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Autore: Marra Superwholocked    24/03/2014    1 recensioni
Il Dottore non dimenticherà mai Anna.. Una compagna di viaggio totalmente fuori dagli schemi, così simile a lui.
"Si mise più comodo, accavallò una gamba per creare un supporto su cui scrivere e cominciò descrivendo la tempesta di quella notte."
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 10, Doctor - 11, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Particelle di luce


La Piazza rimase sconvolta per qualche istante per poi esplodere in un fragoroso entusiasmo. Molti si guardavano ancora attorno senza capire: era uno scherzo o avevano le allucinazioni? No, era tutto vero, erano liberi! Alphius, l'umile Alphius, era riuscito a porre fine alle sofferenze del suo popolo.
In fondo alla Piazza i suoi amici agitavano le braccia al cielo, felici per quella gloriosa vittoria. Vashòa mandava baci; Lujas saltellava sul posto; il Dottore guardò Anna con malinconia.
Era tutto a posto, aveva salvato ancora una volta gli umani e.. ed era rimasto solo. Un'altra vita sulla sua coscienza. Senza fare alcun rumore, l'uomo in trench si ritrasse lentamente lasciando i Pikeyani alla loro gioia. Con qualche difficoltà, prese dal cappotto il suo amato cacciavite sonico e chiamò la sua nave. Le porte, quando le aprì, scricchiolarono come sempre e Vashòa vide il suo Dottore svanire nel nulla, per sempre.


Swish.. swish.. swishhh...
Il Tardis atterrò su una spessa lastra di ghiaccio norvegese perfettamente liscia. Era quasi ora, il cielo si stava preparato ad accogliere il trionfo di luce che ammalia ogni cuore e il Dottore stava sistemando gli ultimi pezzi di legno sistemandoli con cura per creare una sorta di letto. Precedentemente, aveva avvolto il corpo senza vita di Anna in un grosso telo di puro cotone ed ora la stava ponendo sull'ammasso rettangolare di tronchi e rametti secchi.
Un altro addio. L'ennesimo atroce addio.
Sapeva che tutto ciò che gli accadeva aveva un suo perché. Il Destino aveva prescritto la sua vita, la sua linea temporale, per impartirgli determinate lezioni e donargli gioia o dolore in base all'evenienza. Ma perché? Perché non un altro? Che cosa aveva lui più di un altro Signore del Tempo? Avrebbe voluto farla finita in quel preciso istante, insieme ad Anna, ma il suo corpo non glielo avrebbe permesso: l'istinto di sopravvivenza è più forte di qualsiasi altra cosa. Si sentì egoista, sia nei confronti della sua gente sia in quelli dei suoi compagni di viaggio: lui poteva voltare pagina e continuare a vivere, mentre vedeva morire o sparire, una dopo l'altra, tutte le persone con le quali aveva condiviso gran parte della sua vita. Forse era proprio questo il fulcro di tutto, il senso stesso della sua esistenza: era condannato a vivere nel dolore più puro per le sue azioni passate che avevano messo in pericolo molti dei suoi compagni di avventure.
Con questi tristi pensieri che gli navigavano in testa, riuscì a dare in pasto alle fiamme il letto di legno. Il fuoco si dimenava e crepitava nel buio, ma non riusciva a coprire il sibilo dell'aurora boreale che, in quel preciso istante, stava dando il meglio di sé. Suoni elettrofonici dovuti alle perturbazioni del campo magnetico terrestre causate da un aumento progressivo di ionizzazione dell'atmosfera sovrastante, pensò con orgoglio il Dottore con un dolce sorriso sulle labbra. “Elettroni che eccitano gli atomi dell'atmosfera i quali, tornando al loro stato iniziale, emettono fotoni – particelle di luce – di varie lunghezze d'onda. O, più semplicemente: particelle solari che collidono con i gas atmosferici dando vita a scie luminose dai colori più strabilianti.” Come se Anna fosse ancora lì accanto a lui, si mise a spiegare il fenomeno a cui stava assistendo. Oh, giusto, pensò con amara tristezza, tornando alla realtà.
Le sue converse bianche si colorarono ora di blu, ora di verde acqua. Lui gettò uno sguardo profondo al fagotto bruciacchiato: aveva appena perso la sua Rose, la qualche gli aveva promesso che avrebbe viaggiato con lui per sempre, fino alla fine. E ora Anna. I suoi cuori e il suo stomaco non potevano reggere un secondo di più. Guardò in alto nel cielo, alla ricerca del dio che aveva permesso tutto questo. Con estremo coraggio, decise di voltargli le spalle.
Poco più in là, nascosta tra le gelide lastre di ghiaccio, si nascondeva la sua cacciatrice personale, la pantera albina che lo seguiva in tutti i suoi viaggi.
Entrambi ignari di ciò che li attendeva nell'immediato futuro, scivolarono nelle loro rispettive cabine, pronti per una nuova avventura.


Messo via il diario e la penna di Hello Kitty, il Dottore-capellone rimase a fissare il vuoto con le lacrime che gli invadevano il volto. Oh, Anna, perdonami..
Gli mancavano tantissimo i Pond, doveva tornare da loro, a Londra.
Ma, alla fine, è il Tardis che comanda..

   
 
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