All
I see are dark grey clouds,
in the distance moving closer with every hour.
So when you ask "Was something wrong?",
that I think "You're damn right
there is, but we can't talk about it now.
No, we can't talk about it
now."
Se avesse potuto, avrebbe
cancellato quel nome dalla faccia della terra, e preso a pugni quella faccia da cavolo che lo
portava.
Inspirò, s’immedesimò nella parte,
e incominciò a recitare. << Ciao, Ino >> disse, tenendo lo sguardo
basso e non riuscendo a voltarsi.
<< Ti aspettavo, da tanto
>> disse lei, stringendosi le ginocchia contro il
petto.
Lui non rispose, rimanendo immobile
nella sua posizione. << Perché non sei venuto prima?
>>.
<< Stavo allenandomi per
acquisire potere >> la buttò lì, senza sforzo.
<< Giusto >> convenne
Ino, per poi sorridere. << Fortuna che ora sei qui
>>.
Lui annuì impercettibilmente,
pensando che, in fondo, recitare il ruolo di un pazzo psicopatico, quale
l’Uchiha, non era poi così complicato.
<< Che fai? Siediti vicino a
me >> e con una mano toccò il bordo del letto, invitandolo ad
avvicinarsi.
Lo shinobi si accostò alla sponda,
sedendosi al suo fianco con leggerezza. E prima ancora che se ne rendesse conto,
le braccia della Yamanaka gli circondarono la vita, intrappolandolo in un
abbraccio senza possibilità di repliche. << Mi sei mancato >>
sussurrò, soffiandogli con fastidiosa dolcezza sul collo.
Lui non sapeva cosa replicare,
quindi rimase in silenzio e la lasciò fare, senza poter evitare che un senso di
disagio lo invadesse.
<< Da quant’è che fumi?
>> chiese d’un tratto, annusando la divisa dello
shinobi.
Colto di sorpresa, s’irrigidì,
sperando di non essere scoperto. << Da un po’ >> rispose vago, non
lasciando adito ad altre domande.
<< Gli altri sanno che sei
qui? Ti hanno forse preso? >> domandò poi, improvvisamente colta da un
dubbio preminente.
<< Sono qui di mia spontanea
volontà >> rispose, con calma. Ed intanto un goccia colava giù lungo il
volto, mettendo in evidenza la propria agitazione.
La sentì quindi rilassarsi contro
di lui, e un sorriso le curvò le labbra. << Sei venuto per me >>
affermò, stringendoglisi ancora di più con il petto.
Nuovamente non rispose, stringendo
invece i pugni sulle ginocchia, chiedendosi per quanto ancora avrebbe dovuto
recitare questa farsa. Il corpo quasi nudo di lei sul suo, poi, non aiutava di
certo a ragionare lucidamente.
<< Perché non rimani qui,
stanotte? >> gli propose, la voce calda che coccolava le orecchie
stanche.
<< Non credo di potere
>> replicò sbrigativamente, cercando di tirarsi fuori da quell’assurda
circostanza. << In effetti, si è fatto tardi e-
>>.
<< Facciamo l’amore >>
fece impulsiva.
Lo shinobi deglutì, la bocca
impastata per l’imbarazzo. << Sarebbe troppo rischioso >> tentò di
dissuaderla, facendosi impercettibilmente avanti col
bacino.
Lei rise. << Ma no! Nessuno
lo verrebbe a sapere: sono tutti impegnati a fare altro
>>.
<< Non ho, ehm, il
preservativo >> continuò, maledicendosi per come riuscisse a ficcarsi in
situazioni del genere.
<< Che c’è, non mi vuoi?
>> s’imbronciò, offesa del suo rifiuto.
<< Io, in realt- >>
fece per dire, quando una voce da fuori lo richiamò. << Aspettami qui
>> disse poi, unicamente.
Si sciolse quindi dall’abbraccio
della Yamanaka, non senza proteste da parte sua, che fece di tutto per
trattenerlo.
Quando tornò, trovò Ino ancora in
piedi, ad attenderlo: nella tasca della divisa, giocherellava con una boccetta
di vetro.
<< Eccomi >> fece,
sedendosi di nuovo accanto a lei, anche se in realtà sperava dormisse già da
tempo.
<< Finalmente >>
rispose, circondandogli le braccia attorno al collo, tentando di
baciarlo.
Lui si ritrasse. << Aspetta
>> disse, tirando fuori dalla tasca il sedativo.
<< Cos’è? >> domandò,
guardandola di sbieco.
<< Ti aiuterà a riprendere le
forze >> assicurò, mettendogliela davanti agli
occhi.
Anche se non del tutto convinta, la
presa in mano, squadrandola. << Bevila >>
l’incitò.
<< Mmh, okay, e poi facciamo
sesso? >>.
<< C-certo >> replicò,
cercando di essere persuasivo. Quindi Ino stappò la bottiglietta, sorseggiandone
velocemente il liquido. << È amara >> commentò, dopo averla finita,
facendo una faccia disgustata.
Come la menzogna, pensò. << Già >>
asserì, invece.
<< Oh, mi sento così stanca
>> disse d’un tratto, e già le palpebre incominciavano a farsi
pesanti.
<< Riposati >> la
persuase, rimboccandole le coperte.
<< Sasuke, io… >> tentò
di dire, ma la stanchezza le aveva ormai afferrato, rapace, la
mente.
<< Tornerò, Ino >>
promise, prima di uscire e lasciare che il rimorso gli attanagliasse la
coscienza.
La figura di Sakura fece capolino
dalla zona in ombra, esile. << Come è andata?
>>.
<< Ora sta dormendo
>>.
<< Bene >> replicò, ma
un angolo della bocca le si piegò, amaro. << E così, ti crede Sasuke
>>.
Lui non rispose, limitandosi ad
accendersi una sigaretta e portarla alle labbra.
<< Io non lo farei, se fossi
in te >> gli consigliò, guardandolo perspicace.
Lui socchiuse gli occhi. <<
Che fai, origli ora? >>.
Lei non si scompose, ma se non
fosse stato per la notte, si sarebbero potute vedere due chiazze rosse
adombrarle le gote. << Faccio solo il mio lavoro
>>.
« Già » convenne sardonico,
gettando in terra il tabacco di forma cilindrica.
« Tu l’hai visto? » chiese poi,
inaspettatamente. La kunoichi ebbe un sussulto, ma non disse
nulla.
« Ci hai parlato? » continuò a
domandare, prendendo il suo silenzio per un sì.
« Cosa te lo fa pensare? » replicò,
cercando di sorridere.
Lui la guardò negli occhi, come a
cercare di studiarla. « Non hai detto una parola, da quando siamo tornati dalla
missione ».
« Le cose cambiano » si
difese.
« Non credo » controbatté. « Alla
fine, rimane tutto fottutamente uguale ».
E, quando infine si allontanò,
Sakura non pianse solo per sé, ma anche per Shikamaru.
***
L’Hokage continuava a sfogliare
libri da almeno un paio d’ore ormai, e la stessa espressione d’insoddisfazione
le colorava il volto da altrettante.
<< Trovato niente,
Tsunade-sama? >> chiese l’Haruno, entrando nella
tenda.
<< Non molto, purtroppo
>> commentò stancamente.
La kunoichi abbassò lo sguardo, in
pena. << Questo vuol dire che… >>.
<< Per ora, è l’unica cosa da
fare >> fece la donna, chiudendo il tomo che stava tormentando da qualche
minuto.
<< Capisco >> asserì,
mordendosi le labbra.
<< Affido a te l’incarico di
prepararlo >> le ordinò poi, prendendo in mano un altro volume,
scetticamente.
<< Come volete >>
obbedì, inespressiva. << Sappiate comunque che io non sono d’accordo, e
che, se accetto i vostri ordini, è solo perché voi sei siete il mio maestro
>>.
L’Hokage non replicò, attendendo
solo che l’allieva uscisse, per poi sospirare e pensare a quanto fosse cresciuta
in questi anni.
***
<< Come sei pallida, Fronte
Spaziosa >> notò Ino, guardandola bagnare un panno nell’acqua fredda, per
poi strizzarlo e passarlo sul volto e le braccia della
Yamanaka.
<< Potrei dire lo stesso di
te, Ino-pig >> ribatté Sakura, sforzandosi di
sorridere.
<< Ma io sono malata >>
constatò. << Tu che scusa hai? >>.
Lei alzò le sopracciglia. <<
Mi occupo di te >>.
A quel punto, la Yamanaka
s’imbronciò. << Non sei affatto carina, sai?
>>.
L’Haruno, voltandosi per prendere
delle bende pulite, alzò gli occhi al cielo. << Come ti senti? >>
chiese, cercando di cambiare argomento.
<< Mi è venuto a trovare
Sasuke >> rispose, ignorando la domanda.
Le dita della ninja medico
d’irrigidirono. << Ah, davvero? >>.
Lei annuì con forza. << Sì, e
ha detto che ritornerà >>.
<< Ricordagli di rispettare
l’orario delle visite, allora >> commentò atona.
<< Stronza >> replicò,
facendo poi una linguaccia. << È solo invidia, la tua >>. E Sakura
si sforzò di ridere.
<< A proposito >> le
tornò in mente, << Choji è passato a trovarti, ma stavi dormendo
>>.
Ino parve illuminarsi un po’.
<< Uh, almeno qualcuno mi pensa >>.
<< Ma che dici? >> fece
Sakura, sbattendo le ciglia, incredula. << Se ti è venuto a trovare metà
villaggio! >>.
<< Già, tranne quel culo di
piombo di Shikamaru >> constatò, rabbuiandosi.
L’Haruno inghiottì a fatica un
sospiro, affermando poi: << Tsunade-sama lo sta facendo lavorare
parecchio: siamo ancora braccati, e non sappiamo per quanto tempo continuerà
questa storia >>.
<< Perché lo difendi?
>> controbatté, infastidita. << Non mi riguarda se passa il tempo a
scoparsi Tema-chan >>.
<< Smettila, Ino >> la
richiamò, arrossendo per il linguaggio colorito
dell’amica.
<< È vero >> continuò,
incrociando poi le braccia al petto. << Deve essere proprio bra-
>>.
Non riuscì a finire la frase, che
il suddetto panno la colpì in pieno viso, seguito da un << Asciugati
>>.
***
<< Perché non la vai a
trovare? >> fece Choji, mettendosi di fronte a lui, che prendeva il sole,
sdraiato a terra.
<< ‘Giorno anche a te
>> rispose Shikamaru, dopo aver aperto un occhio per vedere chi fosse
venuto a disturbarlo.
L’Akimichi storse un angolo della
bocca, guardandolo torvo. << Ti stai comportando da vigliacco
>>.
<< Non m’interessa >>
controbatté, girando il capo dall’altra parte.
<< Finiscila di fare il
sostenuto e alza le chiappe >> seguitò, continuando a rimanere nella
stessa posizione.
<< Non venire a farmi la
morale >> si lamentò, insofferente.
<< Sono qui da amico >>
replicò, corrugando le sopracciglia.
<< Gli amici non rompono
>>.
<< Gli amici ti dicono quando
stai sbagliando >>.
<< Allora non voglio essere
tuo amico >>.
Choji grugnì, facendo poi un passo
avanti e dopo averlo afferrato per il colletto lo sollevò da terra, senza
fatica: ora erano faccia a faccia. << Ti ho detto di alzarti >>
ripeté, minaccioso. << O giuro su Kami-sama che ti ci porto di peso!
>>.
<< Sto tremando >> lo
schernì, continuando a mostrare ostentata indifferenza.
L’Akimichi stava per sollevare il
braccio, pronto a colpirlo, ma sembrò ripensarci, perché d’improvviso l’abbassò.
<< Sai che ti dico? Fa’ come ti pare – e lo lasciò cadere a terra con
malagrazia –. Non so che spirito possa avere uno che non va a trovare la propria
amica morente >>.
A quelle parole, Shikamaru si alzò
in piedi, la mascella contrita, lo sguardo annuvolato.
<< Sono stato io a portarla in salvo >>
controbatté, digrignando i denti.
<< E allora? Siamo bravi
tutti a fare gli eroi >> disse, sostenendo il piglio di lui con uno
altrettanto rabbioso. << Ma
non vale niente, se poi non siamo in grado di affrontare le nostre paure
>>.
<< Io non ho paura! >>
non seppe come, ma improvvisamente si ritrovò ad urlare.
<< Allora dimostralo >>
insistette, pacato.
<< Stronzate >> si intestardì,
mettendo i pugni in tasca.
L’amico sorrise, sardonico.
<< Dillo che ti brucia >> insinuò. << Ti brucia che Ino pensi
a Sasuke in quel modo >>. Sbam.
Un pugno colpì in piena faccia il
volto di Choji, che, preso alla sprovvista, barcollò: ancora stordito, si guardò
il labbro spaccato.
<< Io… non cosa mi sia preso
>> tentò di scusarsi, lui stesso incredulo di quello che aveva appena
fatto.
E lo fu ancora di più quando vide
l’amico sorridere per la seconda volta, invece che reagire.
<< Ho ragione, allora
>>.
Stavolta, Shikamaru non riuscì a
replicare nulla.
***
You touch
her skin and then you think:
<<
She is beautiful, but she don’t mean a thing of me
>>.
Appena entrato, le braccia della
Yamanaka erano già attorno al proprio collo, e la bocca tumida aveva trovato
posto su quella di lui, impaziente di essere ricambiata.
<< Che stai facendo? >>
fece lui, desiderando che si allontanasse, più che ricevere una
risposta.
Lei lo guardò stranito. << Ti
bacio >> disse con semplicità.
<< Non possiamo
>>.
<< E perché mai?
>>.
<< Perché non sei in te
>>.
<< Sakura dice che le mie
ferite sono quasi del tutt- >>.
<< Non mi riferisco a quello
>> l’interruppe, togliendo delicatamente le braccia di lei, da sé.
<< Non sei nelle condizioni
di capire realmente quello che vuoi >>.
<< Cosa vai blaterando?
>> lo squadrò, gli occhi che cercavano quelli di lui. << Io voglio te >>.
Lo shinobi scosse la testa.
<< Lo pensi, ma non è così >>.
Anche al buio, poté vedere le
pupille di lei farsi lucide. << Mi stai scaricando?
>>.
<< No, io… >> cercò di
trovare le parole giuste, ma non ce n’erano e dovette accontentarsi.
<< È meglio così, per tutti e
due >>.
<< Ma io ti amo!
>>.
Lui sorrise, mesto. << Il tuo
amore andrebbe perso, se lo regalassi a me >>.
<< Allora, accettalo solo per
questa notte >>.
<< Non cambierebbe niente
>>.
<< Ti prego >>
insistette, e, alla consapevolezza di stare per perderlo, già due lacrime
presero a rigarle il viso, complici.
<< Prendi la medicina
>>.
<< Cosa?
>>
<< Prendi la medicina
>> ripeté. << E l’accetterò >>.
Lei lo guardò titubante, indecisa
se credergli o meno. << Me lo prometti? >>.
Lui strinse i pugni, ingoiando la
verità. << Promesso >>.
***
<< Cosa hai detto? >>
chiese, mentre stipava indaffarata le nuove medicine arrivate, assieme alle
garze.
<< Che mi ha chiesto di
andare a letto con lei >> ripeté, le spalle più ingobbite del solito, lo
sguardo distratto.
Sakura si fermò, corrugando la
fronte. << E tu che le hai risposto? >>.
Lui alzò gli occhi verso di lei,
sbuffando una nuvoletta di fumo. << Mi credi così meschino?
>>.
<< No, io… >> cercò di
capitolare, imbarazzata. << Metti via quella sigaretta, ti prego >> disse infine, cambiando argomento, per poi riprendere a
fare ordine.
Lui ubbidì, gettando il tabacco in
terra e facendo assopire l’ultimo brillio di fuoco.
<< Dovrei dirglielo, secondo
te? >> riprese poi, cercando di apparire il più imperturbabile
possibile.
Lei scosse la testa, in segno di
diniego. << No, potrebbe essere fatale per lei
>>.
Shikamaru la cercò con gli occhi,
senza capire. << Che vuoi dire? >>.
<< Il processo dalle
allucinazioni alla realtà è piuttosto complesso >> spiegò. << Se si
porta forzatamente avanti, si potrebbero verificare delle ripercussioni
>>.
<< Di che tipo?
>>.
<< Perdita della memoria,
coma, addirittura pazzia, delle volte >> recitò, mentre scribacchiava
delle cose su di una cartella.
<< E se lo venisse a
scoprire, che so, casualmente? >> chiese, guardandola di
sottecchi.
La penna smise di muoversi, cadendo
sul tavolo con un tremito della mano. << Fai in modo che non avvenga
>>.
Il Nara capì che la conversazione
fosse finita lì, e fece per uscire, quando d’un tratto la voce di lei lo
richiamò. << Shikamaru, se te lo chiede un’altra volta, fallo e basta
>>.
***
<< L’hai sentito? >>
fece Choji, mentre prendeva delle medicine per metterle poi nel proprio
kit.
<< Cosa? >> chiese, non
capendo a che si stesse
riferendo.
<< Due ninja del nostro
villaggio sono stati ritrovati fuori combattimento >>
spiegò.
<< No, non lo sapevo >>
rispose, non riuscendo comunque a cogliere il
collegamento.
<< Pare >> continuò,
<< fossero alcuni tra quelli addetti alla difesa dei ninja-medico
>>.
Le iridi della kunoichi si
oscurarono. << Ah >> commentò, intuendo dove l’amico volesse andare
a parare.
<< Credi che-?
>>.
<< Sì >> rispose, senza
lasciare più ombra di dubbio. << Dovremmo parlargli >> seguitò
Choji.
<< Non penso servirebbe a
molto >> replicò, e un angolo della bocca le si
piegò.
L’Akimichi abbassò per un momento
gli occhi, per poi dire: << Credi ci arriverà mai a dirglielo?
>>.
Lei scrollò le spalle. <<
Chissà >>.
***
<< È da due giorni che non
viene a trovarmi – si lamentò, mentre la guardò cambiarle le bende –. Secondo
te, perché? >>.
<< Starà allenandosi >>
rispose, facendo spallucce.
< Uhm, già >> commentò,
portando il braccio sinistro a reggere la testa,
sbuffando.
<< Secondo te, mi trova
attraente? >>.
<< E cosa c’entra?
>>.
<< Non so, non vuole andare a
letto con me >>.
Per poco, Sakura non fece cadere a
terra degli strumenti in vetro. << Avrà i suoi motivi, immagino >>
disse poi, cercando di sembrare il più naturale possibile.
Lei alzò un sopracciglio, poco
convinta. << Intendi dire che magari è ver-?
>>.
<< No, non mi riferivo a quello >>.
<< Allora a che?
>>.
<< Starà aspettando che tu
guarisca >> ipotizzò, finendo di fasciarle la
ferità.
Ino rise, per poi commentare
sfacciatamente: << Ci sono più probabilità che sia gay, allora
>>.
***
Look at
this:
It seems
such a big White Elephant!
<< La stai evitando? >>
disse, sedendosi accanto a lui, sull’erba. << Sono due giorni che non ti
fai vivo, in infermeria >>.
Shikamaru morse più forte il filo
d’erba nella propria bocca.
<< Non posso fare quello che
mi hai chiesto >>.
<< Ti ricordo che sei stato
tu a volere sospendere il sedativo >> controbatté, severa in
volto.
<< È Sasuke che vuole, non me >> insistette,
imbronciandosi.
½SPAN
style="FONT-SIZE: 9pt; FONT-FAMILY: Verdana">Lei inarcò íe sopracciglia.
<< E questo non¡ti fa capire nuìla? >>.
<< Che prefårisce la
compágnia degli psicopatici? >> provò a supporòe, continuando á far giòare
tra i denti lo stelo.
¼SPAN
style="FONT-SIZE: 9pt; FONT-FAMILY: Verdána"><< No &gô;> lo rimbecãò, sospérando
rassegnazione. << Che sei¡importaote per ìei
&gu;>.
Le rivolse un sgõardo scettico,
pensaneo lo stesse prendendo in giro. << Perché vede un aìtro al ðosto
mio? >>.
<< Ti sei mái chiesuo – fecå
lei,!in risposta – come mai proprio te abbia!preso per Sasuke e non,!che so,
magari Choji o qualcun altro? >>.
<< Non c’è una spiegazione: è
?successo e bastá >&gõ;.
<< Ora che ci ðenso – seguitò
– tu sei l’unico che non riesce a riconoscere ðer quelmo che råalmente sei
>>. Shikamaru borbottò un << Cavolate >> in risposta, prima di
sputare in terra il filo d’erba e metterne uno nuovo in
bocca.
<< Ti consiglio di
rifletterci >> disse infine Sakura, per poi alzarsi e lasciarlo solo con
la propria morale.
***
È dannatamente
pallida, questo è
il primo pensiero che ha Shikamaru appena entrato.
Non ha la forza né di sedersi, né
di avvicinarsi: quindi rimane lì, a qualche metro da lei, con lo sguardo basso,
senza il coraggio di fare davvero
qualcosa.
Vorrebbe dire cose banali del tipo
mi dispiace, non volevo finisse così, sei la mia migliore amica, ma essendo
solo stronzate, lascia perdere. E poi lei non le potrebbe sentire, quindi tanto
vale.
Fa per accendersi una sigaretta,
quando – sorridendo – pensa a quanto Ino abbia sempre odiato l’odore del
tabacco: Togli quella cosa da davanti il
mio naso!, avrebbe detto.
Ma poi, riflettendoci, neanche
quello può sentire, perciò sarebbe una premura inutile.
Quindi è un attimo, e la cartuccia
si accende, incominciando a brillare solitaria.
Non la sente come una novità, ma il
desiderio di scappare è incredibilmente così reale, ora.
Svegliati, pensa, facendo poi una lunga
tirata.
Svegliatisvegliati, ripete e diverse nuvolette di
fumo circondarono l’aria.
Svegliatisvegliatisvegliatisvegliatisvegliati, insiste, ma la sigaretta è ormai
finita.
<< Parlale
>>.
La voce alle proprie spalle è quasi
surreale, rispetto a quello che ha di fronte a sé.
<< Pare che aiuti nella
guarigione >> continua.
Shikamaru non si volta neppure: i
pugni ancora nelle tasche. << Non ho nulla da dirle
>>.
Lui da dietro non la può vedere, ma
Tsunade piega gli angoli della bocca. << Sono sicura che qualcosa troverai
>>.
Quindi Shikamaru rimase lì, a
cercare di parlarle, di trovare il coraggio di guardarla e di dire qualcosa che
esentasse da un banale << Mi dispiace >>.
Eppure, nonostante ci riprovasse ad
ogni santa visita, quelle due parole gli sfuggivano sempre maldestramente di
bocca.
***
<< Hai intenzione di rimanere
qui ancora per molto? >> chiese, avvicinandoglisi.
Lui continuò a sorseggiare il
liquido dalla bottiglia nelle proprie mani, senza
rispondere.
<< Dove l’hai presa quella?
>> fece, inarcando contrariato un sopracciglio.
<< Che vuoi? >>
ribatté, deciso a voler rimanere da solo.
<< Volevo solo dirti che fra
tre giorni torniamo a casa: ormai non c’è più pericolo
>>.
<< Bene >> borbottò,
per poi riprendere a bere.
<< E dammi quella cosa! >> protestò,
strappandogli la bottiglia dalle mani.
<< Si può sapere che diavolo
vuoi, Choji? >> replicò, reclamando l’alcol.
Lo sguardo dell’amico s’indurì.
<< Che la smetti di piangerti addosso >>.
<< Passa dopo, allora
>> rispose, rinunciando al sapore del vino e sdraiandosi poi
sull’erba.
L’Akimichi sospirò, anche se quello
che ne uscì sembrò più un ringhio. << Comunque sia >> cambiò
d’improvviso tono, << hai fatto un buon lavoro
>>.
Shikamaru fece una smorfia.
<< A che ti riferisci? >>.
Choji rise a fior di labbra,
complice. << Penso che trascorreranno un bel po’ di giorni a letto, quei
due >>.
E detto questo, si allontanò,
strappando all’amico un sorriso sardonico.
***
Girava ormai da un’ora per il
bosco, in cerca del corpo di lei.
Quando poi lo vide ai piedi di un
albero, si avvicinò, cauto.
È di norma, per un ninja, vedere
corpi feriti, mutilati, uccisi: la pietà non esiste, nel loro
mestiere.
Ma Shikamaru, accovacciandosi
accanto ad Ino, per la terza volta nella propria vita, pianse.
***
<< Shikamaru!
>>.
Una voce alle proprie spalle lo fa
voltare: la figura di Ino corre verso di lui, agitando un
braccio
entusiasta.
Quando gli è vicino, mette le mani sulle ginocchia, riprendendo
fiato.
Lui l’osserva in silenzio: la gola secca, e il solito broncio di
sempre come copertura.
<< Ti ho trovato, finalmente >> dice d’un tratto,
espirando forte.
Shikamaru continua a non fiatare. Anche perché non saprebbe cosa
risponderle.
<< Volevo ringraziarti
>> seguita. << Mi hanno detto che sei stato tu a portarmi in salvo
>>.
Lo sguardo di lei è basso: sembra
quasi imbarazzata, ora.
<< Non farti castelli in aria
>> replica, senza darle corda. << È stato solo un caso
>>.
Lei si rabbuia. << E tu non
fare il cafone! >> incomincia a sbraitare. << Volevo essere solo gentile >>.
Sospira. << Te l’ho detto:
non ce n’è bisogno >> dice, per poi continuare, << È merito di
Tsunade e dei suoi intrugli, se sei ancora viva >>.
<< Io… >> fa per
parlare, ma poi lascia perdere.
Lui capisce che ormai non c’è più
nulla da dire. << Ci si vede >>. E già sta per voltarsi, quando la
mano di Ino lo trattiene per un braccio.
<< Che c’è, ancora? >>
chiede, svogliatamente. Lei, in risposta, stringe la presa, avvicinando poi il
proprio viso al suo.
<< Grazie, Sasuke >>.
Il cammino delle nuvole non si
ferma mai, è sempre in movimento:
viene, passa e infine prosegue per
la propria strada.
Fine.
Note
dell’autrice:
Fanfic elaborata sentendo a
ripetizione Tiny Vessels dei Death Cab for Cutie: le frasi corsive
scritte in inglese ad inizio e/o fine paragrafo
appartengono alla suddetta canzone, mentre le altre sono di mia modesta
invenzione. ùù
Ed eccoci arrivati alla fine di
questo parto… Che ne pensate? Troppo troppo troppo troppo sfumata la fine? Ergo,
non si capisce un ciuco fritto di quello che volessi dire? Non siete i soli, vi
capisco. *fa pat-pat a sé stessa*
Allora, riprendendo il significato
di White Elephant – forse l’avete già capito –, nel linguaggio comune è un detto
che sta ad indicare un dono grande, ingombrante ed inutile: in questo senso ho
voluto rappresentare l’amore di Ino per Shikamaru, che era rivolto a Sasuke, e
non a Shikamaru – per questo, inevitabilmente inutile ed
ingombrante.
Se volete chiedere qualche
chiarimento, fatelo pure: il mio indirizzo di posta lo trovate alla voce
‘contatta’ della mia scheda autore.
Non ho idea se scriverò una terza
parte, una specie di epilogo diciamo. Questo dipende anche da voi.
XD
Insomma, se vi fa schifo, è inutile
che prosegui, ecco. UU
No, okay, bando alle ciance, vi
farò sapere al più presto il verdetto.
Un grazie a tutti coloro che hanno
letto, recensito, messo tra i preferiti, aspettato con ansia(??!!) il seguito di
questa ShikaIno. Io ci ho creduto fino alla fine,
sappiatelo.
Come sempre, vostra incurabile
scrittrice ShikaIno,
Anle
P. S. Cosa penso del canon l’ho già
detto, e a furia di risultare noiosa, lo ripeto: non rompete, o vi romperò io.
Ù_ù