“M-ma… lei fa a
sapere cosa prova Lily? Non ci siamo mai visti, noi! Come può conoscere Lily e
i suoi sentimenti?”
“Io…non posso
spiegarlo adesso ma… sono sicuro che lei non prova rancore verso sua figlia,
vero?”
La donna abbassa
lo sguardo.
C’è silenzio nella
stanza, riempito solo dal cinguettio vivace di alcuni pettirossi.
“Era… era solo una
bambina. Perché Lily deve pensare questo? Non riesco a spiegarmelo… Avevo
capito che quella povera bambina stava soffrendo, e volevo scusarmi. Proprio
perché bambina avrà frainteso un qualche mio gesto! Non so spiegarmelo
altrimenti.”
La voce della
donna si fa sempre più bassa e fievole, probabilmente non vuole dare cenni di
debolezza di fronte ad un estraneo, o forse non vuole ricordare.
“Anche io lo
credo, signora”
Cerco di dire
qualcosa per tirarla su di morale. Consolare non è mai stato il mio forte, ma
credo di poter essere comunque un buon sostegno per le persone. E dovrò esserlo
anche stavolta.
“Lily avrà
sicuramente frainteso ma… serve che qualcuno glielo dica. Che glielo faccia
capire.”
La donna alza il
volto con un mezzo sorriso.
“Lei?”
“Cosa?”
Rimango stordito
da quell’improvvisa domanda, posta con quel tono tra l’ironico e l’incredulo.
“Io sono vecchia
ormai… può farlo lei, vero? Non so chi lei sia, né come faccia a sapere della
piccola Lily, ma ho capito che lei ha qualcosa di speciale… Mi sembra un
giovanotto sveglio, un po’ sospetto, ma nel complesso affidabile…”
Non comprendo i
discorsi della signora, perlomeno non completamente. Comunque, pare che si sia
decisa a darmi qualcosa per poter far riposare finalmente in pace Lily.
Dev’essere una donna molto sola, e molto affranta da questo ricordo.
“Aspetti qui,
giovanotto”
La donna si alza
lentamente, tipico delle persone della sua età, e scompare su per le scale.
Se ne ritorna poco
dopo, con un mano un piccolo oggetto.
Non capisco cos’è
finché non si avvicina e me lo porge.
“Era
l’orsacchiotto preferito di Lily. Lo trovai gettato tra le cartacce subito dopo
il nostro litigio…”
La donna si ferma
e sospira.
“Adesso ricordo
con chiarezza… Oh Lily… è per questo che hai pensato che io ti odiassi? Sa,
giovanotto… Avevo come rimosso questo brutto incidente dalla mia mente. Erano
molti anni che nessuno mi parlava più di Lily. Ho continuato a ricordarla nel
mio cuore… e all’improvviso arrivi tu. La causa del litigio fu proprio questo
orsetto: la mia piccola… voleva solo giocare… e io l’ho sgridata e cacciata via…”
La signora sembra
sul punto di crollare. I suoi discorsi pieni di amarezza e rimpianto, dettati
solo della disperazione, hanno fatto riflettere anche me.
“Ti prego… porta
questo orsetto a Lily. Capirà così che io l’ho sempre amata… e continuo a
farlo, nei miei ricordi… Adesso la prego, mi lasci sola…”
Prendo l’orsetto
con me e mi avvio verso l’uscita. Vorrei dire qualcosa alla signora, ma forse
non è il caso. E poi se la sua volontà è questa, io la rispetterò.
Chiudo piano piano
la porta, e mi indirizzo verso la strada per quella fatidica stazione della
metro.
Il rumore dei miei
passi rimbomba su quegli scalini ormai datati, mentre l’eco si sparge per tutto
il perimetro della stazione. Do un’occhiata all’interno, finché non vedo il
fantasma della piccola Lily. Il rumore dei miei passi si fa sempre più forte,
facendo girare la bambina, quasi sorpresa.
“Signor Adam!”
Chiamando il mio
nome aveva quasi tradito un sorriso, subito nascosto da un’espressione seria,
di quella che non vuol far vedere che ci spera, per poi magari rimanerci male.
Nascondo l’orsetto
dietro la schiena, decido di farle una sorpresa.
I suoi occhi però
domandano, vogliono sapere cosa è successo laggiù. Meglio non tenerla troppo
sulle spine, no? Anche se come si dice, più lunga è l’attesa, più dolce è il
desìo.
Tiro fuori
all’improvviso l’orsetto, e l’espressione di Lily diventa stupita.
“Da parte della
tua mamma, Lily. Tieni.”
Ancora una volta
sento il contatto con quelle mani fredde, forse l’ultimo che avrò in vita mia.
Quando penso che ci sono cose che faccio ‘per l’ultima volta’, divento un po’
melanconico.
“Oh! C’è qualcosa
qui signor Adam!”
Le piccole manine
di Lily partono alla ricerca di quel qualcosa che ha scoperto nell’orsetto,
qualcosa che anche io ignoro. Chissà cosa ci ha nascosto la vecchia signora?
La ricerca di Lily
è breve, e finalmente ottiene il suo tesoro.
“È un biglietto,
signor Adam… C’è scritto…”
All’improvviso si
blocca. Non parla più.
“Lily… tutto ok?”
“C’è scritto…”
Piccole lacrime
cominciano a rigare il viso della bambina che lascia cadere tutto a terra per
asciugarsi le lacrime che sembrano non fermarsi.
Raccolgo l’orsetto
e il foglietto, e leggo.
Ti voglio bene e te ne ho sempre
voluto, piccola mia.
Con affetto,
Mamma.
“Signor Adam…”
Lily scoppia in un
pianto incontenibile e mi abbraccia. Mi stringe forte, per quanto può, e
piange. Ma piange perché è felice… e per questo sono felice anch’io. Sapevo che
non poteva esserci odio tra quelle due! Non si può odiare un bambino. Proprio
no.
“Signor Adam…
Grazie!”
Le lacrime di Lily
riescono quasi a commuovere anche me. Quasi!
“La ripagherò
sicuramente, signor Adam! Grazie!”
Non capisco la
fretta con la quale Lily pronuncia parole che più si adattano ad un addio,
quando la vedo quasi scomparire. Il suo corpo si fa sempre più trasparente, le
sue lacrime sempre più un miraggio.
“Non la
dimenticherò mai, signor Adam”
“Anche io, Lily…
ti ricorderò per sempre!”
A questa frase
Lily sorride, mentre scompare sempre più, portandosi via con sé gli oggetti che
l’avevano aiutata a trovare la pace.
La guardo piano
piano scomparire, finché… non c’è più.
Resto imbambolato
per qualche minuto, cercando di capire. Forse è stato solo un sogno? Mi do una
botta in testa…ahi! No, non stavo definitivamente dormendo!
È stato tutto reale?
Che storia assurda… ma, assurda o meno, è stato bello. È bello donare il
sorriso ad una persona, specialmente ad una bambina. In qualche modo mi sento
diverso. E adesso? Che ne sarà della mia vita? Licenziato, senza una donna… e
senza un obiettivo. Forse dovrei fare il punto della situazione…
All’improvviso mi
squilla il cellulare.
È un messaggio…di
Daiana?
Adam… scusa per come ti ho
trattato. Sono stata una sciocca.
Una pizza e vediamo di fare
pace?
Troverai sicuramente un altro
lavoro!
Daiana
Quel messaggio mi
stupisce. Mi riporta alla realtà. Daiana… mi sta perdonando? E poi ha ragione…
certo che troverò un altro lavoro! Stranamente, alla fine di questa vicenda
molti tasselli stanno tornando al loro posto…
Sarà il destino? O
forse…
“La ripagherò sicuramente, signor Adam! Grazie!”
Naaah.