanei (tra questi, Robert Lightwood).
Robert cerca di tenersi il più possibile alla larga da quel Morgenstern con gli occhi neri, ma quando, ogni giorno fuori dall'Accademia, e dentro, e a casa di chi o chi altro, Valentine inizia a parlare di conquistare il mondo, di purificare gli Shadowhunters, di combattere contro Nascosti e demoni e diventare famosi, Robert inizia a prestare orecchio alle sue ciance.
E tra un sorriso a Maryse, un grugnito alle battute squallide di Michael, un interrogatorio mancato da parte dell'Inquisitrice, Robert entrerà a far parte del, come chiamato da Valentine, Circolo di Raziel.
|storia della creazione del Circolo|
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Il Circolo, Robert Lightwood, Stephen Herondale, Valentine Morgenstern
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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||SHADOWHUNTERS: THE CIRCLE OF RAZIEL||




 

Di obblighi, folli e prezzi delle gonne.

 

**Angolo di One**
Ehi, allora volevo dire che non sono affatto soddisfatta dei primi due capitoli, perché ho riletto Città di Ossa, e mi sono accorta che tutto quello che ho scritto sui personaggi è più o meno sbagliato, quindi cercherò di rimediare, seppur non cambiando la storia.. Insomma.. Valentine non lo conoscono da subito e dovrebbe prendere uno per uno tutti sotto la sua ala.. cercherò di rimediare. Michael è solitario e sta solo con i Lightwood, tanto che quando Valentine ha finto di essere lui nessuno se n'è accorto.. beh, qua non so che farci. Maryse non si fida di nessuno, Jocelyn è distaccata dal gruppo.. Almeno la cosa di Hodge che vorrebbe entrare a far parte dei Fratelli Silenti l'ho azzeccata, un punto per me! Ho anche scoperto che Robert ha paura dei marchi.. dovrò trovare una soluzione. In CoB non si parla di Stephen, Amatis, Celine.. quindi per ora li farò normalmente. Altre cose: ho scoperto che Valentine gli occhi li ha grigi chiari (o neri? Perché Cassandra è così vaga sui colori?), che gli occhi di Hodge sono azzurri e non grigi, che i capelli di Imogen sono biondi (chissà perché me li ricordavo grigi, e quindi da giovane glieli ho fatti castani, ehm..). Quindi, cercherò di sistemare il tutto rendendolo il più possibile fedele ai libri della Clare, e soprattutto al capitolo “Il racconto del licantropo” di CoB, riprenderò i motti che Luke dice appartenevano al Circolo, e blablabla.. Ah, devo pure aggiungere Pangborn e Blackwell..
Grazie dell'attenzione,
One



-Roba da pazzi!- quasi gridò Jocelyn, avvicinandosi a Lucian. Lucian era il suo migliore amico da sempre, e Jocelyn passava la metà del suo tempo a sfogarsi con lui. Dopo la sbornia della sera prima insieme al gruppetto della festa di Stephen, capeggiato da quello sbruffone di un Morgenstern, Jocelyn era rimasta tutta la mattina a letto, nella sua casa di campagna. Lucian l'aveva accompagnata fino all'uscio, e il giorno dopo si era ripresentato, sotto il disappunto di sua madre Adele.
Sua madre, per inciso, detestava tutti gli amici di Jocelyn, non che ne avesse molti. Eccetto Lucian e sua sorella Amatis, Jocelyn se ne stava per lo più da sola, a dipingere il paesaggio intorno alla loro casa, seduta sulla panchina sul retro. Niente di più eccitante. Perciò si era molto stupita quando, il giorno prima, Maryse (la stessa bambina che, a dieci anni, se ne stava isolata dal mondo peggio di lei perché non si fidava di niente e di nessuno, dopo che suo fratello Max l'aveva abbandonata per sposare una mondana), l'aveva invitata assieme ad Amatis a casa sua. E ancora più si era sorpresa dell'invito di Stephen alla festa indetta da sua madre. E si era stupita di se stessa quando aveva accettato di sgaiattolare per strada e di entrare in quel pub per ubriacarsi.

-Che cosa?- chiese Lucian, passandosi titubante una mano tra i capelli ricci castani, sedendosi sulla sedia della scrivania di Jocelyn.

-Mia madre ha detto che devo iniziare a seguire tutte le lezioni all'Accademia. Ho sedici anni, Luke! Dovrei andare là fuori a combattere demoni! Gli allenamenti, a questo punto, non sono obbligatori. E poi tutti i miei vecchi compagni sono stati trasferiti in Istituti a giro per il mondo.- sbuffò contrita, arricciandosi una ciocca di capelli color fuoco attorno al dito. -Perché io devo rimanere qua?- la frustrazione nella sua voce era palpabile, e Lucian deglutì a disagio.

-Jocy, sta' calma. Se ti fa piacere riprenderò regolarmente pure io. Ho sentito che pure Hodge e Robert seguono le lezioni, quindi..-

-Questo non migliora niente. Anche perché Robert e Hodge sono più grandi.- replicò lei, gli occhi verdi fiammeggianti di collera e risentimento.

-Di un anno, Jocy!- rispose Lucian, poggiando i gomiti sul tavolo di legno e afferrando uno schizzo. Lo osservò. -È mia sorella?- chiese, con un mezzo sorriso.

Jocelyn osservò quello schizzo a carbone, il volto di una ragazza coi boccoli scuri e gli occhi penetranti, le forme dolci del viso, magra e alta. Arrossì sotto il suo mare di lentiggini arancioni.

-Sì, mi annoiavo.- ammise.

 

Adele Nightshade, seppur riluttante, aveva accettato di far rimanere Lucian per cena e per dormire, dato che la mattina dopo sia lui sia sua figlia sarebbero dovuti tornare ad Alicante per seguire le lezioni. Jocelyn l'aveva ringraziata, ma sapeva che sua madre lo faceva solo per farla essere meno in collera con lei. Jocelyn la odiava, in quei momenti. Odiava i suoi capelli rossi come fiamme e i suoi occhioni blu, e odiava le lentiggini tanto delicate sulle sue guance. Sua madre era più alta di lei, più bella, più razionale e decisa, e Jocelyn la detestava per quello.

Aveva dormito nel suo lettino, spalla a spalla con Lucian. Avevano passato la notte a parlare dell'assurdità della sera precedente. Jocelyn gli aveva chiesto come mai avesse accettato di essere il parabatai di Valentine. Lucian le aveva risposto che Valentine l'aveva fatto sentire sicuro, quando si era sentito abbandonato. Jocelyn l'aveva allora fulminato con lo sguardo. Lei non l'aveva mai abbandonato.

-Mamma, non ho tempo per fare colazione.- replicò Jocelyn alla domanda di sua madre, quella mattina prestissimo. -Vedrò di mangiare qualcosa in città.- Afferrò Lucian per mano ed uscì a corsa dalla porta d'ingresso, senza degnare i suoi di altre occhiate.

-A volte mi sembra che tu li odi, i tuoi.- ammise lui.

-Non sembra, è così. A cosa serviva obbligarmi a seguire ancora..?-

-Me l'hai già detto, ok? Non ci pensare. Andiamo.- la prese a braccetto e si incamminarono a passo svelto per il sentiero di terra battuta che portava alla porta est di Alicante. Oltrepassarono le mura e si ritrovarono sulle lisce mattonelle grigie, con la gente che iniziava in quel momento ad uscire dalle loro case, per andare a lavoro, a spasso, in campagna o chissà dove.

Jocelyn e Lucian girarono alla casa dei Trueblood e raggiunsero il cortile recintato dell'Accademia.

-Oh mio.. che ci fanno qua tutti?- sillabò Jocelyn, alzando implorante lo sguardo sul suo migliore amico. Il cortile era occupato da Robert, la testa chinata, che ascoltava le chiacchiere di Michael, da Maryse in disparte, da Stephen che chiacchierava con Emil Pangborn e Samuel Blackwell, da Amatis che rideva con Valentine. Hodge arrivò in quel momento dietro di loro, la borsa di pelle a tracolla, gli occhiali storti sul naso e i capelli castano chiaro arruffati.
-Ragazzi.- li salutò con un cenno del capo, per poi guardarsi confusamente attorno. -Che succede?-

-Non ne ho idea. Nessuno di loro si allena più da un anno almeno.- spiegò Lucian.

Amatis si accorse di loro e li raggiunse con passo svelto, abbracciando suo fratello.

-Luke, ha detto mamma che andavi da Jocelyn, non mi hai avvertita.- lo sgridò lei, chinando il volto in avanti. Amatis aveva due anni più di Luke, e lo trattava ancora come un bambino. Lui scrollò semplicemente le spalle. -Comunque ieri l'altro è arrivata una lettera a casa. L'Accademia ha reso obbligatori gli allenamenti fino ai diciotto anni.- fece una smorfia. -Io avrò diciotto anni tra un mese, ma a mamma non interessa: devo allenarmi.-

Una smorfia si formò sul volto di Jocelyn. Altri due anni di allenamenti obbligatori? Non era giusto! Quasi gridò per la frustrazione, ma si bloccò quando percepì lo sguardo penetrante di Valentine su di lei. Lo ignorò.

 

L'insegnante di storia si chiamava Clarissa Youngblood, e Jocelyn l'aveva sempre ammirata. Si trattava di una donna di circa cinquant'anni, con i capelli biondi tagliati sempre corti e due grandi occhi castani. Sorrideva a tutti e non era affatto noiosa, nell'insegnare. Anzi. Aveva partecipato a molte cacce, e aveva imparato la maggior parte di quel che sapeva da suo padre, che l'aveva imparato da suo padre prima di lui, e così via. La famiglia Youngblood era una delle più prestigiose di tutta Idris, ed erano potenti da circa quattro secoli.

-Avete ricevuto tutti le vostre lettere?- chiese la donna, sorridendo con calore ai ragazzi che iniziavano a sedersi svogliatamente ai loro banchi. Jocelyn prese posto nel centro, accanto a Lucian e ad Amatis. Jocelyn si guardò attorno, constatando che, in classe, erano più di una decina. Sbuffò, appoggiando il volto alle mani. Era stata così contenta quando aveva scoperto che avrebbe smesso di seguire le lezioni, e adesso gliele imponevano per altri due anni.

Dietro di lei sentiva Robert e Michael parlare sommessamente, e Michael ridere e sogghignare. Robert bofonchiava qualcosa. Davanti, Hodge e Valentine sedevano accanto. Valentine si voltò verso Lucian.

-Preferirei uscire con Hodge, piuttosto che starmene ancora a scuola.- disse.

Lucian rise, guardando il suo parabatai come si guardava un re da adorare.

-Sarebbe meglio essere fuori a uccidere qualche demone.-

-Decisamente. Anche se di demoni ad Idris non ce ne sono.- Valentine sorrise gelidamente -Ma di Nascosti sì.-

Jocelyn, a quell'affermazione, si protese in avanti, intervenendo.

-Non potete andarvene in giro ad uccidere i Nascosti come se niente fosse.- sibilò, lanciando occhiate di fuoco ai due ragazzi. Lucian scrollò le spalle, arrossendo, Valentine rimase impassibile. Stava per replicare, quando l'insegnante iniziò a parlare.
Jocelyn notò le spalle larghe di Valentine contrarsi, mentre si rimetteva dritto a sedere, e i suoi capelli color sale oscillare sul collo.

-Jonathan Shadowhunter fu il primo Nephilim. Ovviamente noi siamo guerrieri scelti dall'Angelo Raziel. Dobbiamo proteggere la razza umana. Anche se.. beh, i demoni sono immortali in un modo tutto loro, noi siamo piuttosto mortali.- stava dicendo la Youngblood.
Valentine la interruppe, un sopracciglio inarcato. Jocelyn, da dietro, riusciva a notare la sua rigidità, ma la voce era affabile, seria, onesta.

-Ma allora, signora Youngblood, perché non trasformare tutti gli uomini in Cacciatori? Perché non donare a tutti la capacità di vedere il Mondo Invisibile? Perché tenere questo potere egoisticamente tutti per noi?-* chiese, e il silenzio più totale calò nell'aula. La donna boccheggiò qualcosa, mentre Valentine aggiungeva: -Insomma, almeno ognuno saprebbe proteggersi, avremmo un mondo di guerrieri potentissimi, e i demoni non si sognerebbero mai di attaccarci, tanto meno i Nascosti. Non dovremmo essere più esiliati dopo aver sposato dei mondani.- lanciò uno sguardo fugace a Maryse, che impietrì sul posto. Jocelyn rimase a bocca aperta, attendendo una risposta da parte di Clarissa. Valentine aveva detto cose talmente folli da spaventarla, eppure non erano così sbagliate. No, che cosa pensava? Certo che erano sbagliate! Gli Shadowhunters proteggevano i mondani e vivevano in armonia con loro, i Nascosti se ne stavano per loro conto, e i demoni venivano ricacciati nei loro mondi. Semplice. Era sempre stato così. Ma se.. ma se tutta la loro fatica potesse venir estesa a tutta la Terra? Bastava la Coppa Mortale.

-Non è così semplice, Valentine.- replicò Clarissa, abbassando lo sguardo sul ragazzo, pallida in volto. -La Coppa può essere utilizzata solo su richiesta del mondano, e solo dopo un addestramento coi fiocchi. Non si può semplicemente.. andare in giro a trasformare i mondani.-

-Ma esistono i dimenticati.- disse Valentine, con innocenza e tranquillità. L'insegnante sussultò, prima di rispondere.

-I dimenticati non hanno bevuto dalla Coppa. Sono persone sui cui corpi vengono tracciate molte potenti rune. Impazziscono, si trasformano, muoiono nel giro di poche settimane. Trasformare qualcuno in dimenticato è illegale, così come far bere dalla Coppa dei mondani senza addestramento.- il suo tono era tagliente, segno che non intendeva repliche, ma Valentine sembrava non aver capito il messaggio.

-Signora Youngblood, insisto. Non sarebbe più facile? La responsabilità verrebbe allargata su tutto il pianeta. I demoni non sarebbero più così propensi agli attacchi. I Nascosti..- fece una pausa, nella quale Jocelyn avvertì una specie di tensione mista a rabbia. -I Nascosti potrebbero smetterla di darci problemi.-

-Tra qualche anno ci saranno gli Accordi, e il Console ha già in mente di fare una pace definitiva con i Nascosti.-

-Ma potrebbe dire della mia idea al Console.- scrollò le spalle con un sorrisetto. -Oppure no, sono soltanto uno stupido giovane.-
La donna lo guardò con gli occhi sgranati, poi sorrise caldamente.

-Beh, è normale avere questi dubbi, caro.-

 

-Pazzesco, vero?- le fece Amatis all'orecchio, mentre si dirigevano in armeria. Jocelyn aveva guardato con disgusto misto a rispetto Valentine uscire di classe, accompagnato da Lucian, sorridente, e da Hodge.

-Allucinante. Da dove gli spuntano quelle idee?- rispose Jocelyn, legandosi i lunghi capelli rossi in una coda alta. Amatis puntò lo sguardo su suo fratello.

-Luke lo adora, quel Morgenstern.-

-Sono parabatai, mi stupirei del contrario, Amatis.-

-Lo so, ma è un visionario. Valentine intendo. Certe volte mi sembra folle. Geniale, ma folle.- ammise, con una scrollata di spalle che le fece svolazzare i capelli castani.
Appena entrati in armeria, Jocelyn si diresse insieme ad Amatis verso un tavolo basso, per prendere qualche spada angelica. Più tardi si sarebbero allenate, e dovevano lucidare le armi. Noioso come non mai.

Jocelyn alzò il volto, sentendosi osservata, e si voltò verso Valentine. Il ragazzo rimase qualche istante con gli occhi grigio scuro incastonati nei suoi, tanto da farla arrossire, poi le sorrise con un calore che Jocelyn non aveva mai notato sul suo volto rigido. Pensò alla sera prima, a come si erano ubriacati tutti assieme, alle sue meni strette in quelle di Amatis e Maryse mentre ballavano osservate dai ragazzi, a come Michael, Robert, Valentine e Hodge si erano avvicinati loro per parlare, quando erano sul muretto dei Trueblood. In un giorno aveva parlato con più persone di quanto non avesse mai fatto in tutta la sua vita. Arrossì ancora di più, e iniziò a parlare di prezzi delle gonne con Amatis. Quella settimana, in piazza, ci sarebbero stati gli sconti.



*frase presa da “Racconto di un licantropo” in CoB: Per gli insegnanti quest'idea era un sacrilegio... Non tutti possono decidere chi può diventare o no un Cacciatore. «Ma allora» chiedeva Valentine «perché non trasformare tutti gli uomini in Cacciatori? Perché non donare a tutti la capacità di vedere il Mondo Invisibile? Perché tenere questo potere egoisticamente solo per noi?». Gli insegnanti non sapevano cosa rispondere […].



 

**Angolo di One numero due**
Allora, questo è il capitolo. Non è “divertente” come gli altri, anche perché questa non è una commedia. È la storia di come è nato il Circolò, perciò un po' di serietà ci deve pur essere. Questo capitolo è dal punto di vista di Jocelyn, quindi ho tralasciato un po' Robert (un po' tanto, in effetti), e mi sono concentrata più su Jocelyn, Lucian, Valentine.. e qua Valentine ha iniziato a parlare con i professori delle sue idee rivoluzionarie. Beh, mi sembrava l'ora. Il prossimo capitolo credo che sarà nuovamente dal punto di vista di Robert, che è il protagonista, più o meno, ma non lo so..
In questo capitolo non metterò disegni dei personaggi con riferimenti al capitolo (anche perché non ce ne sono) ma immagini di alcune persone/attori che vedo bene come i prestavolto dei protagonisti (alcuni in realtà non li vedo poi benissimo, ma pazienza)
One

 
Questo è Valentine Morgenstern:
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Questa è Jocelyn Fairchild, aka Lena Headey:
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Questa è Amatis Graymark:
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Questo è Lucian Graymark, aka Aidan Turner (anche se non mi convince molto):
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Questo è Robert Lightwood, aka Ian Somerhalder (anche se non mi convince molto):
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Questo è Michael Wayland, aka Zac Efron:
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Questa è Maryse Trueblood:
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Questo è Hodge Starkweather (anche se non mi convice molto):
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Questo è Stephen Herondale:
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Questa è Celine Montclaire, aka Scarlett Johansson (per quando arriverà):
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