prologo adesso che ti lecchi le
cicatrici e soffi sulle ferite
ti giuro che ti porto via da qui
Frida invece
resiste con le sue convinzioni del 2013 senza neve, mette in tavola i
suoi
discorsi sul clima che cambia, sui ghiacciai che si sciolgono e
sull’effetto
serra che sta praticamente distruggendo il nostro mondo. Poi
c’è
Harry che beh, lui semplicemente
ascolta. Sono
tutti e tre alla fermata dell’autobus. 8:08 AM. Rosie
ha in bocca la seconda sigaretta della giornata, lo zaino ai propri
piedi e i
capelli tagliati da poco acconciati sopra la testa. Batte quasi con
violenza e
ritmicamente la Converse blu sull’asfalto e ha il volto
apatico di chi si è
svegliato da una nottata nella quale non ha dormito. Accanto a lei,
Harry
indossa la divisa scolastica della loro scuola con gli anfibi ai piedi
e i
capelli ricci tirati indietro da qualche goccia di gel del suo
patrigno. La sua
Merit è più tra le labbra di Frida che tra le
sue. Quest’ultima
è in piedi a braccia e caviglie incrociate, la divisa della
Saint Patrick High
School e lo zaino che pende da una spalla. “Sheila
mi ha detto che oggi arriva quello nuovo – Frida spegne la
sigaretta
sull’asfalto e lancia una breve occhiata al loro quartiere
che si sta
svegliando – Spero che sia bello. Ci manca un bel ragazzo
nelle ore di
letteratura” “Non
è
detto che frequenti i tuoi stessi corsi” ribatte Harry, col
tono un po’ più
rude del normale. Si schiarisce subito la voce ed evita lo sguardo
pungente di
Frida. “Speriamo
di sì, allora”
sbuffa lei, alzando
gli occhi al cielo. Rosie
aspira un’altra boccata di fumo, serra le palpebre e appoggia
la testa contro
il vetro dietro di lei: “Oggi c’è il
test di storia” dice. “Hai
studiato?” le chiede Frida. L’amica
ridacchia senza entusiasmo, “Ma ti sembra? –
esclama, aprendo un occhio
stancamente – Cercherò di copiare il
più possibile da Harry e poi mi taglierò
le vene sul foglio come al solito. Sai, per riempire il
bianco” Harry
rotea gli occhi e scuote appena la testa, evitando –
sapientemente – di
commentare. Frida, invece, ride e si sistema meglio lo zaino sulla
spalla
sinistra. “Meno male che vado alla Saint Patrick –
sospira – Noi non facciamo
un cazzo ma lo facciamo bene” “Hai
proprio ragione – Harry quasi ringhia, adesso –
Chissà quanto deve essere
entusiasmante finire a vendere cheeseburger in un fast-food” “Sai,
Harry? – Frida alza gli occhi al cielo e getta la sigaretta
dentro al tombino –
Non tutti hanno un patrigno capace di cagare soldi come il tuo,
permettendo
all’amato figliastro di frequentare scuole private. E adesso,
se me lo
permetti, c’è il mio autobus” Il
ragazzo infila le mani dentro la giacca scura che porta e mastica un
“Va’ a
quel paese” nello stesso momento in cui Frida lascia un bacio
sulla fronte a
Rosie, che non sembra neanche notarla. “A
più
tardi” li saluta, entrando poi sull’autobus. Quando,
qualche secondo dopo, Rosie decide di non fumare un’altra
sigaretta per
mancanza di tempo, riesce finalmente a voltarsi verso Harry e accennare
un
sorriso: “Quand’è che le dirai che ti
piace?” La
risposta di Harry arriva insieme al loro autobus, due minuti
più tardi. “Mai” Frida
sta distrattamente scrivendo qualcosa sul suo taccuino, i capelli
dietro le
orecchie e il mento appoggiato al palmo della mano destra. Miss Cox
è intenta a
ripassare le equazioni di primo grado, con il suo accento americano
trascinato
e gli occhiali che continuano a scenderle dal naso dritto, la classe
continua a
chiacchierare e lei, ogni tre minuti d’orologio, sbatte una
mano sul legno
della sua cattedra, dice un “Silenzio, grazie”
svogliato e riprende. A
metà
lezione, più o meno, la porta della classe si apre con un
cigolio inquietante,
il preside Chang entra in classe e si schiarisce la voce, lanciando uno
sguardo
seccato ai banchi: “Tranquilli – mormora con sono
sarcastico – non vi alzate,
restate pure ai vostri posti” Miss
Cox alza gli occhi dal libro che ha davanti,
“Sì?” L’uomo
si passa una mano sul suo pizzetto brizzolato, ha una corporatura
robusta e gli
occhi piccoli e sottili, la testa calva e il tono di voce basso. Guarda
prima
la donna e poi si gira verso l’uscio, “Coraggio,
giovanotto – dice, un po’
burbero – Non ho tutta la mattina” A quel
punto anche Frida dall’ultima fila sembra essere interessata.
Dalla porta entra
un ragazzo biondo, in divisa, con la camicia fuori dai pantaloni e un
paio di Nike
ai piedi. Ha un sorriso parecchio divertito, per nulla imbarazzato, gli
occhi
azzurri e le guance rosse che risaltano ancora di più la sua
pelle chiara e le
lentiggini che gli costellano il volto, non così evidenti.
Affianca il preside,
una mano nella giacca della divisa e l’altra che stringe la
cintura dello zaino
pendente da una spalla. E su
diciassette ragazze presenti in classe – più Simon
che beh, lui è di sesso indefinito
-, Frida è più che sicura di
non essere l’unica ad aver pensato a quanto questo ragazzo
sia tremendamente figo. E bello. “Niall
Horan – biascica Chang velocemente, spingendo il giovane a
farsi avanti – è la
sua prima ora qui. Cercate di non farvi mettere incinte da lui per
almeno due
settimane” Qualcuna
ridacchia, altre tossicchiano, c’è perfino chi
alza e rotea gli occhi. “E
tu –
adesso l’uomo si rivolge direttamente a lui – tieni
le tue mani solo sui libri. Sono a
un passo così da
aprire un centro di teen-mom o dal
licenziamento. So che sembra strano, ma questa è una scuola – gli dà una
pacca sul braccio – Vedi di ricordatelo” “Agli
ordini, capo” sogghigna Niall, sfoggiando un sorriso dritto e
bianco. Il
preside Chang lascia la classe l’attimo più tardi,
mentre Miss Cox riprende la
sua lezione dopo un “Siediti dove vuoi e non
fiatare” Niall
si guarda intorno, continuando a sorridere leggermente. Alla fine
– neanche a
dirlo – sceglie il posto in ultima fila, vicino a Frida, che
lo squadra da capo
a piedi prima di togliere le sue robe dal pezzo di banco libero. “Ciao
–
le si siede accanto e le tende una mano, cordiale – Niall.
Niall Horan” La
ragazza lancia un’occhiata al pacchetto di sigarette infilato
nel taschino
della sua divisa, “Hai una cartina?” gli chiede di
rimando e sembra che il
sorriso di lui si allarghi, un po’ compiaciuto. Si
china per aprire lo zaino, tira fuori qualche libro,
l’astuccio e poi un’intera
confezione di cartine contenente anche qualche filtro di troppo. Anche
Frida adesso sorride, osservando le mani abili di Niall, lei apre
l’astuccio
sul banco e afferra la piccola pallina ricoperta dalla pellicola
trasparente.
Quando si volta verso di lui, il ragazzo ha un’espressione
indecifrabile. “Che
c’è? – gli domanda a quel punto,
sogghignando – Non hai mai visto
dell’erba?” Niall
scuote la testa, riprendendosi. Le sorride: “Non ho mai visto
erba così scadente
– la beffeggia, a bassa voce –
Si sente che è di pessima qualità – si
sporge per annusarla – Sa
di cavallo e cannella” “Beh,
a
me piace” risponde stizzita la ragazza, poi si china e pesca
nello zaino il suo
grinder rosa confetto. Niall
continua a sorriderle con quello sguardo compiaciuto e bastardo, e lei
non può
fare a meno di sorridere di rimando, scuotendo la testa esasperata.
“Ma se tipo
ti venisse voglia di procurarmene altra di buona qualità,
beh, chissà. Magari
accetterei” Il
ragazzo scoppia a ridere leggermente. “Volentieri…” “…Frida” “Frida”
ripete e questa scuola gli piace già.
Rosie
Mullen, neanche a dirlo, frequenta il terzo. Perché i Mullen
sono quella
famiglia perfetta col giardino sempre più verde e il conto
in banca sempre più
grosso. I classici che puoi vedere nelle pubblicità dei
biscotti al miele o
negli spot di Euro Disney. Praticanti, soci di innumerevoli club e i
primi
vicini che ti portano la torta se traslochi nel quartiere. E Rosie
Mullen, nonostante la famiglia, è cresciuta un po’
come ne aveva voglia. In
effetti ha sempre fatto quello che voleva, senza chiedere il permesso a
nessuno. Frequenta il liceo privato, certo, ma questo perché
ha ancora
diciassette anni e poi a scuola ci va comunque quando vuole lei. Sua
madre la
vorrebbe più femminile, suo padre più rispettosa,
Rosie torna tardi e si
sveglia presto. Si siede alla fermata con Frida e Harry, fuma e poi
ogni tanto
va anche a scuola. Fuma ancora, magari passa dal centro e ruba qualcosa
da
Primark, così, tanto per. L’importante,
si ripete sempre, è non venire coinvolti in niente.
L’importante è restare ai
margini, baciare sconosciuti alle feste senza conoscere i nomi,
messaggiare con
più ragazzi senza provare nient’altro che
attrazione, andare a scuola senza
impegnarsi davvero, evitare di fremere per emozioni diverse
perché i sentimenti
non la porteranno da nessuna parte. E Rosie
come i suoi genitori non ci vuole finire. Vuole sentire, non provare. Sentire
l’adrenalina con il top non pagato dentro la borsa, il
rossetto che non è
passato dalla cassa, sentire le mani dell’ennesimo ragazzo
sui fianchi e tra le
gambe, sentire il sapore ruvido del fumo contro il palato e
giù per la gola. Provare
attrazione, provare a stringere la mano a qualcuno, sorridere quando si
sta
bene, provare preoccupazione, rabbia, rimpianto, ansia, forse amore.
Provare e
provarci. Poi
arriva Niall Horan, e cambia tutto. e chi se lo sarebbe mai aspettata una storia di malpensandoti su niall horan? della serie never say never ahah btw, buonasera! ho aspettato tutto il giorno per decidere se pubblicare o meno, alla fine mi son detta che la persona a cui dedico tutta questa storia un po' se lo merita, perciò eccoci qui :) questo è solo il prologo, e nonostante sia lunghissimo per i miei standard, non c'è scritto niente che riesca a dare una minima sbirciata su ciò che sarà questa fan fiction! so che all'inizio vi sarà sembrata la solita palla dei compagni di banco + triangolo lei/niall/harry, ma vi assicuro che siete totalmente fuori strada! infatti la protagonista è rosie, non frida! era comunque necessario il pezzo di niall con frida e ce ne saranno tantissimi altri perché è frida che fa iniziare tutto (e ho detto già abbastanza) che dire? non fatevi ingannare dalle apparenze! sto carcando di rendere questa storia più veritiera e diversa possibile, non giungete a conclusioni affrettate senza aver prima un piccolo quadro completo. spero con tutto il cuore che questo progetto e questo prologo vi sia piaciuto, ci tengo particolarmente e mi farebbe davvero piacere sapere cosa ne pensate! è importante per me! mi sono allungata già troppo ahah alla prossima e grazie di cuore a chiunque leggerà e mi farà sapere il proprio parere! a presto, caterina note:
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