Il corridoio della scuola di Hogwarts
sembrava infinito. Pareti su pareti, angoli su angoli.
Hermione fu costretta più di una volta a fermarsi
sullo spigolo del muro per riprendere fiato. Le gambe cominciavano ad irrigidirsi e a perdere inspiegabilmente sensibilità. Le
tempie le pulsavano come non mai, ed il cuore sembrava
essersi tramutato in un tamburo.
Arrivata a stento alla porta del bagno, la prima cosa che
riuscì a fare fu quella di aggrapparsi violentemente al bordo del lavandino,
per non perdere l’equilibrio
e riacquistare un po’ di forze. Aprì il rubinetto a scroscio, e
ci infilò il su viso sotto, con la speranza che una bella rinfrescata le
facesse bene.
Intanto Ron era fuori di sé. Harry ormai non riusciva più
a giustificare il ritardo di Hermione, che si era
assentata dalla classe per più di dieci minuti.
Un forte senso di nausea cominciò ad
impadronirsi del suo stomaco. La ragazza si contorceva dal malessere e non
passò molto tempo prima che rigurgitasse tutto ciò che aveva mangiato per
colazione. Le sue braccia perdevano pian piano le forze e ormai anche il suo
corpo sembrava alquanto debilitato. L’unico rimedio che le venne in mente fu quello di continuare a rinfrescarsi. Poi si avviò
ciondolante all’uscita del bagno.
Intanto Ron era riuscito a farsi espellere dalla classe.
Cercò Hermione nell’unico luogo in cui sarebbe potuta
andare e in effetti era proprio lì. La ragazza stava
appoggiata alla porta del bagno, sembrava che stesse per
perdere i sensi da un momento all’altro.
“Hermione!Stai bene?Insomma mi
dici che cosa hai?” Ron la riprese di getto, visto che
la ragazza stava perdendo l’equilibrio.
“Ron sto bene! Sarà solo un po’ di influenza, non c’è bisogno di fare tante scenate! Non preoccuparti torniamo in classe…”
Harry si tranquillizzò alla vista di Hermione
e Ron che aprirono la porta, mentre la McGranit era
insospettita dall’arrivo in contemporanea dei due in classe.
Alla fine delle lezioni Ginny
si unì al resto del gruppo. Come prima cosa salutò Harry ed
Hermione, mentre non calcolò Ron neanche alla
lontana. Si avvinghiò al collo di Harry per poi stampargli un bel bacio in
bocca, oltremodo ricambiato nonostante fossero sotto gli occhi di Ron, che
ormai, e soprattutto in quel momento, non ci faceva più caso.
“Buongiorno sorella! Quando pensi di aver finito di
attaccarti come una piovra ad Harry, forse avrai
l’accortezza di salutarmi! Potresti evitare di fare tutte queste scene…”
“Dai Ron!Smettila! Perché non
lasci a Ginny un po’ di libertà? Non è più una
bambina!” replicò Hermione in difesa dell’amica.
“ Ron sei solo invidioso! La
realtà è che non riuscirai mai a farti una ragione del fatto che io sia
cresciuta e sicuramente sono molto più matura di te! Ma guardati non riesci
neanche a mettere di calzini dello stesso paio!”
Il rosso aveva due calzini diversi:il
destro era a strisce verdi e blu, l’altro al contrario con le cuciture ben in
risalto di un bel color rosso. Gli altri tre scoppiarono in una fragorosa
risata generale.
Ron si accostò alla sorella con l’intento di mangiarla in
quell’istante, ma Hermione
lo afferrò per il bordo della camicia e lo tenne ben a bada.
Sul far della sera Hermione
decise di andare in camera prima del solito per cercare di riposarsi il più a
lungo possibile, tuttavia erano altri i pensieri che in quel momento la
tenevano sulle spine e non le permettevano di dormire. Non riusciva a darsi una
spiegazione degli strani sintomi degli ultimi giorni, o forse non voleva
indagare sul motivo di tale senso di malessere per paura di
aver fatto qualcosa di tremendamente sbagliato incoscientemente.
Continuava a rigirarsi i pollici fra le mani, mentre
gironzolava in pantofole per la stanza avanti e indietro. Forse era il caso di
consultare uno dei suoi libri per comprendere il tutto, ma la paura non la
convinceva a farlo. Dopo svariati minuti, decise di consultare il suo libro di
medicina per maghi e streghe e cercare una risposta che già giaceva chiara e
sempre più evidente nel suo cuore.
Hermione
sbarrò gli occhi dopo aver visto le parole di quel libro e questa fu la volta
buona che svenne del tutto a terra.
La mattina seguente Hermione
decise di non credere a ciò che aveva letto, in fondo quelli potevano essere
sintomi comuni a qualsiasi altra malattia, perciò non c’era alcun motivo di
preoccuparsi. Visto però che la sua coscienza non glielo permetteva decise
comunque di portare con sè il libro di medicina che
avrebbe consultato furtivamente tra una lezione e l’altra della mattinata.
“Hermione sei pronta?”
borbottava Ginny un po’ insonnolita dall’altro capo
della stanza “come ti senti oggi?”
Hermione era
molto agitata quella mattina, ma non poteva perdere il controllo.
“Sto bene,possiamo andare…anzi io mi avvio un po’ prima se non ti dispiace
dovrei ripassare una cosa sul libro di difesa contro le arti oscure prima che
inizi la lezione!”
“Ok vai! Ti aspetterò dopo le
lezioni insieme agli altri nella sala grande. Ah!
Dimenticavo! Mi raccomando ripassa ogni singola riga del tuo libro non vorrei
che dimenticassi quale punteggiatura abbia usato!” Ginny
ridacchiava sotto il naso, ma Hermione
non aveva fatto caso neanche alla battuta della compagna. L’unica cosa che le
interessava in questo momento era quella di andare in
classe e rileggersi in santa pace da sola quel maledetto libro di medicina.
La ragazza dai capelli castani si avviava verso la
classe, quando d’improvviso un forte dolore allo stomaco ricominciò a
prenderla. La nausea aumentava di attimo in attimo e il sudore le scendeva
repentinamente dalla fronte. Hermione cercò
disperatamente un luogo appartato, dove potersi stendere, ma le forze l’abbandonarono di colpo, così da cadere in mezzo al
corridoio. Tutti i suoi libri erano a terra, compreso quello la cui pagina non
avrebbe dovuto vederla nessuno se non la sottoscritta.
Normalmente a quell’ora i corridoi della scuola non erano
frequentati da nessuno, visto che le lezioni
iniziavano più o meno tra un’ora, quindi Hermione
poteva stare al sicuro. Sfortunatamente però, quella mattina Draco Malfoy e gli altri suoi
viscidi segugi si stavano dirigendo verso l’aula per finire di copiare dal
libro i loro compiti.
“Fermi!Fermi!....FERMI!Che
diavolo ci fa la Mezzosangue distesa a terra a quest’ora della mattina!?” Draco si era nascosto dietro la colonna del muro per
scrutarla indisturbato. Tiger e Goile se la ridevano
ancora assonnacchiati placidamente.