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Autore: malpensandoti    23/03/2014    11 recensioni
Vuole sentire, non provare.
Sentire l’adrenalina con il top non pagato dentro la borsa, il rossetto che non è passato dalla cassa, sentire le mani dell’ennesimo ragazzo sui fianchi e tra le gambe, sentire il sapore ruvido del fumo contro il palato e giù per la gola.
Provare attrazione, provare a stringere la mano a qualcuno, sorridere quando si sta bene, provare preoccupazione, rabbia, rimpianto, ansia, forse amore. Provare e provarci.
Poi arriva Niall Horan, e cambia tutto.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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prologo


adesso che ti lecchi le cicatrici e soffi sulle ferite
ti giuro che ti porto via da qui








È ottobre e Rosie è pienamente convinta che nevicherà tra meno di un mese. Il sole c’è ancora, va e viene quando gli pare, ma fa comunque freddo, di quel freddo tipico di quando c’è la neve. Freddo gelo, per intenderci.

Frida invece resiste con le sue convinzioni del 2013 senza neve, mette in tavola i suoi discorsi sul clima che cambia, sui ghiacciai che si sciolgono e sull’effetto serra che sta praticamente distruggendo il nostro mondo.

Poi c’è Harry che beh, lui semplicemente ascolta.

Sono tutti e tre alla fermata dell’autobus. 8:08 AM.

Rosie ha in bocca la seconda sigaretta della giornata, lo zaino ai propri piedi e i capelli tagliati da poco acconciati sopra la testa. Batte quasi con violenza e ritmicamente la Converse blu sull’asfalto e ha il volto apatico di chi si è svegliato da una nottata nella quale non ha dormito. Accanto a lei, Harry indossa la divisa scolastica della loro scuola con gli anfibi ai piedi e i capelli ricci tirati indietro da qualche goccia di gel del suo patrigno. La sua Merit è più tra le labbra di Frida che tra le sue.

Quest’ultima è in piedi a braccia e caviglie incrociate, la divisa della Saint Patrick High School e lo zaino che pende da una spalla.

“Sheila mi ha detto che oggi arriva quello nuovo – Frida spegne la sigaretta sull’asfalto e lancia una breve occhiata al loro quartiere che si sta svegliando – Spero che sia bello. Ci manca un bel ragazzo nelle ore di letteratura”

“Non è detto che frequenti i tuoi stessi corsi” ribatte Harry, col tono un po’ più rude del normale. Si schiarisce subito la voce ed evita lo sguardo pungente di Frida.

“Speriamo di , allora” sbuffa lei, alzando gli occhi al cielo.

Rosie aspira un’altra boccata di fumo, serra le palpebre e appoggia la testa contro il vetro dietro di lei: “Oggi c’è il test di storia” dice.

“Hai studiato?” le chiede Frida.

L’amica ridacchia senza entusiasmo, “Ma ti sembra? – esclama, aprendo un occhio stancamente – Cercherò di copiare il più possibile da Harry e poi mi taglierò le vene sul foglio come al solito. Sai, per riempire il bianco”

Harry rotea gli occhi e scuote appena la testa, evitando – sapientemente – di commentare. Frida, invece, ride e si sistema meglio lo zaino sulla spalla sinistra. “Meno male che vado alla Saint Patrick – sospira – Noi non facciamo un cazzo ma lo facciamo bene

“Hai proprio ragione – Harry quasi ringhia, adesso – Chissà quanto deve essere entusiasmante finire a vendere cheeseburger in un fast-food”

“Sai, Harry? – Frida alza gli occhi al cielo e getta la sigaretta dentro al tombino – Non tutti hanno un patrigno capace di cagare soldi come il tuo, permettendo all’amato figliastro di frequentare scuole private. E adesso, se me lo permetti, c’è il mio autobus”

Il ragazzo infila le mani dentro la giacca scura che porta e mastica un “Va’ a quel paese” nello stesso momento in cui Frida lascia un bacio sulla fronte a Rosie, che non sembra neanche notarla.

“A più tardi” li saluta, entrando poi sull’autobus.

Quando, qualche secondo dopo, Rosie decide di non fumare un’altra sigaretta per mancanza di tempo, riesce finalmente a voltarsi verso Harry e accennare un sorriso: “Quand’è che le dirai che ti piace?”

La risposta di Harry arriva insieme al loro autobus, due minuti più tardi.

“Mai”

Frida sta distrattamente scrivendo qualcosa sul suo taccuino, i capelli dietro le orecchie e il mento appoggiato al palmo della mano destra. Miss Cox è intenta a ripassare le equazioni di primo grado, con il suo accento americano trascinato e gli occhiali che continuano a scenderle dal naso dritto, la classe continua a chiacchierare e lei, ogni tre minuti d’orologio, sbatte una mano sul legno della sua cattedra, dice un “Silenzio, grazie” svogliato e riprende.

A metà lezione, più o meno, la porta della classe si apre con un cigolio inquietante, il preside Chang entra in classe e si schiarisce la voce, lanciando uno sguardo seccato ai banchi: “Tranquilli – mormora con sono sarcastico – non vi alzate, restate pure ai vostri posti”

Miss Cox alza gli occhi dal libro che ha davanti, “Sì?”

L’uomo si passa una mano sul suo pizzetto brizzolato, ha una corporatura robusta e gli occhi piccoli e sottili, la testa calva e il tono di voce basso. Guarda prima la donna e poi si gira verso l’uscio, “Coraggio, giovanotto – dice, un po’ burbero – Non ho tutta la mattina”

A quel punto anche Frida dall’ultima fila sembra essere interessata. Dalla porta entra un ragazzo biondo, in divisa, con la camicia fuori dai pantaloni e un paio di Nike ai piedi. Ha un sorriso parecchio divertito, per nulla imbarazzato, gli occhi azzurri e le guance rosse che risaltano ancora di più la sua pelle chiara e le lentiggini che gli costellano il volto, non così evidenti. Affianca il preside, una mano nella giacca della divisa e l’altra che stringe la cintura dello zaino pendente da una spalla.

E su diciassette ragazze presenti in classe – più Simon che beh, lui è di sesso indefinito -, Frida è più che sicura di non essere l’unica ad aver pensato a quanto questo ragazzo sia tremendamente figo. E bello.

“Niall Horan – biascica Chang velocemente, spingendo il giovane a farsi avanti – è la sua prima ora qui. Cercate di non farvi mettere incinte da lui per almeno due settimane”

Qualcuna ridacchia, altre tossicchiano, c’è perfino chi alza e rotea gli occhi.

“E tu – adesso l’uomo si rivolge direttamente a lui – tieni le tue mani solo sui libri. Sono a un passo così da aprire un centro di teen-mom o dal licenziamento. So che sembra strano, ma questa è una scuola – gli dà una pacca sul braccio – Vedi di ricordatelo”

“Agli ordini, capo” sogghigna Niall, sfoggiando un sorriso dritto e bianco.

Il preside Chang lascia la classe l’attimo più tardi, mentre Miss Cox riprende la sua lezione dopo un “Siediti dove vuoi e non fiatare”

Niall si guarda intorno, continuando a sorridere leggermente. Alla fine – neanche a dirlo – sceglie il posto in ultima fila, vicino a Frida, che lo squadra da capo a piedi prima di togliere le sue robe dal pezzo di banco libero.

“Ciao – le si siede accanto e le tende una mano, cordiale – Niall. Niall Horan”

La ragazza lancia un’occhiata al pacchetto di sigarette infilato nel taschino della sua divisa, “Hai una cartina?” gli chiede di rimando e sembra che il sorriso di lui si allarghi, un po’ compiaciuto.

Si china per aprire lo zaino, tira fuori qualche libro, l’astuccio e poi un’intera confezione di cartine contenente anche qualche filtro di troppo.

Anche Frida adesso sorride, osservando le mani abili di Niall, lei apre l’astuccio sul banco e afferra la piccola pallina ricoperta dalla pellicola trasparente. Quando si volta verso di lui, il ragazzo ha un’espressione indecifrabile.

“Che c’è? – gli domanda a quel punto, sogghignando – Non hai mai visto dell’erba?”

Niall scuote la testa, riprendendosi. Le sorride: “Non ho mai visto erba così scadente – la beffeggia, a bassa voce – Si sente che è di pessima qualità – si sporge per annusarla – Sa di cavallo e cannella”

“Beh, a me piace” risponde stizzita la ragazza, poi si china e pesca nello zaino il suo grinder rosa confetto.

Niall continua a sorriderle con quello sguardo compiaciuto e bastardo, e lei non può fare a meno di sorridere di rimando, scuotendo la testa esasperata. “Ma se tipo ti venisse voglia di procurarmene altra di buona qualità, beh, chissà. Magari accetterei”

Il ragazzo scoppia a ridere leggermente.

“Volentieri…”

“…Frida”

“Frida” ripete e questa scuola gli piace già.






A Bampton esistono tre licei: il Birkbeck, che è il liceo per i futuri spacciatori, il Saint Patrick, famoso per le sue studentesse piene di lavoretti, e il Merry Hill, il liceo privato e cattolico.

Rosie Mullen, neanche a dirlo, frequenta il terzo. Perché i Mullen sono quella famiglia perfetta col giardino sempre più verde e il conto in banca sempre più grosso. I classici che puoi vedere nelle pubblicità dei biscotti al miele o negli spot di Euro Disney. Praticanti, soci di innumerevoli club e i primi vicini che ti portano la torta se traslochi nel quartiere.

E Rosie Mullen, nonostante la famiglia, è cresciuta un po’ come ne aveva voglia. In effetti ha sempre fatto quello che voleva, senza chiedere il permesso a nessuno. Frequenta il liceo privato, certo, ma questo perché ha ancora diciassette anni e poi a scuola ci va comunque quando vuole lei. Sua madre la vorrebbe più femminile, suo padre più rispettosa, Rosie torna tardi e si sveglia presto. Si siede alla fermata con Frida e Harry, fuma e poi ogni tanto va anche a scuola. Fuma ancora, magari passa dal centro e ruba qualcosa da Primark, così, tanto per.

L’importante, si ripete sempre, è non venire coinvolti in niente. L’importante è restare ai margini, baciare sconosciuti alle feste senza conoscere i nomi, messaggiare con più ragazzi senza provare nient’altro che attrazione, andare a scuola senza impegnarsi davvero, evitare di fremere per emozioni diverse perché i sentimenti non la porteranno da nessuna parte.

E Rosie come i suoi genitori non ci vuole finire.

Vuole sentire, non provare.

Sentire l’adrenalina con il top non pagato dentro la borsa, il rossetto che non è passato dalla cassa, sentire le mani dell’ennesimo ragazzo sui fianchi e tra le gambe, sentire il sapore ruvido del fumo contro il palato e giù per la gola.

Provare attrazione, provare a stringere la mano a qualcuno, sorridere quando si sta bene, provare preoccupazione, rabbia, rimpianto, ansia, forse amore. Provare e provarci.

Poi arriva Niall Horan, e cambia tutto.












e chi se lo sarebbe mai aspettata una storia di malpensandoti su niall horan?
della serie never say never ahah
btw, buonasera!
ho aspettato tutto il giorno per decidere se pubblicare o meno, alla fine mi son detta che la persona a cui dedico tutta questa storia un po' se lo merita, perciò eccoci qui :)
questo è solo il prologo, e nonostante sia lunghissimo per i miei standard, non c'è scritto niente che riesca a dare una minima sbirciata su ciò che sarà questa fan fiction!
so che all'inizio vi sarà sembrata la solita palla dei compagni di banco + triangolo lei/niall/harry, ma vi assicuro che siete totalmente fuori strada! infatti la protagonista è rosie, non frida! era comunque necessario il pezzo di niall con frida e ce ne saranno tantissimi altri perché è frida che fa iniziare tutto (e ho detto già abbastanza)
che dire? non fatevi ingannare dalle apparenze! sto carcando di rendere questa storia più veritiera e diversa possibile, non giungete a conclusioni affrettate senza aver prima un piccolo quadro completo.
spero con tutto il cuore che questo progetto e questo prologo vi sia piaciuto, ci tengo particolarmente e mi farebbe davvero piacere sapere cosa ne pensate! è importante per me!
mi sono allungata già troppo ahah alla prossima e grazie di cuore a chiunque leggerà e mi farà sapere il proprio parere!
a presto,
caterina














note:
  • Bampton esiste davvero, è nel Devon. il resto relativo a questa città però è del tutto inventato
  • Se volete vedere i prestavolti della due ragazze, cliccate sui loro nomi nello spazio autore
  • Il titolo di questa fan fiction è preso da questa canzone che dovete necessariamente ascoltare
  • Questa storia contiene un linguaccio abbastanza forte e dei riferimenti esplici a uso di droghe e violazioni contro la legge. Non imitate a casa!
  
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