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Autore: take a breath    06/04/2014    3 recensioni
Cosa accade nella tua vita se tutte le tue realtà crollano?
Se ti accorgi che qualcosa dentro di te sta cambiando?
E se scoprissi di non essere il solo a possedere capacità speciali?
Se ce ne fossero degli altri? Anche più pericolosi e indomabili?
Decidi da che parte stare o lo faranno gli altri per te.
Solo i prescelti potranno cambiare questo mondo.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
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"The strange case of Diehel Trevors."


- Diehel.



Sono sempre stato un ragazzo normale. 
Uno tra tanti,che non si distingue dalla massa.
Uno che cammina sempre dritto. Sbronze a parte.
Uno che non si cura del pensiero altrui.
Un ragazzo semplice che ha sempre vissuto la sua vita secondo le proprie regole. Regole fondate solamente sul piacere personale.
Ma poi sono morto. 
E adesso eccomi qua,a fare i conti con l'impossibile e il sovrannaturale. Non so precisamente come sia accaduto tutto questo,ma sono morto. Da un mese ormai. 
E sempre da un mese sono incastrato in questo corpo che non mi appartiene. 
"Ciao tesoro!" mi urla un uomo dall'altra parte del marciapiede e fa per raggiungermi con passo lesto.
"Dove sta andando una bella ragazza come te a quest'ora della notte?" il suo alito mi colpisce come il camion che mi ha ucciso e quasi arrivo a preferirlo a quel fetore.
Davvero non lo so cosa ci trovano di bello in questa carcassa che mi ritrovo addosso. La prima cosa che ho fatto dopo aver "accettato" il fatto di non poter più avere il mio corpo,è stata tagliare questi capelli biondissimi,più corti possibile.
Indosso sempre abiti larghi e lerci che non fanno altro che sottolineare quello che ora è il mio fisico esile.
Ho gli occhi,fastidiosamente azzurri,costantemente contornati da profonde occhiaie e ovviamente non ho mai pensato di truccare questo viso pallido e consumato dalla frenetica vita che si ritrova ad affrontare. 
"Cos'è hai perso la lingua?" la mano ruvida dell'uomo mi affera il braccio e mi strattona verso di se e in un attimo mi sovrasta.
Quanto rimpiango il mio vecchio corpo in momenti del genere.
L'uomo resta fermo immobile a guardarmi,forse aspetta di sentirmi gridare come una femminuccia.
Poi mi accorgo che tiene gli occhi puntati sul mio petto e solo dopo capisco la situazione. Dannata pioggia. Dannate tette.
La mia maglietta bianca e prevalentemente bucata,bagnata dalla pioggia,adesso aderisce perfettamente a ogni curva di questo corpo fin troppo femminile. 
Mi sembra quasi di intravedere della bava,colare dalla bocca dell'uomo.
"Oh andiamo." cerco di divincolarmi dalla sua presa,ma la cosa si rivela parecchio difficile essendo cosi debole.
Sento la stretta delle sue mani farsi più forte intorno ai miei polsi mentre lui si avvicina al mio collo.
Aspetto il momento giusto e prima che riesca anche solo a sfiorarmi gli assesto una ginocchiata tra le gambe.
Quasi riesco a sentirne il dolore,poveraccio.
Giro l'angolo e lo lascio agonizzante nel vicolo sperando che non sia cosi testardo da inseguirmi.
Tiro su la zip prima che si presenti qualche altro vecchio pedofilo con troppo alchool in corpo.
Ora che ci rifletto anche io ho bevuto parecchio stasera e conoscendo la resistenza della ragazzina penso che vomiterà nell'arco di una,massimo due ore.
Procedo accelerando il passo fino a raggiungere quello squallido appartamento che da un mese oso chiamare casa.
Non appena apro la porta,vedo Zani accasciato sul pavimento che sembra caduto in un sonno profondo. Non mi scompongo di una virgola,non è la prima volta che lo ritrovo così. Mi limito a scavalcarlo e a raggiungere il mio letto: un materasso logoro su cui si intrecciano disordinatamente un paio di coperte vecchie e bucherellate.
Mi spoglio di tutto quello che ho addosso,tranne i miei fedeli boxer,che non mi abbandonano neanche quando sono tutt'altro che maschio. 
Mi getto sul materasso e posiziono le mani dietro alla testa,scacciando via i ricordi.
Ricordi di casa,di famiglia,di Ester e di me stesso.
Guardo la parete al mio fianco, a cui sono appesi centinaia di ritagli di giornale che hanno tutti in comune la stessa cosa.
La mia morte.
"Tragico incidente" "Incidente:muore ragazzo di diciotto anni." "John Trevors chiede giustizia."
Solo così posso ricevere qualche notizia della mia vecchia vita.
Ma nessun giornale scrive di Ester. Non ha rilasciato nessuna intervista. Vorrei poterla abbracciare anche solo un ultima volta,per poter sentire di nuovo il suo profumo avvolgermi.
Mi manca terribilmente. Devo trovare i soldi per andare a New York.
Ho bisogno di vederla e di spiegarle ciò che è successo. 
Capirà..anche se neppure io lo capisco.
Guardo ancora il palmo della mano sinistra e sfioro la cicatrice a forma di triangolo con l'indice destro.
Sono passate due settimane da quando mi sono risvegliato con questo simbolo inciso sulla mano e ancora non ho capito chi o cosa me lo ha procurato. 
Ricordo solamente l'enorme vuoto di memoria,ma non è poi una novità che non riesca a ricordare la giornata precedete ad una sbronza. Dovrei concentrarmi sulle cose importanti ora.
Ester.
Mentre sto mentalmente schematizzando un modo per guadagnare un pò di soldi per raggiungere New York,mi addormento senza neanche accorgermene e vengo catapultato in un mondo di sogni e ricordi.


Ester mi guarda con i suoi bellissimi occhi verdi.
Le accarezzo il viso con la mia mano,la mia vera mano.
Sono così felice di essere di nuovo me stesso,di averla con me al mio fianco. Mi avvicino per baciarla. Sento il suo profumo inebriarmi.
Le nostre labbra si sfiorano appena, prima che un enorme camion dai fari accecanti mi investa proprio davanti ai suoi occhi.
E improvvisamente mi avverto più basso.
La mia mano,che prima accarezzava le guance di Ester,ora è più simile alle sue mani,solo più bianca.
Lei mi guarda inorridita,urla e corre.
Scappa via,lontano da me e io sono immobile,incapace di muovermi.
Non posso rincorrerla,fermarla e dirle che la amo.
Sento un dolore lancinante alla mano e vedo colare il sangue dal taglio a triangolo,che magicamente si cicatrizza.
Quando rialzo lo sguardo,davanti a me c'è la figura sfocata di una ragazza dai lunghi capelli corvini che mi mostra la mano,anch'essa con lo stesso simbolo.
Cerca di dirmi qualcosa,ma non riesco a capire.
Il suo volto si contorce e lei sembra come sconvolta da degli spasmi e la sua figura si dissolve.



Mi sveglio di soprassalto. Non riesco a formulare nemmeno un pensiero. Ho un conato. Mi alzo,giusto in tempo per vomitare sul pavimento. Mi sembra di non fare altro ultimamente.
Questa ragazzina ha davvero una resistenza pessima.
Ora la stanza puzza di vomito,oltre che di muffa,panni sporchi e sudore. Non mi importa. Mi giro e torno a letto come se niente fosse. In realtà l'immagine vivida di Ester che scappa via da me,mi attanaglia il cuore e in quel momento sento che tutto è perduto.
Non riavrò mai indietro la mia vita.



 
Spazio Autrice:

Ciao a tutti :)
Intanto vorrei iniziare ringraziando tutti i lettori del primo capitolo,
non mi sarei mai aspettata che fossero cosi tanti!
Spero che continuerete a seguire questa storia e che non vi deluda mai in futuro.
Ringrazio in anticipo,anche chi recensirà questo capitolo,anche solo per darmi una sua opinione
Un bacio,a presto x

 









 














  
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