CAPITOLO
1°:
Incontro
movimentato
Il
silenzio era assoluto.
Tutto
era immobile.
Non
un alito di vento, nessun movimento di foglia, nessun
fruscio.
Niente
faceva pensare che qualcosa vivesse nella foresta..
niente faceva pensare che la stessa foresta fosse viva.
Gli
alberi antichi si stagliavano minacciosi, confondendosi nella nebbia che
aleggiava nella tetra foresta.
Come
per opera di un incantesimo, la foresta di Fangorn appariva congelata nel
silenzio di quella notte.
L’aria
era pesante, umida.. quasi impossibile da respirare.
Nessuno
si sarebbe mai sognato di entrare nella foresta..
…figuriamoci
poi di viverci..
Un ombra si mosse leggera e veloce, spezzando così
il magico incantesimo, ridando vita alla foresta.
Un
corpo avvolto in un mantello comparve acquattato dietro il tronco di un albero.
Con
un calcolato movimento delle gambe, la figura si sporse quel tanto che bastava
per permettere al piede di raggiungere il ramo dell’albero vicino.
Allungò così le braccia, la mano incontrò un pezzo di ramo
libero dalle foglie, e senza alcuna fatica, in un attimo scomparve di nuovo
alla vista,
protetta dal tronco dell’albero e dall’oscurità.
Un
gruppo di ombre si avvicinò al punto in cui la figura
era appena sparita.
L’elfo
e l’uomo sembravano abbastanza a loro agio, nonostante la foresta li rendesse
inquieti.
Procedevano
sicuri e veloci, scambiando brevi parole di tanto in tanto, senza mai perdere
di vista lo stregone bianco, che li precedeva.
Sul
volto di esso, era disegnato un velo di
preoccupazione, e anche, per qualche motivo ignoto, di paura.
Se
i suoi compagni erano in ogni caso relativamente tranquilli,
lo stesso non si poteva dire del nano dai capelli rossi che li seguiva.
Intrappolato
in quella ragnatela di rami e foglie, non si sentiva per niente a suo agio, e
la mano correva a intervalli regolari all’ascia
scintillante che portava sulla schiena.
L’ombra
si sporse leggermente per osservare meglio coloro che avevano
osato disturbare il silenzio della sua dimora.
Il
suo sguardo passò velocemente dal nano all’elfo, fermandosi poi sull’uomo.
- Elessar. .-
L’ultimo
di una gloriosa stirpe, il solo che potesse rivendicare il trono di Gondor..
Bene,
molto bene.
Che strana coincidenza. Senza saperlo, le
prede erano andate direttamente dal loro cacciatore.
Perfetto.
Avrebbe risparmiato tempo e fatica.
La
mano della figura accarezzò l’arco, seguendone i disegni intagliati nel legno.
Veloce
ed esperta, incordò la freccia.
Senza
farsi vedere, piegò leggermente la gamba posteriore, in modo da riuscire a
tirare da una posizione più comoda.
Una
ciocca di capelli blu sfuggì dal cappuccio mentre
tendeva la corda dell’arco.
Con
un guizzo, gli occhi viola si spostarono sullo stregone che comandava la
compagnia.
- Gandalf..maledizione! -
La
figura digrignò i denti.
Osservò
l’uomo camminare veloce, avvicinandosi sempre di più all’albero su cui si
trovava..
La
barba e i capelli bianchi si muovevano dolcemente, seguendo i passi dell’uomo,
così come la sua lunga veste bianca.
Camminava
sorreggendosi al suo bastone, gli occhi che osservavano distrattamente la
strada, la mente lontana,
persa in uno dei suoi tanti segreti, impegnato a
risolvere chissà quali misteri..
Lui
doveva compiere il suo dovere, chissà quale questa volta..
Tornò
ad osservare coloro che viaggiavano con lui.
- .. ed ecco un altro gruppo
di stolti, pronti a seguirlo fedelmente, credendo di fare bene, credendo di
seguire un capo saggio e giusto..
..non rendendosi conto del pericolo, dell’assurdità
della cosa..
..non rendendosi conto che quell’uomo che tanto ammirano, è solo un egoista, un
bugiardo, un traditore, un approfittatore… -
Si
riscosse dai suoi pensieri.
Ciò
che pensava dello stregone non era importante. Aveva un lavoro da compiere.
Dopo,
avrebbe avuto tutto il tempo per occuparsi di Gandalf.
Puntò
la freccia diritta al cuore dell’uomo dai capelli scuri. Non poteva sbagliare,
non avrebbe sbagliato.. non sbagliava mai.
Prese
bene la mira… e scoccò.
Tutto
successe velocemente.
Mentre la freccia si avvicinava silenziosa e
letale al petto dell’uomo ignaro, lo stregone si girò di colpo e, grazie al
bastone,
deviò il colpo della freccia, mandandola a
conficcarsi nel tronco di un albero.
La
situazione si capovolse: l’elfo incordò l’arco, il nano estrasse l’ascia e
l’uomo impugnò la spada.
Tutti
e quattro gli uomini, si avvicinarono minacciosi al punto da cui era partita la
freccia, pronti al contrattacco.
La
figura non ebbe molto tempo per agire.
Velocemente,
incordò un'altra freccia, ed uscendo dal riparo sicuro offertole dall’albero,
mandò la freccia a conficcarsi nel braccio sinistro dell’elfo,
che fu costretto a lasciar cadere l’arco con
un urlo di dolore.
Senza
nemmeno essersi assicurata che il colpo fosse andato a
segno, la figura si dileguò nell’oscurità della foresta.
- Maledetto stregone! Possibile che debba sempre
mandare a monte i miei piani? -
La
figura continuò a correre. Nonostante l’effetto sorpresa
fosse sfumato, non poteva lasciar scappare la preda.
Inoltre,
era certa che Gandalf non le avrebbe permesso di
scappare.
Un
sorriso divertito le illuminò il viso sotto la maschera.
Finalmente
un po’ di divertimento.
Con
un balzo, salì velocemente sull’albero vicino, dopodichè, aiutandosi con le
mani, agile come un felino, iniziò a passare da un ramo all’altro,
finchè il gruppo di
uomini non fu di nuovo davanti a lei.
L’elfo
si era tolto la freccia dalla spalla, che ora sanguinava abbondantemente nonostante
la fasciatura.
I
suoi compagni, riuniti attorno a lui, avevano le armi in mano e uno sguardo di
rabbia e rancore, dovuti alla vergogna di essere stati sorpresi dal nemico in
un momento di impotenza.
Lo
stregone invece, appariva preoccupato e teso.
A
differenza dei suoi amici, lui sapeva con chi avevano a che fare.
Lo
aveva capito immediatamente, temeva che ciò sarebbe
successo.
< Rinnegata, so che sei qui,
fatti vedere! >
tuonò lo stregone.
La
sua voce rimbombò nel silenzio della foresta.
Nessuna
risposta, nessun rumore.
Tutto
era calmo, tutto era immobile..
Pericolo..
Una
risata divertita, una risata fredda, una risata di
scherno, una risata da gelare il sangue proruppe dalla figura misteriosa
e si propagò fin negli angoli più bui della
foresta, e il suo eco rimase nell’aria anche dopo che essa si fu spenta.
Un
colpo…
Un
altro…
Gimli
e Aragorn lanciarono entrambi un urlo di dolore.
Gimli
si stringeva al fianco, mentre Aragorn la spalla.
Erano
stati entrambi fortunati.. ma lei non aveva mirato a
ucciderli.. oh no, quello era solo un avvertimento, un piccolo monito a
Gandalf.
Non
doveva osare sfidarla.
<
Non puoi vincere contro di me, Gandalf >
Legolas
alzò la testa di scatto al suono di quelle parole..
Elfico..
< Vieni
fuori Rinnegata.. dov’è finito il tuo coraggio? Non è da te nasconderti >
<
Te lo ripeto, non mi sfidare.>
< Cosa vuoi?
>
<
Elessar >
Legolas
continuava a osservarsi intorno..ormai
ne era certo..
Chiunque
fosse la persona con cui stava parlando Gandalf, era di sicuro un elfo..
Ma per quale motivo un elfo avrebbe dovuto
attaccarli?
Rinnegata..
Legolas
non riusciva a capire..
< Non puoi
averlo >
rispose
Gandalf, alzando il bastone minaccioso.
Il
bagliore di una lama sguainata, un fruscio e poi..
Legolas
sentì il freddo metallo della spada premere contro il suo collo, e una mano
decisa afferrargli la spalla dolorante.
Un
corpo premeva contro il suo, un alito leggero sul suo collo.
<
Dammi Elessar Gandalf, o l’elfo muore >
Il
respiro di Legolas si fermò per un attimo. Non potevano consegnare Aragorn alla
morte, questo mai. Piuttosto, sarebbe morto lui.
Anche se, qualcosa gli diceva, che la misteriosa
figura che gli puntava la lama al collo non si sarebbe fermata finchè non
avesse portato a termine il suo compito.
Fissò Aragorn negli occhi, dopodichè guardò Gandalf. Uno
sguardo, un lieve cenno di dinego da parte di
Legolas.
<
Non dovresti permettere alla tua stupidità di portarti alla
morte >
sussurrò
la figura all’orecchio di Legolas.
<
Ciò che tu chiami stupidità, noi la chiamiamo
coraggio. >
rispose
freddamente Legolas.
<
Il coraggio non è tale quando ti porta alla morte.>
<
Preferisco morire io, se ciò servirà a salvare un mio amico.>
<
Stupido eroismo. Come puoi chiamare amico qualcuno che ti lascerebbe morire al
suo posto? >
< Nessuno morirà. Non oggi
almeno, e non per mano tua.> Gandalf interruppe il dialogo.
< Vecchio stolto. Ho ricevuto
un incarico, e devo portarlo a termine. > la figura passò a parlare in lingua
comune, e premette la spada contro la gola dell’elfo,
da cui uscì un rigagnolo di sangue.
< Tu sei in debito con me >
Gandalf
e la figura si scrutarono attentamente.
- Dannazione!
Maledetto stregone, ha ragione. Io sono in debito con lui, purtroppo..-
< E
allora? >
< Le leggi del tuo stesso
popolo ti impongono di servire colui con cui sei in
debito, finchè egli non riterrà esso ripagato > ora Gandalf
sorrise sicuro. Era in suo pugno.
< Questo è vero > la figura lasciò
andare Legolas e si portò alle spalle di Gandalf, puntandogli la spada al petto < Ma ciò non vale, se colui con cui si
è in debito muore >
Ora
fu Gandalf a ridere. < Non lo farai. Tu non mi
ucciderai. Hai ancora il tuo orgoglio. Non farai
un’azione tanto meschina. Sei in debito con me. >
La
mano che impugnava la spada, tremò leggermente.
< Inoltre > proseguì Gandalf < ho qualcosa che sono certo ti
interesserà. >
detto ciò, estrasse dalle pieghe del mantello un lungo filo d’argento, a cui
era appeso un ciondolo.
Due
fili argentati si intrecciavano a incorniciare una
pietra a forma di luna, bianca, con sfumature azzurre e violette, che
risplendeva nel buio di quella notte.
< Il ciondolo di Ailyan.. Non è possibile.. ero
sicura che fosse andato perduto > negli occhi viola della figura comparve il
riflesso perlaceo della pietra.
< Cosa vuoi
in cambio? >
chiese sospettosa.
< La tua lealtà. Presto molte guerre
dovranno essere combattute, e tu potresti essere un alleata
preziosa. >
rispose Gandalf serio.
< Ma
cosa stai dicendo!
> Aragorn, Gimli e Legolas fissarono sconvolti lo stregone.
< Ha appena cercato di
ucciderci! > disse
Aragorn.
< Come puoi pensare di fidarti?
>
disse Gimli.
Legolas
rimase silenzioso..
La
figura rise, una risata sarcastica.
< I tuoi amici hanno ragione
stregone. Come puoi credere di poterti fidare di me?
>
< Fai la tua scelta Rinnegata.
La tua lealtà, in cambio del ciondolo di Ailyan. Scegli, o muori.>
Gandalf,
sguainò la spada e la puntò al collo della figura.
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Ed ecco qua il primo capitolo!!
Spero
di avervi incuriosito almeno un po’.
Se
volete sapere di più sulla figura misteriosa, e su che ruolo avrà nelle vicende
dei membri della Compagnia..beh continuate a seguirmi XD