Anime & Manga > Ranma
Segui la storia  |       
Autore: Gretel85    19/03/2014    11 recensioni
In occasione di una particolare lezione di filosofia Ranma si ritrova a bramare più convinto che mai una cura definitiva per la sua maledizione. Tuttavia, quando si desidera ardentemente e a lungo una cosa, c'è anche il rischio che questa prima o poi si avveri. Sarà un bene? Io dico di no.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Al secondo piano di una modesta villetta con giardino la giovane signora Mariko in Shimizu si godeva l'ennesima puntata di un inutile programma canoro. Avvolta nella sua discutibile vestaglia rosa, i bigodini in testa e un calice di vino in mano, non aveva alcuna intenzione di alzarsi dal divano.

Tuttavia, spostando rapidamente lo sguardo avanti e indietro, dalla finestra al televisore, si scoprì gradualmente distratta ed insofferente. La curiosità di sapere cosa diamine stesse succedendo in strada in quel momento, doveva ammetterlo, se la stava divorando. Raramente, infatti, i tranquilli vicoli di Nerima avevano assistito ad un tale baccano alle dieci di sera. Adottando l'inconfondibile tono lamentoso, nasale e strascicato delle grandi occasioni, decise quindi di avvalersi del supporto del marito, comprensibilmente addormentato dall'altro lato del divano.

-Toshiiio....Toshiiio...- Lo richiamò con voce affatto flautata.

-Uh? Eh? Chi è? Uff...Si può sapere che c'è, Mariko?-

-Ma non senti che putiferio in strada? Presto, vai a vedere!-

-Ma perché non ci va tu scusa? Cioè, fammi capire, mi hai svegliato per...-

-Toshio, ma metti che è qualche malintenzionato! Ti sembra carino proporre a tua moglie di affacciarsi?-

Senza rispondere ed estremamente di malavoglia il ragazzo si alzò dal divano. Aveva perso.

Giunto mollemente alla finestra e scostata la tendina, rimase qualche istante in silenzio, profondamente perplesso.

Inspiegabilmente tutto ad un tratto il sonno gli era passato.

-Ma chi diavolo sono...?- Sussurrò impressionato.

Un attimo dopo uno spostamento d'aria alle sue spalle lo fece trasalire.

-Secondo te è una parata in costume, Toshio?-

-ARGHH! Per tutti i Kami, Mariko! Ma non avevi paura dei malintenzionati?- Un colorito verdastro dipinto sul volto, il povero ragazzo cercò di eliminare velocemente le ottave di troppo dal proprio tono di voce. -E comunque non dire sciocchezze. Non sono previste festività questo mese!-

-Allora forse fanno le prove.-

-Tsz! Sei proprio ingenua, mia cara. Ma non importa, hai fatto bene a svegliarmi.- Spalancò la finestra con fare serio, responsabile, adulto. -Tutto questo rumore per strada a quest'ora è inaccettabile.-

-Toshio!- Gli occhi sgranati per lo stupore, per un attimo la moglie lo guardò con rispetto ed apprensione. -Addirittura il suicidio! Che uomo tutto di un pezzo ho sposato!- Si complimentò fintamente colpita, prima di scolarsi l'ultimo goccio di bianco nel bicchiere.

-Ma quale suicidio e suicidio, Mariko! Stai a vedere!- E sporgendosi dal davanzale si portò le mani al viso, a mo' di megafono. -Volete fare silenzio laggiù? Qui c'è gente che domani lavora!- Gridò dietro ad un polverone rumoroso, ormai lontano ed ignaro del suo atto eroico.

-Ahahah! Hai visto? Gliene ho proprio dette due, eh? -

-Oh, Toshio...- Sospirò la moglie, avviandosi verso il divano barcollando leggermente.

-Non fosse per il tuo impeto e la tua originalità, sarei già ubriaca di noia.-


 

* * *

Lui chi è?

Come mai l'hai portato con te?

il suo ruolo mi spieghi qual è ?

io volevo incontrarti da sola, semmai!

(Renato Zero - Triangolo)


 


 

-Insomma Akane, si può sapere chi era?-

Nessuna risposta.

Akane correva a perdifiato e Ranma, diversi passi dietro di lei, non poteva fare altro che osservarla di spalle e reprimere un crescente senso di fastidio. Tutto quel che sapeva era che, sì e no trenta secondi dopo aver risposto al telefono, la sua fidanzata si era fiondata immediatamente di fuori e senza fornire a nessuno una spiegazione valida per il suo atteggiamento, aveva cominciato a correre come in trance. E ovviamente come un fulmine. Aggrottando le folte sopracciglia, si scoprì fortemente contrariato. Akane sembrava ansiosa e distratta. Non gli aveva detto niente. Non lo aveva nemmeno degnato di uno sguardo.

-Ci siamo quasi!- La sentì dire più che altro a se stessa.

Svolta a destra, poi a sinistra, poi di nuovo dritto.

*Accidenti!* Strinse forte i pugni Ranma, mentre cercava, non senza sforzo, di tenere il passo della ragazza. Di certo non era così che aveva immaginato la sua prima sera da uomo. Ma prima che potesse nuovamente tentare di chiedere delucidazioni, Akane lo interruppe bruscamente.

-E comunque non dovevi disturbarti, Ranma. Potevo andare benissimo da sola.- Di male in peggio.

-Hai sentito? Puoi anche tornare a casa!- Le fece eco l'eterno disperso.

-Maledetto, Ryoga! E tu mi spieghi cosa ci fai qui?- Nel voltarsi leggermente verso il rivale, però, il più grande artista marziale di sempre rischiò di inciampare su se stesso per la sorpresa.

A ben vedere, Ryoga non era l'unico ad averli seguiti. Svariati metri dietro di loro un chiassoso polverone gli faceva da scia.

-Huff...puff! Certo che tua figlia ha proprio l'argento vivo addosso, Tendo!-

-Ahahah! È tutto merito degli allenamenti con il suo paparino, Saotome!-

-Ah, beh! Se lo dici tu!-

-Probabilmente avrò...huff...sentito male, Saotome. Stai forse insinuando qualcosa?-

-Cosa vorresti dire, Tendo? Vuoi forse insinuare che sto insinuando? Puff...-

-Ma non sia mai! Mi era solo parso...-

-E comunque dicevo...dicevo per dire. Mi sembri un po' affaticato, ecco tutto...-

-Af...affaticato? Ma se sono fresco come una rosa! Eh eh eh! Non si vede, forse?-

-Una rosa, eh? E dimmi un po', non è forse sudore quello sulla tua fronte, vecchio mio?-

-Sai una cosa, Saotome? Non mi sembra che tu stia correndo molto più veloce, lo sai?-

In effetti, a forza di punzecchiarsi e lanciarsi sguardi di fuoco, i due padri impiccioni avevano rallentato e di molto la loro già provata andatura.

-Mio padre ha ragione, signor Genma.- Concluse annoiata Nabiki, comodamente aggrappata alla schiena del padre di Ranma, l'immancabile telecamera ancora accesa. -Avanti, cerchi di recuperare! Se rallenta un altro po', rischio di perdermi la parte migliore!-

-Huff...non potevi allenarle tutte e tre le tue figlie già che c'eri, Tendo?-

-Papà, sei sicuro che io non sia un peso?- Lievemente preoccupata per l'incerto passo paterno, Kasumi sedeva composta su una seggiolina di bambù dotata di due bretelline per portare a spasso i bambini.

-Ma cosa dici, bambina mia, il tuo papà è sempre il più forte! Ahahah! E poi, se non ci fossi tu! Non è così, Saotome?-

-Amico mio, hai perfettamente ragione!- Lo assecondò Genma, il pensiero già rivolto ai deliziosi avanzi della cena che lo attendevano in frigo per lo spuntino di mezzanotte.

-Oh! Ma che gentili! Una bella passeggiata notturna è proprio quello che ci vuole. Volete un po' di tè?- Sorrise felice la maggiore delle Tendo tirando fuori dal nulla un vassoio con due bollenti tazze fumanti.

In quel mentre, però, un'ombra scura e rotonda si lanciò su di lei come una saetta.

-Ma cosa...?-

Un attimo dopo la stessa ombra correva accanto a suo padre, dopo aver sgraffignato senza alcuno sforzo una delle due tazze di tè.

-Kasumi, tu sì che sai fare felice un povero anziano, eh eh eh!-

-Nonnino, anche lei qui?-

-Non vorrei contraddirla, maestro, ma credo che quella tazza fosse per me!-

-Tu taci, vergogna delle arti marziali e continua a correre. Le tue figlie hanno ragione, vi siete rammolliti, tutti e due! In ogni caso mi fa piacere vedervi impegnati in un allenamento di livello superiore. Il ratto delle fanciulle è sempre stata una mia specialità, eh eh eh!-

-Grazie, maestro, grazie! È un onore per noi...ehi aspetta un momento! Ha detto “ratto delle fanciulle?”-

-Credo proprio di sì...-

-Maestro, ma come si permette!- Troppo tardi.

-Siete lenti come due lumaconi! Ahahah!- Superando agilmente i due allievi, in quattro balzelli Happosai aveva già raggiunto la testa dell'insolito gruppo di corridori.

-Pesca grossa, pesca grossa! Dimmi un po', Ranma, ti sei finalmente deciso a venire a caccia con me? Allora è vero quel che dicevi poco fa! Sei diventato un vero uomo, eh?-

-Levati di torno, vecchiaccio! Non ti è bastato il viaggetto di prima?-

-Ma c'è anche Akanuccia! -Ignorando completamente il giovane, lo sguardo di Happosai si illuminò di colpo e, battendo le mani come un bambino il giorno di Natale, prese a saltellare in modo ancor più fastidioso. -Che bello, che bello! Tutti insieme a caccia di zuccherini! Un sogno che si avvera! Finalmente avete capito cosa prova un povero vecchio prossimo alla morte e avete deciso di esaudire il suo ultimo desiderio e...-

-Ti ho detto di sparire!- Non era serata per ignorare Ranma in quel modo.

E proprio per lanciare il vecchio stile palla da baseball il più lontano possibile da loro, per poco Ranma non andò a sbattere contro Akane che aveva appena inchiodato davanti ad un luogo a lui ben noto.

-Voi rimanete un momento qui, per piacere.- Ordinò la ragazza ancora di spalle e senza alcun indugio si avviò all'interno del parco.

Ovviamente le sue parole sortirono l'effetto contrario. Nessuno intendeva perdersi nemmeno un momento dell'incontro di Akane con il misterioso autore della telefonata. Uno ad uno, amici e familiari iniziarono a pedinarla, chi nascosto tra i cespugli, chi come Ranma e Ryoga, tra gli alberi. Tutti si appropinquarono verso la radura, sede del parco giochi, dove Akane era attesa da qualcuno. Qualcuno che comodamente seduto sull'altalena, produceva nel silenzio un continuo cigolio metallico. Non appena gli sguardi dell'invisibile pubblico si posarono sulla figura di Akane, immobile in piedi, e su quella della ragazza graziosamente seduta sull'altalena di fronte a lei, tutti ebbero un sussulto.

Per poco Ryoga non rischiò di precipitare addosso al rivale. -Mio dio, Ranma... ma quello...voglio dire quella....- Deglutì tremante. - Quella sei tu!-

-Non ti sfugge proprio niente, P-chan!- Lo scansò l'altro, teso come una corda di violino.

*Che diavolo sta succedendo? Chi diavolo è quella ragazza? Io non...non posso essere io!*

Un pugno in testa lo ridestò. -Non azzardarti mai più a chiamarmi “P-chan”, idiota! Vuoi piuttosto spiegarmi cosa significa tutto questo?-

-Tzs! Probabilmente è solo Ken, il combattente imitatore, che è tornato a trovarci!-

Ma tutto di quella situazione sembrava suggerirgli il contrario. Decise quindi di avvicinarsi. Doveva sentire, vedere e soprattutto capire. Seguito di ramo in ramo dall'immancabile eterno disperso, si bloccò solo quando la voce di Akane, pochi metri sotto di lui, lo travolse con tutta la sua carica di incredulità.

-Ma com'è possibile...?-

-Uh?- Per un istante la ragazza col codino spalancò i begli occhi naturalmente truccati di lilla. Forse si aspettava una reazione diversa da parte della ragazza. Un filino più entusiasta, diciamo. Abbassando lo sguardo tristemente, accarezzò la sottile velina intorno al mazzo di rose scarlatte che aveva portato con sé.

-No, ascolta, io non intendevo...- Si corresse subito la piccola Tendo.

-No, ascolta tu, Akane. Perdonami, sono un disastro e...-

-Ranma...-

-Fammi finire, per piacere. Sono stato sempre una tale delusione con te che ora non puoi credere ai tuoi occhi. Eppure è così...- Allargò le braccia in segno di resa, recuperando un sorriso tenero e timido. -Ti ho chiesto un appuntamento, tu sei venuta di corsa e non sai quanto questo mi renda felice.- Si illuminò ancora di più, strappando un mezzo sorriso anche alla sua interlocutrice.

E proprio abbandonando di scatto l'altalena per dirigersi verso di lei, si sorprese e non poco nel ritrovarsi improvvisamente davanti un ragazzo alto e prestante. Lo sguardo minaccioso da bullo di strada.

-Non ti azzardare a fare un altro passo verso Akane! Ti ho riconosciuto! Tu sei Ken, il combattente imitatore!-

-Ranma, ti avevo detto di non intervenire!- Protestò la fidanzata sbuffando scocciata e incrociando le braccia.

La rossa davanti a lui si accigliò. -So perfettamente a chi ti riferisci, ma ti sbagli se pensi che io sia lui. Tu piuttosto, chi diavolo sei?-

-Eh?- E anche Akane non poté fare a meno di sgranare i begli occhi color nocciola.

Posti uno di fronte all'altro, il ragazzo e la ragazza con il codino si fronteggiavano con lo sguardo.

Una fitta di gelosia, fastidiosa come una lama di ghiaccio infilzata tra le costole, aveva sorpreso Ranma ragazzo al solo sentire la sua versione femminile rivolgersi alla fidanzata con tanta franchezza ed onestà. E un pensiero, per quanto istantaneo, si era fatto strada nel suo cervello.

*Perché io no?*

-Una domanda effettivamente legittima, Saotome, tu che ne pensi?- Intervenne Soun alle loro spalle grattandosi il mento.

-Direi di sì...- Annuì l'amico sbigottito.

-Allora? Si può sapere chi sei?- Insisté nuovamente la ragazza con il codino.

-Spero di avere portato una cassetta di scorta, il nastro sta per finire!!- Trillò stridula Nabiki, più agitata del normale.

-Ma vogliamo scherzare?- Sbottò tutto insieme Ranma ragazzo voltandosi verso la compagnia ormai uscita allo scoperto. Poi rivolgendosi apertamente alla fidanzata continuò. -E anche tu, Akane, l'hai chiamata “Ranma” poco fa. Possibile che non ti sia accorta della differenza?-

-Possibile che tu debba sempre fare la figura dello stupido, Ranma?- Lo rimbeccò acida la ragazza, ma anche la rossa insieme a loro aveva ancora qualcosa da dire.

-Ehi bello, stammi un po' a sentire. Non so chi tu sia, ma il mio nome è Ranma Saotome. Come altro avrebbe dovuto chiam...ehi, aspetta un attimo. Akane, sbaglio o poco fa hai chiamato “Ranma” anche questo ragazzo?-

-Eh già!- Sorrise innocente la ragazzina col caschetto.

Sbattendosi il palmo destro sulla fronte, Ranma si lasciò cadere a terra. -Non ci sto capendo nulla!-

-Nemmeno io.- Concordò la sua sensuale versione femminile.

-Non so perché ma non sono affatto stupita.- Commentò una voce dietro la telecamera.

-Ma è semplice, Ranma.- Stranamente comprensiva Akane gli si accostò inginocchiandosi. -Quando oggi sei tornato a casa ci hai detto di aver trovato un modo per annullare la tua maledizione, giusto?-

Il ragazzo annuì, lanciando una rapida occhiata alla mano di lei, caldamente appoggiata sulla sua spalla.

-Ecco, beh, forse non hai eliminato del tutto la parte femminile che è in te.- Era arrossita.

Perché era arrossita?

E perché lui se ne sentiva improvvisamente attratto come una calamita?

Quella vicinanza...non gli faceva bene. Il mondo spariva, i problemi pure, l'altra ragazza...quale ragazza?

Le labbra di lei...

-Cosa vorresti dire, Akane?- Occhi negli occhi, ancora un soffio e avrebbe sfiorato il naso di lei.

Reprimendo l'istinto di uccidere che non aveva mai avuto, Ryoga gli prese il volto fra le mani, voltandolo di scatto come un abile chiropratico verso una direzione decisamente lontana dalla bocca della dolce Akane.

-Sta parlando di lei, idiota!-

-Ah.-

-Ma quindi questo significa che...ho due figli ora!-

-Oh oh oh! Non è meraviglioso, Saotome? Un figlio maschio e ora anche una figlia femmina! Un dono del cielo! Che padre fortunato! Buahhh!- Si congratulò commosso il suo amico.

-Sai che bel regalo! Una bocca in più da sfamare...-

-Nabiki, non essere maleducata!- La redarguì la sorella maggiore sconcertata, prima di esibire nuovamente l'immancabile sorriso. - Sarà come avere un'altra sorella!-

-Aaaaah! Grazie! Grazie! Siete tutti tanto gentili!-

-Guarda che non siamo mica a teatro che devi inchinarti in continuazione.- Seduto a terra con un broncio assai poco promettente, Ranma continuava a squadrare da capo a piedi colei che fino a poche ore prima era stata una parte di sé. -E comunque, sarà! Io continuo ad avere i miei dubbi!-

-Dai, Ranma. Non fare il bambino...- Lo canzonò allegra la fidanzata.

-Ma che ragazzo scontroso che sei, Ranma 2! Meno male che ci siamo separati!- Lo sbeffeggiò anche la rossa.

-Ran...Ranma 2?- Si risentì subito il ragazzo.

-Beh, non ha tutti i torti. Come faremo a distinguerli se hanno lo stesso nome?-

-Una bella domanda in effetti! Tu cosa ne pensi, Saotome?-

-È compito fondamentale di un padre scegliere il nome per il proprio figlio. L'ho fatto una volta, lo farò una seconda!-

-Parole sante, amico. Sapevo che non ti saresti tirato indietro. Prenditi tutto il tempo che ti serve, ma sappi che per qualsiasi cosa puoi contare su di me.- Lo spronò con viva partecipazione il capo famiglia Tendo.

-Mmmm. Fatemi pensare.- Serissimo, le braccia conserte, Genma chiuse gli occhi per alcuni istanti, dava l'impressione di essere davvero in procinto di dover decidere le sorti dell'umanità. Tutti lo fissavano in fremente attesa.

Ad un tratto alzò lo sguardo verso i due figli e portandosi una mano dietro la nuca non si trattenne più. Aveva pensato abbastanza.

-Beh, in fin dei conti, mi sembra che Ranma 1 e 2 suoni meno complicato del previsto, ahahah!-

Riavutosi da un momentaneo shock, Soun provò a farlo ragionare.

-Eh eh eh! Ma Saotome, non ti sembra...-

-Per me va bene!- Acconsentì la rossa, sorridendo allegra nella perplessità generale.

E Ranma non voleva essere da meno. -Guarda che c'ero prima io! Ranma 1 sono io, è chiaro?-

-Come ti pare, trecciolino, come ti pare...-

-Chi hai chiamato “trecciolino”?-

-Vanno già d'amore e d'accordo, non trovate?-

-Se lo dici tu, Kasumi.- Comprensibilmente Nabiki nutriva dei dubbi su quanto affermato dalla sorella.

-Beh, direi che ora possiamo anche andare a casa, no?- Akane fece per avviarsi, ma ancora una volta si sentì trattenere per il polso, un tocco decisamente più delicato e gentile rispetto al precedente.

-Come desideri, Akane. Ora che è tutto chiaro però potresti farmi un favore?-

-Uhm? Certo, dimmi pure Ranma...2.- E un inebriante profumo l'avvolse nella sua proibita freschezza.

-Accettale, ti prego...-

-Ma...g...grazie...-

Incapace di distogliere lo sguardo dal mazzo di rose fra le sue braccia, Akane si lasciò guidare da Ranma 2 verso l'uscita del parco, dove gli altri già li attendevano, desiderosi, Genma e Soun soprattutto, di tornare presto a casa e brindare tutta la notte alla salute dei due fratelli Saotome.

-Non senti anche tu questa puzza di bruciato?-

-Eh? Io non sento niente, Akane. Ahahah!-

 

Dondolandosi avanti e indietro sull'altalena, Ryoga attese con calma.

Un minuto. Due. Poi tre. Quindi si schiarì la voce.

-Ranma?-

-Grrrrr....-

-Ranma?-

-Grrrrr....-

-Ranma?-

-Che diavolo vuoi, Ryoga?-

-Niente. Credo che tu stia andando a fuoco.- Commentò serafico osservando il rivale ancora accucciato a terra a pochi metri da lui.

-Non mi interessa!- Sbuffò il ragazzo, alzandosi in piedi con il fumo che gli usciva dalle orecchie. Era davvero furioso. E confuso. E geloso. Non capiva. Sembrava che tutti si fossero messi d'accordo per fargli un terribile scherzo. E va bene che le stranezze erano di casa al dojo Tendo, ma proprio non riusciva a condividere l'entusiasmo con cui gli altri, Akane in prima linea, avevano accolto la nuova arrivata. Quel mazzo di rose poi....

-Io sono figlio unico! Unico, capisci?- Sbottò nuovamente aggrappandosi alla casacca del povero Ryoga.

-Come ti pare. Comunque mi sa che il tuo alter ego è più in gamba di te, lo sai?- Continuò a stuzzicarlo l'altro, una volta tanto confortato dalle palesi manifestazioni di gelosia del suo rivale.

-Ma si può sapere da che parte stai, maiale? E...uh? Ma dove sono andati tutti?-

-Si sono avviati verso il dojo da almeno cinque minuti.-

-E perché non mi hai avvisato, brutto idiota? Corri!-

Letteralmente trascinato per la manica, Ryoga si ritrovò ad effettuare il percorso a ritroso semplicemente volando. Ranma riprese fiato solo quando, svoltato l'ennesimo angolo, ritrovò l'allegra e chiassosa comitiva.

*A quanto pare anche il vecchiaccio si è unito a loro...*

-Zuccherino, non sai quanto il cuore di questo povero vecchio sia felice di rivederti! Quel cattivone di Ranma ci ha fatto prendere un bello spavento, eh? Prometti che mi farai compagnia stanotte?-

-Uh?-

-Lasciala in pace, Happosai. Ranma 2, se ti va, stanotte puoi dormire in camera mia, che ne pensi?-

-Grazie, Akane. Sei sempre così gentile...-

*Ak...Akane sempre gentile? Dormire in camera sua?*

-Akane, aspetta! Ma sei stup...cieca forse?- La richiamò Ranma 1, ma erano tutti troppo presi per fare caso a lui.

-Senti, senti...mi sa che per stanotte la prima “lezione” è saltata, o sbaglio?- Quasi tutti.

Appoggiato ad un muretto, senza nemmeno accorgersene Ranma iniziò a sperimentare un nuovo passatempo. Lo sgretolamento del mattone con una sola mano.

-Ryoga caro, lo vuoi un consiglio da amico?- Sibilò scrocchiandosi le dita.

-Io e te non siamo amici.-

-Fossi in te però lo accetterei...-

-Se proprio non ne puoi fare a meno...-

-Bravo.-

-Allora?-

-Comincia

          a

                   correre!-

 

 

 

* * *

 

Lo so, lo so! Sono molto in ritardo rispetto a quanto inizialmente previsto, ma finalmente ce l'ho fatta a pubblicare questo terzo capitolo! È un capitolo di passaggio, me ne rendo conto, ma spero vi sia piaciuto e vi prometto che per il prossimo aggiornamento non dovrete attendere molto. Grazie come sempre a tutti voi che leggete e/o commentate. Siete sempre tanto gentili! Un forte abbraccio virtuale.

Gretel.

  
Leggi le 11 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Ranma / Vai alla pagina dell'autore: Gretel85