Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars
Ricorda la storia  |       
Autore: Love_in_London_night    09/03/2014    4 recensioni
Chloe e Shannon. Ci sono attrazione e feeling, eppure qualcosa li frena.
Ma cosa avrà mai fatto lui per incontrare un simile tornado? E, soprattutto, cosa succederà tra loro?
Dalla storia: "«No, grazie». Sogghignò Shannon. «Ho bisogno di proteine che solo un animale morto può darmi. Inoltre mi sento di troppo, ma me ne vado contento: se andate avanti così va a finire che vi ritrovate lo stesso in tre a fine serata». Ammiccò divertito nell’indicarli con il mento.
Lo fulminarono entrambi con lo sguardo.
«Tornando al discorso di prima…» iniziò Logan che sapeva benissimo che ne avevano parlato. Gli uomini erano più pettegoli delle donne, esattamente quanto le donne parlavano di sesso di più e pure peggio degli uomini. «Ti chiedo solo di non complicare la vita a Chloe, perché – credimi – non ne ha davvero bisogno. Mi piacerebbe però che vi conosceste abbastanza affinché fosse lei a spiegarti il perché di queste mie affermazioni. Magari se impari a capirla scopri una persona che ti può piacere, o forse una che non ti interessa per nulla». Cercò di indugiare la ragazza. «Pensi di potercela fare?»
"
Challenge accepted, but remember: he's a cheater.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Shannon Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'Lost in the city of Angels'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



Banner a cura di Radioactive,


Guarda il trailer della storia realizzato da S_EntreLesLines


Capitolo 1

I knew you were trouble


 
Marzo 2016, qualche giorno dopo gli oscar


«Ho delle notizie per te». Aveva continuato Logan dopo i convenevoli, non vedeva l’ora di dire tutto all’amica.
«Sei incinta?» chiese Chloe con la bocca piena di cioccolato. A Londra era l’una, ma di mangiare qualcosa di decente non se ne parlava proprio. Era stata licenziata da poco, aveva tutto il diritto di nutrirsi con cibo spazzatura. Anche se il cioccolato era un alimento sano, non deriva forse da una pianta?
«No. Tutti che me lo chiedono. Volete dirmi che devo mettermi a dieta?»
«Nah. Però magari ti si saranno gonfiati quei brufoli che ti ritrovi al posto delle tette, e la gente pensa si stiano riempiendo di latte» rispose l’altra, ovvia.
«La nebbia deve averti dato al cervello». Chloe era diventata ancora più acida da quando era rimasta a casa da lavoro. Come si permetteva di paragonare il suo piccolo seno a dei brufoli?
«Se non sei incinta, cosa devi dirmi? Ti sposi? Ti ha lasciato? Non convincermi a rimanere qui, ho già in testa di cambiare continente. E solo perché non posso cambiare pianeta»
«Non è vero. Io sono su Marte!»
«Te l’hanno mai detto che quando sei innamorata sei così sdolcinata che potresti uccidere un diabetico?!»
A lei sarebbe bastato solo che qualcuno le facesse vedere le stelle. Meglio se a causa di qualche orgasmo. Ma anche un paio di scarpe non le facevano schifo.
Logan la ignorò. «Join us!»
Chloe rise. «Quel figo concentrato di Shannon è ancora su piazza?»
«Poverino Chloe, non è… Concentrato, è diversamente alto!» ridacchiò la bionda mentre sistemava alcune cose nell’armadio in camera di Jared, mentre lui sfacchinava per portare al primo piano alcuni scatoloni. Gli mandò un bacio e gli strizzò l’occhio quando entrò in camera rosso in viso per lo sforzo.
“Dopo giuro che ti ricompenso” mimò con le labbra indicando il letto con un cenno del capo.
Jared, prima pronto a lamentarsi, riguadagnò forza e scese di nuovo di sotto.
«E non pensare a Shannon, sei già brava a complicarti la vita di tuo senza che un Leto ne faccia parte» lo disse premurosa. Prima di farli anche solo avvicinare avrebbe dovuto fare terrorismo psicologico sul povero Shannon. La verità era che Chloe meritava di essere felice, ma era un gran casino; specialmente se si parlava di sesso. D’altronde era correlato al suo licenziamento, non aveva capito di andare piano con la suddetta questione?
«Ok, ho capito, ne riparliamo a LA, magari quando non sei mestruata». Lei? Da che pulpito! Parole che venivano dalla Regina degli yogurt al limone scaduti. «Su, forza, dimmi il motivo per cui mi hai chiamata».
La dolcezza di un my little pony, no?!
«Ho trovato un posto dove puoi stare: il mio appartamento». E, anche se non poteva vederla, saltellava nervosa ed eccitata per la stanza.
«Lo, ti voglio bene e lo sai, ma non mi piace la compassione e amo avere i miei spazi, se no non me ne sarei andata di casa a diciannove anni».
Era arrivato il momento di sganciare la bomba: «Vado a vivere con Jared. No ok, sono già qui. Sto riempiendo il suo armadio con le mie cose. Quindi l’appartamento è tutto tuo. Non devi trovarne uno e non devi spendere soldi per l’albergo»
«Oh porca puttana» esalò sconvolta Chloe.
«Per l’appartamento?» domandò caustica l’amica.
«Macché. Per la tua convivenza. Con una star mondiale. Meglio di pretty woman! Ti rendi conto?» disse sotto shock. «Sono così felice per te!».
Squittì infine estasiata. Era contenta di sentire l’amica appagata.
«Quindi ti va bene la storia dell’appartamento?» sperava di agevolarle le cose, non era mai facile arrivare in un nuovo paese.
«Ovvio che sì! Mi hai levato un grosso problema».  Chloe sorrise allegra, non solo si sarebbe allontanata da quella vita che non le apparteneva più, ma le cose iniziavano a girare per il verso giusto. Allora aveva avuto un senso non abbandonare mai un sorriso, seppur timido.
«Bene, sono contenta. Ora, passando a cose serie, ho bisogno del tuo aiuto» si girò verso la porta della camera e, nel vedere che Jared non era all’orizzonte, la chiuse per non farsi sentire. «Tra qualche giorno è il compleanno di Shannon, e Jared ed io abbiamo una gara in atto: vedere chi gli fa il regalo più apprezzato». Ghignò malefica Logan.
Tipico loro, una competizione per stimolarsi a vicenda.
«A cosa avevi pensato?» Chloe era curiosa, adorava sapere le cose in anteprima.
«A un kit per produrre del caffè. Il tostino, una piccola pianta da mettere in un angolo del giardino. Tutto l’occorrente per provare la soddisfazione di farselo da solo. Cosa ne dici?» era orgogliosa della propria idea. Jared non l’avrebbe battuta nemmeno se si fosse impegnato con tutte le sue forze.
C’era da dire che era una donna, partiva avvantaggiata.
«Mmmhhhh» mugolò indecisa l’altra da Londra. «Non posso mettermi un fiocco al collo, confezionarmi un vestito striminzito con della carta regalo e porgergli un biglietto con scritto sopra solo ‘Scartami’?!»
Propose speranzosa. Gli era sempre piaciuto, fin dal loro primo incontro: bello, simpatico e con due occhi penetranti, per non parlare di quello si vociferava nascondesse nei pantaloni. Un’arma impropria con cui si aggirava tranquillo, senza avere il porto d’armi. Senza contare che aveva avuto conferma da una testimone della cosa: Logan. Ecco, anche quello era penetrante, e non le dispiaceva affatto.
«Chloe! E poi non mi piace vincere così facile!» aggiunse divertita.
«Va beh, si scherzava. Nemmeno poi tanto» ridacchiò, quella telefonata le stava facendo bene all’umore. «Comunque da quello che mi hai detto è un patito del caffè, quindi mi sembra particolare e molto adatto. Approvato!»
«Sì, lui è ossessionato dal caffè».
Come non capirlo? Se avesse potuto lei se lo sarebbe iniettato endovena.
«Non solo da quello, se non erro. Comunque se dovesse andare male l’ipotesi caffè chiamami, sempre sono disponibile per immolarmi e sfruttare la sua seconda ossessione: le donne, o il sesso. Potrei anticipare la partenza di qualche giorno». Strizzò l’occhio al proprio riflesso, la tristezza di quei giorni – così strana per lei – era diventata lontana di colpo. Che bella sensazione!
«Ora scappo, vorrei dare una mano a Jared, dato che le cose sono mie». Si morsicò una pellicina vicino all’unghia, voleva aiutarlo davvero, si sentiva in colpa.
«Vai Lo, io ho un sacco di cose da sistemare prima della partenza: il giorno si avvicina!» trillò solare come al solito.
«Non vedo l’ora». La salutò così, poi corse di sotto per schioccare un bacio a Jared: non sapeva perché, ma se lo meritava a prescindere.
 
«Quando arriva Chloe?» Shannon era curioso. Si ricordava quando, nel duemilaquattordici, avevano trascorso dei giorni insieme a Londra. Loro erano in tour e Logan aveva passato del tempo con la famiglia e gli amici. E, alla fine, aveva combinato un gran casino, degno di lei: aveva mischiato lavoro e amicizia, ma a Shannon non era dispiaciuto affatto. Chloe era una ragazza molto solare e con la battuta pronta, non era lì per sbavare su di loro, anche se – Shan doveva ammetterlo – aveva notato come lo guardava e quanto apprezzasse ciò che vedeva, però era più divertente vedere come interagiva con Logan e i siparietti che di volta in volta creavano. Senza contare che era riuscita più volte a metterlo in difficoltà. Prima di incontrarla era stato convinto che una donna capace di tanto dovesse ancora nascere, però aveva attribuito il tutto alla stanchezza del tour.
Ecco perché era ansioso di vederla, voleva quella sorta di rivincita personale.
E, perché no, una vincita passionale.
Ah, se non fosse stato un ottimo batterista sarebbe stato un poeta degno di nota, poco da fare.
«Shannon» lo guardò torva Logan. «Non ci provare. Chloe è mia amica, non voglio che tu la usi come un oggetto sessuale»
«Nemmeno se lo vuole lei? E comunque ti ho solo chiesto quando sarebbe arrivata, non se avesse voluto darmela» rispose piccato mentre sbuffava per essere stato scoperto. Non che le sue intenzioni fossero state celate.
«Tieni». Jared gli passò un secchio vuoto.
«Cosa me ne faccio?» solo lui era normale in quella casa?
«Ti serve per la bava che ti sta grondando dai lati della bocca al solo pensiero. Le tue idee sono palesi» aggiunse il fratello minore con un sorriso sadico e soddisfatto. Era divertente prenderlo in giro per l’arrivo di Chloe, si ricordava come quella sera a Londra, al ristorante vegetariano, Shannon fosse leggermente ubriaco e avesse tentato di baciarla. Lui negava, ma non si ricordava poi molto della cena.
Il batterista alzò il dito medio per non dover ricorrere all’ennesima parolaccia. Era un uomo di una certa classe, lui.
«Se lei è consenziente mi sta bene» riprese Lo, convinta. «Ma vorrei che ci arrivaste dopo le presentazioni. E non intendo nell’immediato, ma dopo una conoscenza che vi porti a capire che potete almeno essere interessanti, oltre che attraenti».
Shannon sorrise furbo «Tutte cose che mi escono naturali»
«Tranne aspettare di approfittare di qualcuna» lo ammonì Logan mentre, passando dietro il divano, gli lasciò un piccolo buffetto sulla testa.
«Solo perché sono altruista e mi piace vederle felici e accontentate. Tu non mi capisci» le disse quasi affranto, poi indicò Jared. «E tu non lo fai più».
Sembrava un bambino incompreso.
«Jared, controlli tu i fornelli? Non vorrei che le verdure bruciassero» gli disse affabile lei prima di dirigersi per stendere il carico della lavatrice. Era domenica e aveva tempo di svolgere qualche lavoro domestico, giusto per non lasciare tutte le incombenze alla donna delle pulizie, bastavano già i resti dei pancake vegani da pulire per farla dannare.
Le diede una pacca sul sedere e in risposta ricevette uno sguardo divertito, segno che aveva gradito quella risposta silenziosa ma eloquente.
Sparì nel corridoio e Jared si raccolse i capelli con una molletta, lasciando scoperta la schiena nuda, faceva caldo ed era appena uscito dalla doccia, ma vederlo ai fornelli solo con i pantaloni della tuta lasciava perplesso anche uno come Shannon.
Si appoggiò al piano della cucina e incrociò le braccia, infine fissò il fratello per porgli una domanda.
«Tu cosa ne pensi?»
«Di cosa?» aggiunse un po’ di sale alle verdure.
«Di questa cosa di Chloe. Non la trovi assurda? Voglio dire, è adulta»
«Lo vuoi davvero sapere?» alzò un sopracciglio.
L’altro annuì.
«Io penso che dovresti dare ascolto a Logan»
Shannon lo fissò a bocca aperta. Dove era finito il suo dolce e pervertito fratellino? Quello del “non importa quanto coraggio ci vuole, tu fattela e basta”?
«E perché?!»
«Per molti motivi. Innanzitutto perché potresti scoprire che ti piace davvero e che, magari, può andare oltre che il sesso, tra voi due». Non era idiota, aveva quasi quarantacinque anni, si era accorto come suo fratello ai tempi fosse rimasto colpito da lei. Gli sarebbe piaciuto molto vederlo sistemato e non saperlo solo; da quando lui stava con Logan la sua vita era cambiata in meglio, e si augurava la stessa cosa per Shannon.
«Ma io non voglio andare oltre il sesso!» disse lui in tono ovvio.
«Sì, certo, anche io dicevo così. Ora la stessa ragazza che volevo solo portarmi a letto, sculetta – per mia fortuna – tra le mura di casa» e indicò il corridoio con il mestolo, facendo schizzare un po’ di condimento sul pavimento e sul soffitto.
«Seconda cosa» aggiunse davanti al silenzio più che giustificato del fratello. «Anche tu e Terry mi avete chiesto di fare una cosa simile con Logan, e io vi ho ascoltati»
«Ma con te era diverso, voi vi scannavate dalla mattina alla sera» rispose riprendendo il controllo della situazione, molto più sicuro di sé. A quello non poteva obiettare, era semplicemente un genio.
«Esatto. Se tu ti scopassi l’amica della mia ragazza e tra voi si creassero tensioni, dopo la cosa si ripercuoterebbe sul mio rapporto, dato che tu sei mio fratello e lei l’unica amica che Logan avrebbe in America».
Ok, doveva ammetterlo, quello più geniale di tutti in famiglia era Jared. Dannazione.
«Inoltre» proseguì il minore «Devi proprio fare sesso con lei? Insomma, sei Shannon Leto, ogni donna sarebbe disposta a farlo con te anche senza implicazioni di interesse o futura parentela. Capisco toglierti un capriccio, ma puoi sempre farlo con altre ragazze» Jared alzò le spalle con fare ovvio.
In effetti aveva ragione. Era Jay quello con gli standard quasi impossibili, lui era diverso. O, detto in altre parole, meno selettivo: bastava che avessero tette grandi, un viso carino, che fossero donne, vive e con un respiro regolare, e un’età compresa tra i sedici e gli enne anni, giusto per evitarsi il carcere.
Inoltre non era detto che Chloe fosse ancora così carina come ricordava: magari era ingrassata, o si era imbruttita. Già, magari la memoria di Shannon aveva iniziato a fare cilecca – solo la memoria, sia chiaro – e lei in realtà era molto più cessa di quanto se la ricordasse. Sì, doveva essere così.
«Diciamo così» Jared si guardò in giro prima di avvicinarsi al fratello e abbassare la voce. «Siete grandi e vaccinati, quindi non vi possiamo impedire di rotolarvi tra le lenzuola o in altri posti. Però ti consiglio di non contraddire Logan perché è molto protettiva con Chloe, e c’è un perché. Però tu puoi, non so, conoscerla, uscirci un po’, anche per non lasciarla sola con me e Lo, Tomo e Vicki. E, se proprio non riuscite a non saltarvi addosso, beh, lo potete pure fare. Assicurati solo che però anche lei la pensi come te. Sii chiaro nelle tue intenzioni».
Era stato un discorso strano che gli aveva lasciato un sacco di dubbi, ma in effetti filava. Avrebbe voluto fargli alcune domande a riguardo ma Logan era tornata in cucina.
Si avvicinò a Jared per circondargli il petto con le braccia e poi, con delicatezza e amore, lo baciò tra le scapole e la base del collo, appena sopra l’orbis che occupava la schiena di lui, e Jay sospirò grato e quasi eccitato dal contatto. Era una scena intima e amorevole.
Shannon li guardava contento e un po’ invidioso, era bello vederli così coinvolti, e un po’ desiderava avere lo stesso, ma era anche convinto che una cosa simile non capitasse a tutti e se ne era fatto una ragione, lui era destinato a soddisfare tutte le donne che incappavano nella sua strada.
«Possibile che voi due sembriate sempre in calore?» li stuzzicò per celare i propri pensieri, era divertente prenderli in giro per le loro smancerie.
«Non è colpa nostra se abbiamo una vita sessuale soddisfacente e non ci vergogniamo a farlo intendere» rispose lei con una linguaccia e un’alzata di spalle.
Shannon rise divertito. «Intendere? Voi siete molto espliciti, cari miei»
«Parli per invidia» sostenne Logan.
«Si vede che non batti chiodo da un po’» lo schernì Jared contemporaneamente.
«Ti fermi a mangiare?» domandò lei senza dargli tempo di rispondere alle loro insinuazioni mentre infornava la pasta con le verdure nel forno per farne un timballo.
Jared era stato fortunato, aveva trovato una donna che riusciva a cucinargli cose decenti nonostante rispettasse il suo malsano credo vegano.
«No, grazie». Sogghignò Shannon. «Ho bisogno di proteine che solo un animale morto può darmi. Inoltre mi sento di troppo, ma me ne vado contento: se andate avanti così va a finire che vi ritrovate lo stesso in tre a fine serata». Ammiccò divertito nell’indicarli con il mento.
Lo fulminarono entrambi con lo sguardo.
«Tornando al discorso di prima…» iniziò Logan che sapeva benissimo che ne avevano parlato. Gli uomini erano più pettegoli delle donne, esattamente quanto le donne parlavano di sesso di più e pure peggio degli uomini. «Ti chiedo solo di non complicare la vita a Chloe, perché – credimi – non ne ha davvero bisogno. Mi piacerebbe però che vi conosceste abbastanza affinché fosse lei a spiegarti il perché di queste mie affermazioni. Magari se impari a capirla scopri una persona che ti può piacere, o forse una che non ti interessa per nulla». Cercò di indugiare la ragazza. «Pensi di potercela fare?»
No. Non era da lui, perché Shannon era fisico.
Adorava fare battute ambigue e flirtare spudoratamente.
Non ce l’avrebbe fatta.
Ce l’avrebbe fatta? No.
L’avrebbe fatto? Nemmeno.
«Sì. Quantomeno farò un tentativo» guardò Jared che annuì fiero.
«Ci proverai, è già qualcosa» sorrise Logan soddisfatta, poi si accorse delle sue parole al sorriso di Shan. «Non in quel senso!»
Gli tirò un guanto da cucina ma lo mancò, scatenando le risate generali.
Fu il suono improvviso del campanello a interromperli.
«Aspetti qualcuno?» domandò Jared curioso.
Logan scosse la testa. «E tu?»
«Magari è Emma» Shannon rispose mentre si prendeva una bottiglietta d’acqua dal frigorifero lì vicino.
In effetti era l’unica che poteva presentarsi a casa loro in qualsiasi momento, era più aggiornata e accurata dell’ANSA quella ragazza, sapeva le cose ancora prima che accadessero.
«Vado a controllare» squittì Logan contenta. Aveva imparato ad apprezzare Emma. Non erano amiche, ma avere intorno una presenza femminile una volta ogni tanto non le dispiaceva affatto, le uniche erano lei e Vicki.
La bionda controllò il video citofono, ma l’unica immagine che riuscì a cogliere fu un cartello con scritto ‘Aprimi’ retto da una persona che si nascondeva dietro a esso. Aguzzando la vista notò una cosa strana. Quella persona era arrivata lì con la sua valigia. L’avrebbe riconosciuta tra mille, dato che in cima – vicino alla maniglia – c’era uno di quegli adesivi per stoffa a forma di teschio.
Quella valigia era così grande da poter contenere un cadavere, e solo una persona avrebbe rotto alla sua famiglia per viaggiare con una specie di bara per essere sicura di portarsi tutto il ‘necessario’.
Forse era stata direttamente Logan a lasciarla a lei prima di partire con i Mars nel duemilatredici.
No, non poteva crederci.
Aprì la porta senza avere la certezza di chi ci fosse dall’altra parte e, se Jared l’avesse saputo, niente l’avrebbe trattenuto dall’ammazzarla – o peggio – dal lasciarla per sempre, lanciò uno sguardo verso la cucina, ma nulla faceva intendere che i due fratelli fossero in procinto di abbandonare i loro discorsi.
Quando Logan tornò a fissare fuori dalla porta le venne una sincope.
Mandò piccoli urli di gioia prima di finire a terra, schiacciata dal peso di un’altra ragazza.
«Sei ingrassata?» la prese in giro scostandosela di dosso.
«Tutte tette, al contrario di te!» la rispose a tono Chloe. «Ciao a te!»
«Mi fa piacere averti qui» e cercò di abbracciarla mentre si rialzavano. «Ma non pensavo di vederti così presto!»
«Volevo farti una sorpresa» le ammiccò l’amica mentre sistemava la valigia accanto alla porta.
«E ci sei riuscita» rise contenta Logan sfiorando i capelli un bel po’ più corti rispetto a prima. «Ti trovo benissimo»
«Mi sento benissimo!» rispose Chloe con un gran sorriso. «Quest’aria nuova mi sta facendo benone, anche se sono qui da poche ore».
Il trambusto aveva attirato i due fratelli, che uscirono dalla cucina con quel fare disinvolto da rockstar che li rendeva così sensuali. Ci avessero provato Chloe e Logan sarebbero sembrate due ubriache perse, senza contare che la ragazza di Jared sarebbe volata in terra dopo meno di cinque secondi a causa della precarietà del suo equilibrio. Il primo a mostrarsi fu proprio lui: occhi glaciali e torso nudo Jared. A Chloe venne naturale abbracciarlo, era diventata una faccia amica per lei. Da quando stava con Logan l’aveva visto spesso in Skype, compariva alle spalle dell’amica durante le loro chiamate e a volte si fermava a chiacchierare con loro, cercando di svelare i segreti più profondi degli uomini, che poi secondo lui erano due: l’uomo è un animale semplice, non si farà mai paranoie come le donne e – il secondo – il più importante, ovvero quello dove diceva che voleva solo ed esclusivamente una cosa.
Niente di nuovo, ma gli piaceva che le ragazze lo tenessero bene a mente, specialmente Chloe che era single.
«Ciao, ti trovo in forma… E più nudo che vestito!» gli sorrise con la lingua tra i denti, lo sguardo allegro e sbarazzino.
«Colpa di Logan, voleva violentarmi sul tavolo della cucina» scherzò lui. «E anche tu sei bellissima, il nuovo look ti dona»
Scosse la testa e ridacchiò, era bello essere in compagnia di persone che al posto di guardarla come se si aspettassero di vederla piangersi addosso la invogliavano a ridere.
Fu soltanto dopo che lei e Shannon si videro, ovvero quando si separò da Jared.
Chloe decise di abbracciare anche lui, l’aveva conosciuto e Logan gli parlava sempre del fratello solo soletto della compagnia, vuoto che lei avrebbe riempito più che volentieri. Non che il pensiero non le avesse provocato altre battute su vuoti diversi da riempire, in cui lei e Shannon avrebbero avuto i ruoli invertiti – e quindi, giusti – ma decise di evitare di passare subito per la scaricatrice di porto che in realtà era.
«Ciao Shannon!» disse sicura di sé ma meno rumorosa rispetto a prima, sapeva di dover rispettare la sfera personale altrui e non poteva mostrarsi troppo in confidenza, anche se non avrebbe avuto problemi a farlo.
Porca miseria ladra.
Quello fu l’unico pensiero prodotto – e non debitamente censurato, al contrario degli altri – dai neuroni di Shannon.
Era entrata in quella casa da cinque minuti e sembrava fosse passato un uragano. Si percepiva il clima allegro, sembrava avesse portato il sole dentro le mura. L’aria era frizzante come la risate.
Per non parlare del seno che si schiacciava contro il suo petto. Si ricordò di fare lo sforzo di metterlo in tensione, giusto per mostrarsi al meglio.
Ah, quante belle cose rinchiuse in una sola persona.
Per non parlare dell’abito così corto.
No, Chloe non era diventata il cesso che aveva sperato, anzi. Si era tagliata i capelli appena sotto il mento e li portava mossi, aveva un accenno di frangia e il sorriso come accessorio più bello.
Indossava un vestito bianco con delle piccole ciliegie sopra, fresco e sbarazzino come lei, accostato a dei Dr. Marten’s neri che non c’entravano nulla, ma su di lei era un abbinamento convincente, forse perché rispecchiava il suo essere così… Solare e un po’ strana.
Ricordava bene cosa si diceva delle ciliegie: una tira l’altra. O forse erano le donne?
Boh, fatto stava che per tirare… Tirava.
«Ciao tornado!» e rispose all’abbraccio.
Se era lei a offrire il suo corpo, perché lui doveva tirarsi indietro? Sarebbe sembrato sgarbato, e lui non lo era mai, specialmente con ragazze così allegre e disponibili al contatto.
«Mio Dio, ma sei scolpito nel marmo» gli disse lei passando le mani sui bicipiti, sorpresa da quella gradita scoperta.
Lui sorrise sbruffone. «Già, sono tutto duro. Anni di allenamento. Ogni tipo, s’intende» e le strizzò l’occhio.
Chloe sorrise allegra, una punta di interesse in fondo agli occhi.
Shannon si sarebbe divertito un mondo con quella ragazza in giro, se lo sentiva.
Jared li fissava incredulo, non poteva credere che il fratello avesse detto una cosa simile e lei avesse riso al posto di togliersi una scarpa e stampargliela in faccia. Era abituato alle reazioni al vetriolo di Logan, Chloe invece sembrava più interessata a scoprire quanto di vero ci fosse in quella frase.
L’amica, invece, guardò Shannon con fare minatorio, un pollice sulla gola per mostrargli il suo destino se avesse continuato in quel modo.
Ma il batterista si sentiva grande abbastanza per non farsi mettere i piedi in testa da una donna che non era nemmeno la sua ragazza. Insomma, era o no in grado di rifarsi il letto ogni mattina? Certo, l’’avevano costretto a farlo all’inizio, ma ormai era diventata un’abitudine. Se poteva fare quello era sicuro di potersi ribellare a quella despota psicotica che era la fidanzata di suo fratello.
«Sei bellissima, questo nuovo taglio di capelli ti dona» le disse sincero e ammiccante, se voleva far intendere che tutta la propria durezza era a sua disposizione, doveva iniziare fin da subito a lavorare per la propria causa.
«Grazie, anche tu sei… Beh, un figo. Però» e si avvicinò quasi a guardarlo meglio. «Forse anche tu staresti meglio con i capelli… Più corti. Mi piaceva il taglio che avevi quando ci siamo conosciuti, lo preferivo».
Shannon sgranò gli occhi. Quale donna aveva osato mai dirgli che stava meglio con… Altro?
Lui, che si stava facendo ricrescere i capelli proprio perché sapeva quanto scuoterli causasse più vittime di uno tsunami, o quanto legarli mietesse più vittime di Tomo che giocava a basket, uno spettacolo così truculento che pochi occhi umani potevano annoverare di averlo visto.
Avrebbe voluto sculacciarla e strozzarla, piccola impudente dal sorriso diabolico.
Prenderla per il collo, accarezzarlo, farla voltare e… Punirla.
Si leccò le labbra, la sfrontatezza delle parole di lei era venuta meno, come la rabbia in risposta.
I’ll wrap my hands around your neck so tight with love…
Love, esagerazione… Lust. Sì, lust rendeva benissimo il concetto.
Capiva Jared e da dove traesse ispirazione per certe canzoni, in quel momento.
Si scostò il ciuffo dagli occhi, forse avrebbe chiamato il suo hair stylist di fiducia per farsi dare una spuntantina, giusto quei venti centimetri che per i parrucchieri erano solo tre, in realtà; o magari gli avrebbe chiesto di rifare il taglio che si era fatto a Londra nel duemilatredici, dato che era lo stesso con cui Chloe l’aveva conosciuto.
«Anche io, infatti stavo proprio pensando di tagliarli di nuovo»
«Ma non li stavi facendo crescere?» borbottò sorpresa e perplessa Logan.
«Finché non avessi avuto in mente un taglio, e in questi giorni ho preso la mia decisione» rispose con tono finto innocente, le sopracciglia alzate per mostrare l’immediatezza della sua decisione.
«Posso avere un po’ d’acqua, per favore?» Chloe cambiò di nuovo discorso, seguendo solamente i propri tempi.
Tutti si mossero verso la cucina, desiderosi di intrattenersi ancora insieme.
«Comunque dovete dirmi cosa mettono nei condotti qui a Los Angeles, o che aria respirate o cosa mangiate. Perché io giuro che tutta questa bellezza non la capisco, non sono abituata» disse tra un sorso e l’altro.
Shannon sorrise compiaciuto. Quella ragazza gli piaceva ogni minuto di più, non si vergognava a riempirlo di complimenti. Sapeva di essere bello, ma non pensava fino a questo punto.
«Di chi stiamo parlando?» Logan era turbata, non poteva spianare la strada in questo modo al più grande dei Leto, il suo discorso intimidatorio si sarebbe dissolto come neve al sole entro la serata, se fosse andata avanti così.
«Ho conosciuto il mio futuro marito».
Piano, sapeva di scatenare istinti materni e che tutte desideravano intrecciare con lui relazioni monogame, ma questo era troppo pure per Shannon.
«Voglio sposare Jake Gyllenhaal. L’ho incrociato all’aeroporto al ritiro bagagli. Non scherzo se dico che avrei voluto trascinarlo in bagno e abusare di lui al posto di chiedergli una misera foto»
«Eh, come non capirti!» sussurrò trasognata Logan che si beccò uno sguardo omicida da Jared.
Corse a baciargli una guancia in modo affettuoso, e lui fece finta di essere offeso per quel commento.
Jake Gyllenhaal? Per un Leto fintamente offeso, ce n’era un altro che si sentiva oltraggiato davvero.
Nel giro di cinque minuti la sua immensa figaggine era stata dimenticata per un sorriso più bianco del polo e due occhi azzurri? E in più voleva pure sposarselo.
Cioè, Jake Gyllenhaal era alto, con i capelli castani chiari e la barba folta. Il suo esatto opposto insomma. In caso poteva ricordare Jared, ma per nulla Shannon.
E che palle questi stereotipi così gettonati.
Sbuffò e alzò gli occhi al cielo.
Chloe aveva bisogno di altro. Cosa se ne faceva di un vatusso quando anche lei non superava il metro e sessantotto? Lo sapeva con certezza Shannon, perché erano esattamente alti uguali. Si immaginava già il loro futuro insieme, mentire e dichiarare di essere un metro e settanta tondi, e negare pure l’evidenza.
Quello sarebbe stato divertente, non vedersi accanto a uno per cui ti servivano tacchi e scaletto anche solo per farti sentire.
Tse, donne. Non capivano i vantaggi di un uomo di altezza media.
«Ho sentito che è gay» disse in tono disinvolto, nel tentativo di dissimulare il fastidio provato.
«Oh, che peccato» rispose lei sincera. «Però potrei sempre verificarlo di persona e, in caso, provare a fargli cambiare idea».
Niente, quando una nasceva sadica, sadica restava a vita. Era chiaro.
A proposito di gay, pensò la diretta interessata…
«Comunque carina la tua canotta così scollata ai lati» e fissò intensamente sia i tatuaggi che i muscoli, perché lesinare la vista se c’era tanta pelle scoperta?
Lui tornò a sogghignare con un solo angolo della bocca, più sicuro di sé e compiaciuto dello sguardo di Chloe.
Ok, doveva ammetterlo: Jared era considerato la divah del gruppo, ma anche lui in quanto a fiducia in se stesso non scherzava affatto. Rispetto al fratello era meno vezzoso, più rude.
«La fanno anche da uomo?» domandò con quel fare finto innocente, rovinato però dal sorriso ampiamente divertito che campeggiava sulla sua faccia.
… I’ll wrap my hands around your neck…
Quella ragazza stava rischiando. Non solo stava minando ogni suo precetto, ma lo stava facendo diventare lo zimbello di quella conversazione. Non si rideva di Shannon Leto, si rideva con lui.
Era certo, prima o poi gliel’avrebbe fatta pagare. E lui, per farlo, conosceva solo un modo.
Logan e Jared avevano cercato di trattenersi, ma invano. Scoppiarono a ridere divertiti e Shannon per quel motivo si offese ancora di più.
«Cazzo ridi bro? Le porti anche tu!»
«Vero» rispose il fratello tra una risata e l’altra. «Ma Lo non si è mai lamentata a riguardo»
«Per forza» intervenne lei. «Non mi fanno impazzire questo tipo di canotte, ma hanno i loro lati positivi».
Abbracciò Jared dopo avergli sorriso divertita. «Lasciano un sacco di pelle scoperta da poter essere ammirata… Soprattutto quando non potevo far altro che guardare»
«Tempi duri quelli» la prese in giro lui. «Per fortuna ho deciso di passare all’attacco»
«Solo perché io ti ci ho indotto. Si sa che è la donna ad avere il potere decisionale. Se un uomo si fa avanti è solo perché la donna lo ha già scelto»
«Sei saggia, ecco perché ti amo» le baciò il collo.
Shannon e Chloe alzarono gli occhi al cielo, pronti ad assistere al remake di Ghost in diretta. I morti, però, sarebbero stati loro due, uccisi da tutta quella tenerezza.
«Chloe, vuoi rimanere a cena?» propose Logan allegra e distratta.
«Per passare con voi dalla commedia romantica al porno senza dover pagare il prezzo della tv via cavo? No, grazie» fu la risposta quasi schifata di lei.
«Inoltre io mi nutro ancora di animali che hanno cessato di vivere sacrificandosi per me, senza offesa Jared. Più che altro ho bisogno di dormire, sono in pieno jet-lag. Ero venuta per un saluto e per farmi dare le chiavi dell’appartamento».
Con quella frase da amante della carne si era conquistata la stima di Shannon, oltre che la fiducia della sua Shanaconda solo con la sua presenza.
«Mio Dio, hai ragione!» disse l’amica coprendosi la bocca con le mani, dispiaciuta. «Il tuo bioritmo è in piena fase rem. Vai a riposarti, ci sentiamo tra un paio di giorni, quando ti sveglierai come se avessi i postumi della sbornia peggiore della tua vita»
«Peggiore di quella di capodanno?» domandò allarmata l’altra.
Logan annuì in modo affettuoso.
«Shan, dato che nemmeno tu vuoi fermarti a cena, potresti accompagnarla al vecchio appartamento di Lo. Immagino che lei non abbia l’auto, fai il gentiluomo».
La sua ragazza lo fissò un po’ male, e con la scusa di avvicinarsi al suo orecchio per baciarla le disse: «So che l’idea che stiano soli non ti piace molto, ma mi piacerebbe che Shannon imparasse a conoscerla. Non si sa mai che, tra le mie imbeccate e le tue minacce possa trarne qualcosa di buono»
«Sei un genio del male». Gli accarezzò una guancia ricoperta di barba.
«Lo so» sorrise prime di stamparle un bacio sulle labbra.
«No, davvero, non c’è problema, chiamo un taxi» riprese Chloe, dispiaciuta di dover modificare i programmi di Shannon.
«Ehi, lo faccio volentieri. Te l’avrei proposto io, se solo mio fratello sapesse tenere a freno la lingua e non mi trattasse come un bambino» lo ammonì anche con lo sguardo.
Era capacissimo di essere gentile da solo, specie se la cosa volgeva a suo vantaggio con una ragazza che apprezzava parecchio.
«Sicuro?» si morse un labbro, un po’ in colpa.
«Sicuro» disse tranquillo ma gentile.
Le amiche si salutarono con la promessa di vedersi al più presto, mentre Shannon caricava nel bagagliaio la valigia con borsa a mano annessa.
Il viaggio si scoprì più movimentato del previsto: tra battute, pareri su Los Angeles e opinioni su Logan e Jared, il percorso era volato. Shannon non si ricordava il tempo di parlare così tanto con qualcuno e divertirsi allo stesso tempo, ne rimase piacevolmente sorpreso e stupito.
Fu con dispiacere che si accorse di essere arrivato troppo in fretta sotto il vecchio appartamento di Logan, se l’avesse saputo prima avrebbe preso la strada più lunga.
«Grazie mille»
«Prego tornado» rispose lui con un sorriso rilassato.
«La smetti con questa storia? Non è assolutamente vero! Sono una persona calma e tranquilla io». Si difese lei, stringendo le braccia sotto al seno che fu sollevato verso l’alto – ovvero verso gli occhi di lui – e sfoderando un broncio offeso.
«Ah sì? Beh, guarda come hai ridotto la mia auto in un solo viaggio». Indicò l’abitacolo in cui erano seduti.
Tra di loro c’erano carte di snack, sui sedili posteriori la borsa di Chloe, e un maglione che era spuntato da quell’ultima mentre cercava il telefono, un paio di bottigliette d’acqua, il cellulare collegato all’auto per ascoltare un po’ di musica e ai suoi piedi c’era il lucidalabbra che aveva cercato per cinque minuti buoni appena era salita in macchina.
«Ops!» ridacchiò divertita e nervosa. «Forse mi sono presa un po’ troppa confidenza»
«Tranquilla» alzò le spalle. «Non mi dispiace».
Se voleva continuare a prendere altra confidenza non c’era problema, per lui.
In confidenza la gente limonava. In confidenza, poi, due persone facevano pure sesso.
«Vuoi che ti dia una mano con i bagagli?» già, perché in casa la questione della confidenza si poteva approfondire meglio, dato che ci si legava una questione di privacy.
Non che a lui importasse poi molto, lo faceva soltanto perché era conosciuto e non voleva creare scalpore. Si congratulò con se stesso, era davvero maturo pensare di tutelare la propria immagine e non sembrare – in realtà – il depravato che era.
«No, grazie. Ce la faccio benissimo da sola». E gli mostrò il bicipite sottile ma comunque presente.
Forse non era ancora pronta a sperimentare le gioie di un Leto, non aveva colto il suo chiarissimo invito a divertirsi un po’.
«Senti, non sono scema» esordì lei facendolo strozzare con la saliva. Che avesse inteso le sue intenzioni e si fosse offesa? «Ho capito che Jared ha proposto questo passaggio perché noi socializzassimo, e dico che la cosa funziona. Insomma, se voglio uscire devo farlo con Logan e Jared, e immagino che loro frequentino spesso Tomo e sua moglie, quindi mi toccherebbe fare il quinto incomodo».
Alzò un angolo della bocca, divertita. «In realtà sarebbe toccato a te, o a me nel caso tu non ci fossi stato. Quindi forse sono io che sto facendo un favore a te e non viceversa. Comunque» davvero non si accorgeva di quanto la sua presenza destabilizzasse? Darle del tornado era quasi riduttivo. «Fare il reggi moccolo non fa per me, suppongo nemmeno per te, quindi la cosa mi sta bene. Possiamo aiutarci Shannon, penso potrebbe funzionare. Cosa ne dici?»
In effetti non aveva tutti i torti. Certo, aveva altri amici al di fuori del gruppo, ma anche loro erano sposati o comunque avevano una ragazza con cui fare “fantastiche” uscite di coppia. Inoltre, da quando Jared si era messo con Logan, aveva ridotto le uscite con gli amici single come Jamie per passare più tempo con Tomo e Vicki e, a giudicare dal discorso di Chloe, anche lei doveva esserne al corrente.
Il suo ragionamento non faceva una piega.
«Sì, penso di sì. Ci sto». Ci stava eccome, in tutti i sensi.
La sua mente correva veloce: avrebbero passato tempo insieme, sarebbero stati gli unici single del gruppo e questo sarebbe tornato tutto a suo vantaggio.
Chloe sorrise più serena. Avere un compagno di avventure la faceva sentire più tranquilla.
Prima di uscire dall’abitacolo, però, prese il cellulare di Shannon. Lui la guardò accigliato, soprattutto quando gli fece intendere di inserire il codice per sbloccarlo.
La vide comporre un numero mentre tornava a parlare. Quanto poteva parlare una donna? Era quasi stordito da tutte le frasi che sparava. «Ok, non mi piace girarci tanto intorno. Mi sono fatta uno squillo così anche tu hai il mio numero. Ci possiamo sentire con tranquillità riguardo i vari impegni in comune».
Intraprendente.
Eccitante. Molto eccitante.
Gli diede un bacio veloce sulla guancia, poi scese nell’aria fresca della sera di Los Angeles.
«Ciao, e grazie del passaggio. A presto, suppongo».
La salutò con un gesto della mano, troppo intontito dai suoi modi di fare per poter rispondere al saluto.
Infine, guardò imbambolato il sedere finché la porta che si chiudeva alle sue spalle gliene impedì la vista.
Quello che aveva visto gli era piaciuto parecchio.
Salvò il numero di cellulare prima che andasse perso. Non solo non aveva fatto fatica per averlo, ma era sicuro che gli sarebbe tornato utile presto.
Tornado, digitò con un sorriso.
Si sarebbero divertiti parecchio, ma si sarebbero cacciati in un mucchio di guai, ne era certo.
E con quel pensiero ripartì alla volta di casa sua.


 
 
Buonasera! In barba a ciò che vi avevo anticipato, eccomi qui per il compleanno di Shannon.
Tantissimi auguri Shanimal per i tuoi 18 anni che compi ormai da… 26 anni. Meglio di Eward Cullen!
Ma torniamo a noi: bentornate a chi mi conosce e benvenute a chi invece non sa chi io sia. Per queste persone, che so si staranno domandando chi diavolo sia Logan e perché sia la ragazza di Jared, posso solo dire che la risposta la trovate qui: Trenta secondi da Marte, anni luce da Venere.
Perché questa storia è lo spin-off dell’altra. Ecco anche spiegato il motivo dell’anno a inizio capitolo. Ho ripreso lo spin-off esattamente qualche giorno dopo.
La storia si può comunque leggere tranquillamente senza aver letto la precedente.
Per il resto posso dire che la storia sarà una mini long di cinque capitoli, sto pensando se aggiungere un epilogo o meno, devo capire se la mia mente elabora qualcosa di decente. E sono anche a buon punto con la stesura, oggi ho concluso il quarto.
Quindi, ritroviamo le stesse modalità che ho attuato per “Trenta secondi da Marte, anni luce da Venere”:
 
  • Aggiornamento settimanale, questa volta però tengo la domenica come giorno per postare.
  • Ogni titolo sarà una canzone che riassumerà un po’ il significato del capitolo.

Tengo a precisare che non sono propriamente una fan della Swift, ANZI, però il titolo ci stava ed è l'unica sua canzone a piacermi, quindi a lei l'onore di aprire le danze.
Ok, pensavo di avere più punti invece sono tutti qui.
So che lo Shannon di questa storia sarà meno… sfrontato – diciamo così – rispetto alla ff da cui è tratto, ma qui la situazione riguarda lui, si parla dei suoi sentimenti e quindi la faccenda è leggermente diversa.
Riguardo la storia posso dire che, secondo me, è meno demenziale rispetto all’originale, posso dire che sarà divertente ma non così comica, almeno è così che l’ho percepita io nello scriverla. Di sicuro Chloe è un bel personaggio, frizzante e più accomodante rispetto a Logan, questo perché per Shannon volevo un carattere diverso, che lo provocasse e incuriosisse, una persona in grado di stimolare la sua attenzione.
Spero di esserci riuscita.
Due cose che mi premono:

1) Il linguaggio sarà più diretto, a tratti forte a causa delle allusioni sessuali/imprecazioni/doppisensi voluti e quant'altro, quindi siete avvisate.
2) Il titolo non è preso dal libro "Uno splendido disastro", beautiful disaster in inglese (appunto), ma da questa immagine tratta dal video di Hurricane. Quindi sì, anche il titolo è legato ai Mars.

Mi pare di aver detto tutto, io spero con tutto il cuore che vi sia piaciuta almeno un po’! Se volete farmi sapere cose ne pensate, io ne sarei felice!
Se volete mi trovate nel gruppo fb: Love Doses.
A domenica prossima con il secondo capitolo, marshugs, Cris.

 
   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars / Vai alla pagina dell'autore: Love_in_London_night