Fanfic su attori > Jamie Campbell Bower
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Autore: ANormalGirl    05/04/2014    5 recensioni
Lei è una ragazza comune, introversa e chiusa in se stessa. Preferisce un paio di Converse ad un paio di tacchi. L'amore per lei non ha forma, non ha colore; lei l'amore non lo ha mai provato sulla sua pelle e crede che mai lo proverà ma lei non sa. Lei non sa che nella sua vita sta per arrivare un ragazzo che scioglierà il ghiaccio su quel cuore, che le farà scoprire chi è veramente e che la farà innamorare, ma per davvero.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jamie Campbell Bower, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Raccolgo i capelli in uno chignon per niente perfetto e passo un leggero strato di matita nera sugli occhi che,alla luce del bagno, sono di un verde accesso. Mi guardo un'ultima volta, prima di uscire da li; sono sempre stata poco sicura di me stessa, non mi sono mai sentita bella e sexy e ogni volta che esco di casa mi specchio almeno un centinaio di volte prima di convincermi di essere abbastanza carina e presentabile.
Il suono dei miei passi risuona in tutta la casa, che or mai è vuota; Jessica e Paris sono già al lavoro da diverse ore ed io, ci sto andando proprio in questo momento.
Il leggero vento mi accarezza il viso mentre il tiepido sole lo riscalda; i numerosi braccialetti tentennano e ad ogni passo che faccio il mio stomaco si stringe sempre di più e vengo investita da una senso di ansia, forse per paura di incontrare quel Jamie.
"Ben arrivata!" esclama Alexie passando come un fulmine davanti a me con un vassoio colmo di tazze. La saluto priva di entusiasmo e mi sistemo dietro alla cassa a svolgere la solita e monotona routine; nulla di eccitante è mai capitato nella mia vita, forse dovuto al fatto che io sono sempre stata così "brava" oppure al semplice fatto che ho sempre preferito starmene a casa con una coperta e un film piuttosto che trascorrere un'intera serata ad una festa piena di ubriaconi.
"Buon pomeriggio. Cosa desidera?" alzo lo sguardo e il mio cuore parte a battere così forte che lo sento risuonare nelle orecchie e pulsare nelle tempie e l'ansia che stava svanendo ricompare in un batter d'occhio, travolgendomi come un'onda.
"Skye, giusto?" mi sorride Jamie passandosi una mano tra i capelli troppo scompigliati per essere stati spazzolati almeno una volta.
"Già" sospiro incurvando le spalle, mantenendo una posa alquanto goffa e per nulla femminile.
"Stai meglio ora?" mi chiede alzando gli occhiali da sole nere per lasciar spazio ai profondi occhi azzurri.
"Si, grazie" mento guardando altrove.
"Certo, ed io dovrei crederti" ride appoggiandosi con le mani al bancone e sporgendosi in avanti con il busto; faccio un passo indietro e lo ignoro come se quello che ha appena detto non mi avesse per niente infastidito.
"Ordini qualcosa oppure spostati che fai fila" gli dico indicando dietro di lui, si volta e dietro ci sono almeno cinque persone.
"Una spremuta d'arancia" mi dice con sguardo di sfida sorridendomi. Alzo gli occhi al cielo e sospiro battendo l'ordine alla cassa; posa cinque sterline sul bancone e si sistema gli occhiali agganciandoli alla maglietta scura con un grosso scollo a "V" che lascia travedere il petto.
"Tiene il resto" ammicca maliziosamente; afferra la sua aranciata e si siede ad un tavolino non molto lontano da dove sono io, mi da le spalle  ma non è fuori dal mio campo visivo.
Servo diversi clienti durante il pomeriggio e ogni tanto lancio un'occhiata a Jamie che è seduto lì da circa due ore; non fa altro che messaggiare e sorseggiare la spremuta, ogni tanto qualche ragazza li si siede accanto e cerca di instaurare una conversazione ma lui nulla, le ignora. Il suo comportamento è strano visto che in autobus l'altro giorno è stato proprio lui ad iniziare la "conversazione".
"Bello eh?" mi da una leggera gomitata la mia superiore fermandosi affianco a me.
"Chi?" chiedo fingendomi sorpresa dalla domanda.
"Quel biondo! Cazzo, se solo avessi qualche anno in meno e non fossi felicemente fidanzata" ride allontanandosi, le sorriso e continuo il mio ruolo fino alle 18.30 quando termino di lavorare. Saluto Alexie e mi incammino alla porta; Jamie come un veloce scatto si avventa sulla porta e sorridendomi me la apre, timidamente sorrido ed esco seguita da lui.
"Vuoi un passaggio?" mi chiede bloccandomi il passaggio; alzo lo sguardo ma vedo solo la sua scura figura per via della luce del sole che lentamente sta calando dietro ai palazzi.
"No, grazie. Preferisco andare a piedi" rispondo riprendendo a camminare ma lui mi blocca ancora una volta, sospiro mentre lui mi guarda divertito.
"Dai, devo farmi perdonare per la spremuta d'arancia" ha un tono di voce così dolce e persuasivo che alzo gli occhi al cielo e dopo qualche secondo passato a fissarlo annuisco anche se titubante.
"Hai l'auto?" chiedo guardando le diverse macchine parcheggiate davanti a noi.
"No, meglio" mi dice, lo seguo fino dietro all'angolo e ci fermiamo davanti ad una grossa, imponente Harley Davidson di un nero lucente, così tanto da riuscire  a specchiarmici dentro.
"Scherzi?!" esclamo senza rendermene conto guardandolo perplessa.
"Hai paura delle moto?" trattiene una risata afferrando due caschi, ovviamente neri; me ne lancia uno ed io goffamente lo afferro prima che possa cadere a terra, non rispondo e  sposto lo sguardo da lui ai miei piedi.
"Andiamo Skye" sale in sella e mi allunga la man; la fisso per alcuni secondi in silenzio e poi, quasi senza ragionare lucidamente, accetto il passaggio afferrandola. Mi sistemo dietro di lui e indosso il casco; Jamie fa lo stesso e accende la moto, il motore romba per tutta la via sovrastando il rumore delle auto.
"Attaccati o cadrai" afferra le mie mani e le posa sui suoi fianchi, con il busto si piega in avanti ed io faccio lo stesso per tenermi stretta; parte a tutto gas scendendo dal marciapiede e si infila nel traffico londinese a tutta velocità.
La Harley si ferma proprio davanti casa mia ed io scendo sospirando; mi sfilo il casco, le orecchie sono bollenti ma ora si stanno raffreddando al leggero vento, Jamie fa lo stesso e mi sorride divertito.
"Hai paura delle moto" ride, alzo gli occhi al cielo e gli passo prepotentemente il casco.
"Grazie per il passaggio" sorrido acida
"Quando vuoi" ammicca; apro il cancelletto nero in ferro battuto cigolante, arrivo al portone nero e prima di inserire le chiavi sento la moto allontanarsi lungo la via per poi non udirla più.
"Chi era?" mi chiede Paris precipitandosi da me appena metto piede in casa. E' così pettegola.
"Chi?" chiedo distrattamente sfilando le scarpe.
"Il biondo da urlo che ti ha appena accompagnata a casa" continua lei non stando più nella pelle.
"Un amico di Jessica" le dico fredda; mi incammino verso il bagno per poi chiudere la porta in faccia alla mia coinquilina che continua a farmi domande, apro l'acqua della doccia per coprire l'irritante voce e mi ci infilo sotto.

Per gli altri due giorni consecutivi, alle stessa ora, Jamie venne al locale per bere la spremuta d'arancia, si sedeva nel solito tavolo e rimaneva li; mi sentivo osservata così,quando lo guardavo, lui distoglieva lo sguardo ed io sorridevo per la scena buffa, molto spesso alcune ragazze si avvicinavano a lui ma le ignorava continuando a sorseggiare la sua aranciata.

"Ci vediamo domani" saluto Alexie e mi incammino all'uscita; mi guardo attorno ma oggi di Jamie nemmeno l'ombra. Pensavo che lui venisse qui per vedermi ma a quanto pare sono solo io che mi faccio strani viaggi mentali, che m'illudo come ho sempre fatto.
Chiudo la porta di casa dietro di me e mentre mi dirigo verso camera mia mi accorgo di Paris che è incollata alla finestra del soggiorno.
"Che stai facendo?" chiedo avvicinandomi a lei; di sotto, davanti casa ,c'è Jess con il suo ragazzo che si stanno baciando, sono così innamorati ed io mi sento così vuota e sola.
"Stai spiando Smith?" chiedo incrociando le braccia sul mio petto e guardandola truce.
"Shhhh" mi azzittisce lei senza distogliere lo sguardo dai due piccioncini.
"Sai che non ti sentono vero?" sospiro davanti  alla sua enorme intelligenza. I due si spostano dal nostro campo visivo e dopo alcuni secondi sentiamo la porta di casa aprirsi e la voce di Jessica salutarci. Guardo Paris, lei mi spinge con forza facendomi cadere sulla poltrona li vicino e con uno scatto felino si getta sul divano afferrando una rivesta.
"Che fate?" chiede la mia amica entrando in soggiorno e guardandoci perplessa.
"Ehm...sto sistemando la borsa. Sai è colma di cose inutili...tipo questo!" esclamo estraendo da essa l'abbonamento per l'autobus.
"Ok...forse questo no" continuo abbassando lo sguardo.
"Beh, ho preso la cena!" ci sorride Jess ignorando ciò che ho appena detto e mostrandoci il sacchetto con il cibo giapponese all'interno.
Prediamo posto e dopo alcuni minuti di totale silenzio, Jess si schiarisce la gola rompendolo.
"Devo chiedervi una cosa" ci dice posando le bacchette e pulendosi la bocca con il tovagliolo.
"Dicci" esclamo continuando a mangiare il sushi.
"Possiamo ospitare due persone per circa due settimane?" chiede sorridendo timidamente.
"Ok. Ma in camera mia non ci dorme nessuno" si affretta a dire Paris con tono noncurante. Sia mai che qualcuno tocchi le sue preziosissime lenzuola di seta.
"E chi sarebbero?" chiede posando le bacchette; Jess non fa in tempo a risponde che il campanello suona e lei come un razzo si dirige al citofono.
"Credo che lei abbia dato per scontato che noi avremmo detto di si" mi guarda Paris divertita per poi raggiungere Jessica; sento una voce famigliare provenire dalle scale ma non ci bado molto, poso il mio piatto nel lavandino e poi mi blocco sentendo la seconda voce.
Esco dalla cucina e in soggiorno vedo Jeremy che sta stringendo la mano alla nostra coinquilina.
"Skye!" sento urlami alle spalle, faccio un salto dallo spavento e mi volto con il cuore in gola.
"Tu?!" urlo vedendo Jamie con una valigia grigia.
"Oh, piacere" mi scansa Paris, il tono di voce è profondo e sexy e la camminata da gatta morta; Jamie la guarda sconvolto e poi trattenendo una risata le stringe la mano.
"Tu sei il tipo biondo in moto di qualche giorno fa" mi guarda sconvolta Paris, la ignoro e raggiungo la mia amica che sta parlando con il suo ragazzo.
"Jess. Jess posso parlarti un attimo? In privato!" esclamo sorridendo nervosa a Jeremy, la trascino in cucina e chiudo la porta appoggiandomici.
"Stai scherzando?!" esplodo mettendomi le mani tra i capelli, letteralmente.
"Non ti piace Jeremy?" mi chiede perplessa.
"Non m'interessa di Jeramy. Ma anche l'altro doveva venire?" continuo con un tono cantilenante e quasi disperato.
"Il loro appartamento è infestato dagli scarafaggi. Non sapevano dove andare" mi informa con occhi da cucciolo. Scuoto la testa e poi, afflitta, apro la porta e con lei torno dagli altri.
"Jeremy ovviamente dormirà in camera con me" Jess si solleva sulle punte e da un lungo bacio sulle labbra al suo ragazzo. 
"Scordatelo" dico fredda guardando Jamie che mi sorride.
"Tranquilla, non voglio dormire con te. Dormirò qui, sul divano" dice gettandosi su di esso a peso morto.
"Davvero lo fai dormire qui?" mi chiede allibita Paris.
"L'ha detto lui no?" faccio spallucce sorridendogli acida.
"Beh se vuole, camera mia è libera" lo guarda maliziosa lei.
"Tu dormirai con Skye?" sussulta lui, guardandomi perplesso.
"No!" esclamiamo all'unisono io e Paris scambiandoci uno sguardo disgustoso.
"E allora preferisco il divano" sorride ironico lui mentre l'espressione della nostra coinquilina è estremante indignata.
Sono le 2.35 quando mi sveglio, la stanza è buia e la casa silenziosa, fin troppo forse. A piedi scalzi percorro il corridoio per poi entrare in cucina; apro il frigorifero e la luce si diffonde in tutta la stanza proiettando le ombre degli elettrodomestici.
"Non riesci a dormire?" mi sussurra una voce roca all'orecchio; mi volto e illuminato dalla luce fredda del frigorifero c'è Jamie in boxer con una maglietta attillata e grigia, sull'avambraccio ci sono tatuate delle scritte ma è troppo buio per decifrarle.
 Si passa una mano tra i capelli e poi, come fosse casa sua, estrae dal frigo una bottiglia d'acqua.
"Dove sono i bicchieri?" mi chiede assonnato.
"Faccio io" rispondo aprendo il secondo armadietto partendo da destra; ne afferro due e improvvisamente non vedo più nulla, la stanza ora è illuminata solo dalla luce soffusa del lampione che sta giù in strada. La figura di Jamie davanti alla finestra è completamente scura ma riesco comunque a vedere la forma del suo fisico e i capelli scompigliati.
"Sei proprio un genio" commento sarcastica sottovoce.
"Che ho fatto?" bisbiglia.
"Hai chiuso il frigorifero, ora non ci vediamo!" cerco a tastoni l'interruttore della piccola luce della cappa; quando lo trovo la stanza assume  un colore più rosato e Jamie prende posto a tavola cercando di non far rumore con la sedia; posa l'acqua sul tavolo ed io faccio lo stesso ma con i bicchieri.
"Comunque no,non riesco a dormire" rispondo passandogli un bicchiere.
"Nemmeno io, sai, il vostro divano non è proprio come un letto di un hotel a cinque stelle" replica versando prima a me e poi a lui dell'acqua. Ne bevo un lungo sorso, la sento scivolare fredda lungo la mia gola rinfrescandomi.
"Mi spiace, ma domani se si alza per le 10.30 potrà far colazione con degli ottimi pancake" continuo tenendo stretto il bicchiere tra le mani per sentire fresco.
"E' più facile conversare con te alle 2.30 del mattino che sull'autobus" ride mettendosi una mano sulla bocca per non far rumore.
"Tutta colpa del sonno" sorrido alzando gli occhi al cielo e portando il bicchiere vicino alle labbra.
"Lo fai spesso?" mi chiede osservandomi attentamente.
"Cosa? Alzarmi nel cuore della notte e parlare con uno sconosciuto in boxer in cucina?" rispondo sarcastica, lo sento ridere e poi lo vedo tornare serio.
"Alzare gli occhi al cielo, intendo" mentre lo dice mi imita ma gli esce davvero male, mi lascio fuggire una risata alla quale lui si blocca a guardarmi per poi sorridere.
"A volte. Perchè?" bevo l'ultimo goccio d'acqua.
"Niente, è sexy" mi dice guardandomi; l'acqua che ho in bocca mi va per traverso e comincio a tossire.
"Tutto ok?" mi chiede alzandosi appena dalla sedia e avvicinandosi con il busto.
"Si, tutto ok...ehm...torno a letto" mi affretto a dire, mi alzo e velocemente mi dirigo in camera mia per poi chiudermi dentro.
Mi getto sul letto e chiudo gli occhi cercando di addormentarmi ma se già facevo fatica a dormire prima figuriamoci ora. Il cuore batte forte nel petto e sul mio volto c'è un grosso sorriso; lo sguardo è fisso sul soffitto dove alle volta vengono proiettate le luci delle auto che passano in strada. Credo sia il primo ragazzo che faccia una considerazione del genere su di me; non sono abituata a ricevere commenti da persone vicine a me, figuriamoci da uno appena conosciuto. Cerco con tutta me stessa di dormire ma il fatto che lui è di là in soggiorno mi agita, non capisco il motivo ma il mio stomaco è in subbuglio e mi chiedo se anche lui sta pensando a me in questo momento.
  
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