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Autore: albaTH    13/03/2014    4 recensioni
Fire. Una ragazza macabra, sola, che attende con ansia il termine della sua vita.
Qualcosa, o qualcuno, cambierà il suo destino; un incontro, un evento, un pensiero malsano.
"L'Essenziale è invisibile agli Occhi."
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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“’Cause you and I, we were born to die.” L.D.R.
 
“Dove mi stai portando?” chiesi alla fine, dopo dieci minuti che camminavamo immersi nel più completo silenzio.
“Stiamo andando a vedere la Realtà.” rispose Sean, guardandomi. Non lo stavo più seguendo, camminavamo fianco al fianco, sfiorandoci i gomiti a vicenda, come due amici di vecchia data. Ero a disagio, il cuore in gola, ghiacciato.
“Perché proprio io?” domandai, fissando il vuoto, “Perché hai scelto me? Sono solo una delle diecimila persone uguali a me, non ho nulla di speciale.”
Avevo la bocca amara e secca.
“Sei una Cieca, è vero, ma nella tua mente hai pensieri oscuri, diversi da quelli degli altri mortali… Hai un’anima anziana, anziana come il mondo. E come te non ce n’è affatto altri diecimila. Oserei definirti un’intelligenza unica. Non posso lasciartela sprecare vivendo nella finzione.
Ecco, siamo arrivati.”
Concluse la frase così, come se non mi avesse appena fatto il più grande e strano complimento che avessi mai ricevuto.
Mi guardai intorno, stordita e curiosa.
“Non è un semplice campo. Ciò che vedi è tutta finzione, pura illusione.” disse, leggendomi la mente.
Poi, con fare malizioso tanto quanto il sorriso che sfoggiava stampato sulle labbra (ancora incrostate del mio sangue), si avvicinò al mio viso.
Pallido come un cadavere.
Eravamo talmente vicini che le nostre labbra avrebbero potuto congiungersi. Rabbrividii al solo pensiero, per poi cancellarlo in fretta, ricordandomi che Sean avrebbe potuto leggerlo.
“Ecco,” sussurrò, fissandomi con gli occhi diafani e serpentini nelle iridi, “ammira la Realtà.”
E così dicendo, soffiò sui miei, spingendomi a chiuderli in un gesto involontario. Il suo fiato era gelido e sapeva di menta, e sangue.
Quando risollevai le palpebre, il campo non era più un campo. Ma, dopo quella notte, mi riusciva difficile stupirmi ancora di qualcosa. Davanti a me di distendeva, pareva all’infinito, una steppa bruciata, priva di vita e piante, costellata di erba morta.
“È così il vero mondo, così l’hanno ridotto.” mi raggiunse da dietro di me la voce amareggiata di Sean.
Mi girai a guardarlo, la bocca serrata e ridotta a una linea sottile, gli occhi dilatati e spalancati.
“Che cosa sei? Un mago?” lo apostrofai.
Sean rise. E sempre ridendo, rispose.
“So di essere sexy, ma basta fissarmi così.”
Poi, mi porse uno specchio. Aveva una forma antica, ovale, il classico specchio da principessa delle favole, solo che quello era reale; non capivo da dove l’avesse estratto. Lo guardai interrogativa e Sean mi invitò a guardarmi. Lo feci: ci misi qualche secondo a riconoscermi. I miei occhi, da sempre pozzi neri, ora erano verdi, verdi come il mare, verdi come gli smeraldi.
“Ora possono Vedere, si sono spalancati sulla Terra.” spiegò Sean, come fosse ovvio.
Gli occhi gli brillavano, poi tornò serio.
“Per rispondere alla tua domanda, no. Non sono un mago; non sono nemmeno sicuro che esistano veramente.” deglutì. “Sono uno spirito dannato. Un’anima a cui è stata negata perfino la Morte. Sono costretto a vivere per sempre, tutta l’Eternità… nemmeno il dolore posso provare, nemmeno quella futile sembianza umana mi è concessa. Il mio corpo non è sensibile al tatto; non posso soffrire, a parte che con il cuore.
Sono un Demone.”
  
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