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Autore: pentolina    27/03/2014    4 recensioni
Stana e Nathan si rivedono dopo quattro anni...
Cosa succederà? Come cambierà la vita dei nostri personaggi in 276 giorni?
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Family'
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Giorno 226
3.00 P.M. Nathan’s house
“Dove vai?” Chiede Stana vedendolo con le chiavi in mano.
“Ho un appuntamento.” Risponde recuperando il cellulare.
“Con chi?” Domanda lei.
“Con… con un mio amico. Non lo conosci. Vado perché sono già in ritardo.” Dice baciandola sulla fronte per poi sparire.
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Giorno 228
11.00 P.M. Nathan’s house
“Ok… ciao. Grazie.” Dice Nathan riattaccando.
“Cosa mi stai nascondendo?” Domanda Stana beccando il compagno in bagno con il cellulare.
“No… era solo il mio amico. Doveva chiedermi una cosa.” Risponde prontamente Nathan cercando di abbracciarla.
“A quest’ora di notte? Io sarò pessima a mentire ma tu non sei meglio!” Afferma indietreggiando.
“Dove scappi, amore!” Dice afferrandola per la vita, tirandola a se.
“Non chiamarmi amore. Odio quando mi tieni nascoste le cose.” Dichiara mettendo il muso.
“Conosco un metodo per farti passare tutto…” Sussurra mordicchiandogli il collo.
“Stai cercando di distrarmi per non rispondere alle mie domande.” Afferma lei.
“Assolutamente no… voglio fare l’amore con te.” Spiega lui spingendola dolcemente contro il muro.
“Scoprirò cosa stai tramando alle  mie spalle…” Bisbiglia lasciandosi spogliare.
“Ok… adesso baciami.” Le ordina Nathan.
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Giorno 232
3.00 P.M. Echo Park
“Dov’è Nathan?” Chiede Stana raggiungendo Jeff.
“Non ne ho idea… mi ha chiesto di prendere Dylan con noi perché lui doveva sbrigare delle faccende.” Spiega lui.
“Vedo che non sono l’unica che in questo periodo non sa mai dov’è…” Commenta sedendosi accanto a lui.
“Perché è già successo?” Domanda curioso Jeff.
“Si… spesso. Anzi troppo spesso e sto iniziando a perdere la pazienza.” Ammette mordendosi nervosamente l’unghia.
“Ehi… sono certo che c’è una spiegazione. Non pensare subito al peggio.” Cerca di tirarla su Jeff.
“Jeff… non cercare di giustificarlo. Nathan sa che odio quando non so cosa succede, sa che voglio avere sempre tutto sottocontrollo e sa che nascondermi le cose non è mai una buona idea.” Afferma Stana.
“Ok… sto zitto. Non voglio immischiarmi ma almeno permettimi di coccolarti un po’ offrendoti un super frappé. Dai vieni!” Annuncia alzandosi e porgendo una mano alla donna.
“Ok… solo perché sei tu.” Risponde afferrando la sua mano.
“RAGAZZI!” Urla Jeff.
“Mamma!” Esclama Dylan accorgendosi solo in quel momento della sua presenza.
“ZIA!” Gridano felici correndo verso di lei Allison e Sophia.
“Ciao bellissime… ciao amore!” Saluta Stana baciando tutti e tre i piccoli.
“Ragazzi, vi va un super frappé?” Chiede Jeff.
“SIII!” Rispondono in coro i tre.
“Andiamo allora!” Dice Stana prendendo Allison e Dylan per mano mentre Jeff carica in spalle Sophia.
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Giorno 235
10.00 A.M. Nathan’s house
“Pronto?”
“Chi parla?” Domanda Stana guardando il display del cellulare per assicurarsi di aver fatto il numero giusto.
“Ah… scusa forse cercavi Nathan.” Risponde la donna.
“Già… è lì?” Chiede irritata Stana.
“No… è uscito un attimo. Se vuoi gli dico che hai chiamato.”
“Non serve… lo richiamo più tardi.” Afferma Stana trattenendosi per non urlare a quella stronza che si è permessa di rispondere al cellulare del SUO uomo.
“Ok… ciao!”
“Ciao un bel corno!” Risponde premendo il tasto rosso.
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Giorno 242
3.00 P.M. Tamala’s house
“Che succede, tesoro?” Chiede preoccupata Tamala vedendo l’amica pensierosa.
“Non so… sono confusa…” Risponde passandosi una mano fra i capelli.
“Confusa? Non capisco… spiega.” La invita Tamala passandole la tazza di caffè.
“Si tratta di Nathan. È un periodo che è strano. La sera è sempre stanco, è distratto, confabula al telefono in continuazione e non so con chi, non ha mai tempo per noi. Insomma è strano e non riesco a capire cosa sta succedendo. Non voglio pensare che ne ha un’altra ma non mi viene in mente un altro motivo che possa giustificare il suo comportamento.” Spiega Stana.
“A letto com’è?”
“Ma cosa c’entra quello?” Domanda confusa.
“Fidati… rispondi alla mia domanda: a letto com’è tra voi?” Insiste Tamala.
“È fantastico ma è sempre stato così tra noi.” Risponde Stana bevendo un sorso di caffè.
“Sono sicura che ci sarà una spiegazione a tutto questo. Hai provato a parlargli?”
“Si, e sai cosa ha risposto: “Sto aiutando un amico per un progetto.” Ma non ha voluto dirmi di cosa si tratta. Non so cosa pensare!” Afferma abbattuta.
In quel momento le due donne vengono interrotte dal suono del cellulare di Stana.
“Pronto…”
“Si sono io. Cosa succede?” Domanda preoccupata sentendo il pianto di un bambino.
“Cosa ci fa Dylan da voi? Dov’è Nathan?” Chiede confusa mettendosi la giacca.
“Arrivo subito.” Dice riattaccando raccogliendo la borsa.
“Ti accompagno, andiamo!” Si offre Tamala.
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In macchina…
“E dopo mi dici che non devo pensar male?! Era il padre di Nathan… Dylan si è fatto male e Nathan non c’è. Doveva passare il pomeriggio con lui ma evidentemente aveva altri progetti.” Spiega arrabbiata all’amica guardando fuori dal finestrino.
“Ti ha detto cosa si è fatto Dylan?” Domanda cambiando argomento.
“Non lo so. So solo che sentivo le sue urla. Giuro che lo uccido se si è fatto male seriamente.” Risponde nervosa.
“Cerchiamo di restare calmi.” Le raccomanda Tamala fermandosi al semaforo.
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4.00 P.M. Fillion’s house
“Per fortuna sei qui.” Esclama Bob vedendo il figlio entrare.
“Cos’è successo?” Domanda Nathan avvicinandosi alla madre con Dylan in braccio che piange disperato.
“È caduto dalle scale.” Ammette Cookie premendo il panno sulla ferita alla testa.
“Ma è sangue!” Afferma angosciato prendendo il figlio col tentativo di calmarlo.
“Abbiamo chiamato Stana sta arrivando!” Lo informa Bob.
“Oddio! Dobbiamo portarlo all’ospedale controllare che non abbia nulla di rotto.” Dice iniziando a spartire ordini a destra e a manca.
“Predi la giacca di Dylan.”
“Papà prendi le chiavi dalla mia tasca, guidi tu.”
“Mamma, mentre andiamo all’ospedale chiama Stana e dille che ci troviamo direttamente là.”
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5.00 P.M. Cedars Sinai Midical Center
“Dov’è?” Domanda avvicinandosi a Cookie e Bob in sala d’attesa.
“Stana, qui… vieni!” La chiama Nathan dal corridoio.
Stana corre verso l’uomo entrando con lui in una stanza.
Dylan è seduto sul lettino con un medico e un’infermiera che cercano di visitarlo mentre lui continua imperterrito a urlare. Quando il piccolo vede la mamma inizia a piangere più forte allungandosi per arrivare a lei.
“MA… MA… MAMMA!”
“Amore…” Dice Stana precipitandosi al suo capezzale.
“Immagino lei sia la madre. Lo prenda in braccio così vediamo se riusciamo a calmarlo.” La invita il dottore.
Stana non se lo fa ripetere due volte, prendendo il piccolo stringendolo a se, spaventata dal taglio sulla testa mentre Dylan si aggrappa forte alla sua camicia nascondendo il viso nella piega del suo collo.
“Vi lasciamo un attimo soli.” Dichiara il dottore uscendo assieme all’infermiera.
“Ssshhh… amore sono qui. Tranquillo!” Cerca di consolarlo Stana dondolando avanti e indietro.
“Mi dispiace… non avrei mai dovuto lasciarlo solo.” Dice mortificato Nathan.
Stana lo ignora completamente continuando nel suo intento di far rilassare il figlio mentre Nathan prosegue con le sue scuse e giustificazioni.
“Puoi stare zitto!!!” Lo ammutolisce lei.
“Scusa volevo solo spiegarti che…”
“Non mi interessa sentire le tue scuse. Mi stai solo facendo innervosire e devo star calma per poter tranquillizzare lui. Quindi zitto!” Afferma Stana irritata dalla presenza dell’uomo.
Nathan non dice nulla e si siede in un angolo della stanza tenendo sempre gli occhi su di loro.
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6.00 P.M. Cedars Sinai Midical Center
“Allora, ora con i risultati in mano, abbiamo la certezza che non ha nulla di rotto e nemmeno delle lesioni interne. Per quando riguarda il taglio sulla testa dopo, averlo visitato e medicato con cura, possiamo confermare che è una ferita superficiale ma per precauzione stanotte lo teniamo qui. Domani mattina ripeteremo di nuovo gli esami e se sarà tutto ok vi lasceremo andare a casa. Avete qualche domanda?” Domanda gentilmente il dottore, estraendo dal taschino una caramella morbida per Dylan, che sta giocando con lo stetoscopio dell’uomo.
“No è stato molto esauriente.” Risponde sorridendo Stana scartando la caramella.
“Bene. Rosy vi accompagnerà in reparto per assegnarvi una stanza. Passerò tra un paio d’ore a controllare che sia tutto ok. Comunque se avete bisogno non esitate a farmi chiamare.” Spiega il medico stringendo la mano ai due per poi andarsene.
“Seguitemi vi accompagno di sopra.” Dice l’infermiera aprendo la porta.
“Ehi… come sta il mio principino?” Domanda Tamala avvicinandosi.
“Cosa vi hanno detto?” Chiede Cookie al figlio.
“Tutto ok. Per stasera lo tengono in osservazione per la botta alla testa.” Risponde Nathan.
“Vado a casa a prendere il cambio per te e Dylan, ok?” Si offre Tamala non entrando in ascensore assieme al gruppo.
“Si, grazie.” Risponde Stana prima che le porte si chiudano.
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8.00 P.M. Cedars Sinai Midical Center
“Spero di non aver dimenticato nulla.” Afferma Tamala estraendo le cose dalla borsa.
“Non preoccuparti se manca qualcosa chiedo alle infermiere. Mi passi, per piacere,  l’accappatoio e il beauty che vado a lavarlo.” Chiede gentilmente all’amica.
“Posso aiutarti?” Domanda Nathan speranzoso.
“Hai fatto abbastanza per oggi, vai a casa.” Risponde Stana proseguendo per il bagno sotto lo sguardo triste dell’uomo.
“Nathan, mi dispiace è colpa nostra. Dovevamo stare più attenti.” Afferma dispiaciuta Cookie.
“No, mamma. È colpa mia. Adesso perché non andate… vi chiamo domani. Ok?” Dice accompagnando i genitori verso l’ascensore.
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Tamala sta sistemando le cose del nipotino quando lo vede rientrare.
“Ehi… non prendertela è solo preoccupata per Dylan…”
“…ed è impensierita dal tuo comportamento dell’ultimo periodo.” Aggiunge dopo un attimo.
“Dal mio comportamento?” Domanda sorpreso.
“Forse dovresti dirle cosa stai combinando realmente.” Gli consiglia Tamala.
“E tu come fai a saperlo?”
“Jon… è un pettegolo, lo dovresti sapere.” Scherza facendolo ridere.
“Comunque sul serio parlale. È convinta che tu abbia una relazione con un’altra donna.” Ammette sedendosi accanto a lui.
“Ora capisco perché mi ha fulminato con gli occhi per tutto il pomeriggio.” Afferma Nathan.
“È molto dolce quello che stai facendo ma a meno che tu non voglia goderti la tua sorpresa da solo ti conviene condividere con lei il tuo progetto.” Gli suggerisce Tamala.
“Sempre se lei vuole ascoltarmi.” Ammette lui.
In quel istante la porta del bagno si apre e Stana fa la sua comparsa con Dylan mezzo addormentato sulla sua spalla.
“È stanco il nostro pulcino…” Commenta Tamala spostando le coperte per permettere a Stana di sistemarlo a letto.
“Mamma…” Sussurra Dylan.
“Mi passi il ciuccio… ssshhh… dormi… tranquillo amore….” Dice all’amica mentre cerca di tranquillizzare il piccolo.
Dopo un paio di minuti di coccole e paroline dolci Dylan finalmente si addormenta.
“Ragazzi vi lascio soli… mi raccomando: tu parla e tu ascolta.” Gli raccomanda Tamala indicando prima Nathan e poi Stana.
“Grazie di tutto.” La ringrazia Nathan.
“Grazie Tam. A domani.” La saluta Stana abbracciandola.
Guardano l’amica baciare sulla guancia Dylan per poi uscire dalla stanza.
“Stana…”
“No zitto… non voglio parlare.” Lo blocca lei.
“No, lo dico io. Adesso mi ascolti!” Ordina obbligandola a sedere sulle sue gambe.
“Ma…” Cerca di protestare.
“Ssshh… prima d’iniziare a insultarmi, ascoltami.” La zittisce lui mettendole un dito sulle labbra.
Stana sbuffa mettendosi a braccia conserte mentre lui le sposta una ciocca di capelli dal viso sussurrando: “Sei bellissima, anche con il musetto imbronciato.”
A quella frase fa per alzarsi ma lui la tiene stretta dicendo: “Ok, ho capito niente giochetti.”
“Non so cosa stia frullando in quella tua bella testolina ma un uccellino mi ha suggerito di spiegarti cosa combino quando sono solo, anche se avrei preferito darti il tuo regalo a Natale. Ma viste le circostanze sono costretto a confessare ora, prima che mi cacci di casa per colpa della tua gelosia.” Spiega Nathan.
Stana alla parola regalo si rasserena un po’ ma prima di rilassarsi del tutto vuole sentire tutta la storia per capire se la giustificazione che le darà sarà plausibile o meno.
“Ho comprato una casa. Una casa tutta nostra!” Confessa tutto d’un fiato aspettando la reazione della donna.
“Una casa?!” Chiede sbalordita lei mentre si sta dando mentalmente della stupida per aver pensato subito al peggio.
“Si una casa. Sai quelle costruzioni dove ci vivono dentro le persone?” La prende in giro Nathan guadagnandosi una sberla sul petto.
“AHI! Io ti regalo una casa e tu mi pic…”
Stana non gli lascia finire la frase perché si avventa sulle sue labbra facendogli quasi cadere dalla sedia.
“Sei un cretino! Ho l’ansia da venti giorni per il tuo strano comportamento! Avevo anche pensato di pedinarti!” Lo rimprovera Stana con le lacrime agli occhi per la gioia.
“Ma guarda un po’ te… me le devo anche sentire per aver voluto fare una sorpresa…” Dice facendo il finto offeso.
“Smettila di fare la vittima. Qui la vittima sono io che è quasi un mese che soffro… una notte ho addirittura pensato di legarti al letto e di tenerti prigioniero fino a quando non confessavi.” Ammette Stana sorridendo.
“Volevi farmi prigioniero?! E dopo dici a me che sono troppo geloso…” Commenta baciandole il mento.
“Sei mio e solo mio. Anzi sei nostro e solo nostro.” Sussurra sulle sue labbra per poi baciarlo appassionatamente.
“E non vorrei essere di nessun’altro.” Conferma riprendendo a baciarla stringendola a se.
“A proposito… chi è quella donna che mi ha risposto al tuo cellulare dieci giorni fa?” Chiede guardandolo male.
“Sahara, ti ricordi di lei? Ha arredato il loft di Castle e casa di Beckett.” Le ricorda lui.
“Oh si… certo che me la ricordo.” Risponde sorridendo.
“Ecco… lei mi sta aiutando ad arredare casa nostra.” Ammette facendo un enorme sorriso alle parole “casa nostra”.
“Ok, ti credo.” Dice Stana baciandolo.
Un brontolio di pancia interrompe i due facendo staccare ridendo.
“Hai fame mia dolce terrorista?!” Domanda prendendola in giro.
“Non sono una terrorista…” Brontola lei.
“Come no?!! Mi hai fulminato tutto il giorno con i tuoi raggi inceneritori.”
“Te lo sei meritato. Comunque parlando seriamente sono felicissima per la casa. È stato un pensiero molto dolce. Ci avevo pensato anch’io ma tu mi hai preceduta e non vedo l’ora di iniziare la nostra vita di famiglia nella nostra casa nuova.” Afferma emozionata abbracciandolo.
“Anch’io amore. Non vedo l’ora di vedere i nostri figli correre in giro per casa, litigare per l’ultima fetta di torta, calpestare i fiori che mio padre avrà sistemato con cura, tu che ti arrabbierai perché non vogliono fare i compiti e io che mi divertirò un modo a giocare con loro.” Racconta con sguardo sognante.
“Spiegami perché dovrei fare io il poliziotto cattivo?” Domanda Stana.
“Perché io sono quello buono.” Risponde sorridendo.
“Ovviamente, ti scegli, come sempre, la parte meno faticosa e difficile.” Afferma alzandosi.
“Sei tu il capo famiglia. Basta vedere con Dylan… con te è bravo, ubbidisce con me fa lo sciocco e se gli dico di andare a destra va a sinistra.” Spiega raggiungendola.
“Forse è perché gli fai fare quello che vuole!” Commenta Stana cercando il portafoglio nella borsa.
“Vado io a prendere qualcosa per cena. Tu resta qui.” Si offre capendo le sue intenzioni afferrando la giacca.
“Ok. Fai veloce però.” Gli raccomanda baciandolo.
“Si mia signora.” Risponde baciandola di nuovo.
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Giorno 248 - Thanksgiving Day
5.00 P.M. Nathan’s house
“Per il tacchino ci vogliono ancora due ore circa.” Annuncia Tamala uscendo dalla cucina.
“Oddio se cucini tu io non mangio… non voglio morire giovane!” Dice ironicamente Jon.
“Molto spiritoso…” Controbatte facendogli la linguaccia.
Jon prende due popcorn tirandogli in faccia all’amica.
“Jon!” Grida prendendone un pugno e ricambiando il favore dando inizio così ad una vera e propria guerra a suon di popcorn.
“Anch’io!” Urla Dylan unendosi ai due.
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Mezzora dopo
“È esplosa una bomba!?!” Domanda Jeff entrando per primo in soggiorno.
“Che cavolo…” Sussurra Stana vedendo il divano e il pavimento cosparso di popcorn.
“Cos’è sto porcile!” Afferma Nathan appoggiando le borse sul tavolo.
“Sono popcorn!” Esclama Allison assaggiandone uno.
“Buoni!” Dice Sophia iniziando a mangiare quegli sul divano.
“JON!” Urla Stana pronta a tirargli le orecchie.
“Sono innocente! Te lo giuro!” Dice uscendo dal bagno con le mani in alto.
“Veramente? Vuoi scaricare la colpa su Dylan per caso?” Chiede puntandogli il dito contro.
“No… assolutamente no. Non oserei mai.” Dice inginocchiandosi teatralmente davanti all’amica.
“Cosa sta facendo?” Domanda sottovoce Jeff al fratello mentre Allison e Sophia ridono per il comportamento buffo dell’uomo.
“Jon… alza il tuo bel sederino e pulisci… subito!” Gli ordina Stana superandolo per andare a cercare Tamala e il figlio.
“Il mio lato B ti ringrazia.” Le urla dietro Jon. 
“Sei patetico!” Dice Nathan guardando l’amico ancora in ginocchio.
“Ciao Jon… è un po’ che non ci vediamo. Come va?” Lo saluta Jeff, aiutandolo ad alzarsi.
“Benissimo. Tu?” Risponde lui.
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7.00 P.M. Nathan’s house
“Benvenuti… accomodatevi!” Dice Jeff invitandoli ad entrare.
“Siamo in ritardo mi dispiace…” Commenta Seamus levandosi la giacca.
“Ma no… siete giusti in tempo.” Gli tranquillizza Nathan.
“Dov’è Dylan?” Chiede impaziente Kevin.
“È in camera a giocare… corri a chiamarlo.” Lo invita Stana.
“Lui è mio fratello… vi ricordate di lui?” Domanda Nathan ai due amici.
“Si, certo… è un piacere rivederti.” Risponde Juliana stringendogli la mano.
“Zia, ci hanno chiuso fuori…” Dichiara tristemente Allison interrompendo gli adulti.
“Come vi hanno chiuso fuori?! Nate…” Ripete guardando l’uomo.
“Ho capito… vado.” Dice sparendo lungo il corridoio.
“Sono le tue bambine?” Domanda Juliana accarezzando il visino di Allison che timidamente si nasconde contro Stana abbracciandola.
“Si sono le mie ragazze, vero Sophia?” Risponde Jeff coinvolgendo la più grande.
“Io sono Sophia e lei è mia sorella Allison.” Spiega presentandosi e indicando la sorellina.
“Stupende!” Commenta Juliana ammirandole.
“Seamus, mi sa che ti sta mandando un chiaro messaggio…” Scherza Stana vedendo il luccichio negli occhi dell’amica.
“Prendo nota…” Risponde lui fingendo di scrivere.
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Cinque minuti dopo
“Jon, mi raccomando comportati bene. Sono arrivati i genitori di Nathan.” Lo avvisa Tamala sentendo suonare il campanello.
“Sono sempre bravo…” Risponde controllando la cottura delle patate.
“Certo come no… Per caso vuoi che ti ricordi la prima volta che hai incontrato il padre di Stana?!” Chiede Tamala.
“È stato un malinteso.” Si difende lui.
“Certo… tutti danno del pedofilo al primo che incontrano.” Commenta lei.
“Eravamo al parco e stava fotografando dei bambini… poi si è concentrato su Dylan e sono intervenuto.” Spiega Jon.
“L’hai spinto a terra… e quasi lo facevi finire all’ospedale. Ti sembra il modo d’intervenire?” Domanda schioccata dal ricordo della scena.
“Doveva evitare di scattare foto a dei minori soprattutto al mio di minore.” Chiarisce Jon.
“Peccato che il padre di Stana è un fotografo.”
“Ok… ho capito. Ho esagerato. Questa volta puoi star tranquilla non picchierò nessuno.” La rassicura Jon.
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9.00 P.M. Nathan’s house
“Signorina Jones, era tutto buonissimo.” Si complimenta Cookie.
Jon a quell’affermazione scoppia a ridere sputando il vino che sta bevendo attirando l’attenzione di tutti.
“Perdonatelo. Ha qualche difficoltà a comportarsi da persona civile.” Lo giustifica Nathan mentre i bambini se la ridono di gusto.
“Comunque Signora Fillion, non sono io la cuoca ma Stana; io e quel pagliaccio la giù abbiamo solo controllato che non bruciasse tutto in loro assenza.” Spiega Tamala mentre Stana pulisce il disastro che ha combinato l’amico.
“Chiedi scusa almeno…” Sussurra Stana all’orecchio di Jon.
“Zio, sei tutto sporco.” Gli fa notare Dylan indicando le gocce rosse sulla camicia bianca.
“Scusate Signori Fillion per il mio… non so come definirlo… sbrodolamento ma la signorina Jones non sa nemmeno scaldare il latte senza bruciare qualcosa.” Spiega Jon ricevendo uno scappellotto da parte di Stana.
“Ahi! Ma mi hai detto di scusarmi!” Si lamenta massaggiandosi la testa guardando l’amica mentre tutti se la ridono.
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11.00 P.M. Nathan’s house
“Allora… com’è la nuova casa?” Chiede curiosa Juliana.
“Per ora non so nemmeno dove si trova questa casa. È tutto top secret.” Risponde Stana guardando verso Nathan.
“Noi l’abbiamo vista!” Afferma Tamala indicando se stessa e Jon.
“Ecco vedi… se qualcuno vuole vederla basta che chieda a Nate… lui porta tutti a fare il tour… tranne me ovviamente.” Commenta Stana offesa.
“Non fare la permalosa… vieni qui.” Dice tirandola a sedere sulle sue gambe.
“Ti ci porto io se vuoi.” Scherza Jon.
“Tu provaci e sei un uomo morto…” Lo avverte Nathan.
“Ah… ora che mi viene in mente so che c’è sicuramente un giardino… e Bob so che ti ha assunto come giardiniere.” Lo informa Stana.
“Si lo so… ho passato l’ultimo mese a sistemarlo.” Risponde lui sorridendo.
“Ah… l’avete vista anche voi?!” Chiede Stana guardando i suoceri.
“Si… ed è stupenda.” Ammette Cookie.
“Sicuramente è più grande di questa… questa non si può definire casa… non c’è posto per niente e nessuno.” Gli prende in giro Jeff.
“Di sicuro non c’è posto per me quando voi o meglio tu resti a dormire qui.” Controbatte Stana.
“Perché? Racconta sono curiosa!” Dice Tamala.
“Ma non è vero… tra l’altro devo ancora capire come sono finito a letto con mio fratello.” Interviene Jeff mentre tutti lo guardano male per la frase appena detta.
“Quando è successo?” Domanda curioso Bob.
“Il giorno del tuo compleanno. Sono tornati a casa belli ubriachi… e a parte sdraiarsi a terra in mezzo al soggiorno. Sono entrati in camera nostra hanno iniziato a fare gli scemi, giocando con la mia biancheria e poi…”
“Non è assolutamente vero…” La blocca Nathan.
“Ah no? Ho tutto documentato sul mio telefonino.” Gli informa lei.
“Dov’è il suo cellulare?” Domanda Jeff alzandosi in piedi come una molla.
“Comunque sta di fatto che hanno dormito nel letto matrimoniale assieme e al mattino Nate ha subito pensato che avessimo fatto una cosa a tre perché Jeff ha trovato un paio di mie mutandine fra le lenzuola. Si è affrettato a chiamarmi, con il cellulare di Jeff, arrabbiandosi perché ho risposto dicendo: “Ehi… Jeff.” …poi si è precipitato in strada in boxer interrogandomi sugli avvenimenti della notte precedente.” Racconta Stana facendo ridere tutti tranne i diretti interessati che continuano a negare con la testa dichiarandosi innocenti.
“Io voglio vedere il video!” Esclama ridendo Tamala.
“Che vergogna… Bob, non abbiamo insegnato niente ai nostri figli.” Commenta Cookie sorridendo.
“Cacciare dal proprio letto una donna… che gentiluomini.” Aggiunge Bob.
“Avrò quel video prima che si diffonda!” Dichiara Nathan.
“Comunque tornando al discorso della casa… è troppo grande per tre, bisogna che vi diate da fare.” Dice maliziosamente Tamala.
“Se fosse per me ce ne sarebbe già uno in arrivo.” Chiarisce Nathan accarezzando la pancia piatta alla compagna.
“Possiamo cambiare argomento? È già anche troppo insistente senza il vostro aiuto ragazzi.” Rivela Stana posando le mani sopra a quelli di Nathan.
“Interessa anche a me questo argomento…” Scherza Cookie.
“Ecco… c’è la nonna già pronta ad aiutarvi.” Dice Jeff sorridendo.
“Papà, noi restiamo qui a dormire!” Annuncia Sophia interrompendo il gruppo d’amici prima di tornare a giocare.
“Vedi… cosa mi servono altri bambini ne ho già acquisite due in un colpo solo.” Dice Stana sorridendo.
“Zia, posso dormire con te?” Chiede Allison arrivando già in pigiama.
“Ma cosa fai in pigiama? Dove l’hai preso?” Domanda confuso Jeff.
“L’avete lasciati qui l’ultima volta… certo tesoro, vai a lavarti i dentini.” Risponde Stana per poi rivolgersi alla nipotina.
“C’è qualcun altro che vuole dormire con Stana?” Chiede ironicamente Nathan.
“Io!” Risponde Sophia.
“Io, dormo con la mamma.” Esclama Dylan sbadigliando.
“Ho capito… anche stanotte dovrò dormire da solo.” Sbuffa sconsolato Nathan.
“Se vuoi ti faccio compagnia io!” Scherza Jeff facendo ridere tutti.
 
  
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