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Autore: Andy Black    27/03/2014    4 recensioni
“Ebbene, il Mondo Distorto, dove vive Giratina, è un posto che poche persone hanno visto. E temo che Thomas ne sia rimasto intrappolato... vorrei che Ryan mi aiutasse a ritrovarlo”
“Ma è un suicidio!” esclamò la sua ragazza. Alma fissava solo Ryan, sperando di non essere bocciata all’unanimità.
“E tu avresti pensato a me?” chiese quello.
“Già...”
Una nuova avventura, che dimostra che è l'amore la causa di ogni gesto stupido
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Manga
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Pokémon Courage'
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Stand by me


“È possibile che tu abbia dormito più di un anno senza mai svegliarti o patire la fame?”
Thomas fece spallucce, dopodiché si rialzò in piedi con molta difficoltà.
Aveva bisogno di fare una leggera riabilitazione, perché non aveva il pieno equilibrio.
“Dobbiamo andare via da questo posto” fece Alma.
“Come se non ci avessi provato... apprezzo il fatto che tu sia venuta a prendermi, ma avrei preferito fossi rimasta nel mondo normale. Almeno avresti vissuto una vita più dignitosa”
“C’è un modo per uscire... credo... e poi a me basta stare con te, Thomas. Il resto non conta”
L’uomo sorrise.
“In effetti un modo per uscire da qui ci sarebbe. È il portale che si trova presso il Sentiero Fonte. Ma ormai è troppo che sono qui, e non so più dov’è...”
“Lo troveremo”
“Lo spero molto. Anche se non riuscendo a camminare sarò più un peso che altro per te. Ma spiegami... come hai fatto a non essere attaccata da Giratina”
Alma sospirò. Pensò a Ryan e sperò fosse ancora vivo.
“In effetti siamo stati attaccati da Giratina... è che... beh, sono stata accompagnata da un altro allenatore, Ryan, il Campione di Adamanta”
“Non era Hugh il campione?”
“Molto tempo fa, sì. Poi è stato sconfitto... ad ogni modo, Ryan possiede uno strumento che lo attrae”
“La Grigiosfera”
“Sì. Perciò Giratina lo insegue senza sosta”
“Ok... bé, dobbiamo aiutarlo...”
“Lui possiede dei Pokémon fortissimi, e non sarà difficile per lui farci uscire da qui”
“Temo non basteranno per Giratina”
“Ah... a proposito, cos’è successo al Dottor Sullivan. E... e a quella... quella?”
“Lyn. Sì... bé, stavamo esplorando la zona, cercando di capire se oltre a Giratina questo posto fosse abitato da altri esseri viventi. Ma rendendoci conto che qui non c’era nessuno, ci siamo fermati ad osservare quel Pokémon. Era difficile stargli dietro, perché lui poteva volare, e noi no. Ma poi un giorno ci ha scoperti, ed ha cominciato ad attaccarci. Lyn ed il Professor Sullivan sono morti, spazzati via dalle mosse di quello. Sapevo fosse un Pokémon molto territoriale ma... ma non pensavo fino a questo punto. Io sono riuscito a salvarmi per miracolo. Ho trovato questo nascondiglio, sull’albero, ed ho messo Serperior a protezione...”
“Già... Serperior...” sorrise colpevole lei, grattandosi il capo.
“Perché fai così?”
“Perché... bé, non sapendo fosse il tuo, l’abbiamo ridimensionato”
“Abbiamo?”
“Sì. Io e Gardevoir”
“Gar... oh! Il mio Ralts?”
“Esatto”
“Adoravo vedere quel Pokémon. L’hai fatto evolvere?”
“Veramente mi sono munita di lei, di Pancham e Roselia per venire qui... ma... bé, ho dovuto lottare un paio di volte, e Ralts, dapprima evolutosi in Kirlia, è diventato un Gardevoir”
“Ho bloccato spesso la sua evoluzione. Mi piaceva rimanesse piccolo”
“Mi spiace molto”. Alma abbassò la testa, in segno di scuse.
“Tranquilla, non è niente di grave. Ora è tutto a posto”
“Bé... non proprio”
Thomas inclinò la testa, e guardò incuriosito Alma. “Che vuoi dire?”
“Lyn... ho letto il diario”
“Oh...”
“Non... non è...” l’aria interrogativa di Alma veniva spezzata dalla frammentazione di quel discorso. Non riusciva a mettere quattro parole di senso compiute in fila.
“Non è successo mai niente, Alma. Lei ha provato a stare con me, in un momento di debolezza, ed io le ho fatto vedere una tua foto”
“Cosa?!”
Thomas sorrise ed annuì. Infilò la mano in tasca, e cacciò un’istantanea in cui Alma rideva, con i capelli spettinati.
“Potevi... potevi sceglierne una migliore” sorrise lei.
Thomas la seguì con difficoltà, e la strinse. “Niente poteva separarmi da te”
“Ti amo”
“Anche io”
“Ora dobbiamo andare via da qui”
 
“Giratina ci sta inseguendo!” sorrise Ryan. Voleva mettere fine a quel dilemma, e preferiva affrontarlo.
Ma farlo in volo non conveniva.
Meglio sfruttare il fattore campo. Nella foresta sarebbe dovuto scendere per terra. Allora l’avrebbe attaccato.
Flygon volava ad altissima velocità, schivando gli alberi capovolti che gli si presentavano davanti.
Giratina volava più in alto, perché meno agile e più grosso.
Si avvicinavano al grande albero. Prima della foresta c’era una radura. Quello era il punto più duro da affrontare perché offrivano il fianco ad un attacco di Giratina.
Insomma, era il padrone di casa, avrebbe saputo sfruttare la cosa al meglio.
Ryan cercava di dare a Flygon quanta più fiducia possibile, ma gli risultava difficile, dato che quello poteva fiutare la paura del ragazzo.
Non sapeva se sarebbe riuscito a sconfiggere Giratina.
Quello volava ad una ventina di metri di distanza, e sembrava che il divario aumentasse sempre di più, data la maggiore velocità del drago di terra.
Ma Giratina prese ad attaccare con Palla Ombra.
“Schivali! Non facciamoci colpire!”
Ryan si appiattì sul dorso del Pokémon, finendo per diventare un solo ed aerodinamico corpo.
Un’esplosione oscura a destra, un’altra a sinistra.
Un’altra esplosione in aria, per via degli sfoghi dello spazio tempo.
Il frastuono era tale da deconcentrare anche una guardia della regina, ma loro dovevano rimanere focalizzati sulle poche centinaia di metri che li dividevano dalla foresta. Lì Giratina avrebbe dovuto ridimensionare le proprie strategie.
“Forza, Flygon! Non possiamo perdere adesso!”
La foresta era in lontananza, e mano a mano si avvicinava sempre di più. Gli alberi erano morti, fluttuanti, anime in pena che vagavano come buste di plastica nella marea notturna.
Flygon doveva raggiungerla.
Intanto Giratina non accennava a diminuire la foga con cui usava l’attacco Palla Ombra. Sentiva il dovere di proteggere il proprio territorio.
Ryan si stringeva sul dorso di Flygon. Marianne solamente nella sua testa in quel momento.
Se non fosse riuscito a sconfiggere Giratina, non sarebbe mai riuscito a rivederla. E questo gli pesava ampiamente.
Forse fu proprio quel pensiero a farlo andare avanti, ad alimentare il fuoco che gli bruciava dentro, il fuoco delle motivazioni, come benzina.
“Andiamo!” gridò, ancora più convinto.
La distanza con Giratina stava aumentando. Fu allora che accadde qualcosa che non si aspettava.
Giratina, infatti, usò Oscurotuffo.
 
Ryan procedeva a quasi 200 chilometri orari, appiattito sul suo Pokémon. La foresta era vicina, quando qualcosa lo costrinse a spalancare occhi e bocca.
Un enorme buco nero si aprì davanti a loro, a meno di dieci metri. Sapevano, sia Ryan che Flygon, che da lì sarebbe uscito un Giratina più che furioso.
Non appena gli occhi rossi e maligni di Giratina furono ben visibili, illuminando i volti dei due con il loro bagliore, Flygon frenò. Ma è chiaro che, un oggetto alato, che viaggia a più di 200 all’ora, qualche piccola turbolenza debba subirla, a maggior ragione se frena.
Ryan si sentì sballottato dapprima a destra e sinistra, poi perse l’equilibrio, cadendo dal suo Pokémon, dai due metri che li separavano dalla terrazza piastrellata.
Il ragazzo rotolò per alcuni metri, per poi fermarsi. Era pieno di polvere e terreno tra i capelli, ma sembrava non avere nulla di rotto.
Flygon, invece, si era letteralmente schiantato al pavimento. Aveva un’ala spezzata, e le sue urla di dolore si espandevano in lungo e in largo. Ed intanto quell’enorme Pokémon stava per uscire da quella strana dimensione oscura.
Fu il tempo di capire. Ryan guardava la scena, Giratina stava letteralmente per investire Flygon, che disteso per terra, non riusciva a muoversi per il troppo dolore.
In effetti realizzò che doveva darsi una mossa.
“Flygon!”
Le fauci enormi di Giratina si erano aperte di nuovo, e Flygon non aveva possibilità di scappare. Fu allora che Ryan prese la Poké Ball del suo Pokémon e lo fece rientrare.
Giratina si schiantò sul suolo, con un enorme frastuono.
Doveva rivalutare la situazione, e farlo così velocemente che mentre pensava doveva già agire.
La foresta era troppo lontana per cominciare a correre, Gallade non sarebbe riuscito a teletrasportarsi lì così velocemente e Flygon non riusciva più a volare.
Era un bel problema.
“Devo attaccarlo...”
In effetti doveva. Il campo di battaglia era diventato quello. E tutto per quella dannatissima Grigiosfera. Ma Camilla aveva spiegato che se Giratina fosse entrato in contatto con la Grigiosfera, ove mai fosse uscito dalla sua dimensione per entrare nella nostra, sarebbe stato molto più pericoloso.
Sinceramente non era il caso di distruggere il mondo, come noi lo conosciamo, per via di Alma e della sua nostalgia.
Già, Alma... si chiedeva dove fosse e se fosse viva ancora.
Ma una cosa alla volta.
Passò un secondo circa, che capì che fare.
Affanculo il campo di battaglia che lo portava in vantaggio, doveva battere Giratina anche in quel modo.
“Vai, Gallade!”
Il Pokémon Psico Lotta uscì dalla sfera.
“Veloce! Usa Psicotaglio!”
Gallade si mosse velocemente, prima che l’avversario potesse alzarsi da terra, e lo colpì al fianco.
Lieve danno.
Quello era un Pokémon molto potente, e le sue debolezze sembravano non creargli alcun problema. Continuava ad andare avanti anche se colpito con forza.
“Dannazione, devo puntare sulla combinazione tra tipi”
Ed aveva ragione. In quel caso la portata del danno aumentava.
“Palla Ombra!” ordinò Ryan.
Giratina si stava rimettendo in volo, mentre tra le braccia di Gallade si formava una grande sfera nera, piena di chissà quale tipo di forza oscura. Odio e rancore, magari. Rabbia.
L’enorme avversario stava per alzarsi, mostrava il fianco già colpito, e la sfera di Gallade continuava a riempirsi di energia.
Non poteva indugiare troppo.
“Vai, cazzo! Vai!”
Gallade la lasciò partire. Per Ryan fu come vedere un calcio di punizione a rallentatore, mentre si insacca all’incrocio dei pali. Colpì il fianco del Pokémon, che inciampò di nuovo, e cadde, alzando una grossa nuvola di polvere.
“Ok, perfetto! Vai Feraligatr!”
L’enorme coccodrillo si materializzò sul campo, a pochi metri da Giratina.
“Usa Sgranocchio! Gallade, ancora con Palla Ombra!”
E mentre vide i suoi Pokémon eseguire, e rendere difficile la manovra di sollevamento dei 650 chili dell’avversario, mise mano alla cintura, brandendo altre due sfere. Carezzò leggermente quella di Flygon, come per tranquillizzarlo.
“Andate! Manectric, Bisharp!”
Altri due Pokémon si unirono a quel party. Ma qualcosa parve andare storto. Giratina si voltò violentemente, colpendo con la coda Feraligatr e Manectric, che ruzzolarono parecchi metri indietro. I più agili Bisharp e Gallade evitarono l’attacco.
“Voi due! Palla Ombra Gallade, e Ghigliottina Bisharp!”
Ryan veicolò lo sguardo agli altri due Pokémon, che sembravano aver subito il forte attacco di Giratina. Erano troppo lontani dall’obiettivo, urgeva avvicinarli.
“Andiamo!” urlò, facendoli rientrare nelle loro sfere, per poi tirarli di nuovo in ballo alle spalle di Giratina. “E attenti ai movimenti della coda!”
Pensava che forse Tyranitar potesse risolvere la situazione, e quindi brandì la sua sfera, ma si distrasse nel vedere che l’attacco di Gallade, preciso come sempre, colpì di nuovo il fianco, mentre l’attacco Ghigliottina fallì.
Poteva capitare, certo. Ma quella mossa era davvero potente, e richiedeva molta energia per essere utilizzata. Bisharp ora non era in grado di lottare con la massima lucidità.
“Rientra!” urlò, e lo fece sparire dal campo di Battaglia. “Vai Tyranitar!” disse poi.
L’enorme pseudo leggendario si piazzò di fianco a lui, in attesa di ordini. Si era sempre chiesto il motivo per cui il suo Tyranitar fosse di colore nero, non era nemmeno cromatico. In quel momento però staccò la spina del cervello.
“Ok, strategia! Feraligatr, devi utilizzare un attacco Idrondata! Gallade, intanto prepara un forte Palla Ombra! Manectric, fungi da diversivo! E tu, Tyranitar, usa Pioggiadanza”
Quello annuì, ed in pochi secondi cominciò a piovere.
Feraligatr invece indietreggiò di qualche passo, e Giratina non si accorse della preparazione all’utilizzo della mossa suprema di tipo acqua. Manectric abbaiava incontrò a quello, e lanciava piccole scosse, che gli consentivano di non fermarsi a lungo.
Giratina girava velocemente la testa, cercando di capire da dove provenissero quegli attacchi. La grande velocità di Manectric gli consentiva di cambiare velocemente la posizione, e di confondere l’avversario.
Palla Ombra cresceva sempre di più tra le “mani” di Gallade, carica di energia negativa, mentre Feraligatr lanciò l’attacco Idrondata.
Un forte getto d’acqua colpì la testa di Giratina, costringendolo a tirare il capo indietro, sbilanciandosi, e cadendo.
Non riusciva ad alzarsi, a mettersi in equilibrio per rimettersi in volo.
“Ottimo! Vai Gallade!”
L’attacco Palla Ombra, più carico di prima, partì, portando con sé tutte le particelle negative che incontrava durante la veloce tratta che andava da Gallade a Giratina.
Colpito. Nel fianco.
“Ottimo! Ora tocca a te, Manectric! È tutto inzuppato, ed è il momento di utilizzare Tuono!”
Manectric abbaiò un paio di volte, ed indietreggiò. Mettendo a confronto le dimensioni dei due Pokémon, Sembravano un sassolino vicino ad una montagna.
Ma la potenza elettrica che riuscì ad evocare Manectric non aveva precedenti. L’attacco Tuono si manifestò con tutta la sua potenza, colpendo dritto sul capo Giratina.
 
Thomas ed Alma si erano avviati lentamente. Le capacità guaritrici di Roselia e di Gardevoir gli avevano garantito una quasi totale mobilità a livello motorio. Non riusciva ancora a stare perfettamente in equilibrio da fermo, ma se camminava riusciva non cadere.
Recuperarono Serperior, ancora in ripresa delle sue energie e si avviarono alla cascata ascendente, luogo dov’erano apparsi.
Ma sembrava passato tanto di quel tempo che non ricordavano più dove questa si trovasse.
“Dobbiamo anche trovare Ryan” ricordò Alma.
Thomas annuì.
“Gardevoir... riesci a dirmi dove si trova Ryan?” chiese quella.
Gardevoir li seguiva fedelmente e aveva ricevuto complimenti e moine da parte di Thomas, cosa che aveva fatto non poco piacere al Pokémon. In ogni caso, annuì, focalizzandosi sulla presenza di energia vitale in quella strana dimensione, cosa non troppo difficile, dato che oltre ai tre guardiani, solo Ryan e Giratina erano esseri in grado di respirare.
Thomas ed Alma si abbracciarono, per permettere all’uomo di non cadere, mentre il Pokémon setacciava con Leggimente la zona.
E Alma sobbalzò quando vide Gardevoir spalancare gli occhi. Velocemente fece dietrofront. Stavano andando nella direzione sbagliata. Ma qualcosa nel tono dei suoi lamenti faceva capire che c’era qualche problema.
Di corsa attraversarono la foresta fantasma, e Thomas sembrò cominciare a prendere più padronanza delle gambe. Ad un certo punto i tre stavano correndo.
Quando anche l’ultimo albero fantasma rimase alle loro spalle, i due innamorati non poterono far altro che spalancare la bocca.
Giratina era steso per terra.
Ed il ragazzo biondo stava urlando delle direttive a Pokémon infinitesimalmente più piccoli.
 
“Ottimo ragazzi! Tyranitar, è il momento di usare Abisso!” urlò Ryan.
Mossa nota per la difficoltà d’esecuzione, come Ghigliottina, del resto. Tyranitar si caricò, quindi urlò a Giratina la sua rabbia, sbattendo una zampata fortissima al pavimento. La terra cominciò ad aprirsi, spaccarsi nel centro, lasciando intravedere ciò che c’era al di sotto della terrazza, ovvero il vuoto.
“Attenti, amici!” fece ancora il biondo, a gran voce.
Qualcosa però non andò nel verso giusto. Giratina riuscì finalmente a reagire, utilizzando un attacco Neropulsar.
“Non pensavo riuscisse ad usare quella mossa...” disse il Campione tra sé e sé, con un filo di voce. La cosa fu talmente inaspettata da mandare fuori combattimento sia Feraligatr che Manectric.
Gallade lo evitò abilmente, mentre Tyranitar non ne risentì particolarmente.
Quel breve istante di pausa dall’assalto, però, bastò a Giratina per rimettersi in volo.
“Cazzo!” urlò, facendo rientrare Gallade e Tyranitar.
“Ryan!” lo chiamò Alma. Quello si voltò di scatto, vedendo correre la donna accanto ad un prestante uomo di colore.
“Alma! Porca puttana, vai via da qui!”
“Non fare lo stupido, hai bisogno di aiuto!”
“Devo catturarlo, Alma. Solo in quel modo saremo in grado di andare via da qui!”
“Eh?!” chiese Thomas, allarmato.
“Che c’è?!” chiese affannato Ryan.
“Non permetterti. Non farlo per nessun motivo al mondo. Succederebbero catastrofi immani se Giratina non regolasse l’espansione di Palkia e Dialga. Finiremmo di vivere la vita così come la conosciamo”
“E... e quindi?” fece, col volto spaesato, lui.
“E quindi non lo puoi neanche sconfiggere. Uno scompenso spaziale, o temporale che dir si voglia, potrebbe capitare anche nel momento in cui lui è fuori combattimento” spiegò Alma.
“Non capisco...”
“Non c’è niente da capire. L’unica cosa da fare è fuggire” rimbeccò Thomas.
“È inutile... ci seguirà sempre”
Il mulatto sbuffò, ammettendo le ragioni del ragazzo. “La Grigiosfera...”
“Già... ma sono convinto che potremmo riuscire a comunicare con lui... in fondo è sempre...”
E poi un’enorme esplosione fece letteralmente volare i ragazzi. Sobbalzarono e caddero per terra.
Giratina infatti stava tornando, e stava bombardando il campo di battaglia con attacchi Forzasfera.
“Dobbiamo reagire!” intervenne Alma.
“I miei Pokémon sono quasi tutti inutilizzabili... ho solamente Gallade!”
“Io ho Gardevoir... e poi Pancham e Roselia”
Thomas si voltò immediatamente a guardare Alma. “Quei due non sono in grado di sostenere una sfida simile!”
“In qualche modo dobbiamo riuscire ad uscire da questa situazione, Tom!”
“Non se ne parla!”
“Fate presto, cazzo!” urlò Ryan, impugnando la sfera di Gallade, di nuovo.
“Ok, vai Gardevoir, aiuta Gallade!”
 
In mezzo al campo di battaglia, dilaniato dalle esplosioni e dal taglio netto che Abisso aveva creato con la sua potenza, c’erano solo i due Pokémon. Alma e Ryan dietro le trincee strategiche.
“Io non so se ne sono in grado... Thomas, prendi tu il comando” disse la donna.
“No, Alma, sei tu la sua allenatrice, è di te che si fida. Forza!”
Il Pokémon Abbraccio ed il Pokémon Lama sostavano lì, immobili, aspettando direttive. Si guardavano, con i corpi rivolti l’uno verso l’altra, poi guardavano il nemico che incombeva. Giratina piombava su di loro con una furia senza precedenti.
Attaccò con Dragospiro, ruggendo rabbioso.
“Spostati!” urlarono entrambi, contemporaneamente.
Gallade si portò sulla sinistra, mentre Gardevoir sulla destra. Esplosione enorme.
“Palla Ombra, Gallade!”
Alma vide il Pokémon di Ryan avventarsi sull’avversario, e colpirlo.
“Alma... vai!” esclamò Thomas.
“Ah, sì! Psichico, Gardevoir!”
E così Gardevoir, come contro Serperior, illuminò il suo sguardo d’azzurro. D’azzurro anche il velo di luce che la copriva, cominciò ad alzarsi in volo. Lentamente le punte dei suoi piedi minuti si sollevarono dal suolo, fino a che non raggiunse i due metri dalla terrazza.
D’improvviso una forte luce, dello stesso azzurro di Gardevoir, avvolse Giratina.
Quello prese a ruggire, quasi quella strana energia lo stesse spremendo, fino a farlo esplodere.
Ma poi reagì, ed un attacco Dragopulsar colpì in pieno i due Pokémon.
Giratina affannava, mentre Gallade era allo stremo delle forze. Quello stava steso per terra, cercando di recuperare, ma non riusciva. Era esausto.
Gardevoir si teletrasportò da lui, mentre Giratina piombava più lentamente contro quella coppia.
Doveva proteggere Gallade.
“Gardevoir! No!”
Giratina si stava avventando per l’ennesima volta, quando dall’enorme crepaccio creatosi nella piattaforma fuoriuscirono Mesprit, Uxie ed Azelf. I tre usarono probabilmente l’attacco Barriera, perché una luce rossastra si compattò davanti a loro, e quando Giratina impattò contro di essa né Gallade né Gardevoir avevano subito danni.
“Gardevoir! Per favore! Finiamola!” urlò Alma. Quella si girò, come per dire “vorrei tanto, ma c’è un drago alto venti piani che ha tutta l’intenzione di uccidermi”. “Per favore... faglielo capire”
 
“Giratina... fermati”
 
Quello si turbò. Non capiva da dove venisse la voce. Tuttavia anche Alma era in grado di sentire la voce di Gardevoir.
 
“Per favore. Vogliamo solo andare via”
 
Fu allora che Giratina si posò per terra. Mesprit, Uxie ed Azelf si avvicinarono, e Giratina ringhiò.
 
“Siamo finiti qui per errore... vogliamo andare via. Vogliamo tornare nel mondo normale, ma non sappiamo più raggiungere il portale per Sinnoh. Non vogliamo essere una minaccia, e ci dispiace che sia accaduto tutto questo”
 
Giratina ringhiò ancora. I tre folletti comunicavano con lui, cercando di spiegare tutto. Gardevoir però continuava a mandargli sms cerebrali.
 
“La donna che vedi qui è venuta per cercare l’uomo che amava. Lui si era perso qui e non sapeva come andare via. Lei ha rischiato il tutto per tutto, ed è scesa in questo posto. Ora merita di tornare a casa”
 
 Giratina ringhiò di nuovo. Per un’ultima, piccolissima volta. Dopodiché allargò le zampe. Alma vide Gardevoir distendersi. Ce l’avevano fatta.
 
“Ha detto che ci porterà lui al portale...”
 
E fu così che i tre eroi, assieme ai tre guardiani, volarono in groppa a Giratina, fino a raggiungere la cima di quella cascata ascendente. Giratina fluttuava in volo, mentre comunicava con Gardevoir.
 
“Ha detto di andare”
 
Alma annuì. Vide i tre guardiani salutare i ragazzi, per poi volare velocemente oltre l’ingresso azzurro che portava al mondo normale.
“Andiamo, Alma” fece Ryan.
“Sì” disse. La fecero andare per prima. Saltò in quel portale, ritrovandosi nel tempio del Sentiero Fonte. Pochi attimi dopo Ryan ed infine Thomas la raggiunsero.
 
Erano fuori.
Ryan ed Alma, assieme a Thomas, si salutarono una volta sbarcati a Solarea. Il traghetto aveva impiegato un paio di giorni di navigazione a raggiungere Adamanta, la loro terra di origine.
Scesero le scale, e toccarono di nuovo la terraferma, dopo la strana, stranissima avventura che li aveva visti protagonisti.
Alma e Ryan si avvicinarono. Lei sorrideva, grata. Aveva trovato finalmente il coraggio di uscire da quel cubo di rimpianti che si era creata attorno. Aveva trovato il coraggio di farsi coraggio, e con il cuore in mano era riuscita ad arrivare da lui, da Thomas, dal suo uomo. Si girò per un momento, a guardarlo, e ancora non le sembrava vero che quell'uomo così bello quanto innamorato di lei potesse rientrare nella sua vita senza alcun problema. Nessuna bionda, quindi, nessuna Lyn, nessun problema. Lui non l'aveva rimpiazzata con alcuna donna. Lui amava lei, e lei amava lui.
Questo era il succo di tutto. Alma era riuscita nella sua missione, aveva scartato ogni ipotesi peggiore e adesso si ritrovava con un uomo accanto, il suo uomo, un Pokémon molto forte in squadra e il ricordo di un'avventura meravigliosa.
Era tutto finito.
Ryan invece aveva il volto più serio, consapevole di quello che era successo. Aveva avuto giusto il tempo di curare i Pokémon a Rupepoli, per poi arrivare ad Arenipoli e prendere il lento traghetto che la conduceva a sud, dove l'isola di Adamanta si trovava.
La strana geografia di quel posto...
Sul traghetto non aveva detto una parola. Pensava a Marianne, a quando l'avrebbe rivista. Pensava anche che voleva farsi qualche giorno totale di sonno, e inoltre pensava che era riuscito a tener testa a Giratina.
I giorni in cui non sapeva come fronteggiare un avversario erano finiti.
Ryan era il Campione di Adamanta, e lo aveva ampiamente dimostrato, e quella consapevolezza lo rendeva particolarmente felice. Sentiva che tutto era andato per il verso giusto.
Ora non restava che salutarsi.
"Ciao Alma" disse lui. Con un gesto che gli sembrò forzatissimo gli allungò la mano. Alma la guardò, cercando di capire. Poi sorrise, e lo strinse in un abbraccio.
"Ciao Ryan. Grazie di tutto. Ti devo la vita. La mia e quella di Thomas"
Quello sorrise ed abbassò il capo. Poi ognuno prese la sua strada.
 
A Primaluce, le luci di casa erano già accese. Marianne odiava rimanere da sola, e se proprio non era con nessuno, adorava sentire la musica ad alto volume.
Ryan imboccò il vialetto di ingresso, nel suo giardino. Era tutto come lo aveva lasciato. Il prato stava crescendo, e due piccoli alberelli pure, sulla sinistra. Lo steccato odorava ancora di vernice, ma sapeva che col tempo non si sarebbe sentito più niente.
I suoi passi stanchi rimbombarono nella sua testa, e proprio quando la sopportazione era giunta al culmine, si ritrovò davanti a quella porta.
Livingstone - Roberts, diceva la targhetta sulla porta d'ingresso. 45 B sul campanello.
E poi bussò.
Aveva le chiavi di casa giusto in tasca, ma non c'era alcun motivo di usarle. Lui voleva che fosse lei ad aprire quella porta, perchè voleva sentirsi accolto.
Dall'interno echeggiavano note ad alto volume, black music che Marianne adorava. Con difficoltà Ryan riuscì a sentire dei passi sugli acuti di Alicia Keys, ma quando la maniglia scattò, solo un sorriso riempì il volto del ragazzo. Un sorriso stanco e soddisfatto.
 
Ad Edesea, invece, le scale di quel palazzo non sembravano finire mai. Thomas aveva davvero difficoltà con le scale, cosa che aveva mostrato anche scendendo quelle del grande albero nel Mondo Distorto. Alma però lo prese sottobraccio ed anche se la proporzione peso/forza non era giusta, Thomas riuscì ad arrivare al pianerottolo aiutandosi anche con le ringhiere.
Anche lui aveva bisogno di dormire. E soprattutto di mangiare.
Aveva fame.
Provò delle strane emozioni una volta che la porta di casa sua si manifestò davanti.
"Eccoci arrivati" sorrise Alma. Stringeva il suo uomo alla vita. Lui, a sua volta, si manteneva in equilibrio passandogli una mano attorno al collo. Attese che lei trovasse le chiavi nello zaino, e quasi godette quando, infilando le chiavi nella serratura, quella fece lo scatto.
La porta di casa si aprì, e lui riconobbe tutto. Nulla era cambiato.
Lui vi entrò, a lenti passi, e si guardò attorno, proprio come fece quando entrò nel Mondo Distorto.
"Aria di casa..."
"Mancavi solo tu" fece lei.
Lui la guardò. Così bella, e dolce. La tirò a sé e le diede un lungo bacio.
"Ed ora non te ne andare più" disse poi la donna.
Thomas sorrise. Quindi mangiarono qualcosa, ed entrarono nella camera da letto. Di lì a poco sulla porta di quella casa ci sarebbe stata una coccarda azzurra.

 
   
 
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