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Autore: RaggioDiLuna    10/07/2008    20 recensioni
AGGIORNATA--- capitolo 10 [dita intrecciate in metropolitana]---
Hermione è triste, molto triste, i suoi genitori non ci sono più, uccisi da una chioma bionda e da una voce glaciale, però la sua vita continua e la scuola anche. e sarà proprio a scuola che sarà costretta a rivedere Draco, il figlio dell'uomo che ha sempre odiato, ora più che mai.
quali saranno le reazioni del biondo vedendola?
DAL PRIMO CAPITOLO: 1)Era il primo settembre. Un nuovo giorno, il primo di un nuovo anno. Un nuovo anno ad Hogwarts, il primo di una nuova vita. Una nuova vita che non era l’inizio di nient’altro, se non dolore. L’inizio della fine.
2)hai litigato con i tuoi?- Una lieve pausa, un sospiro e un'ondata di coraggio. -con mamma e papà non litigherò mai più-.
DAL QUARTO CAPITOLO: 1)Simili o dissimili, uguali o opposti. Blaise pensava fossero tutte cazzate. Come si poteva giudicarli semplicemente bene e male, luce e buio, amore e odio. Gli uomini, le donne, gli esseri umani, gli esseri viventi, niente si può ridurre ad un paragone, ad un modello scientifico.
2)Danza di anime su scarpette dalle punte di gesso, lacci di raso intorno alle caviglie e poi su, su fino alla gola, a togliere il respiro. Costumi di tulle leggero intorno alla vita. Tulle, fatto di vedo e non vedo. Trasparenze dell’anima. E poi spalline come lievi speranze. Sottili, apparentemente fragili, ma cucite saldamente per reggere la veste della nostra vita. Quel vestito d’apparenza che ci ricopre.
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1-meglio la rabbia del nulla
Sembra strano ma eccomi qui, con l'inizio di una nuova fan-fiction...
l'ispirazione mi viene tutta da una storia che sto betando e che ancora non è stata pubblicata, ma prometto che appena sarà possibile leggerla vi darò il titolo.
l'autrice è PoisonedObsessed e la sua è una Lucius/Hermione.
io invece neppure questa volta mi separo da quello che sta diventando il pairing che mi stuzzica di più, che mi sfida a scriverlo ed a interpretarlo ogni volta in maniera differente.
questa volta è un VERO ESPERIMENTO  e non mi stupirei se non dovesse piacere.
mi dispiacerebbe, questo sì, ma tanto vale provare.
è solo il primo capitolo e vorrei sapere se vale la pena scriverne un altro.
niente è scritto, niente  è programmato.
la storia non è ancora decisa.
la stenderò, forse.
dipende da quello che mi direte nelle vostre recensioni.

con affetto ,
Stefania.


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Era il primo settembre.

Un nuovo giorno, il primo di un nuovo anno.

Un nuovo anno ad Hogwarts, il primo di una nuova vita.

Una nuova vita che non era l’inizio di nient’altro, se non dolore.

L’inizio della fine.

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Era il primo settembre, solito binario.

Solito binario e solita compagnia.

Harry, Ron, Ginny.

E poi lei.

Lei però non era la stessa, forse non lo sarebbe stata mai più.

Ci avrebbe tentato. Sempre.

A ritornare Hermione Granger, quella che sorride e affronta il mondo a testa alta.

Ma per ora, in quella fresca mattina del primo settembre, la testa pesava troppo per poterla alzare.
Era colma del nulla. E il nulla pesa.
Pesa tanto da essere tutto. E quando il nulla diventa tutto, non c’è spazio per altro.
Né per i colori, né per il sorriso, neppure per la voglia di studiare.

Neppure per Hermione stessa.

Per questo motivo, per non essere annullata dal dolore, per ritagliare uno spazio a se stessa dentro il proprio corpo, Hermione aveva deciso che doveva svuotare la sua testa piena di nulla. Piangeva. Piangeva facendo uscire insieme alle lacrime tutto ciò che le riempiva la mente.
Fuori da sé. Lontano e sempre vicino.
In agguato.

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Harry e Ron le erano sempre rimasti accanto, in ogni istante, da quando lei era arrivata alla Tana, da sola, con accanto le valigie, quattro, forse cinque, in cui aveva infilato praticamente ogni oggetto della sua camera.
Ron l’aveva salutata allegramente.
-Hey, ‘Mione, che sorpresa...metti giù Grattastinchi perché voglio un abbraccio-
La ragazza aveva obbedito, passiva.
Aveva sentito le sue braccia avvolgerla e aveva capito che non stavano avvolgendo lei, come avrebbero voluto, ma solo il suo corpo.
Lei non c’era, ma era ora di farla tornare. Per Ron, per Harry.
E fu allora che prese la sua decisione e pianse per la prima volta in quei tre giorni.
Pianse tra le braccia di lui, ma senza scomporsi, senza singhiozzi.
-‘Mione, sei bagnata...- l’aveva allontanata da sé e le aveva sbirciato le guance rigate –oh, Merlino, che succede?- le aveva sussurrato stringendola di nuovo, più forte di prima.
...’Mione...
Quel soprannome era solo suo, solo per lei.
Singhiozzò più forte, una, due, tre volte, mentre le lacrime trovavano la maniera giusta per trascinare via il dolore, per farlo scorrere e sradicarlo dalle pareti di cristallo dei suoi pensieri intrappolati.
-Ron, chi è?- anche Harry li aveva raggiunti. –OH! Herm, tesoro ciao...ma che...?- si era precipitato anche lui ad abbracciarla.
-posso stare da voi fino all’inizio della scuola?-
-ma certo che puoi, ‘Mione, ma che è successo?-
La ragazza non rispose.
Avrebbe voluto,  lo voleva davvero.
Ma le parola non uscivano. Hermione Granger era sempre pronta per discorsi al limite della retorica, certo, ma lei non era Hermione Granger.
-hai litigato con i tuoi?-
Una lieve pausa, un sospiro e un'ondata di coraggio.
-con mamma e papà non litigherò mai più-.
E Ron ed Harry avevano temuto il peggio, se ne era accorta dal pietrificarsi delle braccia di uno, dal respiro trattenuto dell’altro.
Ron, di solito così ottimista, ed Harry, catastrofico d’indole, per una volta avevano pensato la stessa cosa.
Il buffo è che avevano avuto ragione.

Mr and Mrs Granger.

Sua madre aveva mantenuto il cognome del marito anche su quella lapide.
Anche nella morte.
Nient’altro era stato scritto. I suoi genitori, nel testamento, avevano chiesto alla figlia di non scrivere nulla.
Niente “genitori amati” niente “persone oneste e virtuose”.
"Le dediche si fanno ai vivi, non ai morti e non ai parenti alla lontana che si ricordano della tua esistenza solo quando questa è cessata e allora accorrono a leggere quello che scrivono di te"
Le parole di suo padre, col quotidiano aperto sulle ginocchia e un vecchio sigaro che spargeva cenere sul plaid scozzese cucito a mano dalla suocera, una volta l’avevano fatta ridere, non l’aveva preso sul serio.

Hermione era ritornata alla realtà e si era lasciata trasportare in camera con loro, addormentandosi tra i due ragazzi, ancora protetta dall’abbraccio di Ron, senza più aggiungere una parola.
La mattina seguente, appena il mondo fu a fuoco, aveva trovato i suoi amici già svegli e aveva aperto bocca senza neppure doverci pensare.
-Lucius Abraxas Malfoy-
Tre parole che avrebbe sempre odiato.
Tre parole che l’avrebbero sempre ferita.
Tre parole, decise, a cui non avrebbe permesso di farle male ulteriore.
Tre parole, infine, da cui avrebbe attinto rabbia da trasformare in forza.
Meglio la rabbia del dolore.
Meglio la rabbia del nulla.

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Meglio la rabbia del nulla. Meglio la rabbia del nulla. Meglio la rabbia del nulla.
Se lo ripeteva come un mantra, la mattina del primo settembre, mentre saliva i tre scalini che si aprivano sugli scomparti del treno.
Un piede dopo l’altro, la dita intrecciate a quelle di Ron, che la precedeva, e la mano di Harry, un gradino più in basso, alla base della schiena.
I tre presero posto in uno scompartimento vuoto, raggiunti dopo poco da Ginny, Luna e Neville.
Sola la piccola Weasley sapeva tutto.
Hermione non aveva detto nulla; era andata alla Tana dopo il funerale, senza avvertirli prima di quello che era successo.
Ma non ne poteva più di rievocare i ricordi, faceva troppo male.
Sorrise, ben sapendo che i suoi amici non si sarebbero fatti ingannare, solo per ingannare se stessa.
E fu sempre sorridendo che abbassò lo sguardo sulla spilla che brillava all’altezza del suo cuore mentre i Caposcuola venivano invitati a radunarsi nel primo vagone.
Ron fece per seguirla ma lei lo bloccò.
Da sola.
Da sola si richiuse la porta dello scompartimento alle spalle a da sola si avviò per i corridoi.
Aveva una strana sensazione, ma sapeva di aver ragione. Per questo stava respirando profondamente, misurando i passi, i pensieri, i cenni della testa con cui salutava i compagni entusiasti di essersi ritrovati: si stava preparando.
Sapeva  cosa l’aspettava dentro il vagone dei Caposcuola.
Non chi.
Cosa.
Spalancò la porta con rabbia, anche quella accuratamente misurata: abbastanza da darle forza, non abbastanza da trapelare.
E la realtà rallentò, come un video al tocco del telecomando.
E lo vide mentre rideva sprezzante a qualche battuta, o semplicemente di scherno.
Lo vide avvolto nel mantello nero, fasciato nei pantaloni dello stesso colore, con la piega al posto giusto, i muscoli anche.
Lo vide mentre si girava verso di lei che entrava.

Lo vide.
Draco Lucius Malfoy.
Altre tre parole. Altro dolore, altra rabbia, altra forza.

Chiuse gli occhi e li riaprì sfornzandosi di nuovo di stamparsi a fuoco un sorriso tirato sul viso proprio nel mmento in cui lui apriva bocca per accoglierla.

FINE CAPITOLO 1.

provate ad indovinare: cosa potrebbe dire ora il Serpeverde?
Se volete leggere una continuazione basta dirlo, altrimenti...ff cancellata, come detto sopra.
Stefania.

colgo l'occasione per dire due parole e spiegarmi meglio, nel caso alcune di voi, come è successo, hanno equivocato le mie intenzioni.


prima dell'attacco, preferisco chiedermi se quello che ho capito è veramente giusto e in caso di dubbio cerco un confronto con la persona con cui sono in disaccordo, per cercare di darle l'opportunità di spiegare.
come successo in altre mie shot, la mia richiesta non era : "o commentate o non scrivo"
ma "scrivete per dirmi se devo continuare o no" il che significa che mi aspettavo e chiedevo sia delle recensioni positive, sia dei commenti in cui si diceva semplicemnete: secondo me non vale la pena di continuare.
NON SMETTO DI SCRIVERE SE NON CI SONO RECENSIONI, MA SEMPLICEMENTE SE NEI COMMENTI VOI SCRIVETE : NON ANDARE AVANTI, PERCHE' NON NE VALE LA PENA.
tutto questo perchè ero e sono tutt'ora in dubbio su questo mio esperimento e non volevo un incoraggiamento (perchè se sono convinta di quello che scrivo me ne frego delle recensioni) quanto un PARERE, positivo o negativo.
prendo comunque tutti i complimenti e le note negative del  commento di semplicementeme, come faccio sempre.

spero che ora sia chiaro, mi scuso se mi sono espressa male e se vi ho dato l'impressione sbagliata, ma questo è quello che intendevo e non mi sembra nulla di tragico o scorretto, tantomeno un ricatto.



  
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