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Autore: M a r t    22/03/2014    2 recensioni
[MinaKura is the way] [raiting giallo -provvisorio(?)] [amateli come li amo io, perché solo grazie a questo grande amore per loro sto scrivendo questa long -o almeno ci provo]
Sicuramente Angela era la cosa migliore che gli fosse capitata e magari avrebbe ‘abusato’ della sua situazione economica e sociale per qualche altro anno, almeno prima di andare al college.
[...] Eppure quando la ragazza si staccò da lui indicando un ragazzino bassino, con la carnagione scura e i capelli azzurri che gli coprivano un occhio, spiegandogli che quello era suo cugino e che sarebbe rimasto a vivere da lei per qualche settimana, Minamisawa dovette trattenersi dal mostrare una smorfia contrariata.

Ci si becca dentro magari ^^
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Kurama Norihito, Minamisawa Atsushi, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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ATTENZIONE!
Non ho riletto questo capitolo, se ci sono errori/orrori ditemelo, fatemelo
sapere e correggerò tutte le schifezzuole che ci sono. Chiedo scusa in
anticipo.
Buona lettura.












Sentiva le labbra morbide di Minamisawa sulle proprie e tutto ciò era assolutamente sbagliato. Non che avesse qualche razzia verso le persone dello stesso sesso che si scambiano effusioni, sinceramente non gliene fregava niente di chi amasse chi, ma in un primo istinto si era ritrovato a non voler interrompere il contatto.

Anzi, avrebbe benissimo continuato a tenere la bocca incollata a quella del viola.
E questi pensieri lo spaventarono talmente tanto da spintonare via il maggiore facendolo finire in piedi ad indietreggiare per riprendere l'equilibrio.

Si mise una mano sulla bocca, sgranando gli occhi.
Minamisawa, intanto, aveva reagito molto meglio rispetto a lui: stava poggiato allo stipite della porta, poco distante dal luogo dell'accaduto, con le braccia incrociate e lo sguardo altrove. Aveva l'aria pensierosa e quando corrugò la fronte non poté non dar a vedere la sua preoccupazione.

Perché, ad un certo punto, si era chiesto perché lo avesse respinto?

Era stato un bacio più che casuale, un imbarazzante incidente di cui non fare parola con nessuno. Anche perché se l'avesse detto ad Angela non sapeva come avrebbe reagito. C'era l'eventualità che ridesse e li prendesse in giro a vita e quella che avrebbe staccato la testa a entrambi per poi nascondere le prove del delitto.

Tremarono entrambi a quel pensiero.

Kurama era rosso in viso, probabilmente per l'imbarazzo, ancora con la mano a coprirgli la bocca e gli occhi bassi, non più spalancati come prima.
Minamisawa sospirò, avvicinandosi all'azzurro.

- Non dobbiamo dire nulla di questo... Fatto, ad Angela. Siamo d'accordo?- disse Atsushi, porgendogli una mano in modo di affermare quel piccolo "patto".

Kurama annuì, stringendogli la mano senza guardarlo in faccia, ancora troppo imbarazzato.

Sapeva che doveva rimanere un segreto e che, in quanto tale, se lo sarebbe dovuto portare fino alla tomba, ma tenere quel miscuglio di emozioni confuse e spaventate tutte per sé, non la trovava una cosa allettante, ecco.

Comunque non volle rimangiarsi la "parola" data e avrebbe stretto i denti, se necessario.
Kurama non era una persona che amava parlare molto di sé o di quello che faceva o gli succedeva durante il giorno. No, lui era quel tipo di persona che ascolta, commenta e ti parla dei suoi gusti musicali o del suo colore preferito solo se gli viene chiesto.

È una persona riservata e non ama la gente che gli ronza troppo intorno, ma ama essere stretto in un abbraccio ogni tanto e ridere con i suoi pochi e veri amici.
E se avesse avuto problemi a tenere quel rospo, beh, avrebbe comprato un insulso diario da femminucce innamorate e con la mania delle treccine, scrivendoci su i suoi più profondi dilemmi.

Minamisawa, intanto, si era diretto verso la porta ed era uscito senza battere ciglio, probabilmente ad abbracciare ed illudere sua cugina.
Perché Kurama lo sentiva, sentiva che quel ragazzo dagli occhi magnetici e una vasta gamma di sorrisi -di cui la maggior parte, falsi- non era sincero con i sentimenti di Angela e che la stesse sfruttando.

La ragazza non aveva mai avuto una relazione seria, dato il suo carattere e le sue manie di egocentrismo cronico, ma da quando si era presentato Atsushi alla sua porta la vedeva più sorridente, quasi radiosa.

Ed Angela, anche se non sembrava o se sembrava poco seria, i suoi complessi ce li aveva, nonostante fosse bella e anche simpatica per certi versi e certi canoni di simpatia di circa il 70% dei ragazzi di oggi.

Si chiese se lui facesse parte di quel trenta percento rispettabile e gentile, quello poco notato dalle ragazze normali e molto notato dalle altre, quelle ragazze timide e riservate che non avrebbero mai fatto la prima mossa.

Perché, sarà anche vero che gli opposti si attraggano, ma bisogna anche vedere quanto sono opposti.

E con questi pensieri per la testa, l'azzurro decise di saltare la cena, perché non voleva mangiare in compagnia di quei due, sicuro che avrebbe vomitato tutto dopo.

Si mise il pigiama -un vero pigiama, non quello composto da mutande taglia bimbo nove-dieci anni e canotta stropicciata-, infilandosi sotto le coperte e tastando la morbidezza del caldo piumino.

Si addormentò quasi subito, nonostante fosse molto presto, desideroso di staccare la spina un po' prima, rispetto alle altre giornate.




***


Il risveglio non fu dei migliori, dato che la sveglia non aveva suonato e lui era in ritardo di mezz'ora. Avrebbe potuto saltare la scuola ma gli dispiaceva dover disturbare sua zia, dopo, per farsi firmare la giustificazione.

Nonostante quella donna fosse più matta della figlia si stava prendendo una grossa responsabilità e lui non voleva di certo fargliela pesare, ecco.

Così si era trovato a saltellare letteralmente fuori di casa mentre si infilava una scarpa, con la cinta della divisa slacciata, la cravatta annodata in un modo orripilante e una merendina in bocca. La vicina gli aveva urlato contro, dandogli dello svergognato.

Tsk, 'ste vecchie. Farfugliò tra sé e sé, correndo verso la scuola, una volta sistematosi.

Angela e Minamisawa erano usciti qualche minuto prima di lui, ignorando completamente la sua presenza. Kurama un giorno li avrebbe fatti marito e moglie, erano una coppia del male perfetta. E poi li avrebbe presi a "sprangate sui denti" come diceva sempre sua cugina.

D'un tratto gli venne in mente che, quest'ultima frase della ragazza, era decisamente poco rassicurante.

Arrivato a scuola, però, non riuscì a trovare Hamano e Hayami nel cortile, mentre correva verso il suo armadietto, e sperava vivamente che fossero già andati in classe, nonostante Hamano facesse sempre qualche storia per entrare per ultimo.
Il moro vantava di una certa scaramanzia personale.

Prese i libri che gli servivano, arrivando in classe giusto in tempo. Il professore arrivò quando era già seduto al suo posto, al sicuro da rimproveri per ritardi di un millesimo di secondo.

Alcuni professori sono strani, pretendono rispetto e poi non lo danno, alcuni sono maniaci dell'ordine e altri avrebbero potuto fare gli strilloni, quelli che vendono i giornali urlando come sciagurati, in un'altra vita.
E poi c'erano quei professori che erano buoni e gentili, che pretendevano un certo studio ma che comunque ti seguivano con costanza e pazienza.
Ma il professore che era entrato in classe era uno di quei professori occhialuti, con il naso piccolino e gli occhi resi grandi dalle lenti spesse, con i capelli sistemati da un lato come se una mucca ci avesse leccato sopra e con un completo per ogni giorno della settimana. Era uno di quei professori che sono precisi nella loro vita e pretendono che anche quella degli altri sia precisa.

Un vero rompi coglioni, in poche parole.

Comunque, appena fu entrato, il professore si mise dietro alla cattedra, senza degnare nessuno di uno sguardo, tenendo saldamente tra le braccia mingherline una cartellina verde acido e nella mano dell'altra una valigetta marrone scuro che poggiò sulla superficie in legno chiaro.

Poggiò i polpastrelli sulla cattedra, spostando il peso del busto leggermente in avanti, fissando -solo ora- con quegli occhietti vispi dietro le lenti degli occhiali, uno per uno i suoi alunni che erano rimasti in silenzio per tutto il tempo.

Poi si ritirò velocemente in dietro, si buttò sulla sedia sgangherata dei professori e aprì il libro di letteratura ad una pagina a caso e dopo aver guardato attentamente la pagina per circa cinque minuti buoni balbettava a gran voce il nome di uno dei suoi alunni, intimandogli a iniziare a leggere e quello cominciava a leggere, dopo aver guardato storto il professore.

Questa volta era toccato a una ragazza, stranamente. Yamana Akane.
Una graziosa scolara con due dolci trecce ad incorniciargli il volto grazioso, un po' timida e con una ormai storica cotta per il capitano della squadra di calcio: Shindou Takuto.

Kurama non aveva mai parlato con questo Shindou, ma da quanto raccontava la compagna, era un bravo ragazzo, amante del piano e rispettoso di tutto e di tutti. Akane gliene aveva parlato molto durante un compito che avrebbero dovuto svolgere insieme qualche mese fa e lui aveva ascoltato, perché oramai era abituato con sua cugina.

E poi Akane era una persona con cui si può passare del tempo piacevole. A volte pranzavano insieme, dopo la scuola, con Hamano e Hayami.

Era un'ottima fotografa ed era amica di una certa Aoi Sorano. Kurama le aveva detto che la conosceva e lei aveva sorriso timidamente perché pensava che fosse una cosa tanto per dire, ma in realtà l'azzurro la conosceva, Sorano, perché era nella squadra delle chearleader di Angela e lei parlava sempre male di quella ragazzina del secondo anno.

Girava voce che Aoi girasse sempre intorno al capitano della squadra di calcio e poi ci provasse spudoratamente con Tenma Matsukaze, il ragazzo più innocente di tutta la scuola.
All'inizio Norihito non aveva capito molto, ma quando Akane le aveva parlato di una specie di triangolo tra Matsukaze, Shindou e un ragazzo del secondo anno, Tsurugi Kyousuke, aveva deciso di lasciar perdere, perché non gli interessava e perché era tutto troppo complicato per lui.

Fatto sta, che Akane aveva cominciato a leggere e Kurama si chiedeva perché
questa volta il professore avesse iniziato da una ragazza, ripensando ai triangoli amorosi in cui Aoi metteva zizzania e a sua cugina che parlava tanto
male di quella ragazza.

Poi gli venne in mente Minamisawa e arrossì di botto, perché gli era venuto in mente quel mezzo bacio e questo non andava bene, perché Atsushi gli aveva detto che non doveva dirlo a nessuno e...

Ma che mi frega di quello che dice quel fesso!

Minamisawa stava solo scappando difronte al problema, nascondendo qualcosa alui e a sua cugina. Inoltre era da quando era successa quella cosa che si erano, effettivamente, evitati.
Se il viola voleva scappare, cavoli suoi, lui non sarebbe scappato. Avrebbe risolto il problema e ne avrebbe parlato con quella testa di melanzana.

Ad Angela non lo avrebbe raccontato, sia chiaro. Alla sua vita ci teneva eh.
Minamisawa non lo avrebbe di certo picchiato, almeno sperava, e comunque si sarebbe potuto difendere, ma sua cugina lo avrebbe preso a calci in culo per tutta casa, anzi, per tutta la città e lui non avrebbe potuto toccarla con un dito, perché le ragazze non si devono mai picchiare.

Kurama aveva dei sani principi morali, nonostante dal suo carattere ciò non si potesse dire di si, ma lui li aveva comunque e li seguiva.

Così, aspettò pazientemente la campanella della ricreazione, uscendo di corsa fuori dalla propria aula, appena questa suonò.

Passò per i corridoi in cerca di quell'egocentrico di un codardo, andando addosso un po' a tutto quello che gli capitava davanti, finché non prese in pieno qualcosa o qualcuno di decisamente duro. Gli venne un déjà-vu, anche se questa volta non si ritrovò spiaccicato a terra.

Alzò lo sguardo e vide il sorriso smagliante di Kuramada, sotto il cerotto che gli copriva il naso.
Gli era finito addosso -di nuovo- e questa volta il maggiore lo aveva tenuto stretto a sé, in una posizione decisamente imbarazzante.

- Ma buongiorno eh.- gli sussurrò il moro.

Kurama scattò, ritirandosi all'indietro, staccandosi dal ragazzo, rosso come un peperone.

- Ahem... Scusa.- disse solo, grattandosi la nuca, non avendo il coraggio di staccare lo sguardo dal pavimento in mattonelle della scuola.

- Oh ma non ti... - Kurama stava per finire di rispondere quando Kurama,
ricordatosi di dover cercare Minamisawa, scappò via correndo, lasciandolo basito.

Poi scoppiò a ridere.


***


Quando trovò Minamisawa, sul tetto della scuola, dovette stare almeno venti minuti con le mani sulle ginocchia e il busto in avanti a riprendere fiato.

Appena aveva spalancato la porta, Minamisawa era intento ad addentare la sua merenda, seduto per terra, e si era girato a guardarlo: era tutto rosso e sudato, aveva il respiro corto e, accidenti a lui, gli era venuto un pensiero talmente poco
casto che si spaventò di sé stesso. Perché non era normale, ecco.

- Hai... Hai intenzione di buttarti?- gli aveva chiesto l'azzurro e subito dopo si morse la lingua perché quella era una battuta davvero orribile.

- Che vuoi?- la sua risposta era uscita un po' impastata, dato che stava ancora masticando.

- Devo parlarti...- gli disse, raddrizzandosi e avvicinandosi al maggiore.

- E di cosa? Sappi che non so niente su strane cure per far crescere i nani. Prova ad annaffiarti.-

Kurama dovette trattenersi dal mollargli un pugno in faccia.
Fece un bel respiro, trovando le parole giuste da dire ed arrossì, perché tutta quella conversazione sarebbe cominciata a diventare imbarazzante.

Strinse i pugni e...

- Io ti piaccio?-















L'angolo delle castagne gommose.

Salve piccoli minimei ^>^

Ok, sono in ritardo di praticamente un mese. I'm sorry. *viene linciata*
Siate clementi, oggi è il compleanno yo.

Il capitolo è corto ma ho già in mente il prossimo e se il tempo e gli impegni me lo permetteranno riuscirò a postare un po' prima :33

Tra poco inizierà il serale di Amici OUO Non so voi, ma a me piace quest'anno e sinceramente mi rode che abbiano ritirato l'inedito dei Carboidrati D:
E so che non vene frega niente, ma Alessio mi fa tanto Kaku di One Piece e non so perché, non gli assomiglia per niente OAO

Vi informo che ho intenzione di cambiare un giorno, il mio nome da "Winnipeg_" a "s p a n k_", tanto per farvelo sapere.

Vabbuò, fatemene andare ùwù


Sempre più vecchia~
   
 
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