Can’t you feel my heart beat so
Mimi18 ©
Masashi Kishimoto ©
[Un anno su EFP, e si festeggia con Shika/Ino!]
'Cause every time we touch,
I feel this static,
And every time we kiss,
I reach for the sky,
Can't you feel my heart beat so,
I can't let you go,
Want you in my life.
[Everytime we touch, Cascada]
Le nuvole volano
sopra la mia testa.
Milioni e milioni
di bianche, candide, pure, tranquillissime nuvole. Mai visto spettacolo più
bello in vita mia; non posso ancora credere che questa pace sia reale: nessuno
sgranocchiare di patatine, nessun urlo di mia madre, nessuna battuta di scherno
dei miei amici, nessuna donna che mi
secca con la sua voce stridula.
“Shicchan?”
No, non può
essere. Non può durare solamente per così pochi attimi la pace.
Ok, ho deciso.
Faccio finta di nulla, so benissimo che se ne andrà, se non le do corda.
Quindi, occhi chiusi e bocca cucita.
“Shicchan?!”
Non vede che sto
“dormendo”? Maledizione a lei e alla sua maledettissima voce stridula da oca
giuliva quale è!
Non sbattere gli
occhi, Shikamaru. Rimani calmo e zitto, fermo immobile. Vedrai che se ne va, lo
sai bene anche tu.
…oddio, parlo
anche da solo, ora.
“SHIKAMARU
NARA!”, dire che la sua voce è salita di un’ottava è un eufemismo, “SE NON TI
SVEGLI IN QUESTO PRECISO MOMENTO CESSERAI DI VIVERE!”
Oh, ora capisco.
Apro gli occhi
con calma [cautela, più che altro] e mi ritrovo lo sguardo infuriato di Ino a
due centimetri dalla mia faccia.
Non sembra molto
contenta, no. Anzi, sembra addirittura che mi voglia ammazzare: sarà per il
kunai stretto nel pugno destro, sarà per la tempia pulsante, ma so che mi devo
alzare da questo letto, per quanto sia caldo e comodo.
“Mendokuse”
“Ti lamenti
pure!”, strilla nel mio orecchio, con la voce più stridula del solito.
Senza darmi il
tempo di rispondere, Ino afferra il lenzuolo e lo tira via, scoprendomi. Vedo
subito le sue gote arrossarsi, e sorrido soddisfatto.
“Che c’è,
Ino-chan, non ti sei ancora
abituata?”
Ringhia. Un
ringhio basso che mi fa ridere.
Si china sotto il
letto, afferrando un paio di mutande nere e me le lancia in faccia.
“Sbrigati. Mio
padre sta per arrivare”.
Oh. Ecco
cos’erano quelle urla e gli scossoni vari.
Bhè, non
guardatemi male se ora sto scattando in piedi e cerco come un forsennato i miei
pantaloni.
Voi non avete mai
avuto a che vedere con Inoichi Yamanaka…bhè, nemmeno io fortunatamente; ma se
mi trovasse mezzo nudo nel letto della sua unica figlia, Ino si ritroverebbe
single in men che non si dica.
“Shika, sbrigati”
Uhm, almeno è
tornata a chiamarmi con il nomignolo. È una cosa positiva, non è più arrabbiata.
Le sorrido
incoraggiante, mentre lei ha scovato la mia giacca da chuunin, buttata chissà
dove la notte prima.
Ah, l’ho sempre
detto che Ino è troppo precipitosa; praticamente non mi da mai il tempo di
entrare in camera sua che si è già attaccata a me. E non dico che lo fa sempre
castamente, sia chiaro. Ino non è poi così innocente da come si potrebbe
pensare guardando i suoi capelli biondi e gli occhioni azzurri.
Nemmeno quando ha
un’aria da bambina a me sembra innocente, a dire la verità. In fondo, è lei che
indossa quei vestiti provocanti che lasciano un larghissimo spazio
all’immaginazione, no?
“Shika, ho
sentito la sua voce!”; i suoi occhi sono impauriti. Non capisco se per me o se
per lei...
Fatto sta che scavalco
il davanzale della finestra, rendendomi conto solo in quel momento che indosso
i pantaloni all’incontrario e la giacca senza la maglietta. Non mi stupirei
nemmeno se la scarpa destra fosse a sinistra.
“Ino, ho dimen..”, non mi da il tempo di finire la frase.
Mi fa gesti
evasivi con le mani, invitandomi ad andarmene, sparire, eclissarmi, come
sillabano le sue labbra.
Sbuffo seccato,
pensando già ad una qualche scusa da inventarmi con mia madre: dovrò spiegarle
che fine ha fatto la mia maglietta, dopo una notte da Cho. Non vorrei che
pensasse male.
Sto già per
calarmi dal tetto, quando le mani di Ino mi afferrano le spalle e mi girano,
dolcemente.
Poggia piano le
labbra sulle mie; non mi da nemmeno il tempo di ricambiare che si è già
allontanata, un sorriso malizioso sulle labbra.
“Ci vediamo agli
allenamenti”, mi dice ammiccante, chiudendo la finestra davanti alla mia
faccia, probabilmente, da pesce lesso.
Mi passo una
mano, lisciando il codino spinoso e leccandomi il labbro con la lingua: sento
ancora il suo sapore di mora.
“Hai perso la
maglietta”, domanda per l’ennesima volta, con uno tono di chi non crede a
nulla, uno sguardo eloquente e un sorrisetto malizioso, la seconda donna più
seccante della mia vita: mia madre.
Ha le mani
incrociate al petto, non credo di averla mai vista così divertita.
“Sì”, rispondo
incerto.
Se prima ero
sicuro che le avrei dato a bere la storia dell’alcool, ora sto temendo
sinceramente.
Mai sottovalutare
le madri; sicuramente starà pensando che ho passato la notte da qualche donna.
Effettivamente sarebbe la spiegazione più plausibile, e non sarebbe nemmeno una
bugia.
“Quindi”, inizia
portandosi un dito alla bocca, “non centra nulla una certa biondina, vero?”
...ma ovviamente
a mia madre non può sfuggire nemmeno l’identità della donna in questione.
O ripiego su una
bionda inventata o svelo ai quattro venti la mia relazione con Ino.
Se lo faccio so
benissimo che avrò vita corta, Inoichi mi troverà e ammazzerà prima che possa
dire addio a qualsiasi persona.
Mendokuse, che
palle l’amore. L’ho sempre detto che porta solo guai!
“Non farne parola
con Inoichi”, sbuffo, salendo le scale.
La risatina di
mia madre mi perfora le orecchie, fino a quando non arrivo in camera mia.
Apro la porta,
sbadigliando. Ho voglia [e bisogno] di dormire un paio d’ore; quando sto con
Ino non riesco mai a dormire: un po’ per quello che facciamo, un po’ perché
miss seccatura non mi lascia in pace nemmeno quando dormo e si mette a tirare
calci e pugni a non finire.
Mi ruba perfino
le coperte, a volte.
Una donna
isterica e possessiva. Come cavolo ho fatto a cascarci?!
“Ciao,
Shika-chan”.
Oh bhè, in
effetti è facile capirlo, mentre la guardo mi sembra così naturale stare con
una come lei, che non mi pongo nemmeno più il problema.
La saluto con un
cenno, avvicinandomi al letto su cui è seduta con le gambe accavallate; forse
non si rende nemmeno conto che le sue mutande lillà sono in bella vista.
“Ti si vedono le
mutande”, sbotto, buttandomi poi sul letto, accanto a lei che, velocemente, si
abbassa la gonna esageratamente corta, per una kunoichi.
Non sarà saltata
sul balcone con quella, spero.
“Sai, Shika. Sono
venuta a salutarti e porgerti le mi condoglianze”, se ne esce dopo qualche
minuto, guardandomi con un sorrisetto sghembo e terribilmente divertito: non ho
mai notato quanto lei e mia madre fossero simili.
Un
momento...salutarmi? Mi sta mollando?
“Mi stai
mollando?”
Mi chiedo se
posso usare il termine “mollare”, quando ci vediamo solo la notte e due volte a
settimana di giorno. Inoltre gli unici che sanno della nostra relazione sono
Choji, Sakura, Tenten e, ora, mia madre.
No, non credo sia
il termine adatto.
“No, io no. Sarai
tu che lascerai me, dopo che avrai sentito quello che sto per dirti”.
Inarco un
sopracciglio scettico, portandomi a sedere.
La guardo in
attesa, finché non riapre la bocca per parlare.
“Mio padre ha
scoperto tutto”, sputa fuori, facendo cadere lo sguardo sul letto e iniziando a
giocare con il lenzuolo.
...
Merda, merda,
merda, merda, merda!
“Come cazzo ha fatto? Mi ha visto?”
Lei scuote il
capo, facendo dondolare i capelli biondi.
Si sta mordendo
il labbro, lo vedo anche se ha la testa abbassata.
“E allora come..”
Un fulmine a ciel
sereno. È chiarissimo come Inoichi ci abbia scoperto.
Ino non è certo
la ragazza più adatta a tenere indumenti maschili in camera sua, in effetti.
Mi do una sberla
in fronte, e lei mi guarda spaventata.
Afferra le mie
spalle, inginocchiandosi di fronte a me.
I suoi occhi sono
umidi.
“Shikamaru”, mi
chiama anche con il nome per intero, “io non voglio crearti problemi. Se non te
la senti, possiamo finirla qui. Non voglio che mio padre ti faccia qualcosa a
causa mia!”
Dovrei prenderla
come una dichiarazione?
La fisso per un
attimo negl’occhi, scorgendovi un lampo di paura e titubanza. Non ho mai visto
Ino in questo stato: sono forse io a crearlo?
Bhè, non è una
cosa che mi piace molto.
Preferisco la Ino
isterica e seccante di sempre, piuttosto che a questa, preoccupata e...bhè,
seccante pure questa, a dire la verità.
Mi intenerisco,
lasciandomi scappare un sospiro.
Spalanca gli
occhi, quando inizio ad accarezzarle la testa.
“Sinceramente,
Ino, penso che tuo padre mi ammazzerebbe comunque. Quindi tanto vale
dimostrargli che facciamo le cose sul serio, no?”, domanda retorica, tanto
ormai mi sono scavato la fossa da solo, mi caccio nei guai e ci rimango,
dovesse essere per tutta la vita.
Vedo il suo viso
aprirsi in un sorriso, mentre il sangue affluisce alle mie guance. Maledetta
Ino...
Mi sento
soffocare quando le mi abbraccia. O meglio, quando lei si aggrappa al mio collo
stringendolo in una morsa non proprio femminile e che sembra una tecnica di
lotta, per stendere l’avversario.
Allungo una mano
verso la sua schiena, accarezzandola.
Si stacca, per
poi gettarsi su di me, baciandomi. Giocando con le mie labbra, stuzzicandole,
soddisfando i miei muti desideri.
Quando allungo
una mano e l’appoggio al suo petto sento il cuore battere.
È stupido
stupirsi per una cosa così ovvia. Qualsiasi essere umano ha il cuore che batte;
eppure, non so perché, mi ritrovo a sorridere come un deficiente.
Che seccatura
queste donne.
* *** *
“Quindi,
anche se lo conosci già, questo è Shikamaru Nara, il mio ragazzo”, dice Ino con
un sorriso che va da un orecchio all’altro, guardando Inoichi negl’occhi.
Ma
lui non la osserva; ha gli occhi puntati da un’altra parte, più precisamente
sulle mani mie e di Ino, che lei ha intrecciato appena ci siamo seduti al
tavolo di casa Yamanaka.
Ino
mi stringe più forte: probabilmente ha notato pure lei l’occhiata di suo padre;
eppure, quando giro il viso ha ancora un sorrisetto [tirato] sulle labbra.
Deglutisco,
vedendo che pure lei, così positiva qualche ora prima, sta lentamente
preoccupandosi.
Perché
non è facile come con mia madre?
Perché
i padri devono sempre essere così ossessivi?
“Papà”,
Ino decide che è venuto il momento di interrompere il silenzio, “io e Shikamaru
stiamo insieme. Non m’importa poi molto di quello che pensi, te l’ho presentato
solo per pura formalità.”
Credo
di non aver mai spalancato la mia bocca più di quanto sto facendo ora.
Non
mi stupirei se la mia mascella finisse a terra, sul pavimento, a fare compagnia
a quella del padre di Ino.
Perché
non mi sono scelto una ragazza come Hinata?!
Ino
deve sempre complicare le cose già difficili, sempre.
“Ino,
non...”
“Con
questo non voglio dire che non ci tengo al tuo parere”, continua imperterrita,
come se non si fosse nemmeno accorta dei nostri sguardi, “io ti voglio bene, ma
amo Shikamaru”.
Uh.
Mi ama. Ha detto che mi ama.
...l’ha
detto vero?
La
sto ancora guardando, quando Inoichi sospira e sbatte un pugno sul tavolo.
Mi
giro a guardarlo, spaventato.
“E
sia.”, sbotta infine, lanciandomi un’occhiata raggelante. “Ma se la farai
soffrire...”
Credo
che lasci la frase in sospeso per creare suspance. Lo fanno tutti, perfino Ino
quando mi minaccia. Inizio pure a notare le somiglianze, ora!
“Grazie
papà!”
Ino
ha lasciato la mia mano e si è gettata sopra il tavolo; ora sta stringendo suo
padre in un abbraccio da strangolamento.
Vedo
lo sguardo dell’uomo oltrepassare la figlia, fino ad arrivare a me.
Con
due dita mi punta.
È
una minaccia?
Sinceramente,
non pensavo che mia madre e quella di Ino sarebbero state così entusiaste della
nostra relazione.
“Un
modo per unire le famiglie”, dice ora la madre di Ino.
Prego?
“Oh,
sì! Ino, con l’abito da sposa sarai incantevole!”
Ma
che sta dicendo quella strega di mia madre?
Cerco
lo sguardo della mia ragazza, e la trovo sospettosa quanto me.
“Che
dite?”, domanda allora, allontanandosi di un passo dalle due donne.
Sua
madre la guarda con un sorriso di ovvietà, mentre afferra le nostre mani e le
unisce.
“Bhè,
stiamo programmando le nozze!”, esclama con allegria.
I
loro sorrisi scompaiono alle urla mie e di Ino.
“MATRIMONIO?!”
...
Ma
scherziamo? Sapete quanto sarebbe seccante preparare la liste di tutti gli
invitati?!
“Amore…?!”
“Dimmi.”
“Ti amo…”
“Anch’io…”
“Sì, ma…io ti amo tanto,
tanto…”
Perché queste parole mi risuonano come un avvertimento che
sta per dirmi qualcosa che non mi piacerà?
Osservo mia moglie dall’alto in
basso, sfoggiando un’espressione alquanto dubbiosa; lei ricambia con un falso
sorriso a 32 denti…sì, decisamente sta per dirmi qualcosa di brutto!
“C’è qualcosa che vuoi dirmi?”
provo a facilitarle le cose…
“Io? Nooo…figurati…”
[A cena dai suoi, Hilly89]
* *** *
N/a
Bruttina, lo ammetto. Ma volevo
festeggiare l’anno, quindi l’ho postata comunque.
Come qualcuno avrà capito, è
una sottospecie di prequel de “a cena dai suoi”, di
Hilly89, che mi ha dato gentilmente il permesso di scriverlo.
Bhè, direi che non ho altro
d’aggiungere. Almeno un po’ mi sono divertita a scriverlo ed è una Shika/Ino in
più.
Le mosche bianche sono in calo,
signori. C’è bisogno di loro!
Remember: ShikaIno is ROCK!
Mimi