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Autore: reby    24/06/2008    2 recensioni
Avete presente Harry,Hermione,Ron,Draco e tutti gli altri?
Si?Bene.Dimenticateli tutti!
Perchè in questa storia non esistono ed al loro posto c'è la famiglia di maghi più famosa di tutte!
Signore e signori vi presento gli Standoff!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Liliam Morgana Lewisham quella sera di fine Novembre non era di tante parole.

La Sala Comune di Serpeverde era piena come di consuetudine. Tutti gli studenti del settimo e qualche temerario più piccolo erano sparpagliati tra quelle mura fredde, chi con un mazzo di carte magiche in mano, chi una bottiglia di Whisky Incendiario.

I primi mesi di scuola ad Hogwarts erano passati molto velocemente. Tra compiti ed esercizi vari gli studenti dell’ultimo anno rischiavano una crisi nervosa quasi ogni giorno.

Con la Gazzetta del Profeta aperta sulle gambe, Liliam sorseggiava l’ennesimo bicchiere di quel pesante alcolico che girava come fosse acqua.

-Direi che la situazione è più che favorevole.-

Malcom Harrow seduto accanto a lei, gettò uno sguardo sul giornale.- Queste fughe di massa non fanno altro che confermare le nostre ipotesi.-

-Credo che Arcadia si stia già organizzando come si deve.- intervenne Lucian Linwood stravaccato sul divano di pelle.

E intanto Liliam taceva. Più guardava quelle parole e più dentro di se urlava.

Un paio di settimane prima, c’era stata una forte esplosione all’interno del Ministero, proprio durante l’assemblea dei suoi membri più importanti. Il ministro Standoff ne era rimasto ferito e da quel giorno era ricoverato al San Mugo.

I suoi figli ad Hogwarts facevano avanti e dietro praticamente ogni giorno per andare a trovare loro padre, rischiando ogni giorno di venire braccati dalla miriade di giornalisti che presidiavano l’ospedale.

Sulla Gazzetta dicevano che gli Auror non erano ancora riusciti a capire come gli attentatori avessero fatto a scoprire il luogo e il giorno esatto di quella riunione.

Una sola parola capeggiava sulle altre. Spia.

L’attentato poi era stato rivendicato, la sera dopo, dall’apparizione del Marchio Nero proprio sul San Mugo, evento che aveva lasciato poco spazio alle domande.

-Liliam hai visto?-

La voce di Malcom la riportò alla realtà. –Cosa?-

Lui scosse la testa.- Ma dove hai la testa piccola?La Gazzetta…dice che tuo padre è tra gli evasi.-

April Collin, seduta sul puff accanto al divano rimase con il bicchiere a mezz’aria. Si voltò dalla parte della sua migliore amica, e non si stupì di vederla sogghignare.

-Era ora.- annunciò lei, alzandosi con la sua innata grazia e andando a recuperare l’ennesima bottiglia.

Se c’era una cosa che la Lewisham sapeva fare meglio di April era fingere.

La mora si ritrovò a guardarla allontanarsi con uno sguardo preoccupato.

Questa non ci voleva.

Si alzò a sua volta, ignorando le proteste di Lucian e la raggiunse al bancone di fortuna che i Serpeverde più piccoli allestivano ogni sera.

-Non dire niente ti prego.-

La sua voce quasi disperata la colpì in pieno petto. Si limitò ad osservarla afferrare la bottiglia piena di Whisky e allontanarsi in gran fretta verso l’uscita della Sala Comune.

-Ma dove va?- chiese Malcom, guardando la sua pseudo fidanzata svenire dietro il muro di pietra. Fece per alzarsi ma April gli mise una mano sul petto, spingendolo nuovamente sul divano di pelle.- Lasciala stare per stasera. Ama festeggiare da sola questi eventi.- disse poi, assumendo un tono volutamente ironico.

-E tu…-mormorò Lucian, attirandola sulle sue gambe con le braccia.- Festeggiamo insieme stasera?- sussurrò al suo orecchio con aria maliziosa, mentre la mano destra correva pericolosamente sulla gamba scoperta della Serpeverde.

April storse la bocca con discrezione.- Non oggi tesoro.- lo liquidò, - ma contaci ci saranno altre opportunità.- aggiunse con la voce più maliziosa che potesse inscenare.

Si alzò dalle sue gambe, lasciandogli un lieve bacio sulla guancia e sgusciò al sicuro nella sua camerata, pensando alla sua migliore amica.

 

 

 

 

 

 

 

 

Nicolas Standoff era appena rientrato a scuola con i due gemelli dopo la visita quotidiana al San Mugo.

-Grazie Henry.- disse mentre l’Auror che ogni sera gli accompagnava ogni sera gli aprì la porta.

-Ci vediamo domani.- rispose quello a bassa voce, per non svegliare Madison che si era addormentata in braccio a suo fratello più grande.

Non appena la carrozza ripartì, si incamminarono verso il castello. Logan gli camminava di fianco con le mani nei jeans e la testa china  senza proferire parola.

Nicolas sospirò. Vedere suo fratello così silenzioso doveva ammetterlo, lo faceva star male.

Soprattutto perché ne conosceva il motivo.

I Medimaghi erano stati molto chiari con loro, e sotto richiesta di Kelly non avevano tralasciato nessun particolare.

Loro padre era ancora in gravi condizioni. Si svegliava raramente e di solito dormiva tutta la giornata. Era strano, perché nonostante le assidue cure le ferite non accennavano a rimarginarsi, ed alcune continuavano a perdere sangue.

Aveva visto sua madre di nuovo con gli occhi spenti, quel giorno. Non la vedeva in quello stato dalla morte di Edgar e aveva trattenuto le lacrime con tutta la sua forza quando l’aveva vista piangere in silenzio.

Con tutte quelle fughe da Azkaban poi, la situazione era anche peggiorata.

Non ci voleva proprio. Era ancora troppo fragile su questo fronte.

Caroline per fortuna non sembrava accorgersi della gravità della situazione. L’aveva trovata sorridente, mentre arrivava con la loro zia.

-Niente da dire?- chiese a Logan, mentre risalivano la collina.

Il piccolo Grifondoro non rispose, continuando a tenere la testa bassa.

-Logan.- lo richiamò mormorando, facendo attenzione a non svegliare Madison.

Questa volta alzò gli occhi celesti quasi identici ai suoi.

-Che non si ripeta più.-

Si abbassò alla sua altezza e con il braccio libero lo strinse a se, presa che il più piccolo ricambiò quasi immediatamente.

-Cosa sta succedendo Nicolas?-

La voce assonnata della biondina li riscosse, ma tuttavia non si staccarono da quell’abbraccio fraterno. –Niente Maddy, continua a dormire.-

-Parlo di Azkaban, ho letto la Gazzetta oggi.-

Ah, Maddy…sei troppo sveglia, pensò il più grande staccandosi da Logan tanto per poterlo guardare negli occhi.

-Statemi bene a sentire tutti e due.- iniziò, guardando negli occhi i gemelli.- Non dovete preoccuparvi gli Auror sistemeranno tutto e papà guarirà in fretta.-

-Non ci credo.- sbottò Logan, incrociando le braccia al petto.- Sono tornati i Mangiamorte vero?-

Nicolas non rispose subito, continuando a guardare i suoi due fratelli minori con quella dolcezza che traspariva solo con loro.- Non dobbiamo preoccuparci, siamo tutti al sicuro.-

-Al sicuro?- riecheggiò una voce fin troppo nota alle sue spalle.

Girò di scatto la testa e si ritrovò di fronte proprio Liliam.

-Lily.- la salutò, sentendo automaticamente il cuore iniziare a battergli più forte.

-Che bella scenetta famigliare.- continuò lei, attaccando poi a ridere.

Stava per replicare ma gli occhi celesti si posarono sulla bottiglia vuota che reggeva in mano. Increspò le labbra, voltandosi nuovamente verso i gemelli.- Sentite..-

-Siamo grandi abbastanza da poter tornare da soli.- lo precedette Madison accennando un piccolo sorriso e tirando Logan per una manica.

-Ma..-

-Niente ma fratellino, si va a letto.-

Nicolas sorrise, vedendo Maddy trascinarsi dietro Logan mentre lo salutava con la mano.

Distolse lo sguardo per posarlo di nuovo sulla ragazza barcollante a pochi metri da se. Si avvicinò lentamente sistemandosi il maglione nero nei jeans scuri, mentre lei continuava a ridere con tono sommesso.

-Siamo sbronzi eh, Lewisham.- mormorò a pochi passi da lei. Smise di ridere all’istante, quasi si fosse accorta solo in quel momento della presenza del ragazzo.- Oh il famoso Nicolas Standoff.- commentò, mentre si attaccava alla bottiglia per gettandola sconsolata a terra dopo aver appurato essere vuota.

-Già, proprio io.- sorrise, stupito di vedere la composta Serpeverde in quello stato.

Non ebbe nemmeno il tempo di formulare un’altra domanda che lei barcollò pericolosamente e se non fosse stato per la sua prontezza si sarebbe trovata spalmata sull’erba.

-Stai messa proprio male Lily.- constatò, e lei s’aggrappò alle sue spalle con entrambe le mani.- Fammi sedere.- biascicò al suo orecchio e Nicolas la fece sedere sulla prima panchina libera.

Rimasero in silenzio per un po’ poi all’improvviso la Serpeverde si piegò in avanti scossa da conati di vomito.

Per concludere in bellezza.

Si avvicinò e le sorresse la fronte mentre lei continuava quella disgustosa operazione.

Durò circa dieci minuti abbondanti e quando finì il Grifondoro fece apparire un tovagliolo e la pillola miracolosa contro l’emicrania che lui stesso prendeva.

-Grazie.- mormorò Liliam dopo averla inghiottita, evitando accuratamente di guardarlo.

-Ti pare.- rispose il grifone con un pizzico di sarcasmo, mentre si accendeva una sigaretta. –Serata orrenda non solo per me, a quanto pare…- aggiunse poi, soffiando il fumo acre.

La Serpeverde si limitò a restare in silenzio al suo fianco.

Nicolas si voltò nella sua direzione.- Cos’è successo Liliam?-

Si voltò anche lei, e dopo mesi si ritrovarono di nuovo con gli sguardi incastrati l’uno nell’altro.

Doveva ammettere a se stessa che quello Standoff aveva un’insolita influenza su di lei.

Sospirò, distogliendo gli occhi blu e poggiandosi allo schienale.

-Le evasioni…- cominciò, e Nicolas aggrottò le sopracciglia sorpreso.- C’è anche mio padre tra di loro.-

Fu come prendere una cannonata in pieno petto.

Dal primo anno aveva pensato che fosse orfana di padre, ma mai che fosse rinchiuso ad Azkaban.

-Era...- riprese, questa volta cercandolo con gli occhi che immancabilmente trovò,- uno dei seguaci di Arcadia e l’Oscuro Signore nei tempi della guerra.-

-Non immaginavo che..-

-Non lo sa nessuno al di fuori di Malcom, April e Lucian.- lo fermò lei.

Piombarono nuovamente nel silenzio.

Nicolas finì la sigaretta, gettandola lontano dopo un ultimo tiro.- Non capisco perché tu stia così.-

Questa volta fu lei ad aggrottare le sopracciglia.- Non lo capisci?-

-No.- rispose sincero lui, stravaccandosi meglio sulla panchina fredda.- E’ tuo padre in fin dei conti.-

-Non tutte le famiglie sono come la tua.- affermò decisa, indurendo improvvisamente il tono di voce.- Nella mia io e mia madre siamo sempre state succubi…- ma si bloccò, rimanendo in silenzio.- Non so nemmeno perché ti sto dicendo queste cose.- aggiunse poi, alzandosi di scatto.

-No ferma.-

Si bloccò, sentendosi tirare per il braccio. Non seppe nemmeno spiegarsi il perché, ma ritornò seduta.

-Non volevo offenderti. Non sapevo della tua situazione..- mormorò Nicolas, continuando a tenerle il braccio.

-Non voglio la tua pena.-

-Non è pena Liliam.- rispose lui, accentuando la presa e costringendola a voltarsi.- Voglio solo aiutarti..-

-Aiutarmi?- riecheggiò lei con tono beffardo.- Se non sbaglio hai già altri problemi dalla tua.-

Questa volta fu Nicolas a tacere. Le lasciò il braccio e abbassò il capo.- Hai ragione..-

Vedendolo così, Liliam si pentì subito dell’errore che aveva commesso. Non era abituata a vedere il suo Standoff così abbattuto, e anche se era sbronza non aveva dimenticato come aveva abbracciato suo fratello poco prima.

Era un momento difficile per loro. Immaginava cosa stavano passando dopo l’incidente al Ministero, soprattutto dopo la morte del primogenito.

-Scusa…Nicolas.-

Sorrise bieco, sentendola pronunciare per la prima volta il suo nome.- Mio padre non da cenni di miglioramento.-

-Mi dispiace.- riuscì a dire la Serpeverde, sinceramente dispiaciuta.- In parte mi sento in colpa perché può esserci anche mio padre dietro quell’avvenimento.-

-Non devi farlo.- le disse lui, alzando il capo corvino.- Non sentirti responsabile di colpe non tue.-

Rimasero nuovamente in silenzio, guardandosi come quella sera della festa che sembrava lontana anni luce.

-Devo rientrare.- esordì Liliam, questa volta alzandosi con più energia.

-Domani sarà tutto come prima tra noi?- non riuscì a fare a meno di chiederle.

La Lewisham si voltò di spalle, nascondendo un sorriso triste.- Sono una Serpeverde e tu un Grifondoro. Tanto basta.-

Non aggiungendo altro, stingendosi nel lungo mantello si incamminò verso il castello, lasciando Nicolas perso ancora nell’immagine dei suoi occhi.

 

 

 

 

Logan era appena rientrato nella sua camera e notò subito che il letto di Clayton era intatto.

Credendolo in bagno bussò sull’uscio stupendosi però di nessuna risposta.

Si guardò intorno. Brian e Adrian, che era tornato ad Hogwarts non appena suo padre era stato dimesso, dormivano placidi e nonostante la preoccupazione di non trovare il suo amico a letto, sopraffatto dalla stanchezza decise di imitarli.

Due piani più sotto, Clayton Shadwell Coleman camminava a passo svelto nei corridoi bui. Pochi minuti prima era stato svegliato di soprassalto per i suoi sensi che avevano avvertito qualcosa di insolito.

Era un’energia più debole rispetto a quella che l’aveva svegliato poche settimane prima, ma molto simile.

Si fermò di scatto, chiudendo gli occhi e concentrando i suoi sensi da vampiro sulla fonte. Riaprì gli occhi viola iniziando a correre verso il bagno di Mirtilla Malcontenta poco più avanti.

Entrò velocemente, facendo sbattere le porte. Vagò con lo sguardo scrutando nel buio, e appurò che la stanza era deserta.

Sconsolato girò sui tacchi e si voltò verso l’uscita.

-Vai via?-

Quasi si gelò sul posto sentendo la voce. Si voltò nuovamente con il cuore in fibrillazione e sgranò gli occhi alla vista della neo Serpeverde.

-Ciao…io non sapevo che fossi tu.- balbettò, sentendosi in soggezione.

Dal canto suo, Ange si limitò a strizzarsi i capelli inspiegabilmente bagnati.- Come mai sveglio a quest’ora?-

Clayton sospirò. Lei sapeva cosa fosse in realtà quindi sarebbe stato inutile mentire.- Sono stato svegliato da un eccesso di energia.-

Ange stavolta ridacchiò, scuotendo la sua chioma che grazie all’incantesimo di Silente era diventata nera.- Starò più attenta.- poi alzò gli occhi bianchi sul Grifondoro sorridendo.- Mi spiace averti svegliato, ma mi sono scordata che non sono l’unica ad avere poteri in più in questa scuola.-

-No…non importa.- rispose Clay, sorridendo a sua volta.

-Io torno in dormitorio,- annunciò lei camminando con la sua solita andatura regale nella sua direzione –vieni anche tu?-

Camminavano vicini senza emettere nessun rumore, entrambi con i sensi all’erta pronti ad individuare Gazza.

Poi Clayton si fermò, sbarrando gli occhi.

-Cosa succede?- chiese Ange fermandosi a sua volta e guardandolo stupita.

-Io..- balbettò lui, continuando a fissare davanti a se.- Non posso continuare.-

La Serpeverde continuò a guardarlo interrogativa.

-Entrano i raggi della Luna da quella finestra.- ammise Clayton indietreggiando meccanicamente.

In effetti pochi passi più avanti, da una grande vetrata filtravano i raggi della Luna piena. Perso nei pensieri quali la curiosità di sapere cosa fosse in realtà Ange, non si era affatto accorto di quel pericolo imminente e stava quasi per finirci sotto.

-E allora?- domandò Ange lasciando trasparire una punta d’impazienza mista a curiosità.

-Non posso passarci.- sospirò il Grifondoro.- I Demoni del Giorno vengono uccisi dai raggi lunari, ed io che lo sono per metà ho ereditato la loro debolezza.-

Ange pareva interessata.- Una vera scocciatura.- affermò, e poi con un gesto secco della mano fece scomparire proprio quella finestra.

-Su passa, non so trattenerla per molto.-

Non riuscendo a trattenere un’espressione stupita, Clayton si affrettò a passare oltre, venendo subito raggiunto dalla Serpeverde, che si asciugò una piccola goccia di sudore che le cadeva dalla fronte.

-Non sono ancora tanto brava con le Illusioni, mi stanco troppo presto.- affermò, riprendendo a camminare al suo fianco.

-Io non ne sono capace.- ammise Coleman, abbassando gli occhi viola.- So far materializzare gli oggetti che desidero però.-

Ange stirò una piccola espressione ammirata.- Ho sempre desiderato poterlo fare. Invece io da papà ho ereditato il potere di Illudere oggetti e persone anche se non lo uso spesso, è troppo difficile.-

La domanda gli vorticava in testa da quando erano usciti dal bagno ma non aveva il coraggio di chiederglielo espressamente. La guardò di sottecchi e la osservò per un attimo camminare con la testa alta. Era diventata subito famosa ad Hogwarts, anche fra gli studenti più grandi. Tutti la definivano già un’ottima Serpeverde, algida e scomposta. I maschi del primo già sbavavano per lei.

- Vieni da Dublino giusto?-

-Si.-

La risposta secca lo fece desistere dal farle altre domande personali. Madison aveva affermato in più di un’occasione che si era rivelata molto scontrosa ogni volta che qualcuno cercava di saperne di più sul suo conto.

-Io giro da questa parte.- lo informò, mentre con il capo accennava alla sua sinistra.- Buonanotte Clayton.-

-Oh, buonanotte Ange.- rispose, guardandola scomparire dietro l’angolo.

Strano, si ritrovò a pensare una volta tornato a letto, lui la trovava così interessante e simpatica.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

D’accordo potete anche linciarmi.

Nuovamente in ritardo!!Sono imperdonabile! Mi rendo conto che il capitolo non sia eccessivamente lungo ne corposo, ma devo soppesare bene la storia arrivata a questo punto e il lavoro mi richiede più tempo!

Ma non temete, non ho intenzione di abbandonare questa fanfic, anche perché ho già il suo sequel mi mente!(ebbene si!)

Ringrazio vivamente _CoBaIn_  e Honey Evans per le loro recenti recensioni(non mi abbandonate ragazze!) e anche kre92 e Polvere_di_stelle(cara vorrei risentirti ç_ç)

Un bacio stelle alla prossima!

Sabry

 

 

 

   
 
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