Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Segui la storia  |       
Autore: sesshydil    24/06/2008    7 recensioni
Lei: una rinnegata, con una terribile maledizione, costretta a vivere nella notte, lontana dal sole.
Lui: un elfo, forte e coraggioso, con un gran senso dell'onore.
Possono due persone così diverse stare vicine..o addirittura amarsi?.. Con una guerra in atto, tra armi e battaglie, una storia sta x nascere..
Genere: Romantico, Triste, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Legolas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il silenzio era assoluto

CAPITOLO 1°: Incontro movimentato

Il silenzio era assoluto.

Tutto era immobile.

Non un alito di vento, nessun movimento di foglia, nessun fruscio.

Niente faceva pensare che qualcosa vivesse nella foresta.. niente faceva pensare che la stessa foresta fosse viva.

Gli alberi antichi si stagliavano minacciosi, confondendosi nella nebbia che aleggiava nella tetra foresta.

Come per opera di un incantesimo, la foresta di Fangorn appariva congelata nel silenzio di quella notte.

L’aria era pesante, umida.. quasi impossibile da respirare.

Nessuno si sarebbe mai sognato di entrare nella foresta..

…figuriamoci poi di viverci..

 

Un ombra si mosse leggera e veloce, spezzando così il magico incantesimo, ridando vita alla foresta.

Un corpo avvolto in un mantello comparve acquattato dietro il tronco di un albero.

Con un calcolato movimento delle gambe, la figura si sporse quel tanto che bastava per permettere al piede di raggiungere il ramo dell’albero vicino.

Allungò così le braccia, la mano incontrò un pezzo di ramo libero dalle foglie, e senza alcuna fatica, in un attimo scomparve di nuovo alla vista,

protetta dal tronco dell’albero e dall’oscurità.

 

Un gruppo di ombre si avvicinò al punto in cui la figura era appena sparita.

L’elfo e l’uomo sembravano abbastanza a loro agio, nonostante la foresta li rendesse inquieti.

Procedevano sicuri e veloci, scambiando brevi parole di tanto in tanto, senza mai perdere di vista lo stregone bianco, che li precedeva.

Sul volto di esso, era disegnato un velo di preoccupazione, e anche, per qualche motivo ignoto, di paura.

Se i suoi compagni erano in ogni caso relativamente tranquilli, lo stesso non si poteva dire del nano dai capelli rossi che li seguiva.

Intrappolato in quella ragnatela di rami e foglie, non si sentiva per niente a suo agio, e la mano correva a intervalli regolari all’ascia scintillante che portava sulla schiena.

 

L’ombra si sporse leggermente per osservare meglio coloro che avevano osato disturbare il silenzio della sua dimora.

Il suo sguardo passò velocemente dal nano all’elfo, fermandosi poi sull’uomo.


 

- Elessar. .-

L’ultimo di una gloriosa stirpe, il solo che potesse rivendicare il trono di Gondor..

 

Bene, molto bene.

Che strana coincidenza. Senza saperlo, le prede erano andate direttamente dal loro cacciatore.

Perfetto. Avrebbe risparmiato tempo e fatica.

La mano della figura accarezzò l’arco, seguendone i disegni intagliati nel legno.

Veloce ed esperta, incordò la freccia.

Senza farsi vedere, piegò leggermente la gamba posteriore, in modo da riuscire a tirare da una posizione più comoda.

Una ciocca di capelli blu sfuggì dal cappuccio mentre tendeva la corda dell’arco.

Con un guizzo, gli occhi viola si spostarono sullo stregone che comandava la compagnia.

 

- Gandalf..maledizione! -

 

La figura digrignò i denti.

Osservò l’uomo camminare veloce, avvicinandosi sempre di più all’albero su cui si trovava..

La barba e i capelli bianchi si muovevano dolcemente, seguendo i passi dell’uomo, così come la sua lunga veste bianca.

Camminava sorreggendosi al suo bastone, gli occhi che osservavano distrattamente la strada, la mente lontana,

persa in uno dei suoi tanti segreti, impegnato a risolvere chissà quali misteri..

Lui doveva compiere il suo dovere, chissà quale questa volta..

Tornò ad osservare coloro che viaggiavano con lui.

 

- .. ed ecco un altro gruppo di stolti, pronti a seguirlo fedelmente, credendo di fare bene, credendo di seguire un capo saggio e giusto..

..non rendendosi conto del pericolo, dell’assurdità della cosa..

..non rendendosi conto che quell’uomo che tanto ammirano, è solo un egoista, un bugiardo, un traditore, un approfittatore… -

 

Si riscosse dai suoi pensieri.

Ciò che pensava dello stregone non era importante. Aveva un lavoro da compiere.

Dopo, avrebbe avuto tutto il tempo per occuparsi di Gandalf.

Puntò la freccia diritta al cuore dell’uomo dai capelli scuri. Non poteva sbagliare, non avrebbe sbagliato.. non sbagliava mai.

Prese bene la mira… e scoccò.



 

 

Tutto successe velocemente.

Mentre la freccia si avvicinava silenziosa e letale al petto dell’uomo ignaro, lo stregone si girò di colpo e, grazie al bastone,

deviò il colpo della freccia, mandandola a conficcarsi nel tronco di un albero.

La situazione si capovolse: l’elfo incordò l’arco, il nano estrasse l’ascia e l’uomo impugnò la spada.

Tutti e quattro gli uomini, si avvicinarono minacciosi al punto da cui era partita la freccia, pronti al contrattacco.

 

La figura non ebbe molto tempo per agire.

Velocemente, incordò un'altra freccia, ed uscendo dal riparo sicuro offertole dall’albero, mandò la freccia a conficcarsi nel braccio sinistro dell’elfo,

che fu costretto a lasciar cadere l’arco con un urlo di dolore.

Senza nemmeno essersi assicurata che il colpo fosse andato a segno, la figura si dileguò nell’oscurità della foresta.

 

- Maledetto stregone! Possibile che debba sempre mandare a monte i miei piani? -

 

La figura continuò a correre. Nonostante l’effetto sorpresa fosse sfumato, non poteva lasciar scappare la preda.

Inoltre, era certa che Gandalf non le avrebbe permesso di scappare.

Un sorriso divertito le illuminò il viso sotto la maschera.

Finalmente un po’ di divertimento.

Con un balzo, salì velocemente sull’albero vicino, dopodichè, aiutandosi con le mani, agile come un felino, iniziò a passare da un ramo all’altro,

finchè il gruppo di uomini non fu di nuovo davanti a lei.

L’elfo si era tolto la freccia dalla spalla, che ora sanguinava abbondantemente nonostante la fasciatura.

I suoi compagni, riuniti attorno a lui, avevano le armi in mano e uno sguardo di rabbia e rancore, dovuti alla vergogna di essere stati sorpresi dal nemico in un momento di impotenza.

Lo stregone invece, appariva preoccupato e teso.

A differenza dei suoi amici, lui sapeva con chi avevano a che fare.

Lo aveva capito immediatamente, temeva che ciò sarebbe successo.

 

< Rinnegata, so che sei qui, fatti vedere! > tuonò lo stregone.

La sua voce rimbombò nel silenzio della foresta.

Nessuna risposta, nessun rumore.

Tutto era calmo, tutto era immobile..

Pericolo..

Una risata divertita, una risata fredda, una risata di scherno, una risata da gelare il sangue proruppe dalla figura misteriosa

e si propagò fin negli angoli più bui della foresta, e il suo eco rimase nell’aria anche dopo che essa si fu spenta.

 

Un colpo…

Un altro…

 

Gimli e Aragorn lanciarono entrambi un urlo di dolore.

Gimli si stringeva al fianco, mentre Aragorn la spalla.

Erano stati entrambi fortunati.. ma lei non aveva mirato a ucciderli.. oh no, quello era solo un avvertimento, un piccolo monito a Gandalf.

Non doveva osare sfidarla.

 

< Non puoi vincere contro di me, Gandalf >

 

Legolas alzò la testa di scatto al suono di quelle parole..

Elfico..

 

< Vieni fuori Rinnegata.. dov’è finito il tuo coraggio? Non è da te nasconderti >

 

< Te lo ripeto, non mi sfidare.>

                                                 

< Cosa vuoi? >

 

< Elessar >

 

Legolas continuava a osservarsi intorno..ormai ne era certo..

Chiunque fosse la persona con cui stava parlando Gandalf, era di sicuro un elfo..

Ma per quale motivo un elfo avrebbe dovuto attaccarli?

Rinnegata..

Legolas non riusciva a capire..

 

< Non puoi averlo > rispose Gandalf, alzando il bastone minaccioso.

 


 

Il bagliore di una lama sguainata, un fruscio e poi..

Legolas sentì il freddo metallo della spada premere contro il suo collo, e una mano decisa afferrargli la spalla dolorante.

Un corpo premeva contro il suo, un alito leggero sul suo collo.

 

< Dammi Elessar Gandalf, o l’elfo muore >

 

Il respiro di Legolas si fermò per un attimo. Non potevano consegnare Aragorn alla morte, questo mai. Piuttosto, sarebbe morto lui.

Anche se, qualcosa gli diceva, che la misteriosa figura che gli puntava la lama al collo non si sarebbe fermata finchè non avesse portato a termine il suo compito.

Fissò Aragorn negli occhi, dopodichè guardò Gandalf. Uno sguardo, un lieve cenno di dinego da parte di Legolas.

< Non dovresti permettere alla tua stupidità di portarti alla morte > sussurrò la figura all’orecchio di Legolas.

 

< Ciò che tu chiami stupidità, noi la chiamiamo coraggio. > rispose freddamente Legolas.

 

< Il coraggio non è tale quando ti porta alla morte.>

 

< Preferisco morire io, se ciò servirà a salvare un mio amico.>

 

< Stupido eroismo. Come puoi chiamare amico qualcuno che ti lascerebbe morire al suo posto? >

 

< Nessuno morirà. Non oggi almeno, e non per mano tua.> Gandalf interruppe il dialogo.

 

< Vecchio stolto. Ho ricevuto un incarico, e devo portarlo a termine. > la figura passò a parlare in lingua comune, e premette la spada contro la gola dell’elfo,

da cui uscì un rigagnolo di sangue.

 

< Tu sei in debito con me >

 

Gandalf e la figura si scrutarono attentamente.

 

- Dannazione! Maledetto stregone, ha ragione. Io sono in debito con lui, purtroppo..-

 

< E allora? >

 

< Le leggi del tuo stesso popolo ti impongono di servire colui con cui sei in debito, finchè egli non riterrà esso ripagato > ora Gandalf sorrise sicuro. Era in suo pugno.

 

< Questo è vero > la figura lasciò andare Legolas e si portò alle spalle di Gandalf, puntandogli la spada al petto < Ma ciò non vale, se colui con cui si è in debito muore >

 

Ora fu Gandalf a ridere. < Non lo farai. Tu non mi ucciderai. Hai ancora il tuo orgoglio. Non farai un’azione tanto meschina. Sei in debito con me. >

 

La mano che impugnava la spada, tremò leggermente.

 

< Inoltre > proseguì Gandalf < ho qualcosa che sono certo ti interesserà. > detto ciò, estrasse dalle pieghe del mantello un lungo filo d’argento, a cui era appeso un ciondolo.

Due fili argentati si intrecciavano a incorniciare una pietra a forma di luna, bianca, con sfumature azzurre e violette, che risplendeva nel buio di quella notte.

 

< Il ciondolo di Ailyan.. Non è possibile.. ero sicura che fosse andato perduto > negli occhi viola della figura comparve il riflesso perlaceo della pietra.

< Cosa vuoi in cambio? > chiese sospettosa.

 

< La tua lealtà. Presto molte guerre dovranno essere combattute, e tu potresti essere un alleata preziosa. > rispose Gandalf serio.

 

< Ma cosa stai dicendo! > Aragorn, Gimli e Legolas fissarono sconvolti lo stregone.

 

< Ha appena cercato di ucciderci! > disse Aragorn.

 

< Come puoi pensare di fidarti? > disse Gimli.

 

Legolas rimase silenzioso..

 

La figura rise, una risata sarcastica.

 

< I tuoi amici hanno ragione stregone. Come puoi credere di poterti fidare di me? >

 

< Fai la tua scelta Rinnegata. La tua lealtà, in cambio del ciondolo di Ailyan. Scegli, o muori.>
 

 

Gandalf, sguainò la spada e la puntò al collo della figura.

____________________________________________________________________________________________

Ed ecco qua il primo capitolo!!

Spero di avervi incuriosito almeno un po’.

Se volete sapere di più sulla figura misteriosa, e su che ruolo avrà nelle vicende dei membri della Compagnia..beh continuate a seguirmi XD

 

  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: sesshydil