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Autore: 1D_and_I    23/02/2014    0 recensioni
Stava ripensando alla prima volta che si erano visti e si era subito sentita appartenere a lui; la prima volta che si erano sfiorati; le farfalle nello stomaco prima di poterlo baciare; il bacio; si era illusa per quello che credeva “vero” amore, che l'aveva aiutata ad uscire dall'anoressia, ma che in realtà non c'era mai stato; si domandava a tutti quegli sguardi che lui le regalava quante bugie contenessero; quanti “ti amo” senza che avessero più senso; la vita che lei voleva passare con lui; tutto quello che era successo in quei quattro anni di finzioni, e lei ci aveva creduto fino al midollo, si era sentita per la prima volta amata, ma era tutto maledettamente finto.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ATTENZIONE!!!!
VOLEVO AVVISARE TUTTI CHE LA STORIA L'HO RIPOSTATA SU WATTPAD, CAMBIATO I NOMI DEI PERSONAGGI E MIGLIORANDO IL TUTTO. SPERO VI PIACCIA, SI CHIAMA "Nothing is indispensable" VI LASCIO IL LINK QUI . . .
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Erano circa le 11 di sabato sera e la ragazza era scappata da quella festa terribile; stava camminando sotto la pioggia battente senza nessuna protezione da quel tempo che le portava ancora più infelicità. Le lacrime calde le tagliavano le guance e si univano con le gocce fredde provenienti dalle nubi che a quell'ora non si notavano nel cielo buio, ne approfittò per poter camminare a testa alta lungo il marciapiede sgombro della principale strada di Bradford che di solito è il più gremito di gente; ora però si sentivano solo i singhiozzi rumorosi che uscivano dalla sua bocca mezza aperta in una smorfia e che rimbombavano nella strada.
Stava ripensando alla prima volta che si erano visti e si era subito sentita appartenere a lui; la prima volta che si erano sfiorati; le farfalle nello stomaco prima di poterlo baciare; il bacio; si era illusa per quello che credeva “vero” amore, che l'aveva aiutata ad uscire dall'anoressia, ma che in realtà non c'era mai stato; si domandava a tutti quegli sguardi che lui le regalava quante bugie contenessero; quanti “ti amo” senza che avessero più senso; la vita che lei voleva passare con lui; tutto quello che era successo in quei quattro anni di finzioni, e lei ci aveva creduto fino al midollo, si era sentita per la prima volta amata, ma era tutto maledettamente finto. Ora nella sua testa però si identificava tra gli altri quel ricordo dei gemiti provenienti dal bagno puzzolente di alcol e vomito della casa in festa; lei all'inizio non ci aveva fatto caso, insomma erano tutti mezzi nudi, ma poi sentì quel nome: Peter, il suo fidanzato era nel bagno e stava facendo sesso con Kathrine: la ragazza più popolare della scuola e per altro già felicemente fidanzata.
Arrivò al semaforo che cambiò di scatto da verde a rosso e lei si maledisse per non aver corso. Era talmente tanto immersa nei suoi pensieri che non si accorse della figura che si stava avvicinando fino a quando un rumore la riportò alla realtà. Si girò di scatto e vide stagliarsi al suo fianco una figura nera che l'aveva riparata dalla pioggia con l'ombrello, lei andò nel panico e nel buio non riusciva a capire chi fosse quella persona. Mise subito le mani in tasca per trovare qualcosa con cui difendersi nel caso fosse stato un malintenzionato ma non trovò niente.
X:”Calmati, sono solo io.” disse prendendola delicatamente per il braccio destro. “Perché sei a quest'ora in giro?”
Lei era ancora spaventata e non riusciva a mettere a fuoco la figura che le stava accanto per via delle lacrime che continuavano a scivolare lungo il profilo della mascella.
X:”Alice calmati, sono Zayn, non ti ricordi?” Era Zayn, reputato il più figo e stronzo di tutta la scuola; tutte le ragazze gli andavano dietro e lui da “gentiluomo” se le portava a letto. Alice era una delle poche con cui ancora non si era appartato forse perché i genitori si conoscevano da quando i due andavano all'asilo: erano migliori amici che però non si frequentarono più dalla quinta elementare in poi, si persero di vista per via della scelta di due scuole diverse e poi lei aveva trovato il fidanzato, mentre lui si era dato al vagabondaggio con la sua banda di ragazzi stupidi in cerca di ragazze carine e altrettanto ingenue. Lei di sicuro non si reputava una di quelle ed era riuscita a stare in pace per tutto questo tempo.
Alice aveva sempre avuto una cotta segreta per lui e cercava di reprimerla sotto tutto l'odio con cui era riuscita a sopravvivere tutti questi anni senza parlargli. Lei aveva eretto un muro per proteggersi dal bisogno che aveva di lui: era indistruggibile per chiunque tranne che per Peter ed Anne, la migliore amica da quando si erano conosciute in Francia per una vacanza studio e che purtroppo abitava a Holmes Chapel nel Cheshire. Questo muro era l'anoressia.
Alice si cercò di calmare e di parlare.
A:”Scusa e che con questo buio, pensavo fossi un malvivente.” disse in mezzo ai singhiozzi.
Z:”Okok, cosa ci fai da sola qui senza neanche un ombrello?”
A:”Ero alla festa di Charlie solo che ho deciso di andarmene perché faceva schifo.”
Z:”Ma perché non hai chiesto un passaggio o qualcosa del genere?”
A:”Be tutti dormivano là, mia mamma stava già dormendo e gli autobus a quest'ora non passano.”
Z:”Chiamavi me.” disse seriamente.
A:”Si certo; non ho neanche più il tuo numero di telefono.” rispose con tono divertito.
Z:”Eccoti accontentata:” in quel momento le prese il telefono che lei gli aveva porso timidamente e salvò il suo numero in rubrica.
Z:”Bene ora per qualsiasi evenienza mi potrai chiamare... Scusa, ma perché piangi?”
A:”Non sono affari tuoi.” In quel momento scattò il verde e lei ne approfittò per prendere la via verso casa che distava ancora cinque isolati. Zayn le corse dietro con l'ombrello come se fosse il suo maggiordomo.
Z:”Guarda che non significa visto che ci siamo persi di vista io non sia più tuo amico.”
Alice continuava a camminare con passo svelto tentando di lasciarlo indietro.
A:”Non credo di conoscere questo Zayn.” disse fermandosi e facendo segno con la mano verso il ragazzo che era rimasto stupito dalla risposta che aveva ricevuto.
In quel momento Alice iniziò a starnutire.
Z:”Dai che sei anche raffreddata, vieni a casa mia, visto che la tua e ancora a cinque isolati buoni da qui!”
A:”No, Zayn... io devo tornare a casa, mia mamma mi starà aspettando.”
Z:”Hai sbagliato, tua mamma non ti aspetta perché tu dovresti dormire fuori:”
A:”E va bene, basta che non mi fai rimpiangere della mia scelta.”
Camminarono per un quartiere malfamato dove da piccoli lo usavano come scorciatoia per arrivare a casa di Zayn.Durante il tragitto parlarono di come la loro vita fosse cambiata, in quel momento erano tornati piccoli: quando stare in compagnia dell'altro sesso non significava per forza sbaciucchiarsi.
Arrivarono a casa sua che era rimasta uguale: con lo stesso giardinetto all'entrata ben curato, la casetta sull'albero e la ruota di gomma appesa ad un ramo della grande quercia che era situata in quel punto da più di cent'anni.
A:”Ti ricordi quando venivamo qui al pomeriggio?”
Z:”Già e poi quando tuo fratello Stephan aveva preso la cotta per mia sorella Donyia? Ahahah che risate!”
Entrarono e Alice si ritrovò in una casa sconosciuta, dentro era totalmente cambiata: avevano ridotto la cucina per aggiungere una stanza.
A:”Come mai avete ristretto la cucina?” chiese a bassa voce.
Z:”Perché Safaa è arrivata dopo.”
A:”Un'altra sorella?!”
Z:”E già! Ha 10 anni!”
A:”Ah mi ricordo che tua mamma era incinta, poi però sono finite le elementari.”
Z:”Basta parlare, sei stanca e devi riposarti.” Andò verso le scale e fece cenno di seguirlo, arrivati in cima ad esse, la portò nella stanzetta dove dormiva sempre quando andava da loro per la notte; Zayn andò nella sua stanza e la lasciò sola. Quella era rimasta identica a come l'aveva lasciata. C'erano un paio di foto impolverate di loro due che facevano le facce, su certe c'erano delle dediche con le calligrafie terribili di quando erano piccoli. Sulla scrivania impolverata c'era un foglio strappato che riconobbe subito, l'aveva scritto quando aveva scoperto che non sarebbe stata nella stessa scuola con il suo migliore amico, aveva scritto anche che avrebbe voluto vedere crescere la sorellina e che le piaceva tanto il nome scelto: Safaa. Vide un'altra cosa sulla scrivania, le venne un attacco di claustrofobia e decise di aprire subito la finestra che si affacciava sulla casetta di legno fissata all'albero. Quel gesto le ridusse il peso che si sentiva sul petto.
Si trattava del braccialetto con su scritto “BFF ∞” l'aveva lasciato sulla scrivania per fare in modo che Zayn non si dimenticasse di lei, le tornarono in mente tutte le cose che avevano fatto insieme e le venne nostalgia. Sicuramente lui non se le ricorderà, ma io non le dimenticherò mai. Si ricordava ogni parola e gioco che avevano fatto insieme.
Non avrebbe mai immaginato che un amico le potesse mancare così tanto. Decise di cambiarsi per togliersi dalla testa quel pensiero del ragazzo così vicino, ma allo stesso tempo lontano anni luce.
Cercò di dormire,ci impiegò circa cinque secondi a capire che non ce l'avrebbe fatta: stava ancora pensando alla porta chiusa del bagno da cui uscivano le urla. Ad un certo punto sentì battere sulla porta e sobbalzò nel letto.
A:”Avanti.” disse con il tono più calmo che riuscì a imitare.
Entrò Zayn con un vassoio in mano e si avvicinò a lei.
Z:”Ho sentito che ti stavi agitando allora ho deciso di farti un te all'arancia e zenzero, come piace a te.”
Si mise seduta nel letto e lui appoggiò quel vassoio instabile sulle gambe della ragazza, lei prese la tazza e bevve un sorso, era bollente allora lo lasciò freddare un po'. Zayn era rimasto in piedi immobile. In quel momento si rese conto di quanto voleva avere un contatto fisico con lui.
A:”Siediti pure.” battè la mano sul letto in segno di sedersi. Lui acconsentì e si appoggiò al copriletto, nel movimento però urtò la tazza e rovesciò il contenuto su tutto il letto. Alice ebbe un sobbalzo e uscì subito da sotto le coperte.
Z:”Scusami tanto, oddio non volevo.” Continuò così finché lei non decise di togliere la federa dal materasso e la portò in bagno, lui la seguì e le disse che poteva lasciarla vicino alla lavatrice e sua mamma le avrebbe lavate il giorno dopo.
Z:”Senti tu dormi nel mio letto e io vado sul divano, domani spiego la situazione a Patrisha ok?”
A:”Ok tranquillo, sono ancora viva, non ti devi agitare tanto.” La portò in camera sua e la lasciò sistemarsi. Lei sperava tanto di ricevere qualche altra attenzione da parte del ragazzo, ma con quella frase la lasciò sola a riflettere sulla serata pesante. Desiderava follemente che lui rimanesse con lei per mettersi nel letto e stringerla finchè non si fosse addormentata e nel caso ci fosse stato qualche incubo lui l'avrebbe protetta dal passato facendola pensare solamente al momento presente. WRITER TIME: Questa è la mia prima storia, spero che vi piaccia. Ditemi quello che pensate, io vi aspetto al prossimo capitolo che spero di riuscire a pubblicare domani. Ora vi lascio che devo scappare. -Ilaria xx
  
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