Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Jeles    04/03/2014    2 recensioni
"Simuliamo un rapporto. Io ti affiderò il mio cuore, e ogni istante che mi vedrai o mi parlerai, dovrai ricordarti di prendere in mano quel pezzo di me e stringerlo. Non ti chiederò di tenermi per mano, né di uscire con me. Il nostro rapporto si baserà su un amore a senso unico. Io ti corteggerò in tutti i modi, ma anche se per un istante sarai tentato e vorrai cedere alle mie avance, non cadrai nella mia tela. Anche se la tua ragazza avrà compiuto atti discutibili, non dovrai mai rifugiarti da me, e mi abbandonerai portando con te in un bagaglio il mio cuore. Ci stai?”
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: Raccolta | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Scolastico
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il mio nome è Bliss Frost. Sono una ragazza decisamente poco talentuosa: io e lo sport andiamo d'accordo come un topo e un elefante, e non ho avuto nella mia vita particolari passioni che mi portassero a frequentare corsi, studiare, o darmi quel pizzico di vitalità che sembra mancare nella mia vita quotidiana. Se state pensando che io sia una persona pigra e impacciata, beh, in parte posso darvi ragione. Non mi sono spinta a fare qualcosa che mi valorizzasse, né ci ho provato. O meglio, ricordo di aver fatto un corso di cucina, giusto per allenarmi, ma frequentai si e no tre lezioni su sette, per cui lasciai perdere subito. Provai anche con lo sport: feci basket, giusto perché mi venne consigliato data la mia altezza, ma mi resi conto sul campo che l'altezza non basta, soprattutto se ti ritrovi nanerottoli la metà di te che ti passano sotto le gambe e ti rubano la vittoria. Ciò di cui ho bisogno ogni giorno è solo un pezzo di carta su cui scrivere, e una tavola da disegno per dipingere. Queste sono le mie uniche passioni che tengo per me, e a malincuore sono costretta a negare il totale disinteresse per la scuola che sto frequentando, un liceo scientifico. Non l'avessi mai fatto... Sapete, questa è una tipica situazione in cui avete 13 anni, un foglio davanti con delle scelte, e due genitori che con un sorriso smagliante ti guardano e ti chiedono “Allora, che scuola vuoi scegliere?”. A quel tempo non avevo idea di cosa volesse dire scegliere una scuola e percorrerla fino alla fine, credevo si trattasse solo di un secondo percorso, che mi avrebbe portata ad altre scelte, ma mi sbagliavo. Ed eccomi qui ora, all'ultimo anno di un liceo a dir poco mediocre, con degli insegnanti che si e no sono buoni, e con un bagaglio di conoscenze che nella mia vita non mi serviranno mai. E' frustrante. Ma ho imparato a conviverci, e per non deprimermi, il mio obiettivo è diventato ottenere un diploma e iscrivermi poi ad un Accademia d'Arte. E io credo fervidamente in questo desiderio.
Ma non perdiamoci troppo in chiacchiere. Vi ho introdotto in parte il mio carattere, giusto per darvi un'idea di chi io sia, e avrete capito che la cosa che meno vorrei nella mia vita è farmi notare. Conoscerete tutti nella vostra classe un compagno che se ne sta sempre nell'angolino o all'ombra, e che alla domanda “E' assente?” lo cercate freneticamente non notando che lui è di fronte a voi a guardarvi. Ecco, in parte la mia timidezza mi porta ad essere quell'elemento, ma dopo aver trascorso quasi cinque anni con una classe molto vivace, questo lato del mio carattere in loro presenza è svanito poco a poco; ciò non vuol dire che io sputi in faccia sentenze su di loro, solo che sono a mio agio: non ho bisogno di alzare costantemente la voce per farmi sentire, discutere con una persona ottusa è come discutere con un muro, non si smuoverà mai, e chi si alza per ribattere è una persona ottusa nel 90% dei casi.
Fin dal primo anno ho amato alla follia la mia classe. La mia esperienza alle scuole medie mi aveva portata a porre delle distanze con le persone attorno a me, ma loro hanno volutamente rotto questo muro che mi ero creata, e uno ad uno sono entrati nel mio cuore: qui ho conosciuto Kara, divenuta poi la mia migliore amica. Non posso fare a meno di lei, parlarle, chiacchierare, confidarmi, è diventata una sana abitudine che condividiamo reciprocamente, e abbiamo creato un rapporto d'armonia a dir poco splendido.
E poi ho conosciuto lui. Il suo nome è Xander Fox, un ragazzo alto e snello, con dei ribelli capelli corvini che tiene costantemente corti, e un paio di occhi tondi e scuri. Confesso che inizialmente l'idea che mi ero posta di lui era solo di un ragazzo con la passione per la natura e null'altro. I primi due anni non ci parlammo nemmeno, e solo nel terzo anno per conoscenza di una compagna di classe amica in comune abbiamo avuto l'opportunità di conversare, ma non mi disse nulla di che, né io mi interessai poi così tanto in lui. Ma al quarto anno qualcosa cambiò. Premetto che si trovò la ragazza proprio quel famoso quarto anno. Io ne ero consapevole, e continuai a provare indifferenza nei suoi confronti, ma il fato volle che qualche mese dopo si mise accanto a me come vicino di banco, e da lì iniziò tutto. Chiacchierammo, ridemmo, ci confrontammo e parlammo molto, scoprii un lato di lui che mi era sconosciuto, e fui molto contenta di aver allacciato un piccolo rapporto, mi diede la possibilità di conoscere meglio il resto dei compagni di classe con cui parlavo poco, o almeno così pensai all'inizio. Tuttavia non mi resi conto che nel momento in cui si sistemò vicino a me, il mio cuore cominciò a cambiare. E poi venne l'estate. Calda e afosa, non mi diede mai il tempo di pensare con lucidità ai miei compagni di classe, lo confesso, passai piuttosto le giornate al mare o chiusa in casa con l'aria condizionata, uscii davvero pochissimo con gli altri, ma di questo non me ne pentii. Mi divertii, ma il tempo prezioso di cui non mi resi conto della sua importanza cessò, e cominciò il quinto e critico anno della nostra vita: l'anno che sarebbe stato una pedana di lancio per noi e per il futuro, che ci avrebbe lanciato a miglia di distanza, che si sarebbe potuto rompere, o che ci avrebbe fatto fare una mediocre performance. Ricominciare la scuola è sempre difficile. Sei eccitato perché rivedi i tuoi compagni di classe, ma riprendere il ritmo degli studi soprattutto se si moltiplicano vuol dire sforzarsi il doppio e avere meno tempo da dedicare agli altri. Così abbiamo cominciato, ma bene o male tutti si sono impegnati a tal punto da potersi rilassare, ed è stato in questo momento che me ne resi conto in modo più forte dei sentimenti che provai. Già mi capitò in verità di pensarci l'estate appena trascorsa. Stavo camminando tranquillamente per la spiaggia in compagnia di Kara, e a lei balenò in mente una domanda abbastanza sciocca che mi pose. Visto che non ebbi mai il coraggio di guardare i miei compagni di classe come veri e propri ragazzi, mi chiese quale fosse il più carino e con chi uscirei volentieri. Balzarono alla mente due nomi, che si ridussero ad uno: Xander.
Uhm, effettivamente Xander sarebbe perfetto come ragazzo. E' carino e intelligente, educato e tranquillo, talvolta è un po' impacciato, oh, effettivamente è adorabile quando sorride imbarazzato! Oppure quando fa una delle sue risate..!
Ci facemmo due risate sui pensieri che ci vennero in mente in quel momento.
Avrei dovuto rendermene conto già in quel momento, ma ignorai, e lasciai il tempo al mio cuore di rifletterci per bene su questo sentimento. Ebbi qualche mese dopo una forte risposta, nel momento in cui lui si avvicinò all'improvviso e mi chiese con aria di sfida se avevo già terminato il progetto di letteratura per la settimana dopo, essendo in cerca di ispirazioni. Non divenni una fiamma, ma il mio cuore cominciò a battere all'impazzata, tant'è che temei di balbettare o di dare una risposta troppo rapida, ma alla mia risposta lui si allontanò, e ancora una volta volli ignorare la sensazione provata. Ma mi era impossibile. Non fu da quel momento che pensai a lui in modo diverso, tutto iniziò probabilmente da quando ci sistemammo come vicini di banco, da quello sguardo che attesi ogni mattina, da quel quotidiano saluto che ci rivolgemmo, dall'inaspettata chiacchierata che aprimmo, e al solo pensiero che mi feci sfuggire una tale occasione per conoscerlo meglio mi si strinse il cuore. Lo ammetto, mi pentii di non aver aperto discorsi più profondi con lui.
E così passai diversi mesi ad osservarlo da lontano. Gli lanciai sguardi di sfuggita, o seguii i suoi movimenti di nascosto, avrei voluto fissarlo per far si che si accorgesse di me, ma fui timorosa. Il solo pensiero che potesse intuire la faccenda mi terrorizzò, non so perché, d'altronde, non avevo nulla da perdere giusto? Non eravamo amici. Non mi salutava più tutti i giorni. Se avesse capito che provavo qualcosa per lui e mi avesse rifiutata, non sarebbero cambiate le cose tra noi, avrebbe continuato la sua routine come se niente fosse. E questa è una cosa che non potei accettare, per nessun motivo.
Per questo, quella fredda mattina d'inverno gli feci quella proposta. Senza peli sulla lingua, con un acceso coraggio, volli tentare di avvicinarmi a lui ancora una volta. Non ebbi aspettative, né mi aspettai una qualche reazione, a dir la verità non mi aspettai proprio nulla nemmeno su come si sarebbero evolute le cose, ma non me ne importò.

Me ne stetti seduta con il volto spiaccicato sul banco e le braccia accasciate accanto alla testa. Sospirai più volte, mentre una ragazza dai capelli castani e corti seduta accanto a me sbuffò, portando la propria mano al mento, e osservando silenziosamente i compagni di classe lontani sbatté le palpebre.
“.. Fammi capire bene. Te lo sei ritrovato lì davanti e ti sei buttata facendogli una proposta così indecente?”
”... Si...”
”Ti posso dare dieci punti per il coraggio! E lui che ha detto?”
”... Ha detto di si...”
La ragazza si voltò di scatto verso di me, mentre io girai giusto un poco il capo per poterla osservare con la coda dell'occhio, coprendo comunque il resto del volto con le braccia. Kara mi fissò stupita.
”In che senso ha accettato? Che razza di svergognato!”
” No no... Non glie l'ho chiesto seriamente, gli ho detto che era tutta una finzione, e che mi sarebbe stato d'aiuto per scrivere una storia.”
Mi decisi a sollevare la testa da quel banco, lasciando sulla guancia destra una striscia rossa, e me la toccai appena, mentre Kara corrucciò la fronte assumendo uno sguardo preoccupato.
”Sai Bliss che da questa esperienza potresti uscirne piena di ferite? Perché non provi a concentrarti su qualcun altro anziché inseguire un ragazzo occupato? E' una follia.”
Le sorrisi.
”Va bene così. E' una mia scelta, e se mi farò male, sarà più facile dimenticare il dolore di questa ferita.”
”Ok ma, attenta a non mettere la mano sul fuoco. Lo dico per te, potresti cominciare questo gioco scherzandoci su, ma sai bene che mentre lui crederà sia tutta una finzione, tu proverai veramente quelle emozioni.”
Ridacchiai divertita alle sue parole.
”Ma come siamo protettive! Va bene mamma, starò attenta, starò attenta...”
Cercai di rassicurarla velocemente, mentre riportai il capo sul banco, e lasciando che le docili e delicate mani di Kara mi accarezzassero i capelli, il mio sguardo cadde casualmente sulla figura di Xander, che da lontano chiacchierò animatamente con i suoi amici. Sorrisi.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Jeles