Neji arrestò il passo all’entrata dell’imponente palazzo, ammirando con occhi lucidi la versione gigante del manifesto che Hinata gli aveva mostrato poco prima, assumendo la posa più sensualmente pucchosa che il mondo avesse mai visto (detta anche “posa da gatto con gli stivali”).
Dopo qualche istante si sentì una musica ovattata provenire dall’interno dell’edificio; Hinata e Naruto, ancora intenti a riprendere fiato, cercavano di capire di quale canzone si trattasse, ma prima che potessero anche solo aprire bocca per protestare vennero riafferrati per i polsi e trascinati ancora una volta da un euforico Neji, che canticchiava con nonchalance un motivetto ai due sconosciuto.
“Oh, you touch my tralala.
la la la...
mmm, my ding ding dong,
oh you touch my tralala,
mmm, my ding ding dong.
La la la.”
Sorrideva con la gioia di un bambino, faceva quasi tenerezza; poi, con un’espressione da *mamma quanto sono figo*, lanciò uno sguardo d’intesa a Hinata, che estrasse dalla sacca un oggetto rotondo e glielo porse. A quel gesto Naruto, ridestatosi dallo stato comatoso in cui era ridotto fino ad un minuto prima – ma ancora più rincoglionito del solito per gli eventi che lo avevano travolto -, chiese incuriosito:
“e quell’affare cos’è?”
Hinata, impietosita dallo sguardo ebete che le stava rivolgendo, gli rispose pazientemente:
“è uno specchietto”
Il ragazzo si accigliò, e iniziò a studiare quell’aggeggio sconosciuto grattandosi la nuca pensieroso; Neji notò quella reazione stranita e terribilmente seccato gli lanciò un’occhiata di sbieco, aggiungendo saccente:
“Se sei uno straccione e non curi la tua immagine di certo la colpa non è nostra” poi strappò l’oggetto dalle mani di Hinata e osservò ammirato la sua immagine riflessa, sistemando oltre la fascia i ciuffi ribelli che gli incorniciavano il volto. “Perfetto! – esultò internamente - Tutto merito di Antoin e del suo taglio scalato” pensò soddisfatto.
Ripristinata la maschera di uomo impassibile in meno di mezzo secondo, si voltò verso la tumultuosa folla che si stagliava davanti alla cosiddetta ‘reception’ (un bancone in legno, in procinto di rompersi, dietro cui sedevano annoiati [ma comunque tremendamente sexy] due ragazzi), e cacciò un urlo che fece ricondurre per la seconda volta in una giornata al più gay degli stilisti gay, questa volta in piena crisi pre-sfilata.
“Byakugan!” e magicamente le prime tre file si spostarono per lasciarli passare.
Tra l’ammasso di persone che ora lo fissavano, chi spaventato a morte, chi semplicemente compassionevole, si distingueva un trio di fratelli che i nostri amici conoscevano bene - due ragazzi ed un’alquanto irritata biondina, che sembrava non aver mandato affatto giù quell’entrata scenica.
“Gaara, muoviti! Richiama la sabbia e portati sulla testa di quel pivello…” ma il ragazzo in questione sembrò non darle ascolto.
“Temari, falla finita… non voleva neanche venirci qui” sbottò uno strano tipo vestito da astronauta.
“Kankuro, ricordami perché sei venuto anche tu…” ringhiò la biondina, guardando in cagnesco quello che doveva essere suo fratello.
“Ovvio, per vincere questo concorso e conoscere Chanel” affermò deciso con la mano stretta a pugno.
“Ecco, allora io posso tornarmene a casa” s’intromise tutt’a un tratto Gaara. Fece per andarsene quando una mano gli arpionò il braccio, non era difficile immaginare chi fosse…
“Tu non vai da nessuna parte! Questo idiota non ha alcuna speranza, è troppo out per superare una selezione simile” commentò acida.
Kankuro, colto nel vivo, si indispettì.
“Ah bene, allora dirò al tuo adorato Shikamaru che gli hai mentito! Tu usi il bagnoschiuma al the-verde-idratante-per-pelli-secche-e-non-più-giovani, non quello all’estratto di menta-ed-eucalypto-della-zona-nord-orientale-della-foresta-amazzonica! Che poi, se vogliamo dirla tutta, non ti fila manco di striscio!”
A quelle parole, Temari non ci pensò due volte e gli saltò al collo per strangolarlo. Mentre questo simpatico siparietto di amore fraterno andava avanti, Gaara si schiaffeggiò la fronte sconsolato, cercando di placare la sete di sangue che il suo fashionissimo demone Shukaku continuava a manifestare in tutti i modi.
I due ragazzi seduti dietro la scrivania si lanciarono uno sguardo esasperato, e quando la folla riprese il suo chiacchiericcio, dimentica del precedente urlo isterico e della sceneggiata dei fratelli di Suna, il biondo scattò.
“Dannazione, fate silenzio!” gridò sbattendo le mani sulla superficie ruvida del banco, e pentendosi un istante dopo di ciò che aveva fatto. Si mise a frugare in una borsa che portava sotto il mantello – nero con tante nuvolette rosse –, seguito dagli sguardi interrogativi della platea davanti a lui, poi alzò la testa sconfitto.
“Grrrrrrr… Lo sapevo che dovevo portare la crema per le mani! Ora per colpa di questi idioti mi si rovinerà la pelle! questo posto fa schifo!” imprecò tra sé e sé, ma ad alta voce, giusto quel tanto da assicurarsi che il resto del mondo lo sentisse.
Se Neji era solo paragonabile ad uno stilista gay in crisi pre-sfilata, quel biondino aveva tutta l’aria di essere uno stilista gay in piena crisi.
“Basta! Seguitemi tutti!” continuò infuriato; la folla ammutolì cosicché quelle urla risuonarono ancor più forti e stridule. Alzatosi dalla sedia, si fece spazio tra la calca di gente, accompagnato dal compare rosso e da un’espressione di evidente disgusto dipinta sul volto mentre entrambi cercavano il più possibile di evitare il contatto con gli aspiranti modelli.
“Oltre che stupidi sono anche molto poco artistici” sussurrò scocciato reggendosi la testa con il pollice e l'indice della mano destra, in un gesto decisamente cool.
Li condusse per le scale, migliaia di gradini che apparentemente solo i due ragazzi in testa, Neji, Hinata e pochi altri salirono come se nulla fosse, il resto arrancava in preda a crisi d’asma.
Naruto non smetteva un secondo di bofonchiare, domandandosi cosa lo stesse spingendo a seguire quello che a suo avviso era un branco di pazzi patentati.
Attraversarono alcuni corridoi ed infine entrarono in una stanza molto ampia dalle pareti rigorosamente viola. I due leader salirono su una piattaforma e scomparvero dietro quella che tutti avevano creduto una parete, in realtà si trattava solo di un enorme tendone.
Riapparvero poco dopo accompagnati da due figure non meglio identificate che trasportavano due lavagne bianche, enormi.
**************
Allora, c’è una
cosa importantissima da chiarire… la
frase di Kankuro. Siccome io (Nunichan) sono una ShikaTema convinta,
m’è venuto
spontaneo quello che poteva essere definito un accenno alla coppia; ma
la mia
adorata serp…ehm collega Tsuyuko non gradisce affatto il
pairing in questione quindi,
per mantenere un certo equilibrio, mi
sono vista costretta ad inserire quel “tanto non ti fila
nemmeno di striscio”. Non
consideratelo un dato di fatto, ok? è solo un pensiero di
Kankuro per far
arrabbiare la sorella. Ok, ora mi sento meglio xD! Escludo altri
accenni a
qualche coppia, sia ora che in futuro, ma non si sa mai..
Siamo comunque molto provate dal
riscontro negativo che
sta avendo la nostra fic. Tu che passi di qui, per favore, dedica anche
un solo
secondo ad una recensione! Non chiediamo un poema, ci accontentiamo
anche di
una semplice parolina… pensaci! ç_ç
Ora passiamo alle risposte alle due
anime pie che hanno
avuto il coraggio di commentare questo scempio! ^.^
Ember4NaruHina93:
siamo felicissime che ti
abbia divertito! Addirittura tra i preferiti, grazie mille! Speriamo
che ti sia
piaciuto anche questo capitolo, un po’ più ironico
e meno demenziale
dell’altro. Facci sapere!
Dragon gio: ma io te
l’avevo detto che
adoro il Neji prima donna, e a quanto pare anche
Tsuyuko… Grazie
infinite per non essere mancata anche qui, questo progetto per noi
è una bella
prova, abbiamo bisogno di sostegno. Un bacione! Aspettiamo con ansia i
prossimi
commenti!