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Autore: AgelessIce    09/03/2014    1 recensioni
Perché quello… quello era un bambino strano.
Non avrei mai pensato che potesse arrivare così in alto, nonostante lo sperassi.
Perché gli volevo bene, ma dovevo essere oggettivo.
Se mai fosse riuscito a conquistare l’armatura, non avrebbe retto al primo scontro.
Isaac invece era una scommessa vinta.
Aveva un temperamento simile a quello di Milo.
Coraggioso ed ostinato. Energico e giusto.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aquarius Camus, Cygnus Hyoga, Kraken Isaac, Scorpion Milo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avvertenze: Kouyuki è un personaggio di mia invenzione. Teoricamente, allievo di  Hyoga. La sua unica utilità, al momento, è permettermi di scrivere del cigno come maestro.

Bleeding heart


Sorrise, il cigno, al centro di quella tempesta di neve e ghiaccio.
Se ne stava fermo, il gelo che gli scaturiva dalle mani e che lo avvolgeva come un bozzolo, ad occhi chiusi.
Aveva un eleganza particolare, quel cavaliere. Un portamento che riusciva ad essere infinitamente freddo ed infinitamente caldo allo stesso tempo.
Non aveva un vero nemico da affrontare, non quella volta. Aveva smesso con le battaglie, messaggere di sangue e morte.
Non era più il galoppino degli dei.
“Non devi temere il freddo, Kouyuki.”
La sua voce era gelida, in armonia con la bufera. L’ululato del vento si confondeva alle parole, trasportandole come un suono indistinto ed inquietante.
Era un po’ come le melodie cantate dalle sirene, una litania poco comprensibile, che attrae e spaventa inesorabilmente. Qualcosa a cui non ci si può sottrarre.
Qualcosa cui non si vuole davvero fuggire.
Il ragazzino tremò violentemente. Era appena un bambino, lui, come poteva sopportare tutto quello?
Implorò il maestro di fermarsi, perché era stanco. Ed aveva freddo.
E pianse, il respiro rotto dai singhiozzi, mentre la tempesta sembrava volerlo dilaniare.
Hyoga sospirò, ed aprì gli occhi.
“Perché sei qui, Kouyuki?”
Chiese, con quella voce sottile che pareva più fredda e tagliente dei cristalli di ghiaccio che il suo cosmo domava.
“Per… per diventare cavaliere.”
Rispose, il bambino, chinando il capo. Non riusciva a sostenere il suo sguardo, non ci riusciva mai.
Sembrava così algido, così lontano. Una figura irraggiungibile, come quella di un dio.
Era lì, a pochi passi, e gli indicava la strada. Ma lui non poteva toccarlo. Non poteva affiancarlo.
“Perché vuoi diventarlo?”
Incalzò, una nota di qualcosa che poteva essere confusa con la rabbia a distorcere le parole.
“Per mio fratello.” Si rassegnò il minore, sapendo che sarebbe stato sgridato.
“È morto. Cosa puoi fare per un morto?”
Gli si strinse il cuore, a quelle parole, ferito dal suo stesso ghiaccio.
La sua stessa anima gli gridava di smetterla, di dar tregua a quell’apprendista, di fermarsi e piangere. Semplicemente piangere.
Ma ovviamente lui questo non lo fece, e restò lì, immobile, lo sguardo fisso sull’esile figura che stava cercando di plasmare.
“Io… io…”
Lo sapeva, Kouyuki, quello che voleva dire. Lo sapeva, eppure le parole non abbandonavano le sue labbra.
Gli morivano in gola, soffocate dalle lacrime e dal freddo.
Freddo che gli entrava nelle vene, e che lo uccideva lentamente.
La tempesta cessò, ed il cigno chinò il capo.
“Sei qui già da tre anni.” Disse, con un po’ di frustrazione.
“Torniamo a casa. Riproverai domani.”
Decise, cominciando a camminare senza aspettarlo. Doveva imparare a tenere il passo.
E lui restò fermo per un istante, osservando la sua schiena che si allontanava, riconoscendo una distaccata delusione nel suo passo.
“Riproverò domani.”
Si fece coraggio, e tenne il passo.
~
Era un bravo maestro, Hyoga, secondo lui. Anche se delle volte era troppo severo, o troppo freddo.
Era un bravo maestro, perché, quando lui sveniva nella neve,  lo prendeva in braccio e lo riportava a casa.
Lo avvolgeva con le spesse coperte all’interno dell’abitazione, accendeva il camino, gli preparava qualcosa di caldo. E, quando si svegliava, gli sorrideva, e lo rassicurava.
Non diceva mai di essere stato troppo rigido, questo no. Gli diceva che la prossima volta resisterà di più, però.
E lui resisteva. E presto non fu più in grado di distinguere se lo facesse per diventare cavaliere, o per vedere quella debole scintilla d’orgoglio che gli illuminava gli occhi.
Occhi che erano sempre velati di malinconia. Tristezza, delusione, frustrazione.
E Kouyuki non capiva mai quale fosse l’origine di quelle emozioni, e se ne sentiva erroneamente responsabile.
Però lo vedeva, ogni sera, quando, prima di andare a letto, il cigno sfiorava con le dita una sfera di cristallo, che custodiva un bucaneve dello stesso materiale.
Quand’era appena arrivato, aveva pensato potesse essere un po’ come la storia della rosa protetta dalla cupola di vetro, quella che perdendo i petali scandiva il tempo di un principe delle fiabe di cui non ricordava il nome. Non gli erano mai piaciute particolarmente, le fiabe.
Però il bucaneve non li perdeva, i petali di ghiaccio. Se ne stava lì, immutabile, avvolto dalla candida neve che riempiva la sfera.
“Maestro… cos’è quello?”
Chiese, e giurò di aver visto le sue spalle irrigidirsi. E si pentì di aver domandato.
“Un regalo.”
E si morse la lingua, per non chiedere da parte di chi fosse.
Si limitò ad accoccolarsi meglio sul divano, stringendosi nelle coperte e benedicendo il calore del camino.
Immaginò si trattasse di uno dei suoi vecchi compagni, quelli di cui non parlava mai, e chiuse gli occhi.
Di lì a poco, lo sapeva, il biondo avrebbe cominciato a canticchiare una vecchia canzone in russo. Una di quelle che parlavano di dolore e di speranza.
  ~

Hyoga osservò il bambino dormire sul suo divano, i capelli rossi sparsi sui cuscini, ed accennò un sorriso.
Lo sollevò facendo attenzione a non svegliarlo, portandolo nella stanza che una volta era la sua, e lo sistemò a letto.
Non si riteneva un buon maestro, lui.
Non aveva mai imparato ad essere completamente distaccato, ad essere freddo ed impassibile.
E la somiglianza di quel bambino con l’uomo a cui doveva tutto, di certo non lo aiutava.
Come poteva impartirgli una lezione che lui non aveva mai appreso?

Sospirò, uscendo dalla camera e chiudendosi la porta alle spalle.
Cygnus Hyoga, uno dei 5 cavalieri che erano praticamente diventati una leggenda.
Un cavaliere della speranza che, in realtà, cavaliere non avrebbe mai dovuto diventarlo.
Un bambino che non era riuscito a superare la perdita della madre, come poteva sopportare tutti quei lutti?
La scia di morte che si era portato dietro, era un peso troppo grande per le sue giovani spalle.
Se fosse stato Isaac, ad ottenere l’armatura del cigno, forse –solo forse- , le cose sarebbero andate diversamente.
E lui non si sarebbe mai macchiato le mani con il sangue dei suoi cari.
Ancora se lo sentiva lì, tra le dita, quel liquido denso e vermiglio. Come se continuasse a scorrere inesorabilmente.

Si guardò i palmi aperti, prima di soffocare un imprecazione e stringere entrambi i pugni.
“Mi dispiace, Camus…”
 


Salve a tuuutti~
Ok, chiariamo, Kouyuki è un personaggio che potrebbe apparire in qualche shot, ed essere completamente inesistente in altre. 
Potrebbe essere l'ultima volta che lo sentite nominare, magari. Non lo so. E no, non lo so perché l'ho inventato.
Mi è uscito così e basta, non ho potere su ciò che scrivo (?) xD
Ook, spero che l'averlo inserito non vi abbia infastidito, e spero il capitolo vi sia piaciuto!
Un bacio 

                     AgelessIce
  
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