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Autore: Ruki    25/06/2008    3 recensioni
"Cos'è il Basket? E' la mia vita"
Genere: Generale, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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E' il solito raggio di sole a svegliarmi, e se non fosse per le valigie preparate e sistemate ordinatamente in un angolo, direi che questo è un giorno come tutti gli altri.

Un maledetto giorno come tanti.

Ma non è così.

Malinconico il mio sguardo vaga per la stanza, soffermandosi sui particolari, i più piccoli, i più scontati...i più speciali. La palla sgonfia, ormai da buttar via. Lo zaino sporco, dovrei lavarlo. Le scarpe rotte. C'è uno squarcio netto sul lato destro. Quante ne ho passate, con quelle addosso. Sorrido; per forza che sono ridotte così, non potrebbe essere altrimenti.

La federa del cuscino oggi sembra più opaca che mai, sembra morta. Sembra tutto morto qui dentro, fatta forse eccezione per me: il mio cuore batte fin troppo forte.

Mi tiro a sedere proprio mentre mio cugino fa il suo ingresso, mogio, nella mia stanza. Non sorride oggi. No,non lo fa. Come potrebbe?

-Già sveglia?- mi domanda, guardandomi apprensivo. –pensavo che il tuo riposino pomediriano sarebbe durato di più…-

Scuoto la testa, stringendo convulsamente il lenzuolo. –tanto mancano poche ore-

Hanamichi distoglie lo sguardo. Mi sembra di aver visto delle lacrime neonate nei suoi occhi, ma ora lui me le nasconde. Abbasso lo sguardo. Sto ancora stringendo forte quel maledetto lenzuolo.

–E così…te ne vai. Ma tornerai, vero?- mi domanda improvvisamente Hanamichi, accovacciandosi accanto al mio letto. Non mi guarda, forse non sarebbe capace di trattenere le lacrime, se lo facesse. Faccio in modo di sorridere mentre rispondo al suo interrogativo, ma è così difficile.. –Si, come no, verrò a trovarti sicuramente. Ci sono un sacco di persone a cui tengo qui. Tu, le ragazze, Yuki..si, sicuramente tornerò, magari per le vacanze di Natale…- Hanamichi non sembra affatto rincuorato dalle mie parole. Deglutisce, ma sembra che il groppone alla gola che sta cercando di mandar giù sia troppo grande per lui. –Mi dispiace tanto che tu te ne vada, Ucchan…con chi guarderò la tv sul divano mangiando schifezze, ora? È? È? Dillo al Tensai, avanti!- Sorrido, questa volta mi viene più naturale. –Troverai sicuramente qualcuno con cui farlo. Yuki, ad esempio…sono sicura che lei ne sarebbe felice- Hanamichi storce il naso. –Si…beh, ma non sarebbe lo stesso! Cioè, Yuki è forte e tutto, ma tu..tu, Ucchan…tu…- Non riesco a trattenere le lacrime mentre guardo questo stupido con la S maiuscola cercare le parole, provare a spiegare…ma è difficile, Hana, e io lo so. –Calmati, so bene cosa vuoi dire- lo interrompo, tra le lacrime. Lui ora mi sta guardando piangere in silenzio, colpito dalla mia reazione. Ma io vado avanti, voglio fargli capire quanto ci tengo a lui e quanto apprezzo ciò che lui ha fatto per me ogni giorno, da quando mi sono trasferita a Kanagawa. E le parole nascono spontanee, da dentro… –ti ringrazio, Hanamichi Sakuragi, d’essere il migliore cugino del mondo, e il migliore amico che una ragazza possa avere- E a questo punto, Hanamichi è costretto ad alzarsi e scappar fuori dalla mia camera.

Lo so che sei fermo in corridoio a piangere.



Due ore dopo sono già pronta per uscire di casa, i capelli spazzolati alla bell’e meglio, una felpa anonima addosso, i pantaloni macchiati. Hanamichi non ha fatto in tempo a fare la lavatrice, ma alla fine, non è importante. Tutto questa sera sembra una grande, immensa sciocchezza, se paragonato al grande passo che sto per compiere.

Sto per imboccare una nuova strada, sto cambiando direzione, eppure, sto tornando alle origini.

Mai pensavo che avrei avuto il coraggio di abbandonare questa vita, penso, mentre faccio qualche passo oltre la soglia di quella che io avrei per sempre voluto chiamare casa. La stessa casa che ora mi volto a guardare, con la morte nel cuore.

Quante ne sono successe, qui…Un giorno di pioggia. Un acquazzone terribile.

Un telefono che squilla, e la voce gentile di una ragazza.

Non riesce a trovare la sua maglia.

La maglia numero 7.

Un ragazzo fiero, bellissimo, seduto sotto la veranda, i capelli umidi, la bicicletta abbandonata contro il muro, accanto a lui.

Un epiteto pronunciato con quella sua voce profonda e ripetuto milioni e milioni di volte, un epiteto che mai, mai più, vorrei sentire.

Non voglio che nessuno mi chiami così, mai più. Sarebbe orribile.

Sarebbe…triste. Semplicemente triste.

–Andiamo, Ucchan?- mi domanda Hanamichi, fermo davanti al cancelletto; regge le mie due valigie più pesanti. Le due più piccole le porterò io. –Si. Scusami.- Non mi ero neppure accorta che fosse uscito di casa. Ma ora la porta è già chiusa, non si può più rientrare. Non si può più tornare indietro. Qualche passo ancora, solo qualche passo, e ho varcato il cancelletto.

Il più è fatto.

–Andiamo alla stazione- dico a mio cugino, afferrando le due valigie rimaste. –incontrerò tutti direttamente lì. Beh, chi verrà, ovviamente.-

Hana mi scompiglia i capelli, mi sorride incoraggiante. –vedrai che ci saranno tutti, Ucchan. Nessuno vorrà lasciarti andare senza salutare!-



E infatti, quando arrivo alla stazione, sono già tutti lì. I primi che mi vengono incontro sono Ayako e Ryota. Sono così felice di vederli. Ayako non vuol sentire proteste da parte mia: mi stritola letteralmente, riempiendomi di baci sulle guancia, sulla fronte, sulla testa… -Eddai Aya, lasciala stare!- interviene Ryota in mio soccorso, sorridendo imbarazzato. Finalmente, Ayako la Piovra mi lascia andare, permettendomi di scorgere il pallone che Ryota ha tra le mani. –Questo è per te, Uriko- mi dice il capitano dello Shohoku maschile, passandomela. –avrei voluto dartela con gli altri presenti, ma io e Ayako dobbiamo proprio scappare, e quindi…- Sorrido. –non preoccuparti, non c’è problema.- Abbasso lo sguardo sul pallone e…scoppio a piangere nuovamente. È pieno di firme. Firme dei miei amici… c’è quella tondeggiante ed infantile di Chiyako, quella elegante e sinuosa di Ai, quella incerta di Yumi, l’immancabile firma di Hanamichi, seguita a ruota da quella di Yuki…e quella di Akagi, Kogure, Haruko, Hisashi, Ken, Akira…quella di Nanaka, con un cuore accanto, quella di Fumie, un po’ confusionaria…e lì accanto, quelle degli stessi Ayako e Ryota…quella di Mito, perfino quella di Kiran. Rimango sorpresa nel vederla. Felice. –E’..è bellissimo..- riesco solo a dire, tra un singhiozzo e l’altro. –significa…significa davvero molto per me, ragazzi. Grazie- Rialzo il viso, incontro gli occhi di queste due persone meravigliose. –l’idea è stata mia- si vanta Ayako, tronfia. Rido tra le lacrime. –una bellissima idea, grazie davvero- -oh, smettila di ringraziare, Uriko! Sei un amore di ragazza, ti meriti questo ed altro! Mi dispiace solo non essere riuscita a far firmare Kaede, è irrintracciabile di questi tempi…mi chiedo dove si sia andato a cacciare!- Al sentire il nome di Kaede il mio cuore perde un battito, ma non lo do a vedere. Continuo a sorridere, come se niente fosse. –non fa nulla- dico soltanto. –va bene- interviene quindi Ryota, -scusaci tanto Uriko, ma adesso dobbiamo andare-

Scuoto il capo, ripeto “non fa nulla”, li lascio andare. Hanamichi mi posa le mani sulle spalle, mi incita ad entrare in stazione. Mi lascio guidare.



Qualche minuto dopo sono già sul treno. Tutte le persone a cui voglio bene sono qui, sto conversando con loro attraverso il finestrino aperto. Hanamichi mi ha aiutato a caricare le valigie, poi è sceso dal treno nuovamente, ed ora eccolo lì, tra Hisashi e Haruko. Sembra mortalmente abbattuto.

-mi dispiace non essere riuscito a conoscerti meglio, Uriko- mi sta dicendo un sorridente Akira. Kiran gli sta accanto: il sorriso sembra essere finalmente ritornato sul suo volto. –ma da quel poco che ho visto, sei una grande persona, Uriko Sakuragi- Kiran annuisce, piano, mentre un sorrisetto furbo si dipinge sul suo viso. –non in senso letterale,ovviamente- Ah ah, molto spiritosa davvero, Kiran!

-pensaci, quando sarai a Tokyo- mi dice Chiyako, facendosi largo a stento tra la piccola folla. –Si, e spediscimi una bella maglietta, che qui a Kanagawa non si trova niente!- aggiunge Nanaka, oggi più truccata e riccioluta che mai. Sorrido. Lo farò, amica mia. –si, ma voi promettetemi che mi scriverete- dico io, mentre osservo impotente Haruko scoppiare in singhiozzi, e Yumi tentare di consolarla. –ci puoi contare- assicura Ai, rivolgendomi un gesto d’assenso. –ti scriveremo spessissimo, Uriko- mi assicura Haruko tra le lacrime. Poverina, mi dispiace che la prenda così. –su, Haruko, smetti di piangere. Uriko verrà a trovarci, non è vero, Uriko?- mi domanda Yumi. Annuisco. –Si, l’ho detto anche ad Hana stamattina. Sicuramente verrò qui per le vacanze di Natale- Yumi sorride, poi si rivolge nuovamente alla cugina. –Ecco, hai sentito Haruko?- Non riesco a sentire la risposta di Haruko, perché Akagi e Kogure si fanno avanti. –siamo davvero felici di averti avuto in squadra quest’anno, Uriko- inizia Kogure, lasciandomi senza parole. –sei stata essenziale per noi- conferma Akagi. –sei una vera campionessa, Sakuragi, e una vera amica…e io sono…onorato di essere stato il tuo coach- Mi porto una mano alla bocca. Non è possibile, questi stupidi mi stanno facendo piangere di nuovo! –Buona fortuna per il tuo futuro. Sono sicuro che diventerai qualcuno.- rincara la dose Kogure, e Akagi annuisce. –Buona fortuna- Non mi trattengo più. Mi sporgo dal finestrino quel tanto che basta per abbracciare l’imponente ed indistruttibile Takenori Akagi. Lo stesso imponente ed indistruttibile ragazzo che sta quasi per piangere mentre gli sussurro tutta la mia riconoscenza. È solo grazie a lui, e ai suoi insegnamenti, se sono riuscita a segnare quell’ultimo canestro. Ed è in parte grazie a lui che sono maturata, e diventata ciò che sono. Tutte quelle ore di allenamenti strazianti, tutta quella fatica, il sangue sputato prima d’ogni maledetta partita…è tutto grazie a lui. –Grazie anche a te, Kiminobu- dico poi al simpatico quattrocchi dagli occhi lucidi. –Grazie a tutti!- urlo, e sono sguardi carichi di significato quelli che rivolgo ad ognuno dei presenti, perché ognuno di loro per me ha fatto qualcosa di importante, ha contribuito a rendermi una persona migliore. –Grazie mille, Haruko.- le dico, spiazzandola –tu per prima hai creduto che ce la potessi fare. Tu, e Hana, naturalmente- Hanamichi mi sorride, grato. –Ecco, diamo al Genio ciò che è del Genio!- esclama poi, pieno di sé. Scoppiamo tutti a ridere. –sei incorreggibile, cugino- gli dico, prima di proseguire: -Grazie a te, Chiyako. Hai saputo insegnarmi l’umiltà. E a te, Nanaka. Se mai avrò bisogno di consigli di moda, sarò la prima a cui mi rivolgerò- Nanaka ridacchia, tra le lacrime. Chiyako mi rivolge uno sguardo pieno di gratitudine. –Grazie ad Ai. I tuoi insegnamenti mi saranno utili. Sei davvero un genio del basket, ricordatelo!- Ai ride, poi mi manda un bacio con la mano. –Yumi. Sei definitivamente il miglior capitano che si possa avere.- -Grazie- mi dice lei, e noto che sta cedendo alla commozione, come tutti gli altri. –Fumie- La guardo, lei mi guarda. Tutto è cominciato in quel piccolo campetto nella periferia di Tokyo…-Grazie di esserci stata, sempre. In gamba, bella!- le dico. Ci battiamo un cinque. –hell yeah, Sakuragi. Vedi di star bene!- Abbozzo un sorriso. –Grazie Hisashi. Senza di te, come avrei fatto il primo giorno di scuola?- Lui mi rivolge uno dei suoi sorrisi migliori. Mi risponde con un “modestamente!” che ci fa scoppiare a ridere tutti, di nuovo. –Ken. Grazie per l’indimenticabile storiella dell’orrore, tu e Hisashi non avevate nulla da fare quel giorno?- -obbligato- mi risponde lui, con un ghigno. Voi non lo sapete ragazzi, ma grazie alla vostra storiella, quella notte ho potuto sentire il suo respiro caldo sulla pelle…ho potuto dormire con Lui. Non potrò mai ringraziarvi abbastanza. Ma non voglio pensare a Lui, non ancora. Per questo torno al mio compito. Ringraziarvi uno ad uno, ragazzi. E così vado avanti.

Ringrazio Mito, una persona con la testa sulle spalle, dopotutto. Ringrazio Yuki, di quanto ha fatto per me. Akira, di essermi stato amico. Quando viene il turno di Kiran mi fermo un po’ a riflettere. Vorrei dire qualcosa di speciale, ma so che dirò esattamente quello che mi passa per la mente…-Grazie, Kiran- le dico semplicemente. Non c’è bisogno di aggiungere altro. –Spero che potremo sfidarci,un giorno- mi dice lei, in risposta. Annuisco. –lo spero anch’io, abbiamo ancora un conto in sospeso! Devo ancora farti capire chi comanda!- Ci sorridiamo. Siamo ancora amiche.

Il fischio del treno. Il rumore della motrice in funzione. Hanamichi ora sembra allarmato. Gli sorrido, e non posso fare a meno di piangere un'altra volta. Chissà quanto tempo passerà, prima che io lo riveda…

-Ti voglio bene, Hana- gli dico, riappoggiando le spalle sullo schienale del mio sedile. –Anche io- mi dice lui. –Fai buon viaggio-

Il treno inizia a muoversi. Lentamente. Haruko è scossa da una nuova crisi di pianto. Gli sguardi di tutti si fanno più tristi, rassegnati. Mi sporgo fuori dal finestrino, li guardo tutti…sono ancora così vicini, potrei scendere dal treno, potrei farlo adesso. Ma non lo faccio.

Osservo incredula un motorino sfrecciare in mia direzione. Che diavolo ci fa un motorino in una stazione!? Non riesco a credere ai miei occhi quando distinguo chi è alla guida del veicolo. Nobunaga Kiyota! E alle sue spalle, Naromi Kitazawa, con tanto di polso fasciato.

–Sakuragi!- urla Naromi, mentre il treno comincia a prendere velocità. –Sakuragi, non mi hai ancora sconfitto!- Le sorrido. Non è pazza come può sembrare, ho capito tutto. È il suo modo di dirmi arrivederci. –Arrivederci Naromi!- le dico. –Arriverci!- grida lei. –Arrivederci!-

Il treno ora è veloce. Hanamichi, i ragazzi , poi Naromi Kitazawa e Nobunaga Kiyota scompaiono dalla mia vista, uno dopo l’altro.



Mi abbandono sul sedile.

Non c’è più niente che io possa fare.

Non c’è più tempo. Tu non sei venuto.

Non c’è più tempo.



Sapevo che avrei pensato a te non appena il treno si fosse lasciato alle spalle la banchina.

Sapevo che il ricordo degli altri si sarebbe oscurato, che solo il tuo viso avrebbe occupato i miei pensieri. Un po’ ci speravo di vederti lì, oggi. Speravo di vedere il tuo viso tra quello di tutti gli altri. Eppure così distinto dai loro.

Ma non è successo. Non mi chiamerai, non mi cercherai mai più, non chiederai mai più di me.

Non posso più fare niente per impedirlo.

Ci siamo separati, le nostre storie si sono slegate, così come si erano intrecciate tra loro.

Guardo il paesaggio indistinto scorrere davanti ai miei occhi. Veloce. Troppo veloce.

Sono su quest’ultimo treno per casa.

Sono già troppo lontana, Kaede.




But there's still tomorrow
Forget the sorrow
And I can be on the last train home
Watch it pass the day
As it fades away
No more time to care
No more time, today

[Last Train Home – Lostprophets]








Ciao a tutti :)
Essì,finalmente mi sono decisa a finirla..nn le sentite li sentite i cori dell'alleluia??
si è davvero realizzato un sogno bellissimo per me xD
Vi annuncio che ho già scritto i primi capitoli del SEQUEL di questa storia.
Il primo capitolo è già stato pubblicato qui; la storia si chiama Eternal Sunset (Next To The Bitter End).
Grazie di avermi supportato in questa mia impresa, e grazie di amare lovin' basketball.
Voglio bene a tutti voi.
Ruki, ormai diciannovenne (quasi ventenne) e fidanzata con il suo Rukawa.
  
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