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Autore: NightWatcher96    18/03/2014    4 recensioni
Mikey è troppo cagionevole di salute. Quando lo portano a fare un viaggio, cosa mai potrà mai accadere?
Genere: Fluff, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Raphael Hamato/ Raffaello, Un po' tutti
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Ore 07:00, la sveglia suona. Il mal di testa martella dolorosamente nella mente di Mikey, solo per ricordargli l'ennesima nottata quasi in bianco. Alla sua porta bussa Donatello, già in possesso di una siringa e due pastiglie.
"Giorno, fratellino! Hai dormito bene?" gli chiede, tastandogli dolcemente la fronte.
"Non proprio... ho avuto e ho un forte mal di testa" gli risponde mogio l'altro, inghiottendo le prime due pastiglie della mattinata.
"Sei un po' caldo, in effetti" constata il viola, infilandogli l'ago nel braccio sinistro: "La doccia ti aspetta, così come la colazione!".
"Sì..." sussurra l'arancione, sopprimento uno sbadiglio...
Sin dalla tenera età di cinque anni, Don si è sempre preso cura del fratellino di tre anni più giovane, affinché non gli succedesse nulla. Lo ha sempre aiutato in tutto: dal mangiare solo cibi sani sino a evitargli situazioni stressanti.
Questo perché Michelangelo non è staro più lo stesso dopo una devastante polmonite a quattro anni...
Don pulisce il volto del fratellino con un panno pulito e lo accompagna in cucina. Leo, Raph e il sensei sono già seduti a tavola, con dei sorrisi calorosi sulle labbra. Entrambi si siedono e il topo porge all'arancione il suo latte scremato e i sette biscotti integrali, come al solito.
"Grazie!" mormora il 14enne, tossendo un po': "Il mal di testa sta scomparendo, sapete?".
"E' una bella notizia, come questa che stiamo per darti" aggiunge Leonardo, di fronte a lui.
Splinter sorseggia il suo té e si schiarisce la voce: "Non hai mai lasciato la tana, Michelangelo... solo perché il tuo corpo non te lo ha mai permesso. Quest'oggi, però, è con grande gioia che approvo la tua venuta nel nostro viaggio in un posto che potrebbe gioviarti".
"Dite sul serio?" squittisce Mikey, incredulo: "E dove andiamo?".
"Alla fattoria della nonna di Casey Jones. Prendilo come un campeggio!" continua Raph, sollevando un sopracciglio.
"Non mi ricordo di Casey..." sospira Michelangelo, sgranocchiando uno dei suoi biscotti.
"Infatti non potresti" sottolinea Leo: "Poce volte Casey è venuto qui, ma ogni volta tu sei sempre stato o incosciente o addormentato".
"Perdo sempre tutto il divertimento!" brontola il 14enne, sorseggiando il latte: "Ricordo meglio April! A proposito, quando si parte?".
Don lo accarezza in testa: "Stasera, verso le 20:00. Abbiamo aspettato maggio perché l'aria è decisamente più calda!".
"Ah! Non vedo l'ora!" esulta l'arancione, pompando i pugni in aria...

Finalmente le 20:00! In tutto il pomeriggio, l'intera famiglia Hamato si è dedicata a raccogliere e a chiudere vari oggetti utili ed essenziali in varie valige. Donatello, raccolta una capiente borsa castana di medicinali, si avvicina al fratellino esausto, per porgergli l'acqua e due pastiglie.
"Devo proprio?" si lamenta il minore: "Oggi ho preso quattro volte queste medicine! E ho dovuto patire cinque iniezioni!".
"E' per il tuo bene, fratellino... questo lo sai fin troppo bene..." gli ricorda il viola, invogliandolo.
Raph torna in possesso di una giacca arancione sbiadito, con tanto di zip chiudibile sino a colletto bianco e caldo. La infila a Michelangelo, facendogli una carezza sul capo; Leo trascina una pesante valigia nera e dondolando le chiavi del Battle Shell, ricorda che è tempo di partire.
"Le medicine sono tutte in questa borsa... sacchi a pelo... scorta di cibarie per Mikey..." conta il genio, controllando nelle valige: "Si', c'è tutto! Possiamo andare!".
E con Splinter si dirigono verso l'ascensore ovoidale per raggiungere il vecchio magazzino abbandonato e "montare" sul Battle Shell.

Ormai a bordo, Michelangelo non può far  meno di schiacciare il volto al finestrino per osservare New York di sera. I classici grattacieli corvini si stagliano controi il cielo bluastro, rischiarandolo con le loro collane di perle di luci. 
Il ponte di Brooklyn si mostra in tutta la sua maestosità anche grazie all'illuminazione riflettente nell'acqua. Negozi, auto, strade e semplicemente la luna piena fra le stelle emozionano la piccola giovane tartaruga.
"Mikey, ci vorranno ancora due ore per raggiungere la fattoria. Coraggio, riposati un po'!" sorride Leo, alla guida del furgone, su una sgombra autostrada.
"Mi piacerebbe, ma non posso!" risponde l'altro, sul sedile anteriore destro: "E' davvero troppo bello guardare qualcosa che non ho mai visto in quattordici anni!".
"Hai ragione!" ridacchia anche Raphie, sgranocchiando alcuni Mikado al latte: "E' esattamente quello che abbiamo pensato nella nostra prima volta fuori la tana!".
"Secondo i miei calcoli, giungeremo alle 22:30, considerando il traffico in fondo al bivio!" spiega Donatello.
"Dai lampeggianti, direi che sembra un posto di blocco, figlioli" constata il maestro Splinter, accarezzandosi la barba.
"E ambulanze" completa un serissimo Leo: "Credo un incidente!".
Il Battle Shell attraversa lentamente quell'ingorgo, fatto anche di persone sconvolte. Mikey sgrana gli occhi azzurri alla vista di un corpo irriconoscibile e sanguinante di un bambino di tre anni.
Il suoi genitori vengono trasportati in barella, pieni di contusioni, ferite e fratture. La loro auto è ridotta in un ammasso nero e grigio, mentre un'altra Ford blu è appena un po' più integra.
"Mikey, non guardare" suggerisce un cupo Leo, notando le lacrime sul volto del fratellino: "Talvolta la vita è ingiusta".
"E' terribile" sussurra l'arancione, affondando il viso nelle mani.
Notando un bivio per una nuova corsia, il leader 17enne ingrana la quarta e si allontana sempre di più da quel luogo di disperazione...

Una sterminata distesa di abeti si estende ad anello verso nord; a sud un sentiero alquanto dissestato congiunge con il paese. A est altri abeti permettono un ottimo nascondiglio per una splendida cascata d'acqua, mentre ad ovest una casa di legno,a due piani e dal tetto spiovente si erge in piedi. Un granaio è sul retro, assieme a una botola.
La fattoria della defunta nonna di Casey Arnold Jones.
"Benvenuto alla Pace Campagnola!" presenta Don, aiutando Mikey a scendere dal furgone: "Che ne pensi?".
"Dico che sono senza parole! E' bellissimo!" sorride il 14enne, tossendo appena.
"Meglio entrare! Ho io le chiavi di casa!" propone Raphael, con un'espressione preoccupata.
Tutti e cinque afferrano i bagagli ed entrano in casa. Immediatamente, il sensei si occupa di rassettare la cucina rustica con Michelangelo, il quale prepara la cena. Gli altri, invece, si dividono le altre stanze dai pavimenti in toghe lignee e le mura bianche.
Aprono le finestre per lasciar svaporare la puzza di muffa e per dire "addio" alla polvere.
"Mikey deve trovare tutto pulito! I batteri sono l'ultima cosa di cui ha bisogno!" ricorda Don, in possesso di una scopa.
"Già!" risponde Leo, rimuovendo un'ostinata macchia di unto dal pavimento: "Siamo venuti qui apposta per vederlo migliorare!".
"E per stasera, strano ma vero (o forse perché ci siamo divisi le camere!), questa è l'ultima stanza!" ghigna Raphael, con un'altra scopa in mano...
Contemporaneamente, in cucina, Mikey si siede sfinito su una sedia, cercando di togliersi la giacca. Il maestro gli poggia una mano su quella zip, fermandolo.
"Qui ci sono degli spifferi, figliolo" mormora con calma: "Non sarebbe salutare esporre il petto all'umidità della notte. Le mie vecchie ossa ne sanno qualcosa".
Mikey sorride e china lo sguardo, afflitto: "Sensei... odio essere sempre debole... gli altri deformano la loro vita per adattarla a me".
Proprio in quell'istante, sulla soglia della porta, compaiono i tre 17enni, il cui sguardo è un misto di amore e tristezza. Sanno bene che tipo di vita affronta Michelangelo.
Raphael gli si siede accanto e velocemente lo tira in un abbraccio: "Non devi preoccuparti... noi ci saremo sempre per te e ti aiuteremo in ogni momento!".
"Giusto!" sottolinea anche Donatello, seduto alla sua destra: "Tu sei il nostro fratellino, no? Hai tre anni in meno e in quanto fratelli maggiori abbiamo il dovere di proteggerti da qualunque cosa, che sia un nemico o un'influenza!".
"Adesso, però, mangiamo e domani andremo a fare una passeggiata nel verde!" aggiunge Leo, aiutando il maestro con le portate.
Mikey sospira dolcemente nell'incavo del collo di Raphie: "Grazie, ragazzi! Siete i migliori!"...

A differenza di quello che ha pensato Donatello, Michelangelo dorme profondamente nelle sue tre coperte di lana, più la calda giacca. La stanza scelta è la meno fredda e la più pulita. Con un parquet e nessuna forma di arredamento, tranne un letto accanto a una finestra con tendine candide, perfettamente chiusa..
Leo, Raph e Don hanno scelto le camere parallele, sempre al primo piano, mentre il sensei ha preferito meditare sul comodo divano, al pian terreno.
La luna irradia la sua luce argentea sino alle 04:30; da lì in poi, il blu del cielo si sfuma di una tonalità che va dal cobalto al celeste, sino al rosa. Lentamente, il sole inizia a bucare alcuni soffici nubi, infondendo la sua spledidia alba dappertutto...
La sveglia per tutti è il canto degli uccelli, alle 07:00. I primi a destarsi dal rilassante sonnellino sono Don e Leo. Il primo prepara le medicine e l'iniezione, mentre il secondo si occupa di riempire la vasca con acqua bella calda.
L'aria è davvero gradevole, tanto che permette di dormire anche solo con un lenzuolo... ma per Mikey non sarà mai affatto così...
Quest'ultimo si sveglia senza nessun dannato sintomo. Con un sorriso strisciante sul volto, distente le braccia, inspirando ed espirando in un sonoro sbadiglio. Non appena si mette seduto, intravedendo un riflesso di sole bucare le tende bianche, Don bussa alla porta di legno.
Mikey osserva l'intera camera vuota mentre Don entra e si porta alla finestra solo per alzare un po' più la persiana e scostare le tende. La luce evidenzia la mancanza di mobilio.
"Giorno!" saluta il genio, porgendogli un vassoio contenente una scodella di latte, biscotti integrali, una mela e le medicine: "Come ti senti?".
"Ho dormito da Dio e sto bene!" esulta l'arancione, iniziando a consumare il pasto.
"Mi fa piacere! Appena avrai finito, andremo a passeggiare!" spiega dolcemente il genio, iniettandogli un siero biancastro nel braccio sinistro.
Mikey cerca di mangiare il più velocemente possibile, ma rischiando di strozzarsi, si ritrova quasi in procinto di rigettare il tutto...
"Ricorda: devi mangiare lentamente!" rimprovera affettuosamente Don...

Dopo essersi preparato a dovere con quella giacca addosso e un piccolo zainetto bianco, contenente un panino, una borraccia, un quadernetto e due matite, Mikey e gli altri  salutano il sensei per addentrarsi nel fitto bosco, ad est.
"Tenete d'occhio Michelangelo, mi raccomando" ricorda, infine, Splinter, chiudendo la porta dietro la sua schiena.
"E' incredibile che non abbia mai visto nulla del genere!" esclama, poi, Mikey.
"Solo perché la tua salute te lo ha sempre impedito, fratellino!" spiega pazientemente Donatello, in possesso della borsa delle medicine.
"Beh, per adesso, godiamoci la passeggiata!" s'intromette uno sghignazzante Raphael, (notando il fratellino già rimasto indietro).
"Va tutto bene?" chiede preoccupato Leonardo.
"Sì, sto solo cercando di prendere di prendere il mio blocco da disegno!".
Mikey adocchia una grossa pietra circondata dalla ricca vegetazione sul lato sinistro del sentiero; felicemente, si siede a gambe incrociate, iniziando a disegnare con la sinistra, da bravo mancino.
"Sembra molto a suo agio, eh?" constata allegramente Donatello.
"Sì, è vero!" ammette Leo, guardando il cielo cristallino: "Quasi non mi sembra vero che Mikey non sia bloccato a letto!".
"Già! Peccato solo che non sia sempre come oggi" sospira cupamente Raphie, fissando il fratellino che si stringe il petto: "Ehi! Mikey, va tutto bene?".
I tre accorrono immediatamente, scavalcando i folti cespugli di foglie smeraldo e i bassi rami degli arbusti.
"Sì, mi stavo solo stringendo la giacca per non perdere l'ispirazione! Scusate, non volevo farvi saltare fuori dal guscio!" spiega ridacchiando Mikey.
Sollevati, i tre 17enni poi adocchiano lo schizzo in monocromo. E' una raffigurazione di loro quattro, in posi estremamente naturali. Mikey è seduto sulla roccia, Leo fissa il cielo, Raph è a braccia conserte e Don con una mano sul fianco.
"Che artista!" si complimenta Leo: "E' un quadro! Mikey, ci hai impersonati superbamente!".
Il piccolo sorride e ripone il blocco al sicuro nello zaino; con un salto scende dalla roccia e osserva il sentiero in salita, mentre i raggi del sole s'infiltrano fra i fetti rami intrecciati degli alberi.
"Proseguiamo" propone Don, afferrando il cellulare dalla cintura: "Di già le 08.10! Mikey, la tua dose di medicine ti attende tra cinca un'ora e cinquanta minuti!".
"Tutto cronometrato?" schernisce l'arancione, con sorriso malizioso, iniziando a camminare, aumentano il ritmo per una corsa: "L'ultimo che arriva è un guscio secco!".
"Ehi, aspetta!" urla Raph, divertito da quell'idea.
Leo e Don si scambiano un'occhiata piacevole, prima di seguirli anche loro...
  
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