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Autore: Painting_Flowers    13/03/2014    1 recensioni
[Alex Gaskarth/Taylor Jardine]
Dall'ottavo capitolo:
- A volte ci penso. È buffo, abbiamo cominciato a odiarci e guarda dove ci ha portato tutto questo: siamo stesi sul prato di una casa sconosciuta coperti di...è gelatina? – disse Alex, assaggiando la sostanza zuccherina verde sul suo mento e Taylor rise.
- È tutta colpa di Jordan. Prima o poi lo soffocherò con il cuscino mentre dorme. – replicò lei con un sorriso dolce. Il cielo li sovrastava con le prime stelle che comparivano tra le sfumature blu scuro. Anche se credevano che sarebbe stato meglio tornare da quel gruppo di scalmanati, preferivano rimanere lì: non sapevano che in realtà era esattamente quello che i loro amici speravano.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alex Gaskarth, Altri
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 9
 
- Secondo te cosa stanno combinando? – domandò Jack a Jordan con gli occhi che gli brillavano e un sorriso eccitato, mentre Rian era in un angolino con Cassadee.
- Boh. Parlano. – rispose Jordan, piuttosto indifferente a tutto ciò. Non conosceva Alex molto bene e Taylor era ancora un mistero per lui. Quello di cui invece era sicuro era l’improvvisa voglia di smetterla con gli scherzi e le buffonate. Non riusciva ad essere come Rian o Jack, non poteva fare costantemente l’idiota.
- Sono chiusi in un bagno, non credo. Io vado a controllare. – replicò l’altro, correndo verso il bagno prima che l’amico lo fermasse.
Voleva passare la serata ad aiutare il suo migliore amico, contando che sicuramente Holly non l’avrebbe considerato di striscio. Forse i suoi amici avevano ragione, forse lei era un osso troppo duro per lui. In realtà la parte più difficile sarebbe stato convincerla ad accettare, poi sarebbe andato tutto in discesa. D’altronde con le altre era stato il contrario, una salita talmente ripida che non era mai riuscito a concludere, ma cosa poteva dire ai suoi amici? Raccontare i fine serata scoppiettanti era il suo forte, ma desiderava solamente che questi si avverassero.
 
- Alex, sei lì dentro? Sei bloccato? Vado a chiamare qualcuno. – disse Jack, aspettando una risposta. Dall’altra parte della porta sembrava non accadere nulla. Prese la chiave che gli era stata data da Jordan poco prima e aprì la porta, trovando il bagno vuoto.
- Ma che...- disse Jack guardandosi intorno. Sembravano essersi volatilizzati.
 

 
- Forse dovremmo tornare. Magari ci stano cercando. – disse Taylor, alzandosi. Le sue scarpe dal tacco alto si trovavano a fianco a lei, sembrava così bello avere i piedi liberi nell’erba umida.
- Ma chi se ne frega. Si sta bene qui. – replicò Alex alzando gli occhi al cielo.
- Vuoi restare sdraiato qui senza fare niente tutto il tempo? – domandò lei con tono scettico.
- Sì. Vuoi tornare in mezzo a una bomba H di ormoni, sudore e alcool? – ribatté l’altro con lo stesso tono.
- Sì. – rispose Taylor.
- Bene, allora ciao. – disse Alex, chiudendo gli occhi e godendosi la solitudine e il silenzio.
- D’accordo. Ci vediamo. – replicò l’altra, credendo che parlasse seriamente.
- Dai, scherzavo! Torna qui. – disse il biondino, seguendola mentre lei saltava allegramente.
 

 
- Sono spariti? Cosa vuol dire che sono spariti? – domandò Jordan con gli occhi fuori dalle orbite.
- Che sono scomparsi, volatilizzati, polverizzati, teletrasportati, invisibili, puff! Cosa cazzo dovrebbe voler dire? – replicò quasi urlando Jack.
- Torneranno. Magari sono usciti, che ne so. – rispose Jordan con indifferenza. Avevano corretto il punch, ma la cosa non lo sorprendeva. Ci sarebbe stato molto più alcool nel dopo festa a casa di Vinny.
- La porta era ancora chiusa a chiave. – puntualizzò il moro con irritazione.
- Allora non lo so. Hanno diciassette anni, non sono scemi, non si sono persi da qualche parte. – continuò il biondo, seccato per quella conversazione. Finché Rian l’aveva aiutato era stato divertente: la gelatina e la tintura erano facoltative per l’obiettivo, ma nessuno aveva impedito loro di divertirsi. Purtroppo in quel momento il suo migliore amico era con la sua ragazza e lui doveva sorbirsi quella giraffa mestruata che corrispondeva al nome di Jack.
 

 
- Io credo dovremmo cambiarci. – disse Alex, sentendosi appiccicoso e osservando la sua camicia rovinata.
- Oh, che idea geniale. Non ci avevo pensato. Appena riesci a far spuntare dei vestiti puliti dal nulla, chiamami. – replicò Taylor con ironia.
- Tu non hai un cambio nell’armadietto? – domandò sorpreso lui.
- No. Nessuno ha un cambio nell’armadietto, Gaskarth. A meno che non intendi quello per ginnastica, ma io di solito porto le cose a casa per lavarle, perché, sai, io non voglio puzzare.- rispose acidamente l’altra.
- Allora tieniti il vestitino e i tacchi. Ci si vede, Jardine. – replicò Alex con un sorriso ammiccante e fece per andarsene.
- No, ok, scusami. – disse subito Taylor, prendendolo per il colletto della camicia e quasi strangolandolo.
- Scusami. – ripeté lei, ritirate le mani e sfoggiato un sorriso per farsi perdonare.
 
 

- Avevi ragione, è meglio se lascio perdere. Saranno da qualche parte, magari a limonare come Rian e Cass. Alla fine rimaniamo noi due, amico. – disse Jack desolato, dando una pacca sulla spalla a Jordan.
- Questa frase è un po’ equivoca. – commentò all’improvviso il biondo con sospetto, allontanandosi.
- Cos...? No! Ho bisogno di compagnia, non mi lasciare solo! – purtroppo Jordan si era già avviato alla ricerca di qualcun altro che gli potesse rendere la serata più divertente.
- Bene. Grandioso. Grazie. – commentò trai denti Jack. In quel momento una coppia di ragazze gli passò davanti, una vaporosa bionda di sua conoscenza e la sua amica rossa. Oh, caro karma, giochi sempre a favore di chi fa del bene e lui ne aveva fatto, non dimentichiamocelo!
- Buonasera, Madison. Jack Barakat, incantato. – si presentò lui, con un baciamano, così da non notare la faccia schifata dell’altra. Di colpo, una lampadina si accese nella testa della bionda e decise di approfittare della situazione.
- Molto gentile da parte tua. Sei un ragazzo molto...- e faticò a trovare le parole – diverso da quelli che frequento, ma sembri interessante. Potresti parlarmi di te dopo che sono tornata dal bagno con la mia amica. – disse lei, guardandolo come se se lo stesse mangiando con gli occhi. A Jack sfuggì una risatina piuttosto stupida, che stonava totalmente con il tono sensuale utilizzato da Holly, ma l’atmosfera non cambiò.
Le due se ne andarono, lasciando il moro a sfogare la sua gioia. Non gli sfiorò neppure per un secondo l’idea che ci potesse essere dell’altro sotto.
 
 

Alex e Taylor avevano raggiunto l’armadietto di lui dopo un silenzio tombale che li aveva seguiti per tutto il tempo.
- Tu cambiati, io resto così. – disse Taylor, appoggiandosi al muro.
- Non fare la scema, ti presto qualcosa. Io devo solo cambiarmi la camicia. – replicò lui con calma.
Prese un paio di pantaloncini e una grossa felpa, mentre lui si sbottonava la camicia rimanendo a petto nudo. Taylor però non notò questo particolare, perché si era già voltata, preferendo non comportarsi da pre-adoloscente con gli ormoni impazziti. Nel frattempo pensò a dove cambiarsi: il bagno delle ragazze non si poteva usare per tirare lo sciacquone o per aprire il rubinetto, ma nessuno le impediva di cambiarsi lì.
Lasciò il suo accompagnatore e si diresse verso il bagno, trovandolo vuoto e silenzioso. Si chiuse in una delle tre cabine con il water e cominciò a spogliarsi, quando la porta del bagno si aprì.
- Si può sapere che ti è preso? Ma che razza di sfigato era? –
- Piantala, Claire. Ho bisogno di un imbecille qualunque e lui potrebbe andare bene. È da due settimane che mi fissa mentre passo, è una specie di stalker. –
- Se vuoi solo divertirti con qualcuno, puoi trovare di meglio. Basta che tiri giù un po’ questo vestito e Cole ti salterà addosso. –
- Se me lo tiro giù ancora, tanto vale andare in giro senza reggiseno. Cole mi è già saltato addosso e mi ha lasciato un brutto ricordino. - dall’altra parte si sentiva il silenzio, la sua amica sembrava non aver recepito il messaggio.
- Sono incinta. – disse la prima, con voce seccata.
- Ma, Holly, quand’è successo? – l’altra aveva una voce esagerata, che le dava un’aria da perfetta stupida.
- Un mese fa: si era rotto il preservativo e credevo che la pillola avrebbe funzionato. Adesso devo trovare uno a cui dare la colpa perché quello stronzo non ha voluto sentire ragioni, non mi considera e non ne vuole sapere. Abortirò e tanti saluti al tipo. –
- Perché pensi che lui vada bene? – domandò ingenuamente Claire.
- Perché si vede lontano un miglio che ci cascherebbe. Una bella sbronza, qualche bacio spinto e lui penserà di avermi messa incinta. Ha la faccia da stupido, secondo me non penserà neanche a quanto sia assurda la cosa. –
- Allora è tutto a posto, vero? Mi sarebbe piaciuto diventare zia però...-
- Claire, tesoro. Passami il rossetto e andiamocene. Ho un lavoro da fare questa sera. –
 
 

Taylor uscì, stupefatta per l’ipocrisia e lo squallore della gente, e vide che il suo neo amico la stava già aspettando fuori dal bagno.
- Che hai fatto? – domandò Alex dopo aver notato che stava facendo una smorfia.
- Un paio di ragazze zoccole dentro. – disse l’altra scrollando le spalle.
- Comoda? – gli chiese lui, guardando la sua accompagnatrice in una grossa e larga felpa grigia e un paio di pantaloncini blu.
- Molto più di prima. – rispose Taylor annuendo. Purtroppo però doveva tenersi le scarpe, ma non si può avere tutto dalla vita.
- E sentiamo, cosa vorresti fare ora che siamo dentro? – domandò con sguardo annoiato Alex.
- Niente. Parliamo con qualcuno, cerchiamo quelli che ci hanno fatto lo scherzo, beviamo un po’...- disse l’altra alzando le spalle.
- Andiamo ad un dopo festa...- propose lui.
- Eh? – commentò la ragazza stupita.
- Rian mi ha scritto prima. A casa di Vinny fanno un dopo festa, ci passiamo o preferisci tornare a casa? –
- Tu vacci, non devi seguirmi ad ogni mia mossa. – osservò Taylor, evitando accuratamente lo sguardo dell’altro. Stavano camminando lentamente lungo il corridoio, senza badare alle persone che li superavano. Erano più presi di quello che pensassero.
- Mi ero abituato a starti vicino. – replicò Alex con un sorrisetto, osservando la sua amica con la coda dell’occhio.
- Ti prego, risparmiami. Mi sta salendo il vomito. – commentò ironicamente l’altra, dandogli un colpetto con la spalla, ma sorridendo apertamente. Alex si limitò a fare una smorfia: quella ragazza non avrebbe cambiato facilmente atteggiamento.
- Andiamo con gli altri o no? – disse lui infine.
- Io non bevo. – premesse Taylor, leggermente preoccupata.
- Per una sera non morirai. –









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Chiedo scusa a tutti per questo ritardo di circa due mesi, ma dopo le due settimane di verifiche initerrotte, l'idea di scrivere non mi ha neppure sfiorata.
Ma vi prometto che tornerò a scrivere c: (lo so che state tirando fuori i festoni per la mia festa di bentornata, eheh)
*pomodori dal pubblico*
Grazie per il caloroso benvenuto. A presto! Il capitolo è corto e probabilmente scriverò più dei dieci capitoli promessi perchè rischiano di diventare lunghi e sufficientemente noiosi (io lo so, mi hanno già detto che scrivo troppo, ma vorrei evitare di scrivere appena una pagina)
  
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