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Autore: Anle    06/07/2008    3 recensioni
Second Part, the end.
[...]« Tu l’hai visto? » chiese poi, inaspettatamente. La kunoichi ebbe un sussulto, ma non disse nulla.
« Ci hai parlato? » continuò a domandare, prendendo il suo silenzio per un sì.
« Cosa te lo fa pensare? » replicò, cercando di sorridere.
Lui la guardò negli occhi, come a cercare di studiarla. « Non hai detto una parola, da quando siamo tornati dalla missione ». « Le cose cambiano » si difese.
« Non credo » controbatté. « Alla fine, rimane tutto fottutamente uguale ».
E, quando infine si allontanò, Sakura non pianse solo per sé, ma anche per Shikamaru.
[...]
[ShikaInoSasu][ShikaIno]
Genere: Malinconico, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Shikamaru Nara
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
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A Daidouji-chan, la migliore nipote che si possa avere.




*


CC2

 

 

All I see are dark grey clouds,
in the distance moving closer with every hour.
So when you ask "Was something wrong?",
that I think "You're damn right there is, but we can't talk about it now.
No, we can't talk about it now."

 

 

 

 

 

Se avesse potuto, avrebbe cancellato quel nome dalla faccia della terra, e preso a pugni quella faccia da cavolo che lo portava.

Inspirò, s’immedesimò nella parte, e incominciò a recitare. << Ciao, Ino >> disse, tenendo lo sguardo basso e non riuscendo a voltarsi.

<< Ti aspettavo, da tanto >> disse lei, stringendosi le ginocchia contro il petto.

Lui non rispose, rimanendo immobile nella sua posizione. << Perché non sei venuto prima? >>.

<< Stavo allenandomi per acquisire potere >> la buttò lì, senza sforzo.

<< Giusto >> convenne Ino, per poi sorridere. << Fortuna che ora sei qui >>.

Lui annuì impercettibilmente, pensando che, in fondo, recitare il ruolo di un pazzo psicopatico, quale l’Uchiha, non era poi così complicato.

<< Che fai? Siediti vicino a me >> e con una mano toccò il bordo del letto, invitandolo ad avvicinarsi.

Lo shinobi si accostò alla sponda, sedendosi al suo fianco con leggerezza. E prima ancora che se ne rendesse conto, le braccia della Yamanaka gli circondarono la vita, intrappolandolo in un abbraccio senza possibilità di repliche. << Mi sei mancato >> sussurrò, soffiandogli con fastidiosa dolcezza sul collo.

Lui non sapeva cosa replicare, quindi rimase in silenzio e la lasciò fare, senza poter evitare che un senso di disagio lo invadesse.

<< Da quant’è che fumi? >> chiese d’un tratto, annusando la divisa dello shinobi.

Colto di sorpresa, s’irrigidì, sperando di non essere scoperto. << Da un po’ >> rispose vago, non lasciando adito ad altre domande.

<< Gli altri sanno che sei qui? Ti hanno forse preso? >> domandò poi, improvvisamente colta da un dubbio preminente.

<< Sono qui di mia spontanea volontà >> rispose, con calma. Ed intanto un goccia colava giù lungo il volto, mettendo in evidenza la propria agitazione.

La sentì quindi rilassarsi contro di lui, e un sorriso le curvò le labbra. << Sei venuto per me >> affermò, stringendoglisi ancora di più con il petto.

Nuovamente non rispose, stringendo invece i pugni sulle ginocchia, chiedendosi per quanto ancora avrebbe dovuto recitare questa farsa. Il corpo quasi nudo di lei sul suo, poi, non aiutava di certo a ragionare lucidamente.

<< Perché non rimani qui, stanotte? >> gli propose, la voce calda che coccolava le orecchie stanche.

<< Non credo di potere >> replicò sbrigativamente, cercando di tirarsi fuori da quell’assurda circostanza. << In effetti, si è fatto tardi e- >>.

<< Facciamo l’amore >> fece impulsiva.

Lo shinobi deglutì, la bocca impastata per l’imbarazzo. << Sarebbe troppo rischioso >> tentò di dissuaderla, facendosi impercettibilmente avanti col bacino.

Lei rise. << Ma no! Nessuno lo verrebbe a sapere: sono tutti impegnati a fare altro >>.

<< Non ho, ehm, il preservativo >> continuò, maledicendosi per come riuscisse a ficcarsi in situazioni del genere.

<< Che c’è, non mi vuoi? >> s’imbronciò, offesa del suo rifiuto.

<< Io, in realt- >> fece per dire, quando una voce da fuori lo richiamò. << Aspettami qui >> disse poi, unicamente.

Si sciolse quindi dall’abbraccio della Yamanaka, non senza proteste da parte sua, che fece di tutto per trattenerlo.

Quando tornò, trovò Ino ancora in piedi, ad attenderlo: nella tasca della divisa, giocherellava con una boccetta di vetro.

<< Eccomi >> fece, sedendosi di nuovo accanto a lei, anche se in realtà sperava dormisse già da tempo.

<< Finalmente >> rispose, circondandogli le braccia attorno al collo, tentando di baciarlo.

Lui si ritrasse. << Aspetta >> disse, tirando fuori dalla tasca il sedativo.

<< Cos’è? >> domandò, guardandola di sbieco.

<< Ti aiuterà a riprendere le forze >> assicurò, mettendogliela davanti agli occhi.

Anche se non del tutto convinta, la presa in mano, squadrandola. << Bevila >> l’incitò.

<< Mmh, okay, e poi facciamo sesso? >>.

<< C-certo >> replicò, cercando di essere persuasivo. Quindi Ino stappò la bottiglietta, sorseggiandone velocemente il liquido. << È amara >> commentò, dopo averla finita, facendo una faccia disgustata.

Come la menzogna, pensò. << Già >> asserì, invece.

<< Oh, mi sento così stanca >> disse d’un tratto, e già le palpebre incominciavano a farsi pesanti.

<< Riposati >> la persuase, rimboccandole le coperte.

<< Sasuke, io… >> tentò di dire, ma la stanchezza le aveva ormai afferrato, rapace, la mente.

<< Tornerò, Ino >> promise, prima di uscire e lasciare che il rimorso gli attanagliasse la coscienza.

La figura di Sakura fece capolino dalla zona in ombra, esile. << Come è andata? >>.

<< Ora sta dormendo >>.

<< Bene >> replicò, ma un angolo della bocca le si piegò, amaro. << E così, ti crede Sasuke >>.

Lui non rispose, limitandosi ad accendersi una sigaretta e portarla alle labbra.

<< Io non lo farei, se fossi in te >> gli consigliò, guardandolo perspicace.

Lui socchiuse gli occhi. << Che fai, origli ora? >>.

Lei non si scompose, ma se non fosse stato per la notte, si sarebbero potute vedere due chiazze rosse adombrarle le gote. << Faccio solo il mio lavoro >>.

« Già » convenne sardonico, gettando in terra il tabacco di forma cilindrica.

« Tu l’hai visto? » chiese poi, inaspettatamente. La kunoichi ebbe un sussulto, ma non disse nulla.

« Ci hai parlato? » continuò a domandare, prendendo il suo silenzio per un sì.

« Cosa te lo fa pensare? » replicò, cercando di sorridere.

Lui la guardò negli occhi, come a cercare di studiarla. « Non hai detto una parola, da quando siamo tornati dalla missione ».

« Le cose cambiano » si difese.

« Non credo » controbatté. « Alla fine, rimane tutto fottutamente uguale ».

E, quando infine si allontanò, Sakura non pianse solo per sé, ma anche per Shikamaru.

 

 

 

***

 

 

L’Hokage continuava a sfogliare libri da almeno un paio d’ore ormai, e la stessa espressione d’insoddisfazione le colorava il volto da altrettante.

<< Trovato niente, Tsunade-sama? >> chiese l’Haruno, entrando nella tenda.

<< Non molto, purtroppo >> commentò stancamente.

La kunoichi abbassò lo sguardo, in pena. << Questo vuol dire che… >>.

<< Per ora, è l’unica cosa da fare >> fece la donna, chiudendo il tomo che stava tormentando da qualche minuto.

<< Capisco >> asserì, mordendosi le labbra.

<< Affido a te l’incarico di prepararlo >> le ordinò poi, prendendo in mano un altro volume, scetticamente.

<< Come volete >> obbedì, inespressiva. << Sappiate comunque che io non sono d’accordo, e che, se accetto i vostri ordini, è solo perché voi sei siete il mio maestro >>.

L’Hokage non replicò, attendendo solo che l’allieva uscisse, per poi sospirare e pensare a quanto fosse cresciuta in questi anni.

 

 

***

 

 

<< Come sei pallida, Fronte Spaziosa >> notò Ino, guardandola bagnare un panno nell’acqua fredda, per poi strizzarlo e passarlo sul volto e le braccia della Yamanaka.

<< Potrei dire lo stesso di te, Ino-pig >> ribatté Sakura, sforzandosi di sorridere.

<< Ma io sono malata >> constatò. << Tu che scusa hai? >>.

Lei alzò le sopracciglia. << Mi occupo di te >>.

A quel punto, la Yamanaka s’imbronciò. << Non sei affatto carina, sai? >>.

L’Haruno, voltandosi per prendere delle bende pulite, alzò gli occhi al cielo. << Come ti senti? >> chiese, cercando di cambiare argomento.

<< Mi è venuto a trovare Sasuke >> rispose, ignorando la domanda.

Le dita della ninja medico d’irrigidirono. << Ah, davvero? >>.

Lei annuì con forza. << Sì, e ha detto che ritornerà >>.

<< Ricordagli di rispettare l’orario delle visite, allora >> commentò atona.

<< Stronza >> replicò, facendo poi una linguaccia. << È solo invidia, la tua >>. E Sakura si sforzò di ridere.

<< A proposito >> le tornò in mente, << Choji è passato a trovarti, ma stavi dormendo >>.

Ino parve illuminarsi un po’. << Uh, almeno qualcuno mi pensa >>.

<< Ma che dici? >> fece Sakura, sbattendo le ciglia, incredula. << Se ti è venuto a trovare metà villaggio! >>.

<< Già, tranne quel culo di piombo di Shikamaru >> constatò, rabbuiandosi.

L’Haruno inghiottì a fatica un sospiro, affermando poi: << Tsunade-sama lo sta facendo lavorare parecchio: siamo ancora braccati, e non sappiamo per quanto tempo continuerà questa storia >>.

<< Perché lo difendi? >> controbatté, infastidita. << Non mi riguarda se passa il tempo a scoparsi Tema-chan >>.

<< Smettila, Ino >> la richiamò, arrossendo per il linguaggio colorito dell’amica.

<< È vero >> continuò, incrociando poi le braccia al petto. << Deve essere proprio bra- >>.

Non riuscì a finire la frase, che il suddetto panno la colpì in pieno viso, seguito da un << Asciugati >>.

 

 

 

***

 

 

<< Perché non la vai a trovare? >> fece Choji, mettendosi di fronte a lui, che prendeva il sole, sdraiato a terra.

<< ‘Giorno anche a te >> rispose Shikamaru, dopo aver aperto un occhio per vedere chi fosse venuto a disturbarlo.

L’Akimichi storse un angolo della bocca, guardandolo torvo. << Ti stai comportando da vigliacco >>.

<< Non m’interessa >> controbatté, girando il capo dall’altra parte.

<< Finiscila di fare il sostenuto e alza le chiappe >> seguitò, continuando a rimanere nella stessa posizione.

<< Non venire a farmi la morale >> si lamentò, insofferente.

<< Sono qui da amico >> replicò, corrugando le sopracciglia.

<< Gli amici non rompono >>.

<< Gli amici ti dicono quando stai sbagliando >>.

<< Allora non voglio essere tuo amico >>.

Choji grugnì, facendo poi un passo avanti e dopo averlo afferrato per il colletto lo sollevò da terra, senza fatica: ora erano faccia a faccia. << Ti ho detto di alzarti >> ripeté, minaccioso. << O giuro su Kami-sama che ti ci porto di peso! >>.

<< Sto tremando >> lo schernì, continuando a mostrare ostentata indifferenza.

L’Akimichi stava per sollevare il braccio, pronto a colpirlo, ma sembrò ripensarci, perché d’improvviso l’abbassò. << Sai che ti dico? Fa’ come ti pare – e lo lasciò cadere a terra con malagrazia –. Non so che spirito possa avere uno che non va a trovare la propria amica morente >>.

A quelle parole, Shikamaru si alzò in piedi, la mascella contrita, lo sguardo annuvolato.

<< Sono stato io a portarla in salvo >> controbatté, digrignando i denti.

<< E allora? Siamo bravi tutti a fare gli eroi >> disse, sostenendo il piglio di lui con uno altrettanto rabbioso.  << Ma non vale niente, se poi non siamo in grado di affrontare le nostre paure >>.

<< Io non ho paura! >> non seppe come, ma improvvisamente si ritrovò ad urlare.

<< Allora dimostralo >> insistette, pacato.

<< Stronzate >> si intestardì, mettendo i pugni in tasca.

L’amico sorrise, sardonico. << Dillo che ti brucia >> insinuò. << Ti brucia che Ino pensi a Sasuke in quel modo >>. Sbam.

Un pugno colpì in piena faccia il volto di Choji, che, preso alla sprovvista, barcollò: ancora stordito, si guardò il labbro spaccato.

<< Io… non cosa mi sia preso >> tentò di scusarsi, lui stesso incredulo di quello che aveva appena fatto.

E lo fu ancora di più quando vide l’amico sorridere per la seconda volta, invece che reagire.

<< Ho ragione, allora >>.

Stavolta, Shikamaru non riuscì a replicare nulla.

 

 

 

***

 

 

 

You touch her skin and then you think:

<< She is beautiful, but she don’t mean a thing of me >>.

 

 

 

 

 

Appena entrato, le braccia della Yamanaka erano già attorno al proprio collo, e la bocca tumida aveva trovato posto su quella di lui, impaziente di essere ricambiata.

<< Che stai facendo? >> fece lui, desiderando che si allontanasse, più che ricevere una risposta.

Lei lo guardò stranito. << Ti bacio >> disse con semplicità.

<< Non possiamo >>.

<< E perché mai? >>.

<< Perché non sei in te >>.

<< Sakura dice che le mie ferite sono quasi del tutt- >>.

<< Non mi riferisco a quello >> l’interruppe, togliendo delicatamente le braccia di lei, da sé.

<< Non sei nelle condizioni di capire realmente quello che vuoi >>.

<< Cosa vai blaterando? >> lo squadrò, gli occhi che cercavano quelli di lui. << Io voglio te >>.

Lo shinobi scosse la testa. << Lo pensi, ma non è così >>.

Anche al buio, poté vedere le pupille di lei farsi lucide. << Mi stai scaricando? >>.

<< No, io… >> cercò di trovare le parole giuste, ma non ce n’erano e dovette accontentarsi.

<< È meglio così, per tutti e due >>.

<< Ma io ti amo! >>.

Lui sorrise, mesto. << Il tuo amore andrebbe perso, se lo regalassi a me >>.

<< Allora, accettalo solo per questa notte >>.

<< Non cambierebbe niente >>.

<< Ti prego >> insistette, e, alla consapevolezza di stare per perderlo, già due lacrime presero a rigarle il viso, complici.

<< Prendi la medicina >>.

<< Cosa? >>

<< Prendi la medicina >> ripeté. << E l’accetterò >>.

Lei lo guardò titubante, indecisa se credergli o meno. << Me lo prometti? >>.

Lui strinse i pugni, ingoiando la verità.  << Promesso >>.

 

 

***

 

 

<< Cosa hai detto? >> chiese, mentre stipava indaffarata le nuove medicine arrivate, assieme alle garze.

<< Che mi ha chiesto di andare a letto con lei >> ripeté, le spalle più ingobbite del solito, lo sguardo distratto.

Sakura si fermò, corrugando la fronte. << E tu che le hai risposto? >>.

Lui alzò gli occhi verso di lei, sbuffando una nuvoletta di fumo. << Mi credi così meschino? >>.

<< No, io… >> cercò di capitolare, imbarazzata. << Metti via quella sigaretta, ti prego >> disse infine,  cambiando argomento, per poi riprendere a fare ordine.

Lui ubbidì, gettando il tabacco in terra e facendo assopire l’ultimo brillio di fuoco.

<< Dovrei dirglielo, secondo te? >> riprese poi, cercando di apparire il più imperturbabile possibile.

Lei scosse la testa, in segno di diniego. << No, potrebbe essere fatale per lei >>.

Shikamaru la cercò con gli occhi, senza capire. << Che vuoi dire? >>.

<< Il processo dalle allucinazioni alla realtà è piuttosto complesso >> spiegò. << Se si porta forzatamente avanti, si potrebbero verificare delle ripercussioni >>.

<< Di che tipo? >>.

<< Perdita della memoria, coma, addirittura pazzia, delle volte >> recitò, mentre scribacchiava delle cose su di una cartella.

<< E se lo venisse a scoprire, che so, casualmente? >> chiese, guardandola di sottecchi.

La penna smise di muoversi, cadendo sul tavolo con un tremito della mano. << Fai in modo che non avvenga >>.

Il Nara capì che la conversazione fosse finita lì, e fece per uscire, quando d’un tratto la voce di lei lo richiamò. << Shikamaru, se te lo chiede un’altra volta, fallo e basta >>.

 

 

***

 

 

<< L’hai sentito? >> fece Choji, mentre prendeva delle medicine per metterle poi nel proprio kit.

<< Cosa? >> chiese, non capendo a  che si stesse riferendo.

<< Due ninja del nostro villaggio sono stati ritrovati fuori combattimento >> spiegò.

<< No, non lo sapevo >> rispose, non riuscendo comunque a cogliere il collegamento.

<< Pare >> continuò, << fossero alcuni tra quelli addetti alla difesa dei ninja-medico >>.

Le iridi della kunoichi si oscurarono. << Ah >> commentò, intuendo dove l’amico volesse andare a parare.

<<  Credi che-? >>.

<< Sì >> rispose, senza lasciare più ombra di dubbio. << Dovremmo parlargli >> seguitò Choji.

<< Non penso servirebbe a molto >> replicò, e un angolo della bocca le si piegò.

L’Akimichi abbassò per un momento gli occhi, per poi dire: << Credi ci arriverà mai a dirglielo? >>.

Lei scrollò le spalle. << Chissà >>.

 

 

***

 

 

<< È da due giorni che non viene a trovarmi – si lamentò, mentre la guardò cambiarle le bende –. Secondo te, perché? >>.

<< Starà allenandosi >> rispose, facendo spallucce.

< Uhm, già >> commentò, portando il braccio sinistro a reggere la testa, sbuffando.

<< Secondo te, mi trova attraente? >>.

<< E cosa c’entra? >>.

<< Non so, non vuole andare a letto con me >>.

Per poco, Sakura non fece cadere a terra degli strumenti in vetro. << Avrà i suoi motivi, immagino >> disse poi, cercando di sembrare il più naturale possibile.

Lei alzò un sopracciglio, poco convinta. << Intendi dire che magari è ver-? >>.

<< No, non mi riferivo a quello >>.

<< Allora a che? >>.

<< Starà aspettando che tu guarisca >> ipotizzò, finendo di fasciarle la ferità.

Ino rise, per poi commentare sfacciatamente: << Ci sono più probabilità che sia gay, allora >>.

 

 

***

 

 

                                                                                                                                         Look at this:

It seems such a big White Elephant!

 

 

 

<< La stai evitando? >> disse, sedendosi accanto a lui, sull’erba. << Sono due giorni che non ti fai vivo, in infermeria >>.

Shikamaru morse più forte il filo d’erba nella propria bocca.

<< Non posso fare quello che mi hai chiesto >>.

<< Ti ricordo che sei stato tu a volere sospendere il sedativo >> controbatté, severa in volto.

<< È Sasuke che vuole, non me >> insistette, imbronciandosi.

½SPAN style="FONT-SIZE: 9pt; FONT-FAMILY: Verdana">Lei inarcò íe sopracciglia. << E questo non¡ti fa capire nuìla? >>.

<< Che prefårisce la compágnia degli psicopatici? >> provò a supporòe, continuando á far giòare tra i denti lo stelo.

¼SPAN style="FONT-SIZE: 9pt; FONT-FAMILY: Verdána"><< No &gô;> lo rimbecãò, sospérando rassegnazione. << Che sei¡importaote per ìei &gu;>.

Le rivolse un sgõardo scettico, pensaneo lo stesse prendendo in giro. << Ti sei mái chiesuo – fecå lei,!in risposta – come mai proprio te abbia!preso per Sasuke e non,!che so, magari Choji o qualcun altro? >>.<¯o:p>

<< Non c’è una spiegazione: è ?successo e bastá >&gõ;.

<< Ora che ci ðenso – seguitò – tu sei l’unico che non riesce a riconoscere ðer quelmo che råalmente sei >>. Shikamaru borbottò un << Cavolate >> in risposta, prima di sputare in terra il filo d’erba e metterne uno nuovo in bocca.

<< Ti consiglio di rifletterci >> disse infine Sakura, per poi alzarsi e lasciarlo solo con la propria morale.

 

 

 

***

 

 

È dannatamente pallida, questo è il primo pensiero che ha Shikamaru appena entrato.

Non ha la forza né di sedersi, né di avvicinarsi: quindi rimane lì, a qualche metro da lei, con lo sguardo basso, senza il coraggio di fare davvero qualcosa.

Vorrebbe dire cose banali del tipo mi dispiace, non volevo finisse così, sei la mia migliore amica, ma essendo solo stronzate, lascia perdere. E poi lei non le potrebbe sentire, quindi tanto vale.

Fa per accendersi una sigaretta, quando – sorridendo – pensa a quanto Ino abbia sempre odiato l’odore del tabacco: Togli quella cosa da davanti il mio naso!, avrebbe detto.

Ma poi, riflettendoci, neanche quello può sentire, perciò sarebbe una premura inutile.

Quindi è un attimo, e la cartuccia si accende, incominciando a brillare solitaria.

Non la sente come una novità, ma il desiderio di scappare è incredibilmente così reale, ora.

Svegliati, pensa, facendo poi una lunga tirata.

Svegliatisvegliati, ripete e diverse nuvolette di fumo circondarono l’aria.

Svegliatisvegliatisvegliatisvegliatisvegliati, insiste, ma la sigaretta è ormai finita.

<< Parlale >>.

La voce alle proprie spalle è quasi surreale, rispetto a quello che ha di fronte a sé.

<< Pare che aiuti nella guarigione >> continua.

Shikamaru non si volta neppure: i pugni ancora nelle tasche. << Non ho nulla da dirle >>.

Lui da dietro non la può vedere, ma Tsunade piega gli angoli della bocca. << Sono sicura che qualcosa troverai >>.

Quindi Shikamaru rimase lì, a cercare di parlarle, di trovare il coraggio di guardarla e di dire qualcosa che esentasse da un banale << Mi dispiace >>.

Eppure, nonostante ci riprovasse ad ogni santa visita, quelle due parole gli sfuggivano sempre maldestramente di bocca.

 

 

***

 

 

<< Hai intenzione di rimanere qui ancora per molto? >> chiese, avvicinandoglisi.

Lui continuò a sorseggiare il liquido dalla bottiglia nelle proprie mani, senza rispondere.

<< Dove l’hai presa quella? >> fece, inarcando contrariato un sopracciglio.

<< Che vuoi? >> ribatté, deciso a voler rimanere da solo.

<< Volevo solo dirti che fra tre giorni torniamo a casa: ormai non c’è più pericolo >>.

<< Bene >> borbottò, per poi riprendere a bere.

<< E dammi quella cosa! >> protestò, strappandogli la bottiglia dalle mani.

<< Si può sapere che diavolo vuoi, Choji? >> replicò, reclamando l’alcol.

Lo sguardo dell’amico s’indurì. << Che la smetti di piangerti addosso >>.

<< Passa dopo, allora >> rispose, rinunciando al sapore del vino e sdraiandosi poi sull’erba.

L’Akimichi sospirò, anche se quello che ne uscì sembrò più un ringhio.  << Comunque sia >> cambiò d’improvviso tono, << hai fatto un buon lavoro >>.

Shikamaru fece una smorfia. << A che ti riferisci? >>.

Choji rise a fior di labbra, complice. << Penso che trascorreranno un bel po’ di giorni a letto, quei due >>.

E detto questo, si allontanò, strappando all’amico un sorriso sardonico.

 

 

***

 

 

Girava ormai da un’ora per il bosco, in cerca del corpo di lei.

 

Quando poi lo vide ai piedi di un albero, si avvicinò, cauto.

 

È di norma, per un ninja, vedere corpi feriti, mutilati, uccisi: la pietà non esiste, nel loro mestiere.

 

Ma Shikamaru, accovacciandosi accanto ad Ino, per la terza volta nella propria vita, pianse.

 

 

***

 

 

<< Shikamaru! >>.

Una voce alle proprie spalle lo fa voltare: la figura di Ino corre verso di lui, agitando un braccio

entusiasta. 

Quando gli è vicino, mette le mani sulle ginocchia, riprendendo fiato.

Lui l’osserva in silenzio: la gola secca, e il solito broncio di sempre come copertura.

<< Ti ho trovato, finalmente >> dice d’un tratto, espirando forte.

Shikamaru continua a non fiatare. Anche perché non saprebbe cosa risponderle.

<< Volevo ringraziarti >> seguita. << Mi hanno detto che sei stato tu a portarmi in salvo >>.

Lo sguardo di lei è basso: sembra quasi imbarazzata, ora.

<< Non farti castelli in aria >> replica, senza darle corda. << È stato solo un caso >>.

Lei si rabbuia. << E tu non fare il cafone! >> incomincia a sbraitare. << Volevo essere solo gentile >>.

Sospira. << Te l’ho detto: non ce n’è bisogno >> dice, per poi continuare, << È merito di Tsunade e dei suoi intrugli, se sei ancora viva >>.

<< Io… >> fa per parlare, ma poi lascia perdere.

Lui capisce che ormai non c’è più nulla da dire. << Ci si vede >>. E già sta per voltarsi, quando la mano di Ino lo trattiene per un braccio.

<< Che c’è, ancora? >> chiede, svogliatamente. Lei, in risposta, stringe la presa, avvicinando poi il proprio viso al suo.

<< Grazie, Sasuke >>.

 

 

 

 

 

Il cammino delle nuvole non si ferma mai, è sempre in movimento:

viene, passa e infine prosegue per la propria strada.

 

 

 

 

 

 

 

Fine.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note dell’autrice:

 

Fanfic elaborata sentendo a ripetizione Tiny Vessels dei Death Cab for Cutie: le frasi corsive scritte in inglese ad inizio e/o fine paragrafo appartengono alla suddetta canzone, mentre le altre sono di mia modesta invenzione. ùù

Ed eccoci arrivati alla fine di questo parto… Che ne pensate? Troppo troppo troppo troppo sfumata la fine? Ergo, non si capisce un ciuco fritto di quello che volessi dire? Non siete i soli, vi capisco. *fa pat-pat a sé stessa*

Allora, riprendendo il significato di White Elephant – forse l’avete già capito –, nel linguaggio comune è un detto che sta ad indicare un dono grande, ingombrante ed inutile: in questo senso ho voluto rappresentare l’amore di Ino per Shikamaru, che era rivolto a Sasuke, e non a Shikamaru – per questo, inevitabilmente inutile ed ingombrante.

Se volete chiedere qualche chiarimento, fatelo pure: il mio indirizzo di posta lo trovate alla voce ‘contatta’ della mia scheda autore.

Non ho idea se scriverò una terza parte, una specie di epilogo diciamo. Questo dipende anche da voi. XD

Insomma, se vi fa schifo, è inutile che prosegui, ecco. UU

No, okay, bando alle ciance, vi farò sapere al più presto il verdetto.

Un grazie a tutti coloro che hanno letto, recensito, messo tra i preferiti, aspettato con ansia(??!!) il seguito di questa ShikaIno. Io ci ho creduto fino alla fine, sappiatelo.

 

Come sempre, vostra incurabile scrittrice ShikaIno,

 

Anle

 

P. S. Cosa penso del canon l’ho già detto, e a furia di risultare noiosa, lo ripeto: non rompete, o vi romperò io. Ù_ù

 

 

  
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