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Autore: Jelena_99    04/03/2014    5 recensioni
L'estate… tre mesi lontano dalla scuola, tre mesi per staccare, tre mesi… per innamorarsi.
Cosa potrebbero combinare i ragazzi più talentuosi dello Studio One Beat in vacanza?
Tra risate, pianti, scene comiche e problemi di cuore, i ragazzi impareranno a legare, a farsi forza l'un l'altro ed anche i peggiori nemici impareranno a sorridersi.
L'estate, tre mesi per ridere, tre mesi per guardare il tramonto sulla sabbia, tre mesi per imparare il valore dell'amicizia.
****
In collaborazione con Supernova_151.
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo
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L’anno allo Studio si era concluso con un brillante spettacolo. Era stato l’anno più bello, per Violetta. Era riuscita a realizzare tutti i suoi sogni, aveva trovato l’amore e si era riavvicinata al padre.
Tutti, quell’anno, avevano trovato, in un modo o nell’altro, la felicità.
L’ultimo giorno allo Studio era stato meraviglioso, forse un po’ triste, ma si divertirono.
Violetta entrò allegramente allo Studio. Cercò con lo sguardo Leon. Non lo vide, ma non si preoccupò. Sapeva che sarebbe arrivato. Francesca e Camilla le andarono in contro. Le amiche si abbracciarono e risero insieme, anche Ludmilla e Nata si abbracciarono, Andres, Broadway e gli altri si diedero affettuose pacche sulle spalle e si scambiarono battute. Diego rimase un po’ in disparte. Forse aveva paura del giudizio degli altri. Forse non voleva stare con gli altri. Forse era in imbarazzo, ma in ogni caso non si azzardava ad avvicinarsi agli altri.
Violetta gli si avvicinò, per quanto l’avesse fatta soffrire le dispiaceva vederlo così.
-Diego, ciao- lo salutò. Il ragazzo parve sorpreso, ma rispose al saluto. Rimasero qualche attimo in silenzio e poi Violetta ritentò. -Siamo andati bene, durante lo show- il ragazzo annuì. Non sapeva perché, ma non se la sentiva di parlare con Violetta. -Andiamo Diego! Che hai? Non ti ho mai visto così!- esclamò stupefatta Violetta -Violetta, la verità è che mi dispiace davvero di averti fatta soffrire. Io ti amo, devi credermi! Quando ti ho vista baciare Leon, su quel palco, mi sono sentito rifiutato, mi sono sentito davvero male, Violetta.- confessò Diego. Violetta rimase a guardarlo. Non avrebbe mai creduto di poter far soffrire Diego, ma la sua scelta era definitiva. La sua scelta era Leon.
-Diego, io non credevo di… comunque io ormai ho scelto. Mi dispiace di averti fatto soffrire, però… dopo quello che mi hai fatto io non posso più crederti. Mi hai fata soffrire davvero molto e non so il perché, non posso capire il perché. Però ti posso dire che mi dispiace. Io però ho scelto Leon. La realtà è che non hai mai preso il suo posto nel mio cuore, però io ti voglio davvero bene, ed anche se mi hai fatta soffrire, io voglio dirti che mi dispiace, Diego, mi dispiace davvero.- la ragazza raggiunse Leon, che nel frattempo era entrato allo Studio.
I due si unirono al gruppo di amici e ripresero a ridere. Ludmilla lasciò Nata, che raggiunse Maxi, e si avvicinò a Diego.
-Hai ottenuto quello che volevi- disse freddo Diego -Cosa?- ribatté Ludmilla. Era infastidita. Perché Diego le era saltato addosso così? Lo sapeva perfettamente, ma non voleva darlo a vedere. -Hai fatto soffrire Violetta, e sei anche felice con il tuo cantante da strapazzo. Hai tutto ciò che volevi, ma io?- -Hai il tuo papà. Non ti basta?- Diego non rispose. Si limitò a guardare Ludmilla con un ghigno malizioso. -Sei furba, supernova- disse, prima di lasciarla. Che voleva dire? Diego era un mistero. Un momento era sdolcinato, un momento dopo era scontroso e ti guardava in cagnesco.
Ludmilla tornò ad unirsi agli altri ragazzi. Era strano, vederla avvicinarsi a Violetta e agli altri, con gli occhi attenti, per paura che qualcuno la potesse rifiutare.
I ragazzi rimasero un po’ a chiacchierare, finché Andres non li avvertì che Pablo e Antonio li volevano vedere il sala teatro.
Quando la sala si fu riempita i due professori cominciarono a parlare.
-Prima di tutto vogliamo congratularci con voi, lo show e tutte le sue repliche sono state meravigliose!- i ragazzi sorrisero e si applaudirono soddisfatti -E poi vogliamo dirvi un’altra cosa, che sarà sicuramente meno gradita- disse Pablo, in tono scherzoso. I ragazzi assunsero un espressione seria, ma la cambiarono in una annoiata, seccata o delusa quando Pablo concluse il discorso.
-Vi dobbiamo assegnare i compiti delle vacanze!- i ragazzi alzarono un boato di protesta, e Camilla diede spettacolo, con una delle sue ribellioni improvvisate, anche se Maxi la convinse ad ascoltare.
-Dovrete solo scrivere delle canzoni. A gruppi dovrete scrivere una canzone e farne un video. Non è difficile, no?- disse Pablo. I ragazzi mugolarono in assenso, non erano molto felici della proposta.
-Allora, i gruppi sono:
Gruppo uno: Violetta, Leon, Andres e Camilla
Gruppo due: Francesca, Maxi e Marco
Gruppo tre: Ludmilla, Diego, Federico e Nata.
Tutto chiaro? Ci sono domande?- nessuno disse niente. Non poteva essere più chiaro di così. Ma Camilla alzò comunque la mano. -Scusi, ma sarà estate, saremo tutti in giro per il mondo, come faremo?- chiese -E’ proprio questo che farà la differenza. Dovrete dimostrare di essere degli artisti in grado di superare ogni difficoltà- rispose Pablo -Già, anche perché dovrete comporre anche una canzone in versione corale, quindi tutti insieme-aggiunse Antonio. Questo provocò diverse lamentele, e visto che i ragazzi parlavano uno sopra l’altro, nella sala scoppiò il caos.
-Basta! Basta ragazzi!- esclamò Pablo. I ragazzi tacquero -Se dovete fare così scriverete due canzoni ciascuno, individualmente, perché vuol dire che non siete all’altezza- -Si che siamo in grado!- saltò su Camilla -Lei non ci può parlare così! Noi possiamo farlo! Avanti, diteglielo anche voi ragazzi!- li incitò la rossa. I ragazzi ricominciarono a parlare un sull’altro e la confusione tornò a regnare nella sala -Va bene, va bene, va bene, ho capito!- esclamò Pablo -Esercizio a gruppi!- i ragazzi sorrisero. Avevano ottenuto ciò che volevano, ma non si erano resi conto che era stato Pablo ad ottenere il suo scopo. Dicendogli che non sarebbero stati all’altezza li ha motivati e spinti a volerlo fare, classica strategia da insegnante.

*


Suonò l’ultima campanella. All’uscita i ragazzi erano abbastanza tristi. Non si sarebbero visti quasi per niente, quell'estate.
-Io non voglio lasciarvi- disse Francesca alle sue amiche -Si, quest’anno ne abbiamo passate tante, siamo cresciuti, non possiamo lasciarci!- esclamò Violetta -Davvero mi credi più alto?- esclamò Andres. Tutti si fermarono a guardare stralunati Andres. Poi Leon capì a cosa si era collegato l'amico. -No Andres, non intendeva in quel senso-
-Ah, quindi sono basso?- insistette il ragazzo, che ancora sembrava non aver capito
-No, sei alto, ma Violetta intendeva dire che siamo cresciuti dentro, siamo diventati migliori-
-Ah, ok…- disse spaesato Andres.
I ragazzi ripresero il loro discorso.
-Si, dobbiamo trovare un modo per rimanere insieme- disse Maxi. Ognuno disse la propria, e finirono, di nuovo, col parlare uno sopra l’altro.
-Zitti! Zitti tutti!- esclamò Camilla, saltando in piedi su una panchina
-Sapete, i miei stavano pensando di andare in vacanza in campeggio, ma alla fine hanno cambiato idea, quindi, sempre che ci sia ancora posto, potremmo andare noi!- L’idea piacque. Era perfetto. Sarebbero potuti stare insieme, si sarebbero divertiti, per tutti, o quasi, sarebbe stata la prima vacanza senza genitori ed in più avrebbero potuto svolgere i compiti senza troppe difficoltà.
Era deciso, campeggio.

  
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