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Autore: rickyc97    02/04/2014    0 recensioni
Sono tempi di pace nel regno della luce di re Floren,da anni ormai il regno dell'ombra è sconfitto e abbattuto,i pochi tentativi di esso di impossessarsi del regno di Floren,sono tenuti a bada facilmente dalle milizie imperiali . Tuttavia la pace viene minata nel giorno in cui lo stregone Ogramor,alleato di vecchia data del regno,arriva con notizie funeste alla corte del principe Alaf,il figlio di Floren,per annunciare il ritorno dell'antico re dell' ombra: abramhanosh . Intanto al palazzo reale la figlia del re Ires è un arciera provetta e non vede l'ora di misurarsi in battaglia,perciò un giorno suo padre la manda al fronte di guerra,dove però essa trova per puro caso un amore difficile tra lei e il principe Ughil,figlio dell'sovrintendente del regno dell'ombra. Da quel momento i due decidono di allearsi insieme per fondare un unico regno unito e mentre la guerra si fa dura e i loro tentativi di mediazione falliscono,un antica arma temuta da molti diventa il loro unico mezzo per salvare il mondo dalla fine:la corona di abramhanosh,che li porterà ad un lungo viaggio alla ricerca di misteriose pietre perdute
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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IRES!",dannazione,la stavano cercando,proprio nel momento in cui doveva scoccare l'ultima freccia,sapeva che si deconcentrava terribilmente,quando qualcuno la chiamava e che la testa li andava letteralmente in confusione. Ma in quel momento non poteva sbagliare,aveva la possibilità di fare il massimo,di superare se stessa e non l'avrebbe sprecata,per nessuna ragione al mondo. " Ires,cavolo,vieni subito qui,tuo padre ti sta cercando" Merda! suo padre no,sapeva che andava su tutte le furie se si avesse osato presentarsi in ritardo, ma altrettanto bene sapeva che quella freccia sarebbe stata decisiva e che doveva tenere la massima concentrazione e isolarsi completamente dal mondo esterno per eseguire il quinto lancio perfetto di fila,che li avrebbe consentito di battere il suo record personale,mai aveva fatto cinque su cinque ed ora era determinata più che mai a riuscirci,non li importava il modo e neppure ciò che sarebbe successo dopo."Ires,muoviti,tuo padre s'infurierà,se arrivi in ritardo",ma la ragazza era già nel suo mondo,isolata completamente dall'esterno,come in una sfera di vetro,Ires,non udiva più niente e progressivamente si calò nel suo mondo e si concentrò solo sul suo bersaglio,pensava solo a quello,per lei ora esisteva solo l'arco,il suo braccio e il bersaglio,posto di fronte a se a soli cento metri di distanza,quattro frecce erano già infilate nel cuore di esso dove c'era incisa a caratteri cubitali la scritta "cento punti ",il suo sguardo era ora diretto lì,decisa più che mai a metterci anche l'ultima,per coronare un impresa trionfale fin'ora riuscita solo agli arcieri più abili,sgomberò la mente da ogni pensiero residuo,dai più futili ai più utili,controllò la fermezza del suo braccio e con lo sguardo sempre più deciso puntato lungo la traiettoria del tiro,incoccò la freccia,calcolò in breve il movimento causato dal vento,frenò l'emozione,chiuse gli occhi per un istante e poi disse fra se e se -vada come vada- e fece partire il dardo,ma in quel preciso momento in ciambellano di corte gli si parò davanti,deviandoli leggermente la traiettoria del tiro che si infranse sul punteggio di novantotto che per Ires significava,sconfitta ,impresa fallita,per un soffio."NO,NO,NO,NO ,NO" gridò la ragazza,lanciando l'arco per terra e mettendosi a saltarci sopra con stizza "NO,non è possibile,c'ero quasi,che sfortuna,voglio riprovare,starò qui finchè non c'è l'ha farò,giuro che riuscirò in questa impresa,anche se mi ci dovessero volere più di cento anni per farla,io c'è l'ha farò,diventerò l'arciera più brava dell'impero e sarò l'unica donna ad essere assunta nel gruppo dei tiratori scelti!sarò l'orgoglio di tutti!""se non ti sbrighi scoprirai cosa vuol dire l'ira di tuo padre,ragazzina" disse il Ciambellano che mentre si era parato davanti alla ragazza,si era visto arrivare la freccia di fronte e si era lanciato a terra nel tentativo (fortunatamente riuscito) di evitarla,ma aveva deviato il tiro alla ragazza,che solo adesso,dopo che esso si era rialzato e si era risistemato le vesti, se n'era accorta e lo stava guardando con aria iraconda. Il povero ciambellano,naturalmente incolpevole,poiché stava solo svolgendo il proprio lavoro,a quello sguardo carico di rabbia s'irrigidì alquanto "tu!" gridò la ragazza puntando il dito dritto davanti al viso del ciambellano "brutto stupido,hai fatto fallire la mia impresa,ci ho messo ore ed ore per cercare di portarla a termine e adesso che c'ero quasi riuscita arrivi tu e me la rovini all'ultimo istante,ti odio,ti odio ti ODIO!""smettila di frignare Ires,tuo padre vuole vederti ""ma io devo allenarmi,lo sa bene,devo diventare l'arciera migliore del regno,devo superare la mia prova""subito" replicò il ciambellano,incamminandosi verso palazzo"ma perché non posso mai fare quello che voglio io?"il ciambellano tornò di corsa indietro e disse visibilmente alterato"te lo spiego io il perché,primo hai solo sedici anni,sei ancora piccola e devi attenerti a quello che dice tuo padre e secondo,sei una principessa e i doveri di corte lo sai benissimo anche tu che vanno rispettati senza se e senza ma,vuoi diventare una regina inaffidabile e una pessima governante?""io,in realtà voglio essere un arciera!""smettila con queste sciocchezze ragazzina,lo sai benissimo che è impossibile""ma …" provò a replicare quest'ultima " basta! non ne posso più delle tue repliche, fa come ti dico,vai da tuo padre tra quindici minuti e niente scuse" e così dicendo esso se ne andò via innervosito tornando a palazzo e lasciando sola la principessa. -tutte le volte è la stessa storia,non sono adatta a governare,alla vita di corte,il mio posto è nell'esercito possibile che nessuno riesca mai a capirlo?nessuno mi comprende?- sospirò a bassa voce - sarà meglio che mi muovo,di sicuro Ar avrà fatto presente della mia sfuriata a mio padre,so già che mi brontolerà- e così dicendo essa si mise a corre a perdifiato nel giardino del castello in direzione di camera sua,dove si sarebbe cambiata,per presentarsi in un modo più adatto e consono alla corte di suo padre. Ires passò,dal poligono da tiro,il luogo che in assoluto preferiva,agli ampi giardini regali,ricchi di fiori di tutte le razze forme,dimensioni e varietà,curati in maniera egregia dai giardinieri del re e pieni di tutta la vivacità possibile,ma anche ricchi di diversi animali,nascosti tra essi, che Ires amava particolarmente,come cani,gatti,scoiattoli,tassi o similari. A Ires piaceva molto l'aria aperta e non appena poteva usciva dalla reggia o per tirare con l'arco al poligono oppure per fare passeggiate in compagnia di animali che trovava di tanto in tanto nei giardini e con cui amava molto trascorrere il tempo libero. Passato il giardino entrò dentro la reggia dalla porta principale,un immenso portone blu scuro,nel cui centro vigeva come segno premonitore e di avvertimento il simbolo imperiale dell'aquila che stritolava il serpente. Poco prima la porta d'accesso era preceduta da un piccolo e modesto ponte levatoio,a cui sottostava un profondo fossato melmoso. Una volta dentro la reggia prese di corsa la scalinata maestra,che l'avrebbe condotta nelle sue stanze al secondo piano del palazzo. Al piano terra c'erano quattro corridoi che portavano in altrettante diverse zone della corte,il primo verso sinistra portava alle scuderie,uno dei posti che in assoluto Ires preferiva,secondo solamente al poligono da tiro. La principessa aveva infatti sempre desiderato un cavallo tutto suo,anche perché il suo sogno era di entrare a far parte,in futuro quando sarebbe cresciuta,della cavalleria reale,nel reparto degli tiratori scelti a cavallo,ma sapeva benissimo anche lei in fondo a se che quel sogno era quasi impossibile,in quanto il suo dovere era di assecondare suo fratello nelle faccende amministrative del regno e di governarlo insieme e perciò suo malgrado non si sarebbe mai potuta sottoporre ad un simile rischio ed era per tale fatto probabilmente che suo padre si era sempre rifiutato di regalarli un cavallo tutto suo. Tuttavia a malapena oltre che su grande insistenza di Ires aveva accettato che sua figlia prendesse di tanto in tanto qualche dritta sull'arte del cavalcare da Amry,l'unica donna di corte che sapeva cavalcare a cavallo e per giunta era nettamente più brava di qualsiasi altro cavaliere di corte e forse persino del regno,anche se essa puntava a tenere nascosta agli occhi di tutti tale abilità,perché sapeva bene che il re non avrebbe approvato un simile esempio per il suo popolo,perché lo reputava di cattivo auspicio e decisamente fuori ruolo,poiché esso credeva che ogni figura doveva restare al suo posto nel rispetto della tradizione millenaria del regno,cioè l'uomo doveva essere un guerriero o un commerciante ,mentre alle donne spettavano la maggioranza delle altre mansioni di minor conto,senza le quali il regno non avrebbe potuto continuare a vivere, ma non accettava nessuno scambio di ruolo. Anche se in quel caso aveva fatto una piccola eccezione,non solo perchè Amry era una donna testarda e decisa almeno quanto lo era Ires,ma anche perché essa era una donna discretamente affascinante su molti aspetti e punti di vista in più si vociferava persino tra la corte,che dopo la prematura scomparsa della regina,il re avesse un debole di cuore per Amry e che li avesse concesso quella deroga per farla entrare nelle sue grazie,anche se non era chiaro l'esito di ciò e neppure si sapeva se ciò fosse realmente vero oppure fosse solo una leggenda creata dai cortigiani che si dilettavano spesso,talvolta anche abilmente nell'arte dei pettegolezzi spesso con un discreto successo. Al re li ci era voluto un bel po' prima che sua figlia lo convincesse a farla provare a cavalcare e il più delle volte anche ora esso cercava di riempire la ragazza di incarichi e di perditempo perlopiù inutili,perché non approvava che dedicasse troppo tempo all'arco o al cavallo e pensava che se essa fosse stata troppo a contatto con quel genere di ambiente avrebbe finito per essere per lui irrecuperabile ed il regno sarebbe rimasto nelle sole mani di suo figlio Alaf. Il secondo corridoio,di fianco a quello delle scuderie era quello che portava alle cucine e alla grande sala da pranzo,dove giornalmente gli abitanti della corte si riunivano per i pasti e per scambiarsi le ultime novità,le chiacchiere e i pettegolezzi,che Ires reputava inutili e noiosi,poichè diceva che i fatti erano ciò che contava davvero e non le varie discussioni che spesso puntavano a mettere in cattiva luce il sovrano,ma di cui lui per fortuna quasi mai si curava minimamente. I due corridoi a sinistra portavano,uno alla biblioteca;il luogo che in assoluto Ires odiava più di tutti e in cui suo padre spesso puntava a farli trascorrere molto tempo per arricchire l'alquanto scarsa cultura della figlia. Dal canto suo Ires ogni volta che veniva portata in quel luogo,cercava di scappare il prima possibile,spesso con scuse assurde e poco credibili e talvolta persino divertenti oppure faceva domande di continuo ad alta voce con il preciso scopo di essere cacciata dalla biblioteca (cosa successa tra l'altro moltissime volte). Spesso suo padre insisteva perché maestri di varie discipline la portassero lì per studiare letteratura,oppure la storia del regno o altre cose ancora più noiose,ma la ragazza non era mai parsa interessata a ciò e il solo pensiero di mettersi lì e leggere e ripetere per ore e ore le parole di un libro le faceva venire la nausea,odiava il silenzio di quel luogo,li metteva i brividi,lei amava il rumore della lotta,i gridi,il fracasso delle armi,l'unico silenzio che contemplava era quello di quando si trovava presso suo poligono da tiro,sola lì con il suo arco riusciva a isolarsi in un mondo tutto suo e a sentirsi veramente nel suo posto e in quel momento persino un silenzio irreale non l'avrebbe inquietata più del necessario. Inoltre quando gli insegnanti li spiegavano qualcosa lei non ascoltava mai,non riusciva a rimanere concentrata,la sua mente vagava di fantasia in fantasia,pensando a battaglie,guerre ed immaginandosi in un futuro a capo di un esercito di arcieri contro chissà quale nemico nelle terre del nord e vagava con la mente per chissà quali altre fantasie sfrenate e talvolta irrealizzabili. Il re aveva anche provato ad assumere decine a e decine di maestri per istruirla ma tutti avevano fallito clamorosamente e negli ultimi tempi anche il sovrano si era demoralizzato e si era rassegnato,capendo,che lo studio non faceva proprio per sua figlia .Gli unici libri che leggeva con interesse erano i manuali su gli usi delle armi,quelli li divorava completamente,aveva imparato molto da essi e sapeva che leggendoli poteva avere consigli di ottima fattura per diventare ancora più brava e per migliorare di giorno in giorno la sua tecnica e le sue abilità sia con l'arco che con la spada,che erano le armi principali usate nel regno e che Ires prediligeva,ma anche con armi meno comuni,come la sciabola o l'ascia ed era ciò a cui lei puntava fin da sempre. L'ultimo corridoio a sinistra conduceva alla sala da ballo,Ires la considerava da sempre una stanza completamente inutile,anche perché ormai in disuso e praticamente utilizzata solo due volte all'anno,per la festa di Natale e per quella di mezz'estate. Tuttavia anche in quel caso suo padre insisteva di tanto in tanto affinchè lei,essendo una ragazza imparasse perlomeno le basi dell'arte del danzare,in modo tale che se un giorno avesse incontrato il suo principe azzurro avesse saputo come comportarsi evitando brutte figure e facendo valere il suo nome di principessa,tenendo così alto il nome della casata imperiale. Ma la ragazza si era rifiutata sin da quando era piccola di imparare anche solo le cose più semplici e banali,reputando al cosa noiosa ed una completa perdita di tempo,per tale motivo aveva sempre e puntualmente sabotato le lezioni di ballo,in modo tale che in breve suo padre ci avesse rinunciato,dato che poi la cosa in fin dei conti non aveva neanche una grande importanza. Suo padre non si era adattato alla scelta di sua figlia ed era perciò convinto che se Ires un giorno avesse mai trovato la sua anima gemella si sarebbe pentita della sua scelta di non andare mai a ballare. Ma anche in questo caso la ragazza era fermamente decisa che il suo uomo futuro l'avrebbe trovato nell'esercito ed era altrettanto convinta che un guerriero non sarebbe stato capace di ballare e non si sarebbe perso inutilmente nel tentativo di imparare qualcosa su quella disciplina. Passato il piano terra la principessa salì l'immensa scalinata e si trovo di fronte alla grande sala reale e dei ricevimenti,dove il re riceveva giornalmente la popolazione che li poneva quesiti di vario tipo e porgeva al cospetto del sovrano le varie problematiche del regno,gli adempimenti burocratici e le varie lamentele,che da che mondo è mondo nel regno c'erano sempre state ,anche in periodi di pace come quello. In quella sala il re inoltre teneva le cerimonie più importanti e solenni,da lì annunciava i più grandi eventi del regno alla popolazione, lì il re si riuniva coi cortigiani e con i capi dell'esercito quando era necessario e sempre in quella stanza riceveva quando necessario i proprio figli e perciò tra pochi minuti sarebbe giunta Ires,ammesso che sarebbe riuscita a prepararsi in tempo . la ragazza svoltò a destra e salì verso il terzo piano,lasciandosi alle spalle, dall'altro lato del castello i bagni e le sale,sia da letto che da studio destinate alla servitù e agli altri abitanti del palazzo e in cui entrava molto raramente. Appena giunta al terzo piano,percorse per metà il lungo corridoio che costeggiava tutte la camerate,del re,degli eventuali ospiti,della defunta o dell'eventuale futura regina,del principe e infine a metà sala giunse alla sua stanza dove si catapultò di corsa,lasciando di fronte a se le due sale da ballo superiori e un piccolo ripostiglio per gli attrezzi. Una volta entrata in camera sua Ires posò in fretta e furia il suo arco con la faretra colma di frecce sul grande letto matrimoniale di colore azzurro che campeggiava maestoso al centro della stanza. Era uno splendido letto a baldacchino,con coperte pregiate di pura seta azzurre,provenienti dall'estremo est del regno, con ricami spettacolari che raffiguravano in piccolo stile,in parte lo stemma reale,imposto da suo padre e in parte piccoli draghi color verde,creature mitologiche per le quali Ires aveva fin da piccola aveva nutrito un grande interesse,anche se il perché non era del tutto chiaro neppure a lei. Ires credeva semplicemente che il fatto che esistessero o che siano esistite (poiché sui draghi alleggiava il mistero più completo) creature così immense,possenti e invincibili avrebbe affascinato chiunque e lei di certo non faceva eccezione. La stanza di Ires non era molto grande,era più piccola rispetto a tutte le altre sale reali,ma aveva tutte le comodità che si possono desiderare. Affianco al letto aveva due comodini di legno di quercia,sui le cui sommità erano posizionate diverse candele che fungevano da illuminazione secondaria,proprio sopra al grande letto,infatti c'era un grosso lampadario a cinque manici di vetro azzurro funzionante a lampade ad olio che quando veniva acceso,illuminava praticamente a giorno la stanza. Nell'ala destra dopo il comodino c'era una porta di vetro scorrevole che si apriva su un ampio balcone su cui spesso Ires amava rilassarsi e godersi del panorama,che spaziava praticamente su mezzo regno,quella visione li dava pace e serenità e calmava completamente il suo animo,anche nei momenti più cupi della sua vita,insomma quando andava lì lei si sentiva realizzata e in pace con se stessa,quasi come quando andava al suo amato poligono da tiro. Ad Ires piaceva in particolare rilassarsi dopo l'allenamento perciò essa diceva sempre "non c'è niente di meglio di un giorno di duro allenamento al poligono e dopo una tranquilla serata a fissare le stelle e il panorama dal mio balcone,questa è la mia giornata ideale!" e l'avrebbe fatto volentieri anche in quel momento,ma il tempo scarseggiava e doveva muoversi a prepararsi,perché sapeva che suo padre non avrebbe sopportato un eventuale ritardo,anche minimo. In fondo all'ala destra c'era un piccolo ritratto di Alaf,il fratello di Ires,fiero e deciso come sempre. Nell'ala sinistra della stanza c'era il piccolo spazio che Ires amava e difendeva caparbiamente allo stesso tempo,esso era una bacheca di vetro,incorniciata con una cornice di legno di frassino intagliata,riempita con stoffa blu pregiata nella quale si riconosceva la sagoma al momento vuota di un arco. Esso era la custodia per il suo tesoro,il suo fedele amico da addestramento: l'arco. Regalatoli da suo padre in persona(dopo lunghissime insistenze di Ires) per il suo sedicesimo compleanno e che adesso la ragazza custodiva gelosamente, quasi di più della sua stessa vita,tanto che non permetteva a nessuno di toccarlo senza la sua autorizzazione,neppure ai suoi amici più fidati e neppure alla servitù,di cui non c'era assolutamente nulla da temere . Affianco alla sua camera c'era il suo bagno personale,fatto di piastrelle e muri azzurri,come tutto il resto della stanza. Era chiaro che l'azzurro era il colore in assoluto preferito da Ires, un po' perché era il colore del cielo,che lei amava e un po'perché secondo lei rispecchiava l'indole del suo animo,inoltre era risaputo nel regno che il blu era il colore della libertà a cui Ires aspirava da sempre,infatti essa si sentiva libera di poter fare ciò che voleva con la sua vita,senza sentirsi vincolata a niente e a nessuno,in modo obbligatorio,neppure a suo padre e sentendosi perciò uno spirito libero in quel mondo. La ragazza corse di fretta al guardaroba di legno di quercia nell'ala sinistra della stanza,tirò fuori di corsa i suo abiti formali da ricevimento e in pochissimi secondi si vestì. Corse poi a sistemare accuratamente l'arco nel suo apposito contenitore,con particolare attenzione a non danneggiarlo nella fretta e ne tantomeno farlo cadere e con particolare velocità corse verso il bagno,aprì il piccolo mobiletto di legno di castagno sotto il grande specchio,che campeggiava in fondo alla stanza e che rifletteva su se stesso tutto ciò che c'era all'interno e ne estrasse fuori un grazioso pettine di legno con cui con discreta furia inizio a lisciarsi i lunghi capelli neri color notte fonda,che scorrevano come un fiume oscuro e buio nel bel mezzo della notte sulla retta schiena della ragazza. Una volta che si fu pettinata la ragazza poggiò il pettine sul lavandino a destra e si guardò per un attimo allo specchio per vedere se era consona a essere ricevuta oppure no .Osservò dapprima la sua fronte poco spaziosa,poi passò al suo viso di un ovale quasi perfetto,le sue labbra sottili,il suo naso grazioso e ben calibrato e infine i suoi spettacolari occhi verdi. Ires amava molto il suo corpo,ma soprattutto amava quegli occhi ricevuti in dono da sua madre,di un verde idilliaco,vicinissimo a quello dello smeraldo più puro,ma allo stesso tempo con tutte le mille sfumature che poteva avere una pianura erbosa in piena primavera,guardando dentro quegli occhi non potevi mentire e allo stesso avevano il potere di calmare qualunque persona al solo sguardo,come avevano il potere di imporsi quando le circostanze lo richiedevano, da essi potevi capire quasi in ogni momento lo stato d'animo della ragazza,ma allo stesso tempo spesso essi mentivano ed erano pura incognita per chiunque,tanto che persino suo padre spesso non riusciva a capire ciò che davvero la ragazza desiderava,avevano un fascino veramente fuori dall'ordinario erano occhi speciali che quasi tutte le discendenti femmine al trono del regno avevano ereditato sin dalla notte dei tempi,non si potevano desiderare occhi più belli e naturalmente come chiunque Ires non chiedeva di meglio. Anche sul piano fisico la ragazza era un bel vedere,con i vestiti da ricevimento poi stava davvero d'incanto:aveva una corta maglia nera attillata,che metteva ben in risalto i fianchi ben delineati e invidiabili ,della ragazza,il suo fisico molto magro e snello li permetteva il lusso di poter indossare qualsiasi vestito e quel genere di indumenti erano molto amati da lei,secondi solo alle vesti da allenamento con l'arco che erano irraggiungibili nei gusti di Ires. Al centro delle vesti,come da desiderio di suo padre,proprio sotto il seno molto prosperoso della ragazza c'era lo stemma imperiale che ricorreva ormai spesso in diversi contesti nell'ambito del palazzo reale e che identificava con il logo ormai celebre,dell'aquila che stritola sotto i suoi artigli un orrendo serpente verde,l'appartenenza alla casata di Floren,cosa che peraltro era lampante anche a prima vista,se si osservavano bene le vesti di Ires . Ires inoltre portava dei pantaloncini neri anch'essi molto attillati del tutto simili a dei jeans,ma fatti di una stoffa molto più pregiata,che mettevano in risalto,le sue splendide gambe e il fondo schiena di cui molti ragazzi nel regno andavano matti. Rimase ancora per un attimo ad ammirarsi allo specchio,un po' dubbiosa e riflessiva,sapeva anche lei di essere una ragazza molto bella,tuttavia l'umiltà di Ires era invidiabile,riceveva quasi ogni giorno elogi su quanto fosse bella un po' da tutta la popolazione del palazzo,sebbene ormai non ci facesse quasi più caso a lei poco importava di tutto ciò e li archiviava nella zona del suo intimo riservata ai "pettegolezzi inutili"e diceva che non importava come la vedeva la gente ma importava come si vedeva lei stessa e dato che lei si vedeva come una ragazza normale,così era,non curante di tutto il resto. Inoltre ogni qualvolta riceveva elogi si scherniva timidamente dicendo il più delle volte frasi del tipo "non è vero c'è ne sono molte altre come me" oppure"grazie,ma credo che stiate esagerando".Tuttavia nonostante i suoi sedici anni compiuti da un pezzo e il suo corpo da sballo aveva sempre faticato a socializzare con altri ragazzi della sua età,lì reputava o non adatti a lei o con scarso intelletto ed era per questo probabilmente,oltre che per il suo carattere a volte un po' fuori luogo che non aveva ancora avuto una seppur minima relazione e ne tanto meno s'era innamorata di qualcuno. Non che la cosa le dispiacesse,anzi, lei pensava che era meglio così e che aveva altro per la testa al momento,era fermamente convinta che l'amore sarebbe venuto da se,se avesse voluto, prima o poi,cosa con cui suo padre invece era completamente in disaccordo. Ires continuò a fissarsi allo specchio,convinta che nel suo abbigliamento mancasse qualcosa,ad un certo punto s'illuminò -ma certo! la cintura!- stava per dimenticare la cosa a cui suo padre tra le vesti della figlia teneva maggiormente,ossia la cintura reale. Velocemente corse al guardaroba lo aprì e dal secondo cassetto ne estrasse una splendida cintura,orgoglio da intere generazioni della famiglia reale. Era a metà viola e a metà nera,con i due colori che si mischiavano e si intrecciavano sull'indumento, come due serpenti aggrovigliati fra loro ,creando un suggestivo gioco di colori,molto bello per la vista. Al centro della cintura,c'era come si può supporre lo stemma reale,fatto in oro massiccio col serpente coronato nelle proprie rifiniture da spettacolari ricami color verde acceso,generati da polvere di smeraldo,abilmente intagliata dai leggendari artigiani nanici delle terre del nord e l'aquila era raffigurata egregiamente con li stessi ricami e rifiniture del serpente,ma color viola acceso,che derivavano dalla polvere della gemma più pregiata del regno:l'ametista,raccolta nelle cave di Atranhas,dai minatori del nord e portata per la lavorazione fino alle fornaci di Dulabargh a sud,dove era stata sminuzzata e inserita a frammenti in modo impeccabile dai mastri artigiani del re a Dorembergh,il più grande avamposto di forgiatori d'armi di tutto il regno. La cintura era molto pesante ed era patrimonio della famiglia da secoli,fin da prima che il regno stesso fosse stato fondato e su di essa circolavano le leggende più disparate di ogni genere e solfa. Nonostante il peso notevole per una ragazza,Ires sollevò abilmente la cintura e con poche abili gesta se la mise in vita,li calzava alla perfezione,si diceva che essa si adattava ad ogni suo proprietario e che li dovesse fedeltà eterna,a patto che esso fosse di sangue reale e ciò trovava la propria verità in Ires,ma nessuno sapeva se ciò fosse effettivamente vero, o fosse una delle tante leggende che circolavano tra la corte non solo a riguardo dei manufatti reali. Ires era ormai pronta,calzò i suo classici scarponcini neri,con rifiniture bianche in pelle di camoscio che si adattavano alle vesti da ricevimento,diede un veloce sguardo al suo terrazzo,sui cui si sarebbe soffermata volentieri in quel momento dopo il duro allenamento sostenuto e decise suo malgrado di partire verso la sala del re,lasciando la sua stanza in un completo disordine. Era già in leggero ritardo,sapeva che suo padre non era di buon umore,perché di sicuro Ar li aveva già riferito della sua piccola sfuriata al poligono,ma sapeva di potersela cavare,come tutte le volte che suo padre si arrabbiava per simili sciocchezze,tuttavia di fronte ad un ritardo ampio avrebbe dovuto capitolare,perciò decise di sbrigarsi e di giungere a destinazione il più presto possibile in modo da evitare gravi conseguenze. Affannata,sudata e di corsa giunse al grande portone rosso,lo spalancò violentemente e si diresse,con la maggior calma possibile verso suo padre. Attraversò l'ampia sala con soffitti e pavimenti d'orati con disinvoltura,evitando lo sguardo del padre che dal fondo la osservava attentamente con una leggera nota di rimprovero. Ires passò di fianco a tutte le grandi statue marmoree che si trovavano ai bordi dell'ampio salone che raffiguravano i suoi antenati,dai più antichi,situati all'inizio della sala a quelli più moderni in fondo,finchè non giunse di fronte al grande e alto trono di suo padre,fatto in oro massiccio,sui cui imponente era seduto Floren,il re,che pareva anch'esso una delle statue di marmo vicine a lui,nella sua fierezza e compostezza . Ciò che lo differenziava nettamente dalle statue erano solo i colori completamente diversi e il suo leggero respiro. La ragazza giunta di fronte a lui si fermò di colpo,sospirò profondamente e osservò per un attimo il padre: l'età del re era completamente indecifrabile tra la quarantina e la cinquantina d'anni,ma nessuno neppure Ires lo sapeva con certezza e poco si poteva dedurre dal suo aspetto fisico. Portava una folta parrucca riccioluta e completamente bianca,che copriva efficacemente la sua testa stempiata ,con pochi capelli corti e neri residui ai lati. Aveva alcune rughe intorno agli occhi ben visibili e altre,appena percettibili sulla fronte,molto ampia,aveva occhi azzurri freddi e penetranti,dal fascino glaciale,un naso mediamente grande e leggermente pronunciato e una piccola cicatrice vivida nel labbro sinistro. Il portamento fisico del re era degno del miglior guerriero,le sue braccia erano possenti e molto muscolose, si vociferava persino che un pugno ben assestato del re potesse staccare di netto la testa di qualsiasi nemico e la sua fama di forza fisica andava sempre più crescendo tra la gente comune nel corso del tempo. Sebbene esso,non fosse più proprio un ragazzino,aveva già la sua età e inoltre da almeno trent'anni non era quasi mai sceso in battaglia,viste anche le condizioni di pace di cui godeva il regno ed era per tale ragione probabilmente che esso aveva abbandonato i campi di battaglia,per tale motivo la sua forza fisica era ancora tutta da verificare,anche se era indubbio che ne avesse da vendere. Le sue gambe erano possenti e grosse almeno quanto le braccia,infatti su di esse vigevano più o meno le stesse voci e leggende. Floren possedeva inoltre un petto enorme e spalle ampie e ben messe,era insomma quello che si definirebbe un vero armadio per grandezza fisica ed a coronare tutto ciò c'era uno stomaco piatto e da sotto le vesti si poteva anche indovinare facilmente la presenza di addominali ben definiti e marcati,frutto di anni e anni di allenamento con le arti della spada che lui prediligeva particolarmente. Anche il re era vestito nella sua classica tenuta da ricevimento: a far compagnia alla parrucca sulla testa del re giaceva la grossa e sfarzosa corona imperiale,completamente d'oro massiccio,alta sui venti-trenta centimetri che era un altro dei cosiddetti "orgogli del re",fatta di oro massiccio purissimo aveva sette sommità appuntite,con altrettanti parti basse. Disposte in maniera regolare lungo l'arco della corona e sulla sommità di ogni punta erano situate una delle sette gemme più importanti e preziose che esistessero nel mondo conosciuto. Nell'estremità più a sinistra giaceva,incastonato nell'oro della corona il lapislazzuli,pietra che si vociferava avesse dei grandi poteri curativi in caso di necessità. Nell'estremità più a destra era riposto con molta cura un piccolo blocco di vetro blu scuro,che nel regno era una vera rarità tanto che non esistevano cave di quel materiale e che i pochi sassi o rocce ritrovate in cui esso era incastonato erano custoditi gelosamente dai propri ritrovatori,sia per la loro straordinaria bellezza che per il loro valore incalcolabile. Ciò era un vero peccato perché era (anche se all'apparenza poteva non sembrare),la pietra più resistente di tutto il regno,comodissima per generare lame si spade o lance che divenivano così indistruttibili ed estremamente letali. Queste armi per via della rarità stessa del materiale si potevano praticamente contare sulle punta di una sola mano e le pochissime esistenti erano custodite sotto chiave molto gelosamente dal re stesso nelle armerie reali,nei sotterranei del castello in cui nessuno a parte il re e le sue personali guardie molto fidate potevano accedere senza essere arrestato o ancora peggio ucciso. ciò naturalmente dava una certa sicurezza a Floren sull'incolumità delle sue preziose armi. La pietra di vetro blu incastonata ormai da secoli nella corona era stata donata al primo sovrano di quelle terre dal suo più fedele amico,il come l'aveva ottenuta era un mistero e come tutte le storie nel regno,le voci che circolavano erano molteplici. Sta di fatto che quella pietra era lì sin dalla notte dei tempi, praticamente da quando il primo sovrano aveva deciso di metterla nella corona in segno della grande amicizia tra lui e il suo migliore amico e da sempre vegliava sul regno insieme alle altre sette. A riguardo del vetro blu si diceva che avesse il potere di leggere il futuro,sebbene frammentariamente e di andare nel passato, sempre con i dovuti limiti, ma tutto ciò solo il re sapeva se fosse vero oppure no. La seconda pietra nella parte sinistra era il rubino,simbolo del fuoco e di tutti i vulcani del mondo,pietra abbastanza comune, era però ricercatissima nel regno per il suo splendore,si diceva avesse il potere di dirigere il regime del vulcani,dei terremoti e di evocare nel momento del bisogno un possente drago di fuoco a protezione del sovrano. La seconda pietra nella parte destra invece era lo zaffiro,splendida pietra color blu oceano contenente in essa tutte le mille sfumature del mare,dei fiumi e di tutti i corsi d'acqua nel mondo esistenti essa era incastonata nella corona come tutte le altre pietre fin dalla nascita del regno ed era motivo di particolare orgoglio per il sovrano. Di zaffiri nel regno c'è n'erano molti,numerose erano le cave di codesto materiale e tra le pietre preziose era considerata la meno rara,sebbene la più bella,seconda solo alla bellezza eccelsa del diamante,ma quello del re non era uno dei comuni zaffiri era stato forgiato dall'unione dei dieci zaffiri più belli e appariscenti del regno e ne era uscita fuori una pietra dallo splendore encomiabile e dalla bellezza eccezionale,unica nel suo genere e insostituibile. Sullo zaffiro girava voce che esso potesse controllare il regime dei mari e di tutti i corsi d'acqua gestendoli a proprio piacimento e governandoli a tutti gli effetti e che in caso di estrema necessità potesse provocare un tsunami improvviso e violento che avrebbe spazzato via in un attimo il nemico posto di fronte alla corona del re o eventuali assalitori. La penultima pietra a sinistra era l'ametista,un gemma particolarmente rara,infatti le cave di essa nel regno erano solo due e le poche ametiste in circolazione erano complicatissime da reperire. Essa era la pietra della mente e che raffigurava l'animo e lo spirito interiore delle persone nel bene e nel male,della pietra in possesso del re si diceva che potesse leggere la mente delle persone e forse anche dei nemici e in caso di necessità manovrare le menti altrui a proprio piacimento o a piacimento del sovrano. anche se ciò trovava un riscontro pressoché nullo nella realtà quotidiana perché se così fosse stato il re avrebbe potuto risolvere i problemi del regno con poche semplici gesta e tutto il mondo sarebbe stato sempre in pace e in prosperità senza problemi alcuni,ma ciò nel regno purtroppo era tutt'altro che così … La penultima pietra a destra era invece lo smeraldo considerata la seconda pietra per importanza e bellezza del regno (seconda solo al diamante), la sua rarità non era eccessiva,ma il suo valore inestimabile permetteva solo ai più ricchi o a i più scaltri di anche solo vederne una in vita loro, ciò era ancora peggio se si trattava di possederne una . Lo smeraldo era da sempre simbolo dei boschi,foreste e di tutta la natura ,si credeva avesse il potere si volgere a proprio piacimento i fattori naturali,tranne gli agenti atmosferici,si credeva avesse anche il potere di comprendere i linguaggi animali e di stringere alleanze vantaggiose con essi,in più governava il regime dei boschi e poteva volgere il potere delle foreste a piacimento del re,in caso di necessità,ma anche tutti i poteri che avevano a che fare con le piante e con la vita vegetale a riguardo dello smeraldo e ad i presunti poteri del re,erano secondo gran parte della popolazione del regno solo belle leggende . L'ultima pietra era quella più bella,preziosa,eccelsa,resistente e grande di tutte,nonché la più rara,posta nel cuore della corona,nel pieno centro di essa,era:il diamante,gemma di pura chiarezza stellare,la più nobile e divina fra tutte le gemme,la sua rarità era leggendaria,i diamanti esistenti si potevano contare sulle punta delle dita di una mano e i possessori li custodivano sotto chiave in casseforti segreti e sorvegliate da chissà quale guardiano o chissà quale incantesimo di protezione. Quello della corona era l'unico diamante non sottochiave ed era fra tutte le pietre la migliore esistente al mondo: i suoi poteri ed effetti erano molteplici,esso aveva infatti grandissimi poteri curativi ed in esso erano racchiuse tutte le magie e tutti i poteri delle altre sei pietre,sebbene in misura minore, oltre ai suoi due più grandi benefici:uno era quello di poter riportare in vita i cari defunti se il desiderio di colui che aspirava a ciò era sincero e veritiero e il secondo dono era quello delle stelle,esso infatti si diceva avesse il potere di governare i cieli con le calamità che ne derivavano(esempio grandine,pioggia,neve ecc …) e anche tutte le creature che li sorvolavano,compresi i grandi draghi leggendari,inoltre aveva il potere di portare alla bontà e al lato buono ogni creatura maligna che aveva sul proprio cammino a patto che essa non fosse stata completamente corrotta dal male che dilagava in quell'essere. Ovviamente tutte le voci su tutte le pietre erano pure fantasie e neppure il re ci prestava più grande attenzione,poiché erano secoli ormai che esse dilagavano tra i popolani sia di corte che non e mai nella millenaria storia del regno erano state verificate. Perciò il re usava la corona più come un simbolo di unità per il proprio regno che un segno di forza per governare. Di abbigliamento il re portava una pesante pelliccia ci pelle di cervo color marrone chiaro,con i bordi delle maniche bianchi,sotto di essa s'intravedeva una leggera maglia nera,in vita portava una cintura uguale in tutto e per tutto a quella della figlia,tranne che per la taglia decisamente più elevata,portava un paio di pantaloni marroni,anch'essi di pelle di cervo e con i bordi finali bianchi,di pelo folto e ai piedi portava una paio di classici stivaletti marroni,anch'essi con bordi di pelliccia bianca,probabilmente di lupo. Dopo aver osservato brevemente la sagoma immobile del padre Ires si decise finalmente a parlare " Buon giorno,mia vecchia cara statua di marmo,non sapevo che ne avessimo una nuova dato che mio padre è ancora in vita presumo,non sono stata informata di ciò!""non fare tanto la spiritosa Ires!" esclamò il re,destandosi dalla sua posizione eretta e dando finalmente qualche segno di vita oltre alle sue parole "sempre il solito simpaticone! lo sapevo …" replicò un po' piccata la figlia" Ires,basta con le buffonate lo sai che ti devo parlare"" si,si lo so,però che noia tutte le volte che mi alleno al meglio mi convochi qui da te e mi fai distrarre dal mio lavoro,sembra quasi che tu lo faccia a posta,non capisco proprio cosa … " con un cenno della mano il padre zittì la figlia poi la sua voce si levò fiera e saggia come sempre" basta figlia mia,sai benissimo che il tuo non è un lavoro ma un semplice passatempo""ma …" provò a replicare Ires "silenzio!"impose con voce perentoria il padre."Non interrompermi mentre ti do lezioni di vita che magari ogni tanto faresti bene ad ascoltare invece di parlare a vanvera" - sempre così ogni qualvolta cerco di far valere le mie ragioni papà m'interrompe di continuo è esasperante,farebbe bene ad ascoltarmi lui ogni tanto invece di ripetermi sempre le stesse cose che ormai so a memoria,credo che un pappagallo sia meno ripetitivo di mio padre a volte- Pensò la figlia,ma si guardò bene da pronunciare altre parole,temeva molto la collera del padre." "Finalmente mi ascolti Ires,tu sai bene che non ti convocherei da me senza un motivo valido e che intendo parlare di te e del modo del tuo comportamento,tutt'altro che femminile,in questi ultimi tempi" - come se non l'ho avessi mai fatto prima,la solita frottola- ma la ragazza ancora una volta non pronunciò il suo pensiero e annuì suo malgrado"molto bene, innanzi tutto ritengo assolutamente inopportuno il tuo comportamento tenuto contro Ar al poligono da tiro,una sfuriata del genere da parte di uno dei miei servitori ne sarebbe valso il suo licenziamento immediato ne sei al corrente vero?" Ires annuì un po' perplessa,se l'ho aspettava sapeva che Ar aveva rivelato tutto a suo padre e che probabilmente aveva anche esagerato un po' la cosa come era solito fare " per tanto ti ordino ti chiedere immediatamente scusa al tuo maestro ciambellano,poiché un evento del genere possa non ripetersi mai più nella mia corte". A tali parole come in una magia,spuntò dal retro del trono del re Ar,il ciambellano di corte. Era un personaggio,abbastanza basso,grassoccio,con un faccione tondo apparentemente bonario,ma che in realtà nascondeva una personalità molto suscettibile e scorbutica,si trattava comunque un animo buono e se voleva gentile,sebbene esso non amasse dimostrarlo,soprattutto verso Ires,esso infatti non aveva mai preso in simpatia la ragazza fin da quando era bambina,sicuramente per via del suo carattere alquanto frizzantino e provava ad ogni suo minimo errore a castigarla in qualsiasi modo sia per sminuire la sua reputazione comunque elevata all'interno della corte e sia per cercare di far valere la sua personalità agli occhi del sovrano. Ar era vestito completamente di arancione con gli abiti che si possono addire ad un clown,cappello arancione con quattro punte che ricadevano verso il basso,con delle palline di ferro color oro sulle loro punte arrotondate,giacca arancione abbastanza pesante,pantaloni molto larghi anch'essi arancioni e per finire scarpe dalla punta lunghissima che andavano verso l'alto anch'essi ovviamente arancioni. Per essere un perfetto clown li mancava solo il naso rosso,che lui per sua fortuna non possedeva. Ires era alquanto riluttante all'idea di chiedere scusa al ciambellano,anch'essa infatti non aveva molta simpatia per Ar e se fosse stato per lei delle scuse se ne sarebbe anche potuto scordare,per di più era convintissima che non aveva fatto poi chissà che di così sbagliato da dover chiedere scusa a qualcuno,forse aveva un pochino esagerato,ma viste le circostanze in cui si era messa la sua reazione era stata più che giustificata. In ogni caso di fronte a suo padre sapeva che doveva far buon viso a cattivo gioco e a bassa voce e con un pizzico di stizza pronunciò un flebile "Scusa Ar" "bene,brava figlia mia" il re era contento che fosse riuscito in così poco tempo a convincere sua figlia a chiedere scusa,dato che spesso per molto meno aveva dovuto insistere all'infinito con essa e adesso che il tutto si era compiuto con un battito di mani disse "Ar,ora puoi andare lasciaci soli" il ciambellano annuì e se andò via,soddisfatto e con un sorriso enorme stampato sul viso,correndo a più non posso e trotterellando,come suo consueto abbandonò dalla sala lasciando soli i due reali. " figlia" riprese Floren" come procede l'allenamento con l'arco?""benissimo,padre ho sfiorato il punteggio massimo col tiro dai cinquanta metri,sono quasi pronta a passare a quello dagli ottanta e entro il prossimo mese raggiungerò quello dei cento,tra poco diventerò una professionista e poi entrerò nell'esercito""Bene,questo è un bene,sono felice di sapere che te la cavi egregiamente con l'arco,ma questo già lo sapevo, è l'ora che ti addestri però anche ad altre discipline,più consone alla vita di una principessa" -ecco la solita storia di sempre- pensò la ragazza,che tuttavia rispose "di spada sto migliorando padre,ora la so manovrare benissimo,ho imparato a usare bene anche il pugnale,ho preso le prime lezioni con la lancia e il maestro dice che sto andando benissimo,ancora devo provare la balestra ma lo farò a momenti padre"" figlia so bene che con le armi superi di gran lunga qualsiasi guerriero del mio esercito alla tua età,ma sei una donna te lo devi mettere nella testa,non potrai mai entrare nell'esercito,mi dispiace, è perciò che ti devi addestrare ad arti che ti permetteranno di governare ottimamente il regno da palazzo e di certo queste non sono né l'arco ne tanto meno la spada"-uffa la solita storia ma perché si ostina a non capire?- "Amry dice che sono bravissima a cavalcare" replicò orgogliosa la ragazza "cavalcare non ti aiuterà a governare questo regno",tagliò corto Floren " e allora cosa ballare? leggere stupidi libri nella biblioteca? è questo che vuoi padre?""per tutte le corone imperiali! ma come devo farti entrare nella testa che con il tuo comportamento non otterrai nulla,le altre ragazze del regno alla tua età cercano marito,organizzano matrimoni e tu sei ancora a pensare di fare la guerriera come una bambina piccola,svegliati Ires il mondo non sta nelle fiabe e ne racconti il mondo non si ferma per te e tu lo sai è ora che inizi seriamente a preoccuparti di questo regno""io non sono come le altre padre,lo sai bene, ho il mio obbiettivo e lo perseguirò costi quel che costi"basta ora! la tua testardaggine va oltre ogni mio criterio credevo di farti ragionare,ma evidentemente è impossibile è chiaro che non capisci cosa è giusto fare per il bene di tutti,vedi solo il tu obbiettivo come lo chiami tu le tue armi,le tue passioni è giusto che le persegui Ires,ma i tempi dell'immaginazione sono finiti è ora che ogni tanto tu faccia anche qualcosa che non vuoi fare,la vita non è tutta rose e fiori non è tutta qua dentro un giorno ti ritroverai insieme a tuo fratello a governare questo regno e ti renderai conto che ti mancherà qualcosa,qualcosa che non hai acquisito in gioventù e questo io non lo posso permettere per il bene di tutti""padre parli sempre del bene di tutti,ma non pensi mai a cosa è bene per tua figlia? io non conto niente per te? conta solo il tuo regno?"" non osare" replicò il re molto innervosito "sai benissimo che il tuo bene va sopra ogni altra cosa ed è proprio per questo che mi piacerebbe che tu passassi più tempo sui libri che sulle tue inutili armi"" e questo lo chiami bene? io la chiamo tortura …""no Ires,non lo è un giorno capirai e mi ringrazierai""io ne dubito""fidati di me" e a tal punto il re si alzò per la prima volta dal suo trono e andò di fronte a sua figlia,li strinse la mani e disse "devi farlo""io non ti credo,io non voglio fare la principessa,io sono una guerriera,il mio posto è nell'esercito,lascia che del regno se ne occupi mio fratello,lui è così abile con la politica e con lo studio" a tal punto Floren tolse le proprie mani da quelle della figlia e fece un gesto di stizza verso l'alto "evidentemente ti ostini a non capire Ires non puoi diventare una guerriera,il tuo posto è qui, questo trono è il tuo destino""il destino si può cambiare a volte sai padre?""non il tuo Ires,qui sei nata,qui vivrai e qui morirai non c'è scelta,così è sempre stato e così sarà sempre è il destino di tutti coloro che nascono reali,fin dalla notte del tempi e così sarà sino alla fine dei nostri giorni mortali su questa terra e fidati e molto meglio del destino di molti popolani che vivono nelle nostre terre,che patiscono la fame,il freddo di questi inverni rigidi e le carestie,pensa tu qui hai tutto e pure di lamenti più del più povero di loro,rifletti su questo Ires e su quanto il fato è stato clemente con te ""io non penso sia stato poi così clemente come dici …""BASTA!" gridò il padre "sei proprio come tua madre,testarda come un mulo non vuoi capire e non capirai mai""almeno lei aveva degli ideali,mi sembra che questi a te manchino" replicò Ires sempre più nera "cosa ne sai tu degli ideali?"rispose pieno di collera il padre"ha sedici anni parli a me di ideali? figlia mia non renderti ridicola,ne ho abbastanza di te e della tua arroganza,ti credi una donna vissuta,una veterana,ma dal mondo hai ancora tutto da imparare TUTTO! tu non sei ancora niente e affinchè tu diventi qualcosa devi passare attraverso la mia educazione,che ti piaccia oppure no"" mamma non la pensava cosi" replicò un po' timorosa Ires "Mamma non c'è più e ora comando io che ti piaccia o no e vedi di ficcartelo nella mente,perché altrimenti le tue belle lezioni con l'arco te le puoi anche scordare". All'improvviso Ires si rese conto di averla combinata grossa,aveva decisamente esagerato e se n'era resa conto solo quando ormai era troppo tardi,aveva sfidato la collera del padre,a suo parere per una giusta causa,ma siccome già sapeva di aver perso in partenza,quello che pagava adesso era solo la conseguenza di essersi fatta un pizzico di coraggio per dire ciò che pensava in faccia a suo padre,che come da previsione non l'aveva presa bene e adesso doveva solo cercare di limitare i danni per quanto possibile." ora vai Ires hai lezione di ballo tra cinque minuti" -cosa? mio padre e impazzito ballo? no sta scherzando tutto ma non il ballo!- "stai scherzando vero?""no sono serissimo"replicò duro Floren. Ires avrebbe voluto controbattere e convincere suo papà a evitare una noiosissima e inutile lezione di ballo,ma sapeva che in quelle circostanze non era possibile in condizioni normali ci sarebbe riuscita senza problemi,ma con suo padre su tutte le furie la causa era già persa in partenza " ma papà come faccio a preparami in cinque minuti?""affari tuoi,un guerriero deve essere rapido"rispose freddo il padre la voglia di Ires di rispondere era tantissima,ma Ires riuscì senza saper neppure lei come a mordersi la lingua e ad annuire "allora vado" disse e si congedò di corsa dal proprio padre . Mentre la ragazza già correva verso le sue stanze,carica di rabbia più che mai,la voce del padre da dietro la fece fermare di colpo inaspettatamente "ah Ires"intervenne Floren"si?""dopo hai biblioteca fino a mezzanotte e domani niente arco" la ragazza incassò il colpo dicendo " e la lezione a cavallo di stasera?""saltata sia oggi che domani se ne riparla fra due gironi" . La ragazza annuì in silenzio e andò via senza neanche salutare il padre,era nervosa ,non tanto per le punizioni,neanche troppo cattive del padre,ma per il fatto che esso continuava a non comprenderla per niente,eppure non era difficile capire che lei era inadatta alla vita di corte e suo padre lo sapeva bene,ma allora perché continuava ad insistere con la sua istruzione? non era forse il compito di un padre assecondare i desideri di una figlia? Presa da questi dubbi e immersa nella propria ira Ires percorse di corsa la stanza dei ricevimenti immersa a capofitto nelle sue riflessioni,con la testa talmente fra le nuvole che non si accorse neppure di andare a sbattere contro un alta figura grigia incappucciata simile ad un pellegrino,che li si era parato davanti senza che lei neppure lo vedesse. "tu devi essere la figlia del re giusto dov'è tuo padre Ires?"disse la figura dopo aver osservato per un po' la ragazza"là in fondo alla sala,ma vi avverto è di pessimo umore" il pellegrino fece una faccia come a chi non gliene importa più di tanto e proseguì verso il re come se niente fosse. Subito Ires si chiese chi fosse la figura misteriosa che andava da suo padre,in un orario così insolito al di fuori di quello delle visite e con così tanta sicurezza,era certa di non averlo mai visto prima in circolazione, ne in città nel tanto meno a palazzo,pensò che era un amico di vecchia data del padre,ma subito dopo si chiese come era possibile che conoscesse il suo nome e che sapesse chi era,decise che avrebbe indagato,per semplice curiosità naturalmente,ma voleva scoprire chi fosse quella figura e come facesse a sapere chi lei fosse a magari perché no anche sapere il motivo per cui era venuto in un orario così insolito alla corte di suo padre,decise di rimandare alla tarda serata la sua indagine perché ora volente o nolente la lezione di ballo l'ha attendeva.
  
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