Capitolo 2
«La vita di Lucas trascorreva tranquillamente, senza sorprese.
Sentiva di aver finalmente trovato la stabilità e questo lo rendeva
felice, stava finalmente imparando a dialogare con sé stesso, come mai
aveva fatto prima. Un giorno però fece un incontro che minò alle
sue sicurezze.
Julien, il suo maestro e datore di lavoro, ricevette un incarico: doveva
costruire una capanna degli attrezzi per il vecchio Will, un uomo molto amato
in città.
Will, infatti, aveva costruito il primo centro per ragazzi dove potevano riunirsi e stare insieme,
lontani delle strade. Aveva organizzato corsi di pittura, scrittura creativa,
di ricamo e di cucina per le ragazze, ma anche tornei di football e baseball
radunando diversi volontari. Il suo impegno era stato molto apprezzato nella
comunità e presto quel piccolo centro s'allargò ma l'aiuto
più grande che Will diede nella sua vita fu per una ragazzina: Mallory.
La ragazzina rimase orfana di entrambi genitori alla sola età di otto
anni, i suoi genitori non avevano parenti e quella ragazzina fu presa in cura
dall'assistenza sociale, molto probabilmente l'avrebbero spedita in un
orfanatrofio, ma il vecchio Will che non volle e decise di adottare la
ragazzina» raccontò Lou,
introducendo il secondo personaggio cardine della storia.
«Grazie a Will, Mallory ebbe una vita
felice, poté trascorrere una serena infanzia, lontana dalle
preoccupazioni, ma soprattutto ebbe la possibilità di ricevere un'ottima
istruzione che con buone probabilità i suoi non si sarebbero potuti
permettere. Il signor William credeva nella capacità di quella ragazzina
che aveva iscritto persino all'università, nonostante in quell'epoca si
pensasse ancora che l'istruzione universitaria fosse cosa da uomini.
Mallory era, appunto, di ritorno dal college quando
trovò Julien e Lucas al lavoro, erano impegnati nella costruzione del
capanno già da due settimane. Mentre lavoravano, Lucas si ferì ad
un dito, che prese a sanguinare, perciò fu costretto a farsi medicare e
a farlo fu proprio Mallory.
Quando Lucas vide per la prima volta Mallory,
rimase di sasso, completamente pietrificato. Non riusciva nemmeno a parlarle,
praticamente balbettava.»
Berénice lo interruppe una seconda volta. «Nonno, mi
stai raccontando una storia d'amore?» gli chiese divertita, suo nonno
mai le aveva raccontato storie del genere, al massimo le raccontava di sua
nonna Rose.
Il vecchio Lou sorrise. «No, non è
una storia d'amore anche se lo sembra» le rispose, poi la
invitò ad ascoltare il resto della storia.
«Mallory sfoggiò uno
dei suoi splendidi sorrisi e medicò il ragazzo, non si scambiarono
alcuna parola, ad eccezione di poche battute di commiato»
«Lucas non smise di pensarla, continuava a rivedere il suo
sorriso e la cercava ovunque con lo sguardo. Sentì da subito che fra lui
e Mallory si era creato un legame»
Sua nipote si
schiarì la gola. «Mmm.. non vorrei
risultare insistente ma questa ha tutta l’aria di essere una storia
d’amore» ribadì lei incrociando le braccia al petto.
Suo nonno
scoppiò in una bonaria risata. «Ti giuro, Berénice, che non lo è. Ascolta soltanto..»
«Ciò che aveva intravisto in Mallory
non fu la bellezza, non sentì il cuore sussultare o le gambe tremare.
Quello che vide nella ragazza fu quel bagliore che aveva già scorto in
un altro sguardo: in quello di
Brad. Quella luce che annunciava il desiderio di conoscenza, da cui lui
era scappato»
«Anche Mallory era una mente
illuminata. Ed è proprio questa la ragione che spinse Will a farle
approfondire gli studi, aveva capito anche lui che la ragazza fosse dotata di
acuta intelligenza.
Ovviamente, il vecchio Will, che non poteva
considerarsi una mente fine, la aiutò finché poté
decidendo infine di trovarle un precettore» spiegò Lou sciogliendo ogni dubbio a sua nipote , a cui fu chiaro
che fra Lucas e Mallory non sarebbe nato alcun
rapporto di natura sentimentale.
«Mise un annuncio e aspettò che qualcuno rispondesse,
non voleva che la ragazza frequentasse la scuola pubblica, sapeva che non
avrebbero saputo incoraggiarla a sufficienza perciò l’insegnamento
privato per il vecchio Will risultò la via preferibile.
Pochi giorni più tardi, ricevettero una
lettera da parte di un Edward Evans, un inglese emigrato nel Sud degli Stati
Uniti dalla vecchia Cambridge, che ancora suscitava curiosità in
città per via della sua aria distinta e di quell’elegante accento
che stonava con la scanzonata cadenza del Sud.
Evans era un accademico caduto in disgrazia per via
delle azioni sconsiderate di suo fratello maggiore che scialacquò tutto
il loro patrimonio nel gioco e infangò il nome della famiglia
intraprendendo relazioni illecite con persone malfamate»
«Fu la fine della brillante carriera di Edward che si vide
allontanato dal mondo accademico per una colpa che egli stesso non aveva
commesso. Non poté resistere in quei luoghi e decise di allontanarsi
dalla madre patria per ricominciare.
Mai avrebbe potuto pensare che
quell’allontanamento, costato così tanto dolore, avrebbe potuto
rivelarsi la migliore scelta della sua vita. Nella vecchia Charleston, infatti,
conobbe l’amore della sua vita, Rebecca.
Tuttavia, la sua condizione non gli permise di
chiederla in sposa e Rebecca non poté far nulla per sottrarsi alle
scelte di suo padre che la obbligò ad andare in sposa ad un altro uomo,
anche lui costretto a quel matrimonio infelice.
Rebecca propose di scappare insieme la notte prima
ma Evans non volle. Non avrebbe voluto che il suo unico amore venisse
allontanato dalla sua famiglia e fosse al centro di pettegolezzi della
città, non voleva che un’altra reputazione venisse infangata,
perciò si fece da parte, rinnegando il suo amore.
Tuttavia, quell’amore aveva già dato i
suoi frutti: Rebecca era incinta. Lo scoprì troppo tardi, era ormai
sposata e non poté più tornare indietro.
«Contattò Edward che si era trasferito in una ridente
cittadina della Georgia e lo informò dell’arrivo del bambino, non
poteva sapere che aspettava una bambina ancora.
Daphne, così la chiamò, nacque nel mese di Marzo,
il mese in cui fioriscono le viole. Fu una benedizione per Rebecca che
amò, attraverso quel dono del cielo, anche il suo Edward, a cui Daphne somigliava tanto»
«Edward ritornò a Charleston, sapeva che non avrebbe
mai potuto avvicinarsi a lei ma non volle starle lontano. Desiderava vederla
crescere, entrare in contatto con lei in qualsiasi modo e poté grazie a
Rebecca che propose alla sua bambina delle lezioni di pianoforte con Edward»
«Il pianoforte fu il mezzo attraverso il quale si conobbero,
comunicarono che li legò da
un filo sottile invisibile. Daphne sentì
dentro di lei qualcosa smuoversi quando lo vide per la prima volta, quasi
sapesse che Edward non fosse un semplice professore di piano ma qualcosa di
più.
Non ne ebbe mai la conferma, sua madre morì
portando con sé il segreto di quell’amore illegittimo che aveva
cambiato la sua vita, che le aveva regalato la sua bambina..»
Lou fece una piccola pausa per umettarsi le labbra, era
arrivato ad un punto focale della storia. «Daphne crebbe e divenne una splendida donna e, a differenza di
sua madre, poté sposare l’uomo che amava e da quella felice unione
nacque un’altra bambina: Mallory»
«Edward seguì con attenzione la gravidanza della sua
bambina e persino sbirciò di nascosto dall’ampia finestra,
affacciata sul cortile, la sua nipotina dormire avvolta nella sua copertina rosa.
Fu una delle emozioni più forti che ebbe mai provato.
Quando Daphne e suo
marito scomparvero in quel tragico incidente, il vecchio Evans si sentì
mancare. Avrebbe voluto prendersi di lui cura della sua nipotina, rimasta sola
al mondo. Tuttavia, non aveva alcun diritto di chiederne l’affidamento,
non era nessuno per lei»
«Il vecchio Will, accogliendo Mallory,
non salvò soltanto lei ma anche Edward. Quando l’Inglese vide
l’annuncio, non esitò un secondo ad offrirsi come precettore e ben
presto Mallory ebbe l’insegnante che molti
avevano in passato acclamato»
«Fu il suo modo di trascorrere del tempo con la nipotina che
gli somigliava tanto: arguta e perspicace, dall’acuta intelligenza.
Trascorsero piacevoli pomeriggi insieme finché non arrivò per Mallory il momento di andare al college.
Ovviamente, la ragazza andava sempre a trovare il
vecchio precettore, il suo Sifu, come amava chiamarlo
lei ogni volta che ritornava a Charleston»
Lou si voltò verso sua nipote e nei suoi occhi
notò un velo di tristezza. Berénice era
una ragazza molto sensibile ed empatica, non riusciva a non immedesimarsi negli
altri e anche quella volta non poté farne a meno. Pensava ad Edward
costretto a vivere lontano dall’amore della sua vita, da sua figlia ed
anche dalla sua nipotina, accontentandosi di pochi momenti e vivendo di essi.
Suo nonno, che la
conosceva bene, capì subito il suo stato d’animo e le sorrise. «Vuoi che continui?»
«Sì, nonno! Questa storia è un po’
triste ma mi affascina.. Cos’è successo poi? Fra Mallory e Lucas nacque un’amicizia?» domandò con evidente curiosità.
«Sì, nacque una
bella amicizia. Dopo quella prima volta, si rividero la settimana seguente.
Lucas aveva appena finito il suo turno di lavoro e decise di recarsi al mercato
per comprare le sue adorate zucche. Erano nel mese di ottobre.
Mentre passeggiava fra le bancarelle del mercato,
intravide Mallory con una busta pesante venirgli
incontro.»
«Lucas si avvicinò e si offrì di aiutarla e la
ragazza di buon grado accettò. “Non
hai comprato nulla? Scusa, posso darti del tu?” domandò Mallory mentre camminavano attraverso la folla, sapeva che
qualcuno avrebbe mal potuto interpretare quella loro vicinanza ma non se ne
curò.
“Sì, puoi dirmi del tu.. Mmm.. cercavo
le zucche” spiegò il
ragazzo leggermente imbarazzo. In quegli ultimi mesi, Lucas aveva conosciuto
diverse donne: alcune più disinibite di altre. Aveva fatto le sue
esperienze ma quella ragazza lo mandava in leggera confusione.
Al punto che anche Lucas, come te, inizialmente
pensò che si trattasse di un’infatuazione.»
«Mallory indicò il
bancone più avanti e acquistarono il chilo di zucca per poi avviarsi
verso casa del vecchio Will. “Quindi
tu studi al college?” le chiese mentre camminavano fianco a fianco.
La ragazza annuì. “Sono iscritta alla facoltà di Filosofia”
accennò laconicamente.
“Ci avrei
scommesso” rispose senza
pensarci Lucas e con evidente sicurezza.
La ragazza lo guardò stranita. “Anche a te piace la
filosofia?” domandò difatti.
Lucas sorrise e recitò qualche riga del Simposio
di Platone, non ebbe chiaro i motivi di quella scelta e Mallory
lo fissò sbalordita.
“Sì, da
un carpentiere non te lo aspetti..” riconobbe il ragazzo
senza rancore. D’altronde, anche lui aveva contemplato per diverso tempo
la possibilità di intraprendere il percorso accademico.
“Ma come mai non
hai proseguito gli studi?”
s’incuriosì la ragazza. Recitare un brano in greco antico
presumeva una spiccata propensione per gli studi.
Lucas distolse lo sguardo e fissò gli alberi
che crescevano maestosi lungo il viale. Con le loro folte chiome coprivano
completamente il sole, lasciando filtrare solo qualche raggio che creava un
gioco di luci particolare. Erano all’ombra ma, al tempo stesso, era
un’ombra illuminata e riscaldata da quel fievole calore donato dal Sole,
esattamente come lui.
Ora era nell’ombra ma le sue conoscenze erano
sempre riscaldate dell’effimero fuoco della sapienza che ancora ogni
tanto lo animava. “Dovevo aiutare
la mia famiglia” tagliò corto.
“Anche tu credi
che esista per ognuno di noi l’altra metà della mela?” cambiò argomento la ragazza, intuendo che Lucas non
volesse approfondire il discorso.
“Credo che non
si possa dare per certo. Il mondo è vasto e tu non potrai che conoscerne
una piccola porzione. Come puoi pensare che in quella piccola porzione di mondo
ci sia la tua metà della mela? Non stai restringendo fin troppo le tue
possibilità?” domandò
retorico scrollando le spalle. “Credo
che esista l’altra metà della mela per ognuno di noi ma che non
tutti saremo fortunati da incontrarla.
Altrimenti dovremmo
partire dell’assunzione che il destino ti condurrà
nell’esatto luogo dove tu possa incontrarla, che sei nato in quella
piccola porzione di mondo appositamente per incontrarla”
“Sarebbe
un’eccessiva fortuna, no? A mio avviso, troverai qualcuno con cui
instaurerai un rapporto solido, di fiducia reciproca, anche di devozione. Ma
l’amore vero è altro e pochi potranno conoscerlo” interruppe il suo discorso e guardò la ragazza che
fissava pensierosa il vuoto davanti a sé.
“Perché
non potremmo presumere che il destino ci conduca esattamente dove dovremmo
essere? Saresti potuto nascere in una qualsiasi altra porzione di questo mondo,
eppure tu sei nato lì. Non avrà qualche significato? Non potrebbe
essere quello il tuo posto?
Tuttavia, concordo con
te: pochi potranno conoscerlo il vero amore. E forse sarà più
doloroso del più acuto dei dispiaceri” rispose Mallory e tacque dopo
aver fatto un sospiro.
Un sospiro che suscitò mille interrogativi,
portando con sé una nuova consapevolezza, che s’insinuò
nella mente di Lucas.
L’amore vero dunque era dolore? Perché
qualcosa che dovrebbe dovuto giovare al tuo spirito, qualcosa a cui il mondo
aspirava e bramava, dovrebbe essere doloroso?
Nel frattempo, erano arrivati davanti casa del
vecchio Will e Mallory, dovendo partire per il
college l’indomani, lo salutò. “Spero che avremo la
possibilità di parlare ancora, Lucas” gli disse poco prima di
entrare in casa.
Il ragazzo annuì e sorrise. “Senza
ombra di dubbio” la scelta delle parole non fu capita dalla ragazza che
non era al corrente della riflessione mentale di Lucas ma i suoi occhi erano
ridenti. Anche lei aveva colto quel bagliore nascosto dal velo delle ombre
della mente del giovane carpentiere»