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Autore: Sux Fans    16/03/2014    2 recensioni
[...]Jillian tirò giù le maniche della felpa e Brian rivide in lei gli stessi gesti di anni prima. Non era una sconosciuta, non era una donna diversa da quella che abitava i suoi ricordi.
-No.. ma io voglio sapere perché. - Brian s'interruppe per un attimo. -Vuoi saperlo? - lei annuì. -Jillian è tornata ad Huntington.-
-Non ti permetterò di trattarla così mai più, semmai succedesse ti ammazzerei con le mie stesse mani. Mark, ti giuro, cazzo, che ti ammazzo..- [...]
Jillian ritorna otto anni dopo al suo paese d'origine e poco è il tempo che impedisce ai suoi vecchi amici di liceo, Brian e gli altri di riunirsi di nuovo nonostante ora non siano più dei ragazzini, ma piuttosto degli adulti con un traguardo lavorativo già raggiunto e vite già avviate. Solo gli amori di un tempo appassiti sembrano essere tornati a punzecchiare qualche nervo scoperto ma anche troppi anni sembrano separare quelle che sarebbero potute essere le facili scelte adesso intrappolate solo in qualche ricordo. Purtroppo non saranno solo questi tormenti astratti il vero problema, ma più concreti legami a frenare i desideri.
Tema dedicato in modo leggero alla violenza sulle donne. 25 Novembre
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Synyster Gates
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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2.

Aveva scostato la sedia per accomodarsi e cosparso il tavolo di pile di fogli, probabilmente senza concentrarvisi più di tanto fino a che non smise di distrarsi con il cellulare slittando con il dito fra i messaggi. Nonostante fosse solo mezzogiorno, la sala era soffusa di una luce tenue e chiuse le finestre non dava idea precisa del tempo passato lì. Brian sbadigliò, probabilmente la notizia delle ultime ventiquattro ore lo avevano resto troppo agitato per dedicarsi un po' di riposo ed eccolo che ancora doveva leggere il nuovo contratto per usufruire della sala di registrazione. Scartoffie. Era certamente meglio pagarsi un avvocato.

A pensarci bene ne aveva uno già molto bravo alla quale rivolgersi. Lo aveva tirato fuori dall'arresto quando lo avevano beccato in stato di ebrezza e coinvolto in una rissa a fare a botte con dei scalmanati. Ma che razza di lavoro è fare l'avvocato? Una vera noia. Probabilmente anche un avvocato ne chiama un altro se finisce nei guai bevendo un po' di troppo, altrimenti saprebbe anche come difendersi da solo.

Sperava davvero di non doversi mai confrontare con uno di quelli allora.

-Qui ho finito, chiudi tu? - Matt aveva la voce impastata dal boccone di pizza che masticava, voltandosi poco dopo verso l'amico che ancora non gli degnava risposta.

-Oi, Bri. - Brian si voltò con sorpresa, come se avesse perso tutto il tempo con la testa fra le nuvole.

-Eh? Ah, sì, sì, tranquillo. Mi dileguo anche io. - Disse stiracchiandosi e tremando la voce per un nuovo sbadiglio. L'altro di tutta risposta prese il berretto dal tavolo posandoselo in testa, leccò via l'unto dalle dita e gli poggiò l'altra mano sulla spalla per salutarlo.

-Non studiare troppo quelle carte che poi mi diventi scemo. - Brian accennò un sorriso e si allungò appena a dargli uno scossone ancora da seduto.

-Ma ancora devi andartene a cagare? - Posò documenti e spartiti dirigendosi insieme all'amico verso l'atrio della sala di registrazione, con le luci soffuse e pronti alla chiusura, mentre ancora ridacchiava prendendolo in giro.

-Dove sono qui altri? - Matt alzò le spalle alle sua domanda, in un gesto ovvio.

-A dormire. Come avresti dovuto fare tu. Ieri abbiamo festeggiato per il singolo e tu non c'eri. Stasera andiamo a bere qualcosa?- Chiese l'amico. Tirò su la zip della giacca e infilò le mani in tasca.

-Non saprei, ho ancora del lavoro da fare con quella roba.- Si sentì Matt chiudere la porta e Brian lo attese, poco dopo gli si affiancò e riprese.

-Io lo so che problema hai e di certo non per il contratto. Lo abbiamo fatto altre decine di volte! - Matt rise e le fossette gli illuminarono lo sguardo da volpone. Brian roteò gli occhi stralunato; voleva rompere con qualche nuova trovata.

-Se mi ripeti che è ancora quel vecchio problema della macchina io..-

-Sentire Jillian ieri ti ha fatto venire un colpo. - Matt lo interruppe e continuò a camminare mentre l'amico si zittì.

-Stai scherzando? Sono stato io a chiamarla, ero solo molto contento. -

-E' stato un colpo per tutti sapere che è di nuovo ad Huntington, non devi mica giustificarti. - Il moro gli lanciò un'occhiataccia e svoltò l'angolo di Downtown Street insieme all'amico.

-Saranno passato dieci, undici anni? Magari è anche più brutta di prima. - Scoppiarono a ridere.

-Con quei capelli rossi e sempre arruffati e gli occhiali enormi sopra tutte quelle lentiggini. - Matt sospirò.

-Io la trovavo carina nonostante fosse buffa. - Brian non rispose e si guardò intorno.

-Ma dove cavolo hai la macchina? -

-Perché, vuoi un passaggio? - Brian annuì.

-Allora è un altro isolato, l'ho lasciata nel distretto. - Brian sbuffò e riprese a camminare.

-Se fossi stato avvocato ti avrei trascinato in causa. -



Forse no, dieci anni erano troppi, magari otto o nove; fatto sta, che l'anno scorso non era qui a salutare per l'ultima volta Jimmy. Gli era mancata, come era mancata a tutti, e solo ora faceva ritorno al paese d'origine.

Certo la California non era per i problematici, e dato che Jillian non aveva mai voluto vivere da artista questo posto magnifico non era adatto a lei. Era troppo grande, era troppo vivo, mentre lei era sempre stata chiusa, ristretta. Più ci andava piccola nelle cose e meglio era, più le si curvava la schiena e più era contenta. Brian non capiva perché l'avesse lasciato e perché non si fosse abbandonata a lui quando le aveva dedicato tutto il suo aiuto.



L'auto si fermò nell'ingorgo di Ocean Street e sorseggiando caffé Matt bussò pesantemente al clacson.

-Maledetti ciclisti, lo fanno apposta. - Brian di tutta risposta non se ne accorse, rimase a guardare fuori con i gomiti poggiati allo sportello intravedendo la strada. I semafori dell'incrocio lampeggiarono di rosso ed una lunga linea di puntini gialli si accostò meticolosamente mentre il via vai di persone traghettava la lunga trafila con foga per il lavoro. Ma Brian non si accorse neanche di quello. Guardò l'orologio da polso e si drizzò d'un tratto.

-Lasciami qua, ho un appuntamento! - Matt quasi sputacchiò il caffé quando lo vide aprire la portiera.

-Ma dove vai? Sono imbottigliato in mezzo alla strada! - Si rigirò sul sedile e lo vide circondare la macchina e slittare fra quelle in fila nelle corsie.

-Lo so, fratello, grazie. Ti devo un favore! - sveltolò un braccio a salutarlo, ma la corsa frenetica lo coinvolse e s'incamminò spedito dall'altra parte della strada. Il parco cominciava ad appena due isolati, ma avrebbe finito per essere in ritardo se avesse aspettato ancora lì per molto.

***


Otto anni non hanno cambiato Huntington. Era tutto esattamente come una volta, le persone di una volta, le stesse usanze. Jillian era partita una ragazza e tornata una donna, aveva un nome ed era tornata con un altro, se sarebbe riuscita a prendere la vita diversamente da una volta non poteva saperlo però. Era troppo agitata quella mattina, non sapeva se aveva fatto la cosa giusta e non sapeva cosa aspettarsi da questa rimpatriata.

Quando aveva sentito la voce di Brian per telefono gli era venuto un sussulto, quasi non sapeva come rispondere e come ringraziare, e quasi era come trovarseli di fronte dopo tanto tempo. Dio, che cosa avrebbe raccontato? Che cosa era stata la sua vita finora? A cosa aveva aspirato di meglio in quegli anni? Era solo un involucro vuoto di donna, si sentiva un sottilissimo strato di pelle in un'aura funerea.

Non aveva neanche rivisto ancora i suoi genitori, probabilmente adesso avevano anche raggiunto la sessantina e vivevano tranquilli a Santa Barbara mentre quel vecchio burbero tornava tardi dal giocare a golf. Li aveva sentiti certamente qualche mese prima e Jillian sorrise, nessuna conversazione in particolare, soltanto un lievissimo imbarazzo e disagio con quella madre timida.

Sfilò gli occhiali rettangolari e si strofinò gli occhi stanca per la lettura, richiudendo il libro solo poco dopo e risistemandolo in borsa alzò lo sguardo verso la strada. Da quando era andata a sistemarsi al parco la zona si era popolata di più, con il solito via vai frenetico ed il rumore degli schiamazzi nell'aria.

Ma non c'era problema, le tenevano compagnia e nel frattempo avrebbe smesso di pensare al resto della sua adolescenza. Anzi, pensava di visitare la spiaggia, magari si sarebbe ricreduta e le sarebbe piaciuto più tardi distrarsi un po' con..

-Jillian? - La donna chiuse gli occhi forzatamente e bloccò il respiro, forse credendo che così facendo sarebbe potuta scomparire in un soffio. Ma così non sarebbe stato. Era già arrivato quel momento? Era già lì? Eppure non era pronta. Nessuno l'aveva avvisata! Quando riaprì gli occhi prese un breve respiro e si alzò dalla panchina, acconciandosi il jeans con le mani in modo nervoso per prendersi qualche attimo. Quando si voltò la fissava immobile a pochi passi alle sue spalle, con le braccia penzoloni contro i fianchi ed il fiato corto, con la fronte sudata ed i capelli un po' lunghi attaccati al collo. Lei alzò un angolo della bocca e una mano in segno di saluto, abbassando lievemente lo sguardo ed i suoi occhi verdi.

La cenere della sigaretta che gli si stringeva intorno alle labbra si consumò fino a cadere a terra, mentre la prendeva fra le dita smaltate di nero con ancora un espressione sorpreso.

-Wow.. dovrei chiederti un autografo adesso. - Brian non l'ascoltò e la raggiunse dopo quegli attimi imbarazzanti di silenzio con qualche passo lento.

-Hei.. - disse ed il fumo gli uscì dalla bocca condensandosi fra i visi senza contare le parole di prima.

-Sei qui da molto? - Jillian sentì l'odore di Marlboro.

-Sì ma.. avevo altre cose da fare, quindi... non è stato un problema. - troppe pause, troppe attese, troppe paranoie aveva avuto in quegli attimi.

-Certo. Sei qui dopo tanto tempo, chissà quante cose hai da fare .. - Jillian non ribattè e dovette alzare il viso per riuscire a guardarlo. Aveva grandi occhi color nocciola e una linea di matita nera e sbiadita. Ancora non aveva imparato a metterla come di deve eppure gli dava una bell'aria da cattivo ragazzo. Peccato che lei lo conoscesse anche fin troppo bene e sperava non fosse cambiato. Non quanto lei.

Seguirono altri minuti, la stessa conversazione che sembrava aver tenuto all'ultimo colloquio di lavoro.

-Come stai? - esclamarono forte all'unisono per l'imbarazzo, poi una risata di disagio. Jillian tirò giù le maniche della felpa e Brian rivide in lei gli stessi gesti di anni prima. Non era una sconosciuta, non era una donna diversa da quella che abitava i suoi ricordi.

-Che stupido! - Gli sentì dire e attirò improvvisamenre la sua attenzione.

-Abbracciami. - mormorò con la voce rotta, stringendola con un abbracciò che la sovrastò e la lasciò vibrare di vitalità.

-Abbracciami per tutti questi anni. -





[..]

So per certa che è stato il momento più difficile per riuscire a scrivere, anche per essere stato un capitolo piuttosto complesso. Complesso perché volevo forti emozioni per questo incontro che mi teneva sveglia la notte pur di immaginarlo, e spero proprio proprio proprio di esserci riuscita. Il nucleo speciale verrà col tempo e mi renderà molto spietata continuare a scriverlo e a condividerlo. Le attese non saranno lunghe come queste, perché altrimenti sarà difficile per tutti tenere il passo. Soprattutto per me.


Ringrazio moltissimo SynysterIsTheWay e WDWEmble3 per le recensioni positive al prologo e chi ha aggiunto la storia fra le seguite, ricordate e preferite.


See you- Sux

   
 
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