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Autore: TheLittleBlonde    04/03/2014    10 recensioni
Mi fissa negli occhi. Come se fosse incantato. Come se fosse in uno stato di trans.
E io faccio lo stesso. Lo osservo, mordendomi il labbro inferiore.
Non ha il diritto di guardarmi così. Non ha il diritto di mandarmi chissà dove, ogni volta che mi immergo in quelle sue iridi, all'apparenza normalissime, ma che su di me hanno un effetto devastante. Quasi da farmi provare dolore.
Come può uno sguardo, far star bene e male allo stesso tempo? Per me è così.
La mia paura è troppo grande. Paura di fidarmi. Paura di essere tradita. Perciò non voglio assolutamente sbilanciarmi. Perdere l'equilibrio che ho trovato negli ultimi anni. Non voglio soffrire di nuovo.
Quindi, non mi lascerò andare. O almeno, non così facilmente.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Non si giudica un libro dalla copertina.
O era 'non si giudica una copertina dal libro?
Fa lo stesso. L'importante, è il fatto che non vi 
fermiate alla apparenze. Ossia, se siete entrati qui,
non fate che leggete la prima parola e chiudete. 
Andate sino in fondo, non fermatevi al primo capitolo.
Arrivata al secondo, terzo e non vi piace? Bene, avete
il pieno diritto di dirlo. Ma non fermatevi subito.
Grazie per l'attenzione, e scusate se sono stata
'brutale'-

Che giornata di merda.

Premetto che io amo Londra, le sue strade e tutto quanto. Ma ha scassato con il suo costante tempo di merda. Insomma, sembra che il Signore, lassù, soffra di incontenenza e siccome il suo gabinetto è otturato, la fa sempre qua. Io, abituata al sole che spacca le pietre anche a dicembre, non posso trovarmi in questo schifo. Ho voglia di sudare per il caldo, come quando Flavio Insinna conduceva Affari Tuoi. Come Marco Mengoni quando si sforzava di cantare a Sanremo. Voglio sentire caldo, porcaputta.
Mentre continuo a bestemmiare da sola, sento alla radio inglese... Moreno.
Ah, non pensavo che fosse così famoso quell'essere.
Vogliamo parlare delle pubblicità italiane?
Allora, c'è quella che entra in casa e grida, come se glielo avessero appena dato, 'Ho comprato l'Amuchinaa' e tutta la famiglia fa un sorriso di 69 denti. Quella della Mulino Bianco con Banderas. Quello del panettone Maina, dove tutto il coretto di rincoglioniti cantano 'Se tu lo fai.. piano piano. Tutto sarà.. buono buono!'. Quello di Tantum Rosa: la donna si avvicina alla macchina delle amiche e fa 'Scusate, ho un bruciore, un prurito intimo. *caccia la scatoliana del Tantum* Sono stata in farmacia'. Quella di Pino. Quella della Schweppes. Guardate, se dovrei parlare di tutte le pubblicità minchiose italiane, non la finirei più. Non basterebbero tutte le pagine della Bibbia, del Vangelo, di Romeo e Giulietta e dei Promessi Sposi.

 

'Stecca, stecca. Che confusione, intorno a me. E quasi come.. dopo una BOM-BAA!'

 

Sto andando a fuoco. Non posso farcela. Moreno alla radio. Non so cosa mi fa venire, ma non mi piace. Rispetto pienamente tutte le sue fan, ma alla radio inglese? Come quando ho sentito che il disco di Gigi D'Alessio era al primo posto in classifica in America. Sarà bravo e tutto quanto, ma cosa cazzo c'entra Gigino in America? Bha.
Decido di cambiare stazione, grazie a Dio, e qualcuna più avanti trasmettono 'Mi Mi Mi'. Mi sembra mia madre quando parlava e parlava. E porca puttana. Una canzone degna di essere chiamata canzone? Per esempio, Taylor Swift?
'Giornata di merda' alla seconda potenza. Un attimo di distrazione, per spegnere quella cazzo di radio. Due secondi che non guardo la strada, che sembra deserta, e mi ritrovo conficcato nella fiancata destra della mia piccola, innocente, minuta Smart, un macchinone che secondo me neanche Obama possedeva. E lui si che ne ha di soldi, diciamocelo.
Quel mongolo razzista che si è ficcato nella mia macchinina, farà Il giro del Mondo con un calcio in culo, giuro.
Scendo dalla mia macchina ed inizio ad urlare come una forsennata.
“Stavi guidando dopo esserti fatto dieci canne e sniffato marijuana al posto della colazione o cosa?”. Riprendo fiato e continuo. “Sei un maledetto razzista, e solo perché hai una macchina più grande della mia, ti ci sei ficcato dentro tranquillamente”.
Il chiamato in causa, scende e mi sorride. Sembrava dire 'ma dai, è solo un graffietto'. Ma ficcatelo in culo. Lo prenderei a calci, giuro.
“Ma dai non è niente, e solo un graffietto. Non farne una tragedia.”. Ecco, appunto.
Vorrei tanto continuare a prenderlo a parolacce, ma non posso, perché ho visto i suoi occhi. Qualcosa di indescrivibile. Occhi color mare, capelli spettinati castani, una maglietta a righe bianca e rossa, e dei pant.. Ehi aspetta. Ma quale sfigato si metterebbe una maglietta a righe? Non si usano più dagli anni '50. Però nonostante tutto, devo ammettere che ha un bel sorriso. Potrebbe far cambiare orientamento a della lesbiche, davvero. Potrebbe fare invidia al mare. Far ingelosire le stel.. Basta Mary, ritorna a prenderlo a parolacce. Lo continuo a fissare, ma proprio non ci riesco a prenderlo a parole.
“Hai finito di fissarmi o vuoi una foto? Dura di più.”. No, ma sta scherzando? Chi si crede di essere questo sfigato con la maglia a righe? Come si chiamerà? Peppino, forse?
“Scusa, piacere. Louis. E forse hai ragione tu: è più di un graffietto”. Un po' inizio a spaventarmi. Sembra mi legga nel pensiero porcospino.
“E certo che ho ragione. Avevi per caso dubbi?” ribatto acida.
Era ovvio che avevo ragione. Partivo avvantaggiata, dato che non ero una sfigata con la maglietta a righe. Vabene, la smetto di tormentare la sua maglia.
“Proprio un bel carattere hai. Mi dici almeno come ti chiami?” mi domanda.
“Castoro In Calore. Castoro di nome, In Calore di cognome.” gli rispondo. Ovvio che è una cazzata vera e proprio, ma non avevo voglia di dirgli il mio nome.
“Bel nome, davvero.” dice facendosi scappare una risatina.
“Mi prendi in giro per caso?”.
“Sei stata tu la prima a farlo.”. Risponde appoggiandosi alla sua macchina.
“Fottiti. Non è così che si tratta una ragazza.”. Non si merita neanche il mio sguardo quel maleducato sbarra prepotente sbarra deficiente.
In quel momento lo avrei fatto affettato e messo in un panino, siccome avevo una leggera fame.
“Non parlare di gentilezza tu, perché sei tu la prima a sparare parolacce a destra e sinistra. Non voglio nemmeno perdere tempo con te. Ci si vede.” dice facendo per andarsene, ma lo blocco.
“Aspetta” dico, buttando una mano in avanti per fermarlo. Aspetta, l'ho appena trattenuto?! “Scusami, ma ascoltare Moreno di prima mattina, mi mette il nervoso. Possiamo parlare civilmente?” dico, convincendomi che non avrei detto più parolacce. Comunque, pur volendo non potrei.
Lo vedo che un po' ci rimane. Non si aspettava che lo fermavo forse. Neanche io sinceramente. Ma qualcosa mi dice che un po' è uguale a me, e che diventeremo amici. Ma poso lo sguardo sulla sua maglia e i miei presupposti, si vaporizzano nel nulla.
“Scusami ma anche se vorrei non posso”, fa una pausa e riprende. “Vado di fretta. Se mi dici dove abiti, più tardi passo e ci mettiamo d'accordo per il risarcimento danni”.
Aspetta aspetta. Vuole sapere dove abito? Se fosse uno stalker?
“E se fossi uno stalker?”. Okay, l'ho detto senza pensare. Io parlo senza pensare.
“Ho sentito bene? Uno stalker?” dice incredulo.
Butto una mano avanti come per dire 'lascia stare'. “No, scherzavo”.
“Comunque abito in Street Time Square 29” dico sperando di non aver dato questa informazione ad uno stalker, di prima categoria.
Di colpo fa una faccia che oscilla tra il 'What a f*ck?' e il 'Perché a me?'. La sua faccia mi inquieta, devo ammetterlo.
“Tutto bene, o hai scoperto che sei gay?” dico a caso, per farlo risvegliare dal suo stato di trance.
Finalmente reagisce e si riprende. “No, ma che dici. Io gay? Preferisco trasformarmi in una foca incinta.” fa una pausa e riprende, con lo sguardo fisso su di me. “Siamo vicini di casa“ .

“Come? Non ho sentito.” ribatto preoccupata, per quello che non volevo sentire.

Siamo vicini di casa.” ripete, alquanto sconsolato.

Bene, questa volta forse ho capito, ma non voglio. “Non ho capito ancora, ripeti”.

Siamo vicini di casa! Ora hai capito?grida, come se gli avessero strappato un testicolo. Si calmasse, perché se mi incazzassi anche io, staremmo apposto.
Faccio una faccia di disgusto. Sono con gli occhi fuori dalle orbite. “Ah..” dico scioccata. “Vicini? Dio, aiutami!”. E alzo le mani al cielo, implorando aiuto.
Così grave non è poi, sarà anche insopportabile, ma mi piace (come persona, ovvio). Potremmo diventare amici. Ma che cazzate dico.. il 'MI MI MI' di Serebro mi ha dato alla testa.
“Facciamocene una ragione e andiamo in pace.” dice infilandosi in macchina con una certa fretta, che mi urta leggermente le palle.
“Bene. Ciao” e neanche finisco di salutarlo che lui già ha fatto retromarcia, ed è partito a tutta birra, schizzandomi con l'acqua piovana che giace a terra.
Mi sale la rabbia fino all'ultimo capello del mio cranio: per avermi lasciata in mezzo alla strada, completamente bagnata e con la macchina rotta, a distanza di 4 isolati da casa mia. 



Watanka!!
Allora, ciao ragazze. Questo capitolo l'ho scritto circa due mesi fa, e nel frattempo ho scritto sino al 4° capitolo. Non so con che coraggio abbia deciso di pubblicarla, forse studiare la Rivoluzione Francese mi fa questo effetto.. bo! Comunque sia, per chi non lo sapesse, mi chiamo Maria Pia (Mary se volete) e ho 12 anni. 
Molto probabilmente, fra qualche ora, tornerò su EFP e la cancellerò, forse. Però dipende da voi. Se il primo capitolo vi ha incuriosito, scrivetemi una recensione, un messaggio privato, segnali di fumo, fate voi, ma fatemi capire se devo continuare a postare, o eliminarla dalla faccia della Terra. Comunque riguardo al titolo ('Last Kiss', nonchè la canzone della Swift in cui in una certa situazione, mi rifarò.. vabene sto zitta): può sembrare un pò malinconico, ma vi assicuro che, da quello che ho in mente, non lo sarà per niente, dato il caretterino della protagonista, o no?  
Quindi, vi prego, vi supplico, vi scongiuro, se potessi mi metterei anche in ginocchio. Lasciate un vostro parere, ripeto, anche per messaggio.
Ora vi lascio in pace, e corro a studiare storia dell'arte.

La mia OS: 'Something that we're not.. or maybe yes?' (cliccate sopra, per leggerla).

 

  
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