Emma non sapeva leggere l’ora sugli orologi con le lancette, anche se ne aveva sempre uno al polso; non sapeva le tabelline, anche se riusciva a moltiplicare i conti che doveva pagare; non sapeva cucinare, anche se mangiava almeno otto volte al giorno; ma soprattutto non sapeva perché era andata all’indirizzo che quel tizio della radio aveva nominato, anche se era all’inizio della via fissando la casa illuminata e rumorosa e un ragazzo che vomitava sul vialetto accudito da una ragazza con i capelli rossi. Le sembrava molto carina, il viso era particolare, l’avrebbe vista bene in uno degli editoriali che curava, glielo avrebbe anche proposto se non fosse che una sorta di colla invisibile le rendeva impossibile alzarsi. Non era da lei “Non è da me!”. In un qualsiasi altro momento della sua esistenza si sarebbe alzata, sarebbe entrata nella casa e si sarebbe presentata come la fantastica persona che poteva far credere agli altri di essere grazie alla vena da ricca stronzetta che aveva sviluppato durante i suoi ventuno anni vissuti tra il lusso e, le ricche stronzette appunto! C’era qualcosa di strano nell’aria quella sera, e lei non sentiva per niente sicura anche se aveva indosso le sue scarpe preferite e lo spolverino di Burberry nuovo.“Non posso rimanere qui come un’idiota!” eppure la chiave non voleva girare “ sono proprio patetica! Ma che mi è saltato in mente? Come posso essermi fatta portare fin qui da due stupide voci alla radio!”
<< Cazzo! Io vado! Anche senza motivo! Cazzo! >> aprì la portiera in tutta fretta inciampando sul marciapiede e finendo contro qualcosa di morbido e caldo… strano. << Ehi baby! Quando vuoi! >> la frase era corredata da una risata che Emma trovò decisamente inquietante. Alzò gli occhi e si ritrovò davanti un ragazzo, giovane, molto alto, troppo alto, con un cappotto da due soldi così largo che le fece male agli occhi. << Che ci fa una principessina come te in quartiere così poco chic? >> << di certo non cercavo te! >> lui rise e insieme a lui i due tipi loschi che, Emma si accorse solo in quel momento, aveva dietro. << Anche simpatica! Proprio il mio tipo! >> << Oh tesoro! Mi dispiace ma tu non sei il mio! Di solito preferisco frequentare persone che si lavano! Potresti lasciare il mio polso ora? Così posso andare via e dimenticarmi la tua brutta faccia piena di punti neri, che tra l’altro dovresti farti vedere! La pulizia del viso è sottovalutata da troppi…. >> ma la presa invece di diminuire aumentò e un po’ di panico, forse, iniziò a dilagare nella testa di Emma che però non diede alito alla cosa << Guarda che questo cappotto è nuovo! E costa sicuramente più di tutto quello che indossi in questo momento! >> << Non importa dolcezza! Ora vieni a farti un giretto con noi! >> questo di che faceva “Paura, paura, paura, pauraaa!! Dovevo farle quelle lezioni di difesa personale al centro pilates! Ma perché sono venuta fino a qui! Porca miseria!!” << andiamo a… >> << Ehi! Scott! Hai sentito la ragazza no? Le rovini il cappotto! >> Emma girò la testa per vedere il suo salvatore e non potè trattenersi dall’alzare gli occhi al cielo << Ma siamo seri? Vengo attaccata da un quarto di gang e mi viene a salvare un ragazzino di 45 kili? Che delusione..!! >> il ragazzo alzò un sopracciglio e un’espressione molto divertita si impadronì del suo volto. Contro ogni prospettiva, però, Emma sentì la presa dello scimmione allentarsi e lo vide fare qualche passo indietro << Scusa James..-iniziò abbassando lo sguardo- non pensavo fosse una tua amica >> sembrava un bambino sgridato dalla maestra << Non ti preoccupare Scott! Ora vai però! Che è la mia festa ,voglio divertirmi e la tua faccia qui intorno non mi aiuta >> detto fatto i tre finti malavitosi sparirono in un battito di ciglia. Emma non ci fece molto caso, continuava a fissare il ragazzo che a quanto pare era il festeggiato della festa della radio, anche se molto più alto di lei, che era molto alta, era decisamente magrolino, sembrava quasi malato. Allora perché quei tre scimmioni erano tanto spaventati da lui? “si vede che al suo centro pilates le lezioni di autodifesa erano obbligatorie” << Cosa ci fa in un quartiere così lontano dal centro una vestita come te? >> << È un’affermazione alquanto classista sai? Solo perché ho più gusto di te nel vestire non posso farmi una passeggiata.. nei bassi fondi? >> << Non credo questi siano bassi fondi sai? >> commentò lui ridendo. “Quindi questo è il tipo per cui sono venuta fin qui.. carino, se non forre per la t-shirt, e i pantaloni, e le scarpe, e probabilmente anche l’intimo… e i capelli!” << Comunque io sono James! >> disse tendendole la mano che lei rifiutò alzando le sopracciglia << Emma >> lui continuò a guardarla insistentemente con un sorrisetto che Emma avrebbe volentieri privato dei denti “anche ubriaco, il mio principe senza macchia e senza paura è vestito male e ubriaco, bene! Mai una che mi va di culo!” << Senti! È il mio compleanno oggi! Perché non vieni dentro a bere qualcosa? >> << cosa ti fa credere che io non abbia niente di meglio da fare? >> << niente! Però entra un attimo lo stesso! >> Dopotutto era andata lì per quello, anche se ancora non riusciva a capacitarsi del perché. << Ok! Ma solo perché ho bisogno di alcool per dimenticarmi che un cocainomane ha appena toccato il mio cappotto da 3000 sterline! >> e lo precedette incamminandosi verso la casa << Credo che Scott spacci solamente, se ti fa sentire meglio! >> << Oh! Ora si che sto una favola! >> .
James non sapeva se erano le birre, il whiskey incendiario o le canne, ma non riusciva a smettere di sorridere. Molto probabilmente però era per le gambe kilometriche che erano accavallate accanto a lui, sul divano. Era riuscito a farla entrare, e dopo un semplice “babbana tra i piedi” che aveva fatto appoggiare le pinte e le bottiglie che levitavano e aveva fatto girare la ragazza verso di lui con un sopracciglio alzato e uno << scusami? >> tra i denti, tutto era andato per il meglio, o meglio, dopo che lei aveva buttato giù tre shottini, due birre e un bicchiere di whiskey aveva finalmente iniziato a sorridere sorseggiando il secondo bicchiere accanto a lui e ridendo insieme a Malfoy.
<< Ora capisco perché lo chiamate incendiario! Bruciaa! >> diceva tra le risate e le lacrime ad uno Scorpius altrettanto divertito forse un po’ di più dato che aveva iniziato a respirare a fatica e si era accasciato sul bracciolo << EHI piccolo Lord! Riprenditi! >> << Sei un Lord!? >> chiese lei sorpresa << Più o meno! Mi o nonno e mio papà hanno creato un po’ di problemi tempo fa… quindi mi sa che non lo sono! >> << Mio nonno è un lord! Ma ha tolto il titolo a papà perché ha sposato una “donna non adatta” >> disse lei saltando qualche parola e sbiascicando tutte le altre, ma i due sembravano capirsi e si sganasciavano per i racconti da giovanotti dell’alta società che si scambiavano.
“Ok, a parte il fatto che Malfoy ha la ragazza, questa la voglio io comunque!” dopo un’occhiata molto eloquente di James, quindi, Scorpius si alzò dicendo che doveva “farsi la doccia”, per prendersi la millesima birra e sedersi accanto a Lily che era tanto svestita quanto ubriaca.
Emma si girò molto lentamente
verso di lui, con uno sguardo
troppo lucido data l’ingente quantità di alcool
che aveva ingerito e dopo
averlo guardato, molto attentamente, dai capelli alle scarpe, e aver
piantato
gli occhi chiari nei suoi disse << Non te la
darò MAI- con
una serietà che ricordava a James quella
di sua madre quando lo puniva per un guaio che aveva combinato-
però sono molto
curiosa di conoscere le tue tattiche di seduzione, devono essere
decisamente
buone, perché ti vesti di merda. >> James si
senti arrossire, no andare a
fuoco, e quando la guardò di nuovo negli occhi si
sentì come quella volta che
aveva ingoiato una cacca bomba per scommessa e gli era esplosa nello
stomaco
procurandogli due settimane al San Mungo e tre mesi di punizione
<< È
così che allontani i ragazzi di solito? No perché
scommetto che funziona
benissimo! Non mi sento più le gambe! >> lei
lo guardò per qualche attimo
e James si sforzò di mettere su il sorriso
più… no già era tanto che riuscisse
a muovere la faccia. Poi lei, contro ogni previsione, rise,
all’inizio si
tratteneva, ma dopo essersi coperta la bocca con la mano si
lasciò andare, e
James riuscì a riprendere il controllo della faccia e
ridacchiare un po’ con
lei << Sei.. sei stato fantastico! >> disse
continuando a ridere ma
poi si fermò e sbiancò di colpo << Devo fare una passeggiata
>> e le sue
gambe lunghe, magre, proporzionate, perfette, longilinee,
lisce… << James!-
Albus lo fece ritornare alla realtà, con uno sguardo un
po’ stranito- la segui
o no? >> James scattò in piedi e la
seguì agilmente, colpendo il
tavolino, cadendo sul bracciolo del divano, sbattendo contro il
comodino, da
cui cadde la lampada e prendendo una spallata contro il muro.
<< Che
idiota >> lo salutò Albus mentre con un colpo
di bacchetta aggiustava la
lampada.
Ciao a tutte! Sono Vivvii e questo account l’ho creato un annetto fa solo per leggere le fan fiction sui one direction ad una bambina a cui facevo da baby sitter, mi ci sono voluti mesi per capire che non era un sito monotematico! Ho letto tante storie alcune stupende, altre un po’ meno, ma tutte mi hanno fatto venire voglia di condividere quelle immaginate da me. Ho deciso di iniziare con la più semplice che ho, che in realtà è anche la mia preferita! Spero di non farvi perdere tempo!
Buona giornata a tutti!