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Autore: malpensandoti    12/03/2014    9 recensioni
Billie Newton e Nick Grimshaw hanno la loro conversazione più lunga il cinque gennaio.
Lei arriva in ritardo al bar dove si sono dati appuntamenti e poi dritta al centro della questione, senza giri di parole.
Nick Grimshaw ha già ordinato un Martini perché sa che sarà una lunga chiacchierata. Incrocia le dita di entrambe le mani sul tavolo, sorride e poi, finalmente, si concede di togliersi il cappotto con tanto di taschino.
“Credevo ci avresti messo di più a capire” mormora, e poi comincia a raccontare.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Pretty hurts'
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Plastic dolls
Epilogo

 








 
Il messaggio di Nick è stato più conciso di quanto Harry si aspettasse. Nessuna richiesta, più che altro un vero e proprio ordine.
“Non puoi mancare stasera. Non mancare”
In effetti è un po’ che Harry manca, anche se tende sempre a non farci caso. Manca gli scalini del suo appartamento, o la doppia porzione di zucchero nel caffè. Manca le due passate di gel tra i capelli, le asole delle camicie, manca i buchi dei lacci nelle scarpe, manca in qualche specchio o in qualche intervista.
A volte vorrebbe semplicemente stringersi così tanto la testa da far uscire tutto, smettere di ricordare qualsiasi dettaglio ormai troppo affilato, ogni tipo di dialogo fatto, qualche pezzo di sorriso che di notte non riesce a farlo dormire.
Harry ha sempre creduto nell’amore, non è il tipo da una vita solitaria. Lo stare solo gli dà quel senso di claustrofobia che non ha niente a che fare con quella sul palco. Stare da solo, per lui, implica il sentirsi solo, che è ancora peggio.
Ogni tanto prova a chiedersi come abbia fatto ad innamorarsi così tanto e così presto di un corpo così piccolo, di un paio di occhi così banalmente azzurri dietro quelle ciocche così comuni. Di quel sorriso sghembo di chi non è abituato a ribattere, di quelle parole messe lì in notti come le altre che però avevano quella sfumatura di verità che ancora adesso riesce a farlo tremare.
Qualcuno gli ha ripetuto che sì, beh, ce ne sono a milioni come Billie. E lui continua dire che lo sa, certo. Ma non basta, capito? Perché è Billie quella che lo accarezzava così dolcemente, era Billie che gli parlava, Billie a sussurrare, a ridere contro di lui, Billie e solo Billie a baciare con quella forza che sapeva di “anche io”.
Anche io ci sono passata, anche io vorrei solo chiudere gli occhi.
Harry è un tipo che alle persona ci si affeziona fin troppo presto, sua madre glielo ripeteva sempre. Forse per questo che si è messo il cuore in pace e a iniziato a mancare e soprattutto a sentire la mancanza senza farci caso. La mancanza di qualcuno che c’è stato solo per un secondo.
Billie lascia il segno, gliel’ha detto Leah una volta nell’appartamento di Louis.
E Harry avrebbe anche riso senza rispondere, con le guance più arrossate, se non fosse stato troppo preso a sentirsi un po’ più vuoto del solito.
E ci può mettere la mano sul fuoco e solo dio sa cos’altro, che i baci che gli dava Billie sapevano anche di anche io mi sto innamorando di te.




Nick Grimshaw gli viene incontro a braccia aperte, con quel sorriso obliquo che non promette mai nulla di buono. La sua terrazza sembra ancora più grande senza tutte le piante orientali e con quelle piccole luci colorate appese tra i pali della ringhiera.
C’è più gente di quanto si aspettasse, tutti finti hipster ricconi che pubblicano selfie su Instagram e si colorano i capelli di rosa.
Fa già buio, ma l’aria fresca che tira non è fastidiosa, Harry rilassa le sue spalle intrappolate nella sua camicia leggera e cerca di ricambiare il sorriso all’uomo che ha davanti.
“Harry! Come sei bello stasera”
Nick lo abbraccia con un’insolita eccitazione, ha le pupille leggermente più strette del normale e i capelli più lunghi dell’ultima volta in cui si sono visti.
Il ragazzo fa un paio di calcoli e si accorge che è passato più tempo di quanto pensasse.
“Sì, beh – tentenna, guardandosi intorno – anche tu”
Lancia qualche saluto qua e là, giusto per non sentirsi così tanto a disagio, e accetta di buon grado il bicchiere di champagne che Nick gli offre.
“È tanto che non ti fai vedere da queste parte – borbotta quest’ultimo – come stai?”
“Bene, suppongo – risponde l’altro, passandosi una mano tra i capelli che ha dimenticato di sistemare – e tu?”
Nick gli sorride ancora, stavolta quasi con dolcezza, come se avesse capito tutto. Gli accarezza una spalla e “C’è una sorpresa per te” gli mormora.
Harry aggrotta le sopracciglia e sta già pensando all’ultima sorpresa targata Grimshaw che ha ricevuto – una spogliarellista per i suoi diciannove anni. Grazie tante -, poi però l’uomo gli fa segno di girarsi e gli indica il dentro dell’appartamento.
Ed Harry improvvisamente sente tutto il corpo andare in escandescenza, le dita tramare e le guance a fuoco. Perché, dopo quasi quattro mesi di totale silenzio - mancanza -, sta guardando Billie Newton.
È seduta a gambe incrociate sul divano blu metallizzato, un bicchiere vuoto in mano e lo sguardo concentrato sulla ragazza con la quale sta parlando. Harry non riesce a capire cosa sta indossando, ma i suoi capelli sono più corti adesso e stanno fermi dietro la testa da un’acconciatura elegante.
Gli si è prosciugata la lingua e la gola e tutto il resto. Lei è lì e lui non ha parole.
“Questa è la faccia che ti volevo vedere addosso! – esclama Nick contento, schiaffeggiandogli amorevolmente una guancia – Vai a parlarle ora”
Harry vorrebbe tanto rispondere che non sa cosa dire, che dopo tutte le volte ha pensato e non ha dormito a causa di tutto quello che avrebbe voluto urlarle, adesso non ha più parole. È come se il suo cervello si rifiutasse di pensare a quanto sia stata mancanza ma che pensasse solo che adesso c’è. È presenza.
Inizia a camminare verso la finestra del terrazzo senza neanche rendersene conto, e già la può sentire, con il suo tono di voce basso e graffiante e la risata lenta.
Si passa le mani sui jeans e respira forte, leccandosi le labbra e schiarendosi poi la voce quando le è davanti. Billie e la ragazza con la quale sta parlando si bloccano, poi entrambe si voltano verso di lui, in piedi, incerto.
La bionda spalanca gli occhi per la sorpresa, ma poi sorride subito, con quell’espressione di chi ha appena trovato ciò che stava cercando.
“Harry” dice, senza smettere di sorridere.
“Già. Sono io” mormora lui di rimando, impacciato.
Billie ridacchia e appoggia il suo bicchiere vuoto sopra al tavolino davanti a lei, poi si congeda brevemente con l’altra ragazza e si alza in piedi.
Ha preso un paio di chili, e Harry pensa che sia ancora più bella.
“Ti va di andare a parlare da qualche parte?” gli domanda, con la fronte aggrottata.
Il ragazzo annuisce subito: “Non aspettavo altro” si lascia sfuggire.
Billie sorride, un sorriso dolce, “Sì, beh – lo osserva – prendi la giaccia però”




Finiscono inevitabilmente sul tetto del palazzo, appoggiati contro la ringhiera. Quando Harry fa per chiedere qualcosa, Billie scrolla semplicemente le spalle e risponde che è stato Nick a dirle di quel posto.
“Probabilmente – dice – è perché sapeva che avremmo parlato”
Restano in silenzio, comunque, per dieci minuti abbondanti. Fissano entrambi le luci di Londra che compaiono nel buio e le nuvole illuminate dalla luna che si spostano velocemente.
Non è un silenzio pesante, non è un silenzio che manca di parole. È un silenzio che avvolge, abbraccia.
Poi però, Harry sospira pesantemente e si sfila le mani dalle tasche della giacca, voltandosi a guardarla.
“Sei tornata?” le chiede, semplicemente.
Billie stringe le labbra e lo sguarda di rimando, gli occhi socchiusi e truccati: “Già – risponde, piano – La settimana scorsa, a dire il vero. Sono stata in tribunale martedì e giovedì, ho cercato casa e ho rivisto un paio di vecchi amici”
Harry annuisce lentamente, metabolizzando la questione: “È un gran casino” mormora poi.
Billie sorride, “Non c’è giornale che non parli dello scandalo ‘Plastic dolls’ – concorda – Hanno coinvolto tre agenzie per induzione alla prostituzione, sfruttamento minorile e istigazione al suicidio. È un gran casino, sì”
“Tu sai bene?” le domanda Harry.
“Starò meglio quando tutta questo finirà – sospira la ragazza – e tu?”
Harry si stringe nelle spalle: “Vado avanti? – risponde, ma sembra più altro una domanda – Sono stati mesi, ehm, vuoti. Ho perso il filo logico di un paio di cose. Spero di stare meglio anch’io, prima o poi”
“Io non scherzavo quando ti ho detto che tornavo – è ciò che gli dice Billie, il tono serio e il sorriso scomparso – So che probabilmente ti ho dato l’idea di essere una codarda, ma c’erano troppe cose che dovevo mettere in ordine nella mia vita. Sono stata dalla mia famiglia, ho pensato e ho cercato disperatamente dormire”
Abbassa la testa, sorride e guarda davanti a sé, gli occhi lucidi.
“Ma poi pensavo al fatto che avessi, come dire, abbandonato tutti. Ho lasciato Leah nel momento del bisogno, ho lasciato Nick a combattere una guerra praticamente da solo e ho lasciato te con un misero messaggio alla Nicholas Sparks. Quando non riuscivo a dormire era perché pensavo al fatto che se ci fossero state le tue mani a toccarmi, forse avrei chiuso gli occhi e non avrei più avuto paura”
Ed Harry accanto a lei trema un po’. Ha una fitta che gli parte dallo stomaco e quasi lo fa piegare in due per tutta la sofferenza e la sincerità di quelle parole. Parole empatiche, parole giuste, perché probabilmente lui avrebbe detto lo stesso.
“Anche io – mormora infatti, le dita a stringere con forza la ringhiera – anche io non sono riuscito a dormire”
“Possiamo provarci – esclama Billie d’improvviso, guardandolo con una piccola scintilla di eccitazione – Provare a fare finta di niente. Possiamo conoscerci di nuovo, partire da zero come se fossimo due perfetti sconosciuti”
“Ma io sono innamorato di te” le ricorda Harry, d’impulso. Si morde forte le labbra quando capisce cosa ha appena detto, e Billie sorride dolcemente. Gli si avvicina, maliziosa, e gli stringe i fianchi, baciandogli il mento.
“E anche io – ridacchia – e quindi?”
Harry poi la bacia forte coi denti che sbattono e i nasi che si fanno male. E non c’è niente di più rigenerante che riempire i vuoti, sentire le farfalle nello stomaco e le ali tatuate sullo stomaco che prendono a volare perché si sta bene davvero.
Due mesi dopo Nick Grimshaw aprirà un’associazione per donne e uomini che hanno subito violenze sul lavoro, il nuovo cd degli One Direction sarà in vetta alle classifiche mondiali e Louis Tomlinson litigherà con una quindicenne su Twitter perché avrà insultato la sua fidanzata ufficiale.
Billie e Leah riprenderanno la loro carriera da modelle, vincendo la causa in tribunale e finendo a vivere insieme in un loft dopo Oxford Street.
Questa però, come si dice sempre, è un’altra storia.
 
 










 

 
ci sono un milione di cose che dovrei dire prima di passare ai ringraziamenti. questa è la storia più strana che abbia mai scritto e seriamente, non so proprio da dove mi sia saltata fuori se ci penso ahahaha
probabilmente questo epilogo vi lascerà con tanti di quei punti di domanda in testa da farvi chiedere del perché io non mi sia ritirata mesi fa ahahah
il fatto è che volevo far capire quanto non sia davvero tutto rose e fiori anche per chi apparentemente ha belle gambe, un buon lavoro, una bella voce e un bel ragazzo
tornando indietro avrei sicuramente scritto altro e forse avrei scritto di più, lasciato maggior spazio ai personaggi secondari e aggiunto qualcosa di meno angst
ma pultroppo - o per fortuna - è andata così! sono contenta perché è la prima fan fiction che porto a termine e come finale non mi dispiace granché
passando invece ai ringraziamenti, ormai non so più come farvelo capire ahaha
grazie, grazie e grazie di cuore per tutti i complimenti e le parole che avete sempre dedicato alla sottoscritta, sia nelle recensioni, sia su ask o facebook, ovunque!
grazie perché avete imparato ad amare personaggi che non sono stati delineati alla perfezione, perché li avete apprezzati nonostante tutto, grazie perché avete letto e perché state - spero - leggendo anche adesso.
non credo che questo sia un 'addio' a plastic dolls, perché avrei tanto di quel lavoro da scrivere ancora su billie, leah, louis e harry che probabilmente scriverò davvero il missing moment. vedremo :)
è tutto, per ora!
a presto,
caterina ❤❤

 

 

  
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