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Autore: Benny23    04/03/2014    0 recensioni
Cecelia Wilson è una ragazza sempre vissuta tra le grinfie della famiglia Wilson. Sempre guardando il lato positivo, non ha mai visto niente di così maligno da cambiargli la vita: per lei erano solo persone da evitare, ma, dopotutto, non la trattavano in maniera perfida. Nel cambiamento più importante della sua vita, Cecelia si accorge che il grande passo che vuole da sempre fare, svanisce in un attimo. Il 16 Settembre comincia il liceo, e avvengono cose strane sin dalle 6.30 del mattino. Che cosa scoprirà Cecelia?
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Gender Bender
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Cecelia sentì i passi di sua madre avvicinarsi. Ripose velocemente il libro sulla scrivania e prese il libro che c'aveva sul comodino, lo aprì e fece finta di leggere. La madre bussò alla porta, poi tossì leggermente. << Posso entrare? >>
Cecelia si sentiva ancora in colpa, ma non rispose. Il suo orgoglio era davvero grande. La madre entrò, conosceva questo suo lato. Perciò posò il vassoio con sopra due tazzine di caffè color bianco, sopra la scrivania. Vide il libro spolverato. << Ah, l'hai letto? >> Chiese la madre.
<< Cosa? Quel libro..? Neanche l'ho aperto >> Disse Cecelia, facendo finta di leggere il libro che c'aveva in mano.
<< Ha-ha, allora scommetto che stai leggendo quel libro... >>
<< Già >>
<< Be'... è all'incontrario >> La madre rise.
Cecelia arrossì leggermente e chiuse il libro, abbassando lo sguardo. << Che vuoi? Ero curiosa... >> Disse, giustificandosi. La madre la guardò sorridendo. << Hai letto di quel potere che ti avevo suggerito? E se tu allungassi il tempo? Anche se è un po' stupido... >>
<< NON E' STUPIDO! >> Urlò Cecelia, gridando la madre. << I-io l'ho letto >> Continuò, accorgendosi della figuraccia.
<< Oh... >> La madre guardò in basso. << Non pensarci, non è così brutto... no...? >>
<< Sto dicendo la verità! Sto dicendo la verità! Leggilo...! >>
<< Sono solo pensieri, non serve a nulla allungare il tempo, nel mondo della magia... a tutte le magie danno un'elevata importanza... ma non serve, se non lo sai usare bene, visto che questo è difficile... >>
Cecelia infondo lo sapeva. Credeva di essere speciale, per una volta; iniziò a lacrimare e cacciò sua madre a deboli pugni.
La madre se ne andò nel modo più triste che una madre potesse avere in viso: voleva riallacciare i rapporti, ma sembrava averli peggiorati. Sentiva la figlia piangere, perché l'aveva capito: non era mai stata qualcuno. Né nella sua vita. Né nella scuola. Né nella famiglia. E neanche nella magia.
Appena Cecelia sentì i passi allontanarsi, si diede un immenso sfogo: aveva solo voglia di piangere, buttare via quelle lacrime che le pesavano da tanto tempo. Si era solo illusa.
<< STUPIDA! >> Gridava, più e più volte.
La madre ebbe un tonfo al cuore. Si sentiva in colpa, ma dovette dirgli la verità.
Cecelia lo sapeva.
Prese il libro di magia, ancora in lacrime, e se ne andò dalla camera. Scese le scale pesantemente. La madre stava in salotto. La vide andarsene senza dire nulla. La figlia si sentì ancora peggio per questo.
Percorse la strada in modo veloce.
<< Sentirmi in colpa? Io?! Quella deve chiedermi scusa... io... >> Iniziò a rallentare il passo. << Io... ho dei sentimenti... >> Sprofondò a terra. Abbassò la testa e pianse, in preda al terrore.

Improvvisamente, Cecelia sentì l'eco delle sue urla. << Ma... cosa...? >> Ansimante, alzò la testa. Tutto era più lento, tranne lei, ovviamente. << L-la magia >> Disse, sicura di sé. Neanche ci credeva. Forse camminava in una strada dritta? Ma è ovvio: Cecelia stava pensando all'accaduto, e non si era concentrata su ciò che stava facendo.
Fece un passo indietro.
Era davvero tutto lentissimo, sembrava che non si muovesse. Prese il libro e rilesse la regola: “In teoria, non si ferma il tempo, ma lo rallenti in una maniera così lenta, appunto, che sarebbe difficile trovarne una differenza: si potrebbe raggiungere l'ora in un secondo. Quindi un'ora equivalerebbe ad un secondo.”
Cecelia rimase sbalordita. Sembrava davvero un'ora equivalere ad un secondo! Sarebbe stato il massimo. Si alzò in piedi di scatto. Si tolse la polvere dai vestiti, mise il libro nella borsa e s'asciugò le lacrime. Ma... cosa avrebbe potuto fare? E come sarebbe potuta tornare indietro?

<< Non sta scritto...! >> Si disse, provando a cercare una soluzione. Come aveva fatto la volta precedente?
Dopo vari motivi di provare a farcela (come, facendo finta di arrabbiarsi dell'accaduto, camminare non più in maniera dritta, etc...), si decise ad utilizzare questo tempo. << Nel libro stava scritto... sono rara! Ma quella... non lo sa >>
Cecelia voleva dimostrare a sua madre quanto valeva: era la prima volta che c'era riuscita, ed era sicura: nel libro stava scritto che era un caso strano e raro.

Si diede più volte uno sguardo intorno. 'Ma se non si ferma il tempo, e quindi va davvero lentissimo...le persone normali mi vedono camminare in maniera velocissima?' Pensò Cecelia.
Si preoccupò. Potevano spaventarsi, vedendo una ragazza teletrasportarsi. Riaprì il libro agitandosi, poi sfogliò la prima pagina. Eccolo: “Nell'uso di una magia anormale per gli esseri umani, non dovete preoccuparvi. Ci sono vari modi per non fargli accorgere che sta succedendo qualcosa: potreste scomparire, senza che nessuno se ne accorge (accade senza che voi ve ne accorgete). Oppure, un'anima morta si prenderà cura del vostro corpo, dal momento che usate la magia. Non preoccupatevi: sono anime pure. Le anime morte, anche dentro, giacciono nel “Animae mortuorum”, detto Amortum (vedi pag. 254).”
Cecelia fece un bel sospiro. Poi rilesse la prima frase. “Per gli essere umani”. Se loro erano essere umani, Cecelia cos'era? Forse doveva chiedere ad un mago. Pensava che, dopotutto, nella sua scuola c'era qualcuno che usasse la magia.
<< Quindi...è chiaro. Gli essere umani non devono sapere della nostra magia! Chissà poi cos'è questo Amortum... sembra una cosa dolorosa. E poi, ci vanno tutte le anime? Anche quelle nate senza magia? >> Cecelia se lo chiese più volte. Aveva così tante domande in sospeso.
Comunque sia, chiuse il libro, senza preoccupazioni. Aveva deciso: voleva usare il tempo per trovare un mago, in grado di poterla aiutare. Di certo non voleva chiedere ai Wilson: sembrava odiarli ogni secondo di più. 

   
 
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