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Autore: Elizabhet Blessed    03/03/2014    1 recensioni
Non devi mai fidarti dei demoni. Damian ha provato le conseguenze sulla sua pelle facendo un patto con Vassago, potente principe degli Inferi che dirige più di ventisei legioni infernali. Vassago lo fa diventare un demone come lui , Damian è costretto a servirlo nella sua villa nel mondo degli esseri mortali. Intanto nel paradiso Khatrine , una normale ragazza morta in un incidente con il suo scooter è costretta dal pigrone dell'arcangelo Michele ad entrare nella squadra degli angeli custodi anche se Khatrine si rivelerà una vera pasticciona. Le storie così diverse di questi due ragazzi si intrecceranno per dare vita ad'un unica storia.
Genere: Comico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vassago mi aveva ordinato di andare in camera sua quando ritornò. Feci come diceva , come era per me solito fare ormai poiché mi ero rassegnato. La camera di Vassago era grandissima. La stanza era imponente ed intimidiva. Di fronte alla grande porta c'era il maestoso letto a baldacchino con le lenzuola di seta rossa, morbida e fredda la stanza aveva le pareti rivestite di un rosso più scuro e a tutte le finestre c'erano le tende . La lussuosa camera era illuminata da candele , Vassago odiava la luce artificiale. Diceva che il fuoco lo faceva sentire vivo e in quache modo poteva dare un'atmosfera viva alla camera. Vassago era seduto scomposto sulla poltrona davanti al caminetto.Non indossava la maglia , aveva solo un'elegante accappatoio in seta color blu notte aperto . Aveva qualcosa che luccicava in mano , poi capii cos'era che catturava la sua attenzione...Un coltellino. dopo un po si accorse di me. Avevo freddo ,nonostante il fuoco si gelava in quella camera. Vassago si alzò e venne lentamente verso di me facendo ondeggiare perfettamente l'accappatoio , i suoi occhi erano rossi come le coperte del letto. Avevo paura lo ammetto. Mi tese la mano e mi guardò intensamente negli occhi , per timore che potesse arrabbiarsi accettai e presi la sua mano gelida , lui mi fece gentilmente sedere su letto senza dire nulla ma osservandomi con attenzione. Mi esaminò rigirando più volte il coltellino tra le mani, poi mi sorrise. Non era un sorriso cordiale ma uno di quei sorrisi trionfanti che ti facevano sentire inferiore. Vassago si allontanò ed inserì un vinile nel giradischi che riprodusse una canzone lirica .Stavo tremando e non so se per la paura o per il freddo. Vassago mi spinse e mi fece sdraiare, poi si mise a cavalcioni su di me e mi sussurrò qualcosa nell'orecchio - Ho un nuovo giochino per te , si chiama '' tagliuzza l'innocente '', io personalmente lo trovo molto simpatico. E anche tu , vero ? - Mi chiese con gentilezza Vassago mentre mi provocava un'incisione sul petto . Non riuscii a rispondergli ma solo a fare cenno di sì con il capo mentre soffrivo in silenzio - Cosa?! - Mi richiese Vassago lasciando trapelare un pizzico di odio nella voce e forzò la presa sul mio petto - S-SI' ! - gridai per il dolore. Lui fece di nuovo quel sorriso trionfante...Non esisteva persona o demone più sadico di lui. Avvicinò il volto fino alla ferita che mi aveva provocato e assaggiò il mio sangue lentamente , lo odiavo troppo. Trattenni lacrime causate dal mio odio per lui quando continuò il suo lavoro scendendo sempre più giù. Quando quell'inferno finì mi baciò tutte le ferite e poi appoggiò le sue labbra sporche del mio sangue sulle mie. Dopo fu tutto buio e crollai in un lungo sonno senza sogni. Quando mi svegliai ero ancora disteso sulla seta fredda che ormai era intrisa del mio sangue , le ferite erano scomparse e fortunatamente anche Vassago , come succedeva tutte le mattine. Lui odiava la luce del sole. Mi andai a fare una doccia veloce , mi faceva male tutto ma non mi lamentai. Quando finii di fare la doccia mi rivestii e cambiai le lenzuola intrise ancora del mio sangue. Non potevo continuare così , andai in camera mia che si trovava nella soffitta buia , era piccola , aveva solo una scrivania e un lampadario che emanava una fioca luce . C'era anche un letto ad una sola piazza contro una parete. Mi sedetti alla scrivania e avviai il carillon che una volta apparteneva a mia madre che iniziò a suonare la melodia della vie en rose , era l'unica cosa che lui mi aveva permesso di tenere , ed era la cosa a cui tenevo di più. ------------------------- SALVE GENTEEE , per prima cosa voglio ringraziare Talia , che mi aiuta sempre quando non ho nulla da scrivere. Senza di lei sarei persa °A° Via auguro una buona lettura ** e non esitate a recensire !
  
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