capitolo
uno
Rosie
passeggia con la sua borsa larga sotto l’ascella e le labbra
corrucciate. Passa
le dita tra qualche capo d’abbigliamento che attira la sua
attenzione e ogni
tanto si ferma davanti ad un paio di jeans particolarmente bello,
scuotendo
subito dopo la testa. Sono
le
cinque del pomeriggio e i due piani di Primark sono zuppi di
adolescenti appena
usciti da scuola e qualche mamma col passeggino, la fila alle casse
è
lunghissima e Rosie oggi si sente particolarmente ispirata. Frida,
dietro di lei, le sta raccontando il resoconto della giornata,
seguendola e
sfogliando qualche crop top di poco conto. “Vieni”
dice
Rosie qualche secondo più tardi, puntando dritto verso il
reparto accessori, in
fondo al piano terra. E
Frida ha
già capito tutto, per questo si permette di alzare gli occhi
al cielo e di
accelerare il passo. Si guarda intorno con disinvoltura, come se
conoscesse
quel copione a memoria. Non
c’è
nessuno che le stia guardando. Rosie
si
nasconde dietro il corridoio dei braccialetti, afferra un paio di
confezioni di
quelli non troppo eccentrici e con un paio di mosse esperte li sfila
dall’antitaccheggio, gli occhi puntanti rigorosamente in alto
per non destare
sospetti. Frida
le è
di fianco, le gambe leggermente divaricare per coprirla meglio. “Non
capirò
mai perché lo fai – borbotta esasperata
– hai tutti i soldi del mondo e in più
quei braccialetti fanno schifo” Rosie
pensa
che Frida ha ragione, non capirebbe mai. Per questo neanche ci prova a
spiegarglielo. Sorride solo vittoriosa quando ha tra le mani una decina
di
braccialetti completamente liberi. Li infila nella borsa, lasciando per
terra
l’antitaccheggio ormai inutile. “Forza
–
dice soltanto, incamminandosi verso l’uscita – ti
offro un frappè da Costa”
Sono
da Costa,
sedute nei tavoli fuori. Non c’è molta gente
fortunatamente, Rosie sta fumando
una sigaretta mentre Frida mescola contenta il suo frappè al
cioccolato bianco
e caffè. “Come
hai
detto che si chiama quello nuovo?” chiede la bionda, dopo
qualche secondo. Il
marciapiede è grande e porta fino alle scale per la piazza,
in giro ci sono
ancora qualche ragazzo in divisa e parecchi adulti con una ventiquattro
ore e
la puzza di metropolitana. “Niall
–
risponde subito Frida, gli occhi che si illuminano per la contentezza
– Niall
Horan” Rosie
annuisce lentamente, cercando di collegare il volto alla persona o,
eventualmente, al profilo di Facebook. “È
fidanzato?” s’informa.
Frida annuisce:
“Da due anni circa, dice che è
una cosa serissima. Lei frequenta
la
tua scuola a proposito, ma è una bambina. Deve fare il
secondo o il terzo
anno” “Nome?” La
mora ci
pensa un attimo, mordicchiando la sua cannuccia rosa:
“Angelina Thomas o qualcosa del genere” Rosie
spalanca
gli occhi, iniziando a tossire per via del fumo che
l’è andato di traverso. “Merda!
–
esclama poi – Angelina Thomas? Scherzi?” Frida
nega
col capo, “La conosci?” “Chi
non conosce Angelina Thomas, Frida!
– Rosie incrocia la braccia al petto e fa cadere a
terra la sua sigaretta – Lei
è praticamente la ragazza più famosa di tutta
Bampton” “Beh,
io non la conosco” Rosie
scuote
la testa esasperata, alzando gli occhi al cielo: “Se tu fossi su qualche social network invece
che fare l’alternativa,
sapresti che è la figa di legno per eccellenza” Frida
ridacchia e beve un altro sorso di frappè, “Non ci
credo – dice poi – Niall non
è il tipo da
figa di legno, fidati” “Fidati
tu, Frida – ribatte
la bionda,
irremovibile – Quella è una santarellina, la
classica tipa casa e chiesa. Non
so che razza di relazione abbiano quei due, ma di sicuro lei
è la regina delle
vergini. L’unico pacco che abbia mai toccato è
quello dell’abbonamento a alla
Catholic Herald
che le arriva a casa tutte le settimane” Frida
scoppia a ridere e finisce il suo frappè, poi sfila dal
pacchetto di Rosie
appoggiato sul tavolo una Marlboro e osserva attenzione la sua migliore
amica,
riflettendo. “Dovrei
fartelo conoscere, Niall – mormora dopo un po’,
sovrappensiero – Andreste
d’accordo. Anzi scusa, come non detto – scuote la
testa e sorride – Vi odiereste
a morte”
Frida
scopre
con piacere che Niall Horan condivide con lei la maggior parte dei
corsi.
Matematica, letteratura inglese, chimica, storia, religione ed
educazione
fisica. Lo
intravede
seduto sulle scale della scuola mentre è intento a parlare
con un paio di
ragazzi del terzo anno. Sorride di riflesso perché quel
ragazzo le sta troppo
simpatico, lo raggiunge lentamente e gli sfila la sigaretta che gli
pende dalle
labbra, cogliendolo di sorpresa. Niall
rimane
smarrito per un paio di secondi, poi la guarda e ride leggermente:
“Buongiorno”
dice, alzandosi in piedi e afferrando lo zaino appoggiato lì
affianco. Saluta
con
qualche pacca sulla spalla gli altri due ragazzi – Frida si
chiede se li
conoscesse già o se si sia già ambientato in meno
di quattro giorni – e insieme
iniziano a camminare verso le porte della scuola. L’edificio
da fuori assomiglia più ad una fabbrica abbandonata che ad
un vero e proprio istituto,
dentro invece ci sono solo corridoi lunghi e spogli, linoleum blu ai
pavimenti
e classi tristi e vuote. Niall
attira
l’attenzione della maggior parte delle studentesse a cui
passano vicini, Frida
alza gli occhi al cielo e si ricorda della conversazione che ha avuto
qualche
giorno fa con Rosie. “Come
stai
oggi?” gli chiede, sistemandosi la gonna a pieghe blu della
divisa. Niall
stringe la cintura dello zaino, alza le spalle e le sorride. Ha gli
occhi
rossi. “Pensavo
peggio, sai? – le confida, davanti all’aula di
inglese. Si ferma sulla soglia e
la lascia passare – Qui non fa così schifo come al
Birkbeck” Si
siedono
vicini agli ultimi banchi, approfittando del fatto che metà
della classe – metà
della scuola,
in realtà – salta quasi sempre la prima ora. O
tutta la giornata.
Frida
conosce
Niall Horan da pochi giorni, ma vanno d’accordo comunque, si
capiscono al volo,
hanno idee diverse per la maggior parte del tempo ma ne parlano senza
mai
alzare la voce o bisticciare realmente. “Per
lo meno
qui nessuno butta i banchi fuori dalle finestre chiuse
– il ragazzo continua mentre prende posto, appoggiando lo
zaino
per terra e sfoggiando un sorriso quasi nostalgico – e non
fumate erba in
classe” Frida
ride e
non ribatte. Appoggia la testa sul banco, stanca, e chiude gli occhi
per un
attimo. Quando li riapre, Niall ha i gomiti appoggiati contro il banco
e il
telefono tra le mani. “Come
va con
Angelina?” gli domanda, con noncuranza. Niall
ha
accennato alla sua relazione il primo giorno, quando Gina Willis,
nell’ora di
inglese, gli ha urlato ad occhi spalancati: “Ma tu stai con
Angelina Thomas!”.
Lui ha sorriso e annuito quasi con fierezza, facendo inarcare la fronte
di
Frida, che ha evitato di commentare. Adesso
Niall
la guarda con i suoi occhi blu e arrossati, aggrottando le sopracciglia
bionde,
poi alza le spalle con noncuranza e “Bene, direi –
risponde – anche se non
usciamo molto durante la settimana. I suoi non vogliono” “Mi
hanno detto
che è una brava ragazza” mormora Frida, e adesso
sorride per non scoppiare a
ridere. Il
signor Truman
entra in classe in quel momento, e il resto degli studenti in piedi si
siede
senza smettere di parlare. “Abbastanza”
dice Niall. “Non
abbastanza. Molto –
rimarca Frida –
Troppo” A
quel punto
il ragazzo abbassa il telefono e la guarda, capisce. Spalanca gli occhi
e
scoppia a ridere nervosamente, scuotendo la testa bionda: “Oh! – esclama – Tu
pensi che…? Nah! Scherzi, vero?” “Questo
è
quello che si dice in giro” borbotta la mora, alzando il capo
dal banco. “Io
e
Angelina scopiamo tantissimo
– tende a smentire Niall, continuando a sorridere
– Quello che si dice in giro sono assolutamente cazzate. Lei
è una brava
ragazza sì, e non se la cava molto bene con tutto quello che
riguarda la bocca, ma io la amo,
capito? Scopiamo e
ci amiamo” “Se
lo dici
tu..” Frida sorride e la
conversazione finisce lì.
“Davvero
durante religione vieni sempre qui?” le chiede, ghignando. Frida
lecca
la cartina e sorride: “Non è colpa mia se quella
donna scoppia a piangere ogni
volta che qualcuno parla nelle sue ore. Teoricamente le stiamo
agevolando il
lavoro, stando qui” “Sei
una
salvezza, cazzo – mormora Niall, passandosi la mano sul volto
– In questa scuola sono tutte delle puttane
isteriche. Se non ci fossi tu sarei già scoppiato” “Mi
conosci
da neanche una settimana! – ribatte Frida con le guance
arrossate – Chi ti dice
che io non sia una psicopatica peggio delle altre?” “Mi
fai fare
un tiro?” “Certo” “Vedi?
–
Niall sorride – Non sei per niente come le altre”
L’ultima
campanella della giornata suona e Frida è in piedi ancora
prima che Miss Cox ci
provi,
a dare i compiti. Afferra
il
suo zaino e si sistema la giacca con lo stemma della scuola, aspettando
Niall
fuori dalla classe. “Senti,
ma... – lui arriva qualche secondo più tardi e si
sta già infilando una
sigaretta in bocca. Iniziano a camminare verso l’uscita
– Tu con chi giri?
Voglio dire, chi frequenti?” Frida
scuote
la testa e sorride, stringendosi nelle spalle: “Giri troppo
diversi dai tuoi –
risponde – Non conosci nessuno di quelli con cui esco
io” Accetta
volentieri una sigaretta quando Niall le porge il pacchetto. Saluta con
un
gesto secco del capo qualche compagnia di corso e osserva il ragazzo
accanto a
sé, che ha aggrottato le sopracciglia e tirato fuori dal
taschino della giacca
un clipper blu. “Per
chi mi
hai preso? – esclama, fingendosi offeso – Sono
davvero così out
per i tuoi
amici?” Escono
fuori
dalle porte della scuola in contemporanea, Frida che ride e si lascia
accendere
la sigaretta tra le labbra. “Tu
per chi mi hai preso! –
ribatte,
scendendo gli scalini – Insinui per caso che io sia una brava
ragazza?” “Lo
stai
negando?” Niall sorride e la segue. Si
fermano
nel piazzale dopo il cancello in ferro battuto, assieme ad un mucchio
di
ragazze e qualche decina di maschi. Per
ogni
cento studentesse, il Saint Patrick offre la bellezza di sette
studenti. Frida
scuote
la testa e sbuffa una nuvoletta di fumo: “Si vede che hai
ancora tanto da
imparare, Niall” lo beffeggia con un sorriso. Il
ragazzo
pesca dalla tasca dei pantaloni il suo vecchio Nokia, “Quel
tipo ci sta
fissando malissimo” asserisce e risponde al telefono. La
ragazza
si volta verso il cancello aperto. Dall’altra parte della
strada, accanto alla
fermata dell’autobus e ad una fila di biciclette tutte
aggrovigliate, Harry
tiene la spalla contro il palo della luce e gli occhi fissi su di lei,
socchiusi. Accanto a lui, Rosie mastica distrattamente una chewingum
arrotolandosi i capelli con un dito. “Sì,
amore.
Sono appena uscito. – sta dicendo Niall, dietro di lei
– In piazza? Adesso? Non
posso. Angie, cazzo! Non posso! Devo torn…okay, va bene.
Okay. Sì, ciao amore” “Quello
è
solo uno stronzo” bofonchia Frida a denti stretti, lo sguardo
ancora fisso su
Harry. “Oh!
È quello che ti piace
– Niall
scoppia a ridere, stringendola in un abbraccio – Allora
questo non gli deve far
piacere, giusto?” Le
dà un
bacio sulla guancia, mormorando un “Se lo sapesse Angelina ci
ucciderebbe entrambi”.
Dall’altra
parte della strada, Rosie Muller guarda Niall Horan per la prima volta
in tutta
la sua vita. Non
prova
assolutamente niente. ecco qui il primo capitolo! qui veniamo a scoprire qualcosa di più sui personaggi, anche se per un quadro completo ci vorrà del tempo! btw si scopre che niall è arrivato dal birkbeck, che è fidanzato (!!!!!!) e che è innamorato. lo so che è un capitolo pesante e mi dispiace però non sapevo come strutturarlo! sembra di passaggio ma in realtà è fondamentale! per un confronto rosie/niall dovrete aspettare il prossimo capitolo, minimo! posso dirvi che presto appariranno anche gli altri ragazzi e che soprattutto ci sarà l'entata in scena di angelina. sono assolutamente grata a tutte le persone che hanno messo questa storia tra le seguite perché non mi aspettavo un seguito così grosso - si dice così? - quindi grazie di cuore a tutte! fatemi sapere i vostri pensieri su questo primo capitolo, ci tengo parecchio! taaaaanti baci e abbracci, a presto caterina note:
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