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Autore: xineedhugss    01/03/2014    2 recensioni
Sheryl, sedicenne costretta a trasferirsi dalla zia dopo l’arresto del padre. Crede che la sua vita non potrebbe andare peggio di così... purtroppo si sbagliava. Nonostante avesse cambiato città le regole del gioco erano sempre le stesse. Ma non sarà sola ad affrontare ciò che il destino ha in serbo per lei. Sheryl aveva trovato qualcuno, solo che ancora non ne era al corrente!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Ero seduta sul bracciolo di un divano con un bicchiere di punch in mano mentre desideravo che arrivasse un messaggio da Kyla che m’informasse del suo arrivo. Ma niente! Passarono i minuti ed io ero sempre più desiderosa di andare via. Non che odiassi le feste, per carità, anzi a Norwich ero solita scatenarmi a questi eventi. Ma almeno lì, conoscevo la metà delle persone presenti.
Mentre ero assorta nei miei pensieri mi squillò il telefono. A causa dell’alto volume della musica fui costretta a uscire fuori.
Risposi senza leggere il nome che compariva sullo schermo.
“pronto? Chi è?” dissi
“Sheryl dove sei?”
“Gladys. Io sono… “
mi guardai intorno. “non lo so!”
“come non lo sai?”
“perché mi ci ha portato un amico di Kyla. Non so dove mi trovo.”
“sai almeno come tornare a casa?”

Restai un momento in silenzio.
“s-si, so come tornare indietro.”
“allora torna. A dopo.”
“ciao.”

Il tutto terminò così.
In realtà non sapevo assolutamente come tornare a casa. Mi ero allontanata molto dal parco, non sapevo come orientarmi. Iniziai ad agitarmi. Tornai in casa per cercare Joe; era l’unica persona in grado di riportarmi indietro. Con una gomitata a destra e una a sinistra mi feci largo tra la folla. Salii qualche scalino per avere una visione migliore della massa compatta di gente che ballava in soggiorno. Non riuscivo a vedere Joe e uscii ancora una volta di casa, infuriata. Mi aveva lasciata da sola per di più senza spiegarmi la via del ritorno.
Presi in mano la situazione e pensai di rifare la strada al contrario . M’incamminai verso la strada che precedentemente avevo percorso insieme a Joe.
Non sapevo dove fossi, ma continuavo il mio percorso anche se, niente mi era familiare. Mentre vagavo per la strada illuminata da qualche lampione ancora funzionante, una macchina sfrecciò al mio fianco a tutta velocità.
“sta più attento.” Urlai invano contro l’automobilista. “testa di cazzo.” Conclusi stringendo i denti.
Spostai una lattina schiacciata per non so quanti metri poi, mi stancai e la buttai in un bidone della spazzatura vicino. Erano le undici e non sapevo ancora cosa fare, Kyla non rispondeva ai miei messaggi e sperai che qualcuno mi aiutasse.
Presi il telefono per chiamare Gladys e avvisarla della situazione quando, d’un tratto, vidi che mi era arrivato un messaggio da Joe qualche minuto prima.
“Sheryl dove sei? Chiamami al più presto. x”
Come dov’ero? Insomma se ne accorse presto che ero andata via! Era più di un ora che camminavo di qua e di là senza una via ben precisa da seguire o almeno, che ricordassi.
Lo chiamai.  
“Sheryl, dove cazzo sei?” disse furibondo.
“non lo so! So solo che voglio andare a casa.” Risposi nel suo stesso tono.
“perché sei andata via dalla festa senza dirmi niente? Sei pazza per caso?”
“mi aveva chiamata Gladys per dirmi di tornare! E tu eri come sparito.” Sbraitai.
“sta calma! Dimmi dove sei così vengo a prenderti.”
“ti ho già detto che non so dove sono.”
“dammi un punto di riferimento almeno.”

Mi guardai intorno, in cerca di qualche segno che potesse essere utile a Joe.
“c’è un ristorante italiano… D-Don Salvo.” Dissi.
“si lo conosco.”
Tirai un respiro di sollievo.
“non muoverti di li. Sto arrivando!”
Chiusi la telefonata e aspettai impaziente il suo arrivo. Poco dopo una macchina blu sostò; il finestrino si abbassò rivelando il volto di Joe che mi fece segno di salire in auto. Non esitai un’istante.
“mi hai fatto preoccupare Sheryl.” Disse senza degnarmi di uno sguardo, facendo ripartire l’auto.
“scusa... ma non ti trovavo e sono andata via.”
“non fa niente. Mettiti la cintura ora.” Continuò.
Il suo tono era così freddo e distaccato che mi fece gelare il sangue.  Nell’avanzare dei minuti nessuno dei due spiccicò parola.
“Di chi è l’auto?” chiesi incuriosita.
“di Liam. Me l’ha prestata per venirti a prendere.” Rispose non distogliendo nemmeno per un secondo lo sguardo dalla strada. Io intanto continuai a fissarlo. Contemplai il suo viso nella penombra e ne scrutai ogni minimo particolare. pochi minuti dopo mi ritrovai nel vialetto di casa.
Slacciai la cintura. Mi girai vero la figura del ragazzo che mi aveva portato fin li; mi parve così strano. Lo si vedeva da come picchiettava le dita sul volante, tenendo gli occhi puntati su qualcosa di estraneo.
“Joe” dissi “grazie.”
Si girò verso di me con un accenno di sorriso.
“sempre al tuo servizio madame.”  Mi baciò la mano destra provocando la mia risata.
“Buonanotte.” Dissi poi, uscendo dall’auto.
“notte.” Rispose.
Fece retromarcia e sfrecciò via. Entrai in casa e mi avviai verso la camera.
“Dove credi di andare signorina?”
“z-zia. Ciao.”
“ciao?! Vuoi dirmi dove diamine ti eri cacciata?”
“non è colpa mia.”
“allora di chi è la colpa?”
“non sapevo come tornare a casa. Okey?”
“perché non mi hai chiamata allora? Ti venivo a riprendere.”
“stavo per farlo quando mi ero resa conto di essermi persa. Ma poi è arrivato Joe e mi ha accompagnata lui.”
Cercai di spiegare.
“non potevi farti riportare subito? Ti pare il caso di ritornare a quest’ora?”
Non risposi. Cercai di salire le scale per dirigermi in camera.
“vieni qui Sheryl! Non abbiamo ancora finito.”
“invece si che abbiamo finito. Notte.”
Sbuffai.
“Sheryl! Vuoi per caso che ti metta in punizione?” sbraitò.
“oh questa è bella. Tu,punirmi? Non sei mia madre, ne mio padre. Sei solo una zia che non c’è mai stata per me. E ora credi che con queste tue “minacce” io debba starti a sentire?”
“non osare parlarmi in questa maniera. Sai benissimo il perché io non abbia segnato profondamente la tua vita. Non farmene una colpa.”
“io invece te la faccio eccome. Ci sei per caso stata quando mio padre… tuo fratello, andava in giro a rovinarsi la vita? No! Ti sei mai presa cura di me in sedici anni?”
le lacrime bagnarono i miei occhi e scoppiai a piangere. Corsi di sopra senza nemmeno lasciarle tempo per dire qualcosa. Sbattei la porta alle mie spalle e mi buttai sul letto. Mi addormentai singhiozzando.  



non uccidetemi.
so che sono in ritardo, scusatemi.
Sono stati giorni faticosi a scuola._. 
comunque mi farò perdonare prometto. 
Lasciante una recensione per fami sapere cosa ne pensate del capitolo :*


claudia;

P.S un ringraziamento particolare alla mia amica Natalia per avermi aiutato,
non so come farei senza di lei:') 
  
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