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Autore: air_amavna    13/03/2014    3 recensioni
Era strano che dopo tutto quel tempo io pensassi ancora a lui, ritornava nella mia mente anche quando meno me l'aspettavo. Quando camminavo per strada vedevo il suo viso ovunque, in ogni passante, e sperai che anche lui stesse facendo lo stesso con me.
Mi stava pensando o mi aveva già dimenticata?
Ricordavo ogni momento passato insieme a lui, da quando mi ospitò sul suo marciapiede sporco, facendomi sentire al sicuro, fino a quando rubammo la macchina del mio capo per fuggire lontano. Quando disse che mi amava, anche se ci conoscevamo da poco, mi sentii la ragazza più felice della terra.
Le sue parole erano indelebili, incise nel mio cuore e nella mia mente, non le avrei mai dimenticate.
Sequel della One Shot "Freedom". Si consiglia di leggerla prima di iniziare questa storia.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Freedom'
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Hurts
-Capitolo due-


-Scarlet
"Mia cara, non è che potresti fare da baby-sitter a mio figlio questo pomeriggio dopo scuola?"
La madre di Marcus era una donna molto graziosa, doveva avere una decina d'anni più di me, e se li portava davvero bene. Era identica al figlio e questo era un punto a suo favore.
"Per me va benissimo" risposi educatamente.
Non era la prima volta che veniva a casa, e ogni volta Eve dava di matto, facendo spaventare il povero bambino. 
Il visino dolce di Marcus si nascose dietro la gamba della madre e la stringeva talmente forte da non lasciarla andare.
"Non ci sarà di nuovo Eve, vero?" chiese spaventato.
Abbozzai un sorriso, stupendomi del fatto che ricordasse anche il suo nome. Insomma, io sarei rimasta traumatizzata.
"No, non ci sarà"
Lo presi per mano e lo accompagnai in classe, mentre salutava con la manina sua madre.



"La settimana prossima, i bambini della scuola materna ed elementare visiteranno il castello 'Verde'"
Studiai con attenzione la preside Rose, una donna bionda, alta e abbastanza robusta, che spaventava tutti i bambini, sopratutto Marcus.
Lui si aggrappò alla mia maglietta e mi abbracciò, intrufolandosi tra le mie braccia. Abbassai lo sguardo sul suo nasino all'insù e sulle sue guance paffute: era troppo adorabile.
"Marcus, non avere paura" gli sussurrai, accarezzandogli dolcemente i capelli a caschetto castani.
Lui scosse la testa e restò ancora fermo, stringendomi forte.
"Visiteremo il grande giardino e faremo un giro dentro al castello" continuò, per poi fissare i volti di noi maestre. 
"Sarà come fare un giro a Hogwarts?" urlò una bambina dai capelli rossi, seduta davanti a tutti.
"Sì, quello che intendi tu"
Risi di gusto, nascondendo la risata dietro la testa di Marcus. Probabilmente non sapeva nemmeno cosa fosse Hogwarts.
"Vi do il compito di chiamare i genitori, ovviamente loro possono avere il permesso di venire con i bambini più piccoli. Per quanto riguarda le elementari vi farò sapere" informò noi maestre.
Annuimmo e se ne uscì, senza nemmeno salutare.
L'avevo sempre trovata antipatica, non mi era mai piaciuta. Ricordai che quando mi ammise al lavoro, non controllò neanche il mio curriculum. Mi fece entrare e basta.
Be', non doveva starmi antipatica e lo sapevo, ma era così.
Zayn mi ripeteva sempre che avrei dovuto amarla, infondo era vero.
Quando quel pomeriggio tornai a casa, me lo trovai steso sul divano a dormire. Era a petto nudo e indossava un paio di jeans blu scambiato.
"Sei arrivata, finalmente" mormorò, con la testa ancora premuta contro il cuscino. Presi la borsa di Marcus e la posai per terra, per poi farlo sedere sulla sedia intorno al tavolo della cucina.
Era molto timido e sapevo che se non avessi preso l'iniziativa, sarebbe rimasto in piedi senza fare nulla.
"Non vedevo l'ora di stare un po' da solo con te" disse, si alzò lentamente dal divano, e senza infilarsi la maglietta entrò in cucina.
Guardò prima me e poi Marcus e mi lanciò uno sguardo indecifrabile.
"Possibile che lavori sempre?"
Sbuffai. "Certo, tu non fai nulla dalla mattina alla sera, quante ore hai dormito?"
Finse di pensarci su e contò le ore con le dita. 
"Tipo dodici"
Scossi la testa e lo evitai, fingendo che non esistesse. "Cosa ti va di fare?"
"Disegnare" disse subito, incrociando le piccole braccia sul tavolo di legno. Aprii la sua borsa e afferrai i quaderni e i pastelli.
Marcus non sembrava per niente infastidito dalla presenza di Zayn, forse sembrava il contrario. Comunque, non lo degnai più di uno sguardo e quando lo sentii avvicinarsi continuai a fingere di sistemare la cucina.
Mi afferrò per il polso e mi mancò il respiro, trovandomelo così vicino.
"Sei arrabbiata?"
Lo disse in un sussurro, quasi impercettibile all'orecchio umano.
Abbassò lo sguardo e negai con la testa. 
"No, non lo sono" mormorai. "Ma per piacere, sii carino con Marcus"
"Sei incredibile" affermò, lasciando scivolare lentamente la presa dal mio polso. "Sei davvero incredibile"
Mi chiesi cosa avessi di così 'incredibile', come diceva lui. Io ero tutto, tranne che incredibile.
Aggrottai le sopracciglia, pensierosa, e mi diressi verso il bagno, mentre il suo sguardo mi seguiva.
Sentii i suoi passi dietro di me e diedi una veloce occhiata al bambino, trovandolo indaffarato a fare delle linee colorate sul foglio.
"Cosa ho di così incredibile?" chiesi poi, una volta entrata nel bagno.
Il ragazzo si appoggiò sulla porta, mettendo un piede contro il muro davanti a sè, e rispose subito, senza esitazione. 
"Te lo chiedi anche? Sei bellissima, intelligente, ami i bambini..."
"E questo farebbe di me una persona incredibile?" sbottai.
Dal tono potevo sembrare infastidita, e forse lo ero davvero. "Lo sai chi è 'incredibile'? Chi lotta ogni giorno contro tutti, chi è solo ma trova la forza di sorridere, anche quando sa che tutto andrà a pezzi. E' incredibile chi riesce a sollevarsi, chi fa salti mortali per avere una vita normale"
Mi mancava il fiato e dovetti appoggiarmi contro il muro, mentre lui mi guardava attento. Non era la vera definizione di 'incredibile', ma quelle parole le avevo detto senza pensarci, mi erano uscite spontanee.
"Lascia stare, tu non puoi capire..." dissi infine, tentando di chiudere la porta.
La fermò di colpo, con una sola mano.
"Cos'è che non posso capire?"
Non risposi e continuai a spingere, nella speranza di riuscire a chiuderla definitivamente.
"No, Scarlet, fermati!"
Indietreggiai, incontrai i suoi occhi scuri e mi arresi. 
"C'è qualcosa che devi dirmi? Sappi che posso aiutarti"
Scossi la testa, ripetutamente, e mi portai una mano sulla fronte. "No, Zayn, non c'è nulla"
La mia voce tremò, e mi tradì. Non volevo dirgli nulla, avrebbe soltanto rovinato le cose. Volevo dimenticare tutto, volevo avere una vita normale e non essere considerata una 'ex barbona'.
"Scarlet, sono il tuo ragazzo, devi fidarti di me"
"No, ok?!" urlai, riferendomi alla situazione in generale, cosa che lui non capì.
Le mie mani finirono nei capelli e lo sguardo che mi lanciò fu come una pugnalata al petto.
"Non ti fidi di me" affermò, entrando definitivamente nel bagno, continuando a guardarmi male.
"Sì che mi fido"
"No, l'hai appena detto"
Io mi fidavo di lui.
"Bene, anche la ragazza che amo non si fida di me" disse secco, e si voltò.
Lo guardai, mentre stava per chiudere la porta, e mi resi conto dell'errore che stavo commettendo. Lo presi per un braccio, sentendo la durezza dei suoi bicipiti sotto le dita, e lui mi fissò, senza dire nulla.
"La ragazza che ami?"
Non mi sembrava reale, mi sembrava tutto così affrettato. Però, a dire il vero, non era così. Insomma, Harry aveva detto di amarmi quando non ci conoscevamo nemmeno da due giorni, e io lo stesso con lui.
Lui alzò una sopracciglia folta e si morse il labbro inferiore. Posai una mano su una sua guancia e gli toccai la barba.
"Sì, la ragazza che amo"
Persi un respiro e abbassai lo sguardo.
Lui mi amava.
E io?
"Zayn... ho bisogno di tempo" riflettei sulle parole che avrei detto dopo.
Lui aggrottò le sopracciglia confuso, e si scostò velocemente. "Ho bisogno di tempo per raccontarti tutto. E' una cosa passata ma a me fa ancora male"
Si ricompose, lentamente, e annuì.
"Ti aspetterò"




Non riuscivo più a sopportare nessuno, neanche Zayn. Casa mia ormai era diventata una riunione di tutti i suoi amici e il mal di testa aumentava ad ogni loro urlo.
Non mi dispiaceva la loro presenza, ma in certi momenti la voglia di cacciarli e urlargli contro era davvero tanta.
Louis e un loro amico, Liam, se ne stavano seduti sul tappetto a urlare come dei cinghiali contro la televisione.
"Non può scegliere lui!" gridava il primo, prendendo una manciata di popcorn per portarseli alla bocca, senza badare a quelli che cadevano per terra.
Liam, d'altro canto, faceva attenzione a non sporcare, ma urlava lo stesso come un pazzo.
Sul divano c'era Zayn, che mi cingeva le spalle con un braccio, Niall e Lydia, che parlavano tra di loro. Io con la testa ero altrove, sentivo solo l'esigenza di uscirmene da lì al più presto.
"Dio, non ci posso credere!" sbraitò Zayn al mio fianco.
Trattenni la rabbia separandomi da lui completamente, ma non ci fece caso. "Sei davvero riuscito a filtrare con Samantha?"
Non avevo mai visto Zayn così sconvolto, e neanche Lydia. Chi era questa Samantha?
"Che cosa?!"
Ad urlare era stato Liam, che aveva smesso di vedere la tv. Guardava Niall con ammirazione e si alzò per andare a stringergli la mano.
Continuavo ad osservarli confusa, non riuscendo a capire chi fosse questa Samantha di così impossibile.
"Di chi state parlando?"
Zayn si voltò verso di me e Niall mi guardò quasi offeso.
"Samantha Hamilton" rispose, come se fosse la cosa più ovvia del mondo e a quanto pareva per loro lo era.
Fissai per un momento Niall, che stava raccontando come aveva conquistato questa ragazza, che, da come avevo intuito, doveva essere di una bellezza stratosferica. Non mi spiegavo il motivo per cui erano tanto scandalizzati. Insomma, il mio amico era bello, biondo e con due occhi capaci di farti sciogliere, chi sarebbe stato capace di non resistergli? 
Anche io non ci sarei riuscita, se non fossi stata fidanzata con Zayn, naturalmente.
"E chi sarebbe questa Samantha Hamilton?"
Si girarono tutti verso di me, guardandomi con le bocche spalancate. Lydia si spostò i capelli castani dal viso e fece per parlare, ma fu interrotta dal mio ragazzo.
"La sorella di Kate Hamilton. Non le conosci?"
Scossi la testa lentamente e Niall e Lydia mi lanciarono un'occhiata incredula.
"Sono due ragazze che vivono nella Villa Hamilton" disse Louis, che aveva finalmente smesso di vedere la tv. "Oltre ad essere belle sono ricchissime, le ho viste una volta in televisione ad una sfilata di moda"
"E non è finita qui!" scattò in piedi Niall, guardandomi con i suoi occhi azzurri. "Siamo invitati ad una festa lì! Nella Villa! Non è pazzesco?"
Tutti urlarono in apprezzamento, a partire da Zayn che si alzò addirittura per abbracciare l'amico. Louis balzò in piedi e cominciò a saltare come un canguro e a fare dei strani versi.
Mi stupii quando anche Lydia fece i complimenti all'amico che intanto non faceva altro che darsi delle arie.
In verità io non sapevo niente nemmeno di questa Villa.
"Siamo invitati anche noi?" chiesi dubbiosa. "Com'è possibile? Non la conosciamo!"
Si risedettero ai loro posti, Louis e Liam continuarono a guardare la tv, e Niall alzò una mano, sorridendo. "Ha detto 'Invita chi vuoi' e io vi invito. Me lo sento, sarà la festa del secolo!"




 
Saaaaaalve!
Per prima cosa vi ringrazio per i complimenti per lo scorso capitolo *w* Siete dolcissime e vi ringrazio davvero tanto!
Non amo particolarmente questo capitolo, anzi, non mi piace per niente, potrei forse considerarlo 'capitolo di passaggio'. (Tranne per la parte finale)
Spero di non aver deluso le vostre aspettative e non vedo l'ora di farvi leggere il seguito! :)
Ancora grazie a chi segue questa storia, sappiate che lo faccio con tanto amore lol
Al prossimo capitolo! 

 
   
 
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