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Autore: Stellyna_P    28/06/2008    7 recensioni
"Hermione ma di chi stai parlando? Non esiste nessun Draco. I Malfoy non hanno figli."
"E’ impossibile Harry. Come fai a non ricordare Malfoy? Il borioso Serpeverde, colui che…"
"Serpeverde? Stai male Hermione, vuoi che chiami tua madre?"
"Hogwart? Almeno questo lo ricordi vero Harry?"
"Hermione calmati. Che cos’è questa Howortz?"
"Hogwarts Harry, si dice Hogwarts. La nostra scuola di magia…"
"Hermione, la magia non esiste"
E se un giorno ti svegliassi con la consapevolezza che tutto quello in cui hai sempre creduto non è mai esistito come la prenderesti? E se tutto quello che ti accumuna con la verità è solo una foto del tuo peggior nemico cosa faresti?
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Hermione
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Nutella e punizioni

Nutella e punizioni.

 

Una rosa non ha bisogno di predicare. Si limita a diffondere il proprio profumo.

Mahatma Gandhi

 

 

 

 

 

-Il secondo anno… si è successo proprio quell’anno.-

Il paiolo magico era affollato, Ron poteva sentite il rumore del cucchiaio che nel tavolo vicino tintinnava contro la tazza del caffè.

Quel posto l'era sempre piaciuto, aveva un’atmosfera di pace e famigliarità.

Quando era lì non si sentiva mai fuori posto.

Un dolciastro odore di briosce e miele lo inebriò, ricordava molto la colazione che preparava sua madre ogni mattina.

-Non ci posso credere... io non ne sapevo niente. Quello era il mio sesto anno e sinceramente non m'interessavano molto le imprese del famoso Harry Potter.-

La ragazza seduto di fronte a lui, rideva mentre giocava con una ciocca dei capelli castani.

-Sisi è stata un’idea di Hermione, sai quella della polisucco.-

Il volto di Ron si rabbuiò un attimo, ricordandosi che in quel momento mentre lui rideva e scherzava con Diletta, Hermione era ancora sdraiata nel letto del San Mungo.

Sentì una dolorosa fitta al cuore.

-L’ami molto, eh?- la voce della medimaga sembrava rassegnata.

-Non sai quanto.-

E quella dopotutto era la verità, Ron non aveva mai smesso di amare Hermione. La loro storia non era sbocciata come si era ripromesso.

Gli avrebbe confessato i suoi sentimenti appena la guerra fosse finita, questo si ripeteva sempre. Peccato che adesso non ci fosse più tempo.

-Invece tu?- Ron cambiò subito discorso.

-Oh bhè che vuoi che ti dica, non ho avuto una vita avventurosa come la vostra.- Diletta rise per poi continuare.

-Bhè ero una Tassorosso, e da solo un anno sono una medimaga. Questo è tutto, come ti ho detto la mia vita è piatta come una tavola da surf.-

-Una tavola da che?- chiese Ron mentre mescolava il suo caffè.

-Scusa, avvolte dimentico che voi purosangue non sapete niente sui babbani.- rise di nuovo.

-Comunque il surf è uno sport babbano.- spiegò dopo.

-Ah, sei una nata babbana?- domandò il rosso curioso.

La ragazza annuì.

Ron aprì la bocca per poi richiuderla, voleva chiederle se c’erano novità sullo stato di salute di Hermione, ma poi ci ripensò. Glielo avrebbe chiesto più tardi.

-Ehm, adesso devo andare. Il turno m'inizia fra pochi minuti. Arriverò in ritardo.- sbottò Diletta alzandosi dalla sedia.

-Miseriaccia, scusa è colpa mia. Ti ho trattenuto troppo.- sentenziò Ron rosso in volto.

-Oh non ti preoccupare, sarei arrivata in ritardo lo stesso. Il capo ogni volta si lamenta di me. Sono una ritardatrice cronica.- rise di nuovo, e Ron non poté impedirsi di pensare che la ragazza avesse un sorriso meraviglioso.

-Ehm… allora ci vediamo.-

Inutile dire che le orecchie di Ron avevano lo stesso colore dei suoi capelli.

-Certo.- disse Diletta avvicinandosi al ragazzo per scoccargli un bacio sulla guancia.

Ron sgranò subito gli occhi, l’essenza di briosce e miele che prima l’aveva catturato altro non era che il profumo di Diletta.

Sorrise mentre vide la figura della mora scomparire, confondendosi con gli altri maghi che uscivano dal locale.

 

 

 

 

Harry Potter era famoso in tutto il mondo magico, questo era un dato di fatto.

La sua cicatrice era il suo dono e la sua maledizione contemporaneamente.

Il bambino sopravvissuto è così che lo chiamavano.

Eppure quando stava con Ginny riusciva a ricordarsi che lui prima di essere l’eroe del mondo magico era anche Harry.

-Harry non mi prendi.- disse la Weasley fra le risate correndo tra le piccole viuzze del bosco. Sentiva il rumore della ghiaia che sotto i suoi piedi si muoveva, i sassolini a ogni suo passo si spostavano ostacolando la sua corsa.

-Ah si? Io non credo proprio.- rispose maliziosamente Harry.

Facendo pochi passi annullò subito la distanza fra lui e la sua ragazza.

-Ti ho presa.-

Strinse la vita di Ginny in un abbraccio mentre affondava la testa fra i suoi capelli rossi.

Era stata una trovata di Ginny quella di staccare un po’ la spina. Stare tutto il giorno al San Mungo faceva solo del male a lui e a lei.  Per quanto volessero bene a Hermione non potevano continuare a soffrire così tanto. I medimaghi avevano parlato chiaro, dopo la sua ultima crisi.

Nessuno sapeva se si sarebbe ripresa.

La medicina magica non era mai precisa, i medici non potevano dirgli la data in cui si sarebbe ripresa, sempre se l’avrebbe fatto, dovevano solo aspettare.

E per quanto ci provassero aspettare era sempre un tormento. Sapevano di non poter far nulla e questo sopratutto per Harry era davvero atroce, aveva salvato le vite di tutto il mondo magico ma non riusciva invece a salvare la vita della sua migliore amica.

Era questo il destino che incombeva sulle persone che gli stavano accanto? Sarebbe successo la stessa cosa a Ginny? O a Ron?

Ancora la notte continuava a pensarci, se non avesse acconsentito il desiderio di Hermione forse in quel momento sarebbe stata lì con loro a scherzare.

Invece no, lui aveva acconsentito. Aveva deciso di far partecipare anche lei alla spedizione per trovare gli ultimi mangiamorte in libertà.

Fra cui anche Bellatrix Lestrange.

E poi tutto era successo all’improvviso, l’attacco a sorpresa che avevano organizzato gli si era andato contro.

Le scene dell’ultima battaglia s'infrangevano nella sua mente come gocce d’acqua.

Quegli uomini incappucciati di nero, come se fossero gli aiutanti della morte. I loro visi coperti da maschere elaborate e le bacchette puntate contro di loro.

E come ultima scena Hermione che cadeva per terra, quasi come se fosse morta.

I suoi occhi vitrei erano impressi nella sua mente. Indelebile.

L’urlo strozzato di Ron e la donna incappucciata che dopo aver fatto il suo lavoro scompariva erano i protagonisti dei suoi incubi.

E infine tutto era stata una corsa in discesa. Due auror morti, un mangiamorte catturato e Hermione in un letto d’ospedale.

Harry strinse Ginny più forte, voleva che il suo corpo si fondasse con il suo. Voleva dimenticare tutto e tutti.

-Ehy va tutto bene?- domandò Ginny mentre accarezzava quei capelli spettinati che adorava tanto.

-Stavo solo pensando.- rispose sospirando Harry.

Ginny continuò a pettinargli i capelli con la mano mentre degli occhi azzurri continuavano a guardare la scena in silenzio.

 

 

Hermione Granger strascinava il suo carrello fra i reparti del supermercato.

Non l'era mai piaciuto fare la spesa, anche da piccola per quanto ricordava, aveva sempre odiato andare a far compere con sua madre. Camminare avanti e indietro per compare cose che secondo il suo modesto parere erano inutili era davvero noioso.

E ancora adesso a diciassette anni non aveva cambiato idea.

Andare a fare la spesa era davvero noioso.                 

Prese da uno scaffale qualcosa d'indefinibile e con aria annoiata lo posò malamente sul carrello. La stessa sorte toccò ad altri barattoli e a qualche bottiglia d’acqua.

In quel momento, per essere sinceri, Hermione non c’era completamente con la testa.

I suoi neuroni erano concentrati sempre sullo stesso argomento.

La magia.

Ogni mattina quando apriva gli occhi sperava arduamente che tutto quello che aveva vissuto in quella settimana fosse solo un sogno.

Ma quella ingenua speranza ogni volta si sgretolava.

Stava camminando nel reparto zucchero e cerali quando…

Bum.

Qualcosa o meglio dire qualcuno si era scontrato contro di lei, sentì la voce dell’essere che le aveva procurato un dolore atroce sul fondoschiena lamentarsi e maledire qualcuno.

Alzò gli occhi e quello che vide la fece imprecare.

Ci mancava solo lui, adesso si che la sua giornata era completamente rovinata.

-Oh Granger stai attenta quando cammini.- rispose la persona misteriosa, che altro non era Draco Malfoy, ehm scusate, Walker.

-Vedi che è stata colpa tua.- sbottò irritata la riccia, facendosi leva con le mani per alzarsi.

-Certo Granger non sono io quello che guarda il vuoto quando cammina.-

Hermione sospirò, avrebbe tanto voluto che Malfoy scomparisse ma quell’essere continuava a guardarla.

Lo sguardo di Hermione si posò prima su Draco che indossava un paio di jeans e una maglietta a mezze maniche nere. Hermione si sorprese di vedere che i vestiti babbani gli donavano parecchio. La riccia continuò a guardarlo per un po’ fino a quando si decise di spostare il suo sguardo sul suo carrello. Era pieno di scatole di cereali di tutti i tipi. Cioccolato, integrali, alla frutta secca e al miele. Hermione non riuscì a trattenere una risata.

La risata naturalmente non sfuggì a Draco.

-Che hai da ridere Granger? Prima mi fissi come se non mi avessi mai visto e dopo scoppi a ridere.- ruggì irritato il ragazzo.

In risposta Hermione arrossì imbarazzata.

-Ma tu mangi solo cerali?- disse riferendosi al suo carrello.

-Mmm… può darsi. E anche se fosse non sono affari tuoi.-

Hermione borbottò qualcosa.

-Malfoy stavo solo cercando di parlare, ma vedo che con te è impossibile.- disse avvicinandosi allo scaffale e prendendo un barattolo di nutella.

-Allora io vado. A mai più rivederci Malfoy.- disse Hermione allontanandosi da Draco che continuava a guardarla.

-Ah un consiglio, prendi anche la nutella. E’ davvero buona.-

-Tzè, non ho bisogno dei tuoi consigli- brontolò Draco.

Hermione sollevò le spalle, per poi andare verso la cassa.

Quando la Granger scompari dalla visuale del biondino, Draco prese senza farsi vedere un barattolo di nutella nascondendolo sotto le scatole di cereali.

 

 

Sophie White era una ragazza alla moda, pronta ad aiutare tutti e con un sorriso sempre sulle labbra.

Anche se alcune persone continuavano a definirla futile e superficiale.

Le critiche però le scivolavano addosso senza scalfirla.

Le persone potevano pensare di lei quello che volevano.

Posò le buste piene di vestiti appena comprati per terra, prese la chiave dalla borsa e dopo averla infilata nella toppa della porta l’aprì.

Ad aspettarla c’era suo padre, seduto su una sedia. Leggeva il giornale ed era vestito di tutto punto. Daniel White era il ritratto della perfezione.

Perfezione che dava la nausea a Sophie.

-Papà sono tornata.- sussurrò la ragazza.

-Mmm.- borbottò il padre. –Spero che tu sia andata in qualche biblioteca a studiare. Ti ho già detto che ti hanno accettato in una delle università migliori della città?- continuò il padre, continuando a fissare il giornale.

Sophie s'irrigidì e un sorriso amaro comparse sul suo viso.

Di nuovo, quante volte doveva rivivere quella scena?

Non bastava la realtà a tormentarla, anche quell’illusione doveva rovinarla.

-Quanto hai pagato stavolta?- domandò ironicamente Sophie.

-Non sono affari tuoi. Io penso solo al tuo futuro visto che tu non ci pensi minimamente.-

-Non hai mai pensato che questo non sia il mio futuro, hai mai pensato che io avessi altri progetti per la mia vita?- urlò Sophie, irritata della falsa gentilezza del padre.

-Ne riparliamo un’altra volta.- rispose brusco Daniel.

-Certo, come sempre papà.- rispose Sophie abbassando la voce, ricordandosi che quella non era la realtà.

-Oggi andiamo da tua madre.- continuò il padre, tralasciando l’ultima affermazione della figlia.

Sophie chiuse gli occhi e respirò di nuovo.

Era solo un’illusione ma faceva male lo stesso.

-Io non vengo.-

-Tu invece verrai.-

-Ho detto di no papà. Ho diciannove anni posso decidere da sola oppure no?-

-Faresti felice tua madre.- rispose il padre posando il giornale.

Sophie rise istericamente.

-E’ morta. Come potrei farla felice?-

-Non parlare così, fila subito in camera tua.-

Sophie gettò le buste per terra e corse verso la sua stanza, rifugiandosi fra quelle quattro mura.

Aprì di corsa il cassetto e prese una piccola bottiglietta, se la portò fra le labbra ingerendo il contenuto.

Chiuse gli occhi e aspettò di ritornare alla realtà, che forse era ancora più dura.

 

-Mi dispiace Blaise, hai perso. Poker di regine.-

Il ragazzo guardò il viso sorridente di Pansy e sorrise a sua volta.

-La fortuna dei principianti.- rispose Blaise incrociando le braccia.

La ragazza mise il broncio e Blaise la trovò adorabile.

Si trovavano ancora nella stanza due del San Mungo, Theo continuava a camminare avanti e indietro nella stanza.

Blaise trovava la presenza del moro abbastanza fastidiosa ma non poteva dire niente anche perché Pansy l’avrebbe divorato per colazione.

L’unica che mancava all’appello era Daphne che non si vedeva da alcuni giorni, aveva detto di aver gia visto abbastanza e che non riusciva a sopportare il corpo di Draco disteso in un letto.

Tutte stronzate pensò Blaise, ci doveva essere per forza qualcosa sotto.

Qualcosa che a loro non era concesso sapere.

-Blaise ti sbrighi? Ho una coppia tu invece?- borbottò acidamente Pansy.

-Una scala.- rispose sorridendo Blaise.

Adesso erano pari.

 

 

-Come sta Lucas?-

-Va tutto bene. La Granger e Malfoy?-

-Nessun progresso…-

Si sentì Il rumore di un pugno che sbatté sul legno.

-Sei inutile!-

Lei tremò.

-Piaciuta la punizione di oggi?-

Sorriso sadico.

-No me la meritavo.-

Occhi abbassati.

-Invece sì, non devi più disubbidirmi.-

Le piaceva dare ordini, si sentiva importante.

Almeno una volta nella sua vita.

-Puoi andare.-

Altro ordine.

-Come vuoi.-

Sorriso amaro.

 

 

 

Non costruire mai castelli di fantasia perché ci sarà sempre qualcuno pronto a distruggerli a colpi di realtà. Solo la paura di fallire impedisce a un sogno di volare

BreeandBorn

 

 

 

Eccomi tornata dal mio viaggio *.* è stato bellissimo.

Avevo detto che avrei  aggiornato giorno 30 ma sono tornata ieri e avevo già scritto il capitolo quindi ho voluto anticipare ! Non sono una brava bimba? U.U

Il capitolo per la felicità di molti è un pozzo senza fine d’indizi. Draco ed Herm si sono incontrati di nuovo, non vi aspettate che la scintilla scocchi subito perché io sono mooolto mooolto lenta.

Abbiamo scoperto qualcosa su Sophie(Io adoro questo personaggio è così complessato)…

Domandina come la vedete Diletta per Ron? Io avevo pensato a un’altra coppia ma adesso mi sono affezionata a questi due… non so!

Forse e dico forse xD nel prossimo capitolo scoprirete chi è Lucas…

Un grazie a tutti quelli che hanno recensito il capitolo precedente, mi fanno sempre felice le vostre parole ** e alle 97 persone che hanno aggiunto la mia storia fra i preferiti * me piange*

Siete fantastici.

Un bacio e scusate se non commento ma devo andare.

PS: Per chi segue la forza di rialzarsi ho gia scritto tre capitoli, visto che sono parecchio indietro ** posterò domani…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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