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Autore: YourSmileMakesMeStrong    08/04/2014    1 recensioni
Stavamo correndo per cercare un riparo dalla pioggia, mano nella mano.
-Fermati.
Mi disse lui.
-Cosa c'è? Forza, corri, sta piovendo a dirotto!
-Guardami negli occhi.
Sussurrò teneramente. Il verde dei miei occhi si fuse con l'azzurro dei suoi.
Le farfalle nello stomaco iniziarono a farsi sentire. Eravamo così vicini, e la pioggia rendeva tutto così speciale. La nostre labbra si avvicinarono sempre di più, fino a quando non si unirono completamente in un dolce bacio.
Le gocce di quella fredda pioggia non erano niente, in confronto al calore del nostro amore.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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Presi la mia valigia e cercai al suo interno il mio ombrellino.

-Presto, Evy, scendi! Non vedo l'ora di vedere la nuova casa, tu no?

Disse mia madre.

-Ma certo, mamma..

Esclamai con finto entusiasmo.

Finalmente trovai l'ombrello e scesi dall'aereo. I miei genitori mi aspettavano già lì fuori.

-Ferme qui, adesso chiamo il taxi!

Disse mio padre, sempre più eccitato.

La pioggia stava scendendo sempre più forte, e il rumore mi dava immensamente fastidio. Presi le cuffiette ed iniziai a sentire la musica. Forse, almeno quella, sarebbe riuscita a distrarmi dai pensieri negativi che prendevano spazio nella mia mente. Eppure ogni nota di quelle canzoni mi ricordava la mia casa. I miei amici. Il mio Paese. Non piansi, ma il mio cuore era a pezzi. Presi il telefonino e mi accorsi del cambiamento d'orario, di un'ora circa. Non ero più nel mio amato Paese, niente sarebbe stato più come prima.

-Ecco il taxi, Evy!

Disse mio padre interrompendo i miei pensieri.

Cercai di autoconvincermi ad amare questo cambiamento, ma niente mi piaceva, a partire dalla pioggia. La odiavo la pioggia, e credevo che niente al mondo mi avrebbe fatto cambiare idea. Salii sul taxi e partii per una nuova vita.

-Buongiorno signori! Dove vi porto?

Chiese un anziano uomo, in lingua inglese.

Mio padre rispose, ma non riuscii nemmeno a sentire il nome della città, perché avevo già cliccato sul tasto ''PLAY'' della musica.
Dopo qualche ora di viaggio, che mi sembrò infinita, lessi una scritta su un cartellone enorme alla fine dell'autostrada, bagnato dalla pioggia:

''MULLINGAR, WESTMEATH''

Spensi la musica e vidi i miei genitori indicare qualcosa.

-Eccoci arrivati, non è stupendo?

Disse mia madre con chiara emozione in viso.

-Stupendo..

Sussurrai con fare ironico. Ancora pioggia, e pioggia, e pioggia.

Quando scendemmo dalla macchina, la pioggia smise di scendere dal cielo.

-Ohoh, beh, come si suol dire, grazie al cielo!

Disse mio padre facendo notare che la pioggia era finita, credendo di fare una battutona. Feci una smorfia, mentre mia madre ridacchiava forzatamente. Intanto vidi spuntare l'arcobaleno. In Italia non avevo mai visto gli arcobaleni, sinceramente.

-Wow..

Mi lasciai scappare.

-Carino, vero? Scommetto che ti piace!

Disse mio padre.

-Beh, sì..

Gli risposi mentre ancora guardavo quella meraviglia comparsa in cielo. Ma questo non voleva dire niente. Non potevo essere felice solo perché un arco formato da sette colori compariva nel cielo dopo un'intera giornata di pioggia. Anche se, devo ammettere, mi migliorò leggermente l'umore.

-Evy, questa è la nostra nuova casa!

Disse mia madre indicando una villetta.

-Come ti pare?

Chiese eccitata.

-Sembra carina..Ma non è all'altezza della nostra vecchia casa!

Risposi. La casetta era colorata di arancione, a differenza della mia vecchia casa dipinta interamente di bianco. Nel giardino stavano delle strane creature di marmo che sembravano gnomi..

-Folletti irlandesi!

Esclamò mio padre notando che li stavo guardando.

-Personalmente, li trovo fantastici! Hai mai sentito parlare della leggenda dei Leprichaun?

-I Lepricosa?

Esclamai divertita.

-Ti spiegherò tutto più tardi, adesso entra e guarda la tua stanza!

Mi sussurrò mio padre.

Quando entrai dalla porta, vidi un enorme salotto. Le pareti erano dipinte di verde e arancione, ed anche i mobili erano colorati.
''Colora la tua vita.''
Stava scritto su un quadro appeso al muro. Il disegno raffigurava quegli strani folletti che avevo visto in giardino, che correvano sotto un arcobaleno. C'era anche una pentola contenente qualcosa di luccicante.
Salii le scale ed aprii la porta, poi entrai nella mia stanza.
Al centro esatto stava un armadio enorme, il letto di fianco era gigantesco. Le pareti erano verdi. Era la camera da letto più grande e carina che avessi mai visto. Avevo anche un bagno dentro la stanza.
''Finalmente un bagno privato!''
Risposi sorridendo.
Di fianco al letto stava una chitarra. Ma io non sapevo suonarla, perciò non mi sarebbe servita a nulla. C'era anche una sedia a dondolo. Mi ci buttai sopra ed iniziai a guardare meglio la stanza. Tutto sommato mi piaceva. Già. La casa mi piaceva. E poi basta, ecco.
Mi affacciai alla finestra, dove si potevano vedere tantissimi prati.

-Voglio tornare a casa!

Urlai.

-Ehi, piccola ribelle! Sistemati la camera e tira fuori la roba della valigie, poi scendi in cucina! E' ora di cena.


Disse mia madre. Il viaggio era durato tutto il giorno, e avevo una fame terribile. Iniziai a sistemare la stanza, poi, quando ebbi finito, scesi in cucina.

-Comunque, quel vestito ti dona, tesoro!

Esclamò mia madre.

-Grazie mamma.

Risposi con un sorriso.

Dopo cena, decisi di andare a leggere un libro. Presi ''Harry Potter e la pietra filosofale'', ed iniziai a sfogliare le pagine.

***

Il giorno dopo, sarei dovuta andare a scuola. Mia madre mi svegliò con una secchiate d'acqua, credendo di essere simpatica.

-Ahaha, piaciuto lo scherzetto, tesoro? Adesso ti accompagno a scuola, contenta?

-Troppo.

Risposi alzandomi. Sembravo una mummia. Corsi davanti allo specchio e mi truccai con un po' di matita nera e del mascara. Presi dall'armadio una maglietta a maniche corte, dei leggings ed un giacchetto, poi corsi in cucina.
Mangiai velocemente dei biscotti ed una tazza di tè, e uscii di casa.

-Ehi, tesoro! Aspettami, cos'è tutta questa fretta?

-Ho semplicemente voglia di vedere quale sarà la mia nuova scuola.

Risposi sinceramente.

-Va bene, sali in macchina!

Disse facendomi segno di salire.

Intorno alle strade c'erano dei prati enormi, e riuscivo a vedere alcuni uomini in groppa a splendidi cavalli. C'era il sole, non la pioggia come ieri.
Ci fermammo improvvisamente davanti ad un edificio enorme, la mia nuova scuola.

-Cara, verrò a prenderti non appena finirai le lezioni!

Mi disse mia madre con tono rassicurante.

-Va bene, ciao mamma!

Dissi salutandola e scendendo dalla macchina.

Entrai a scuola, dove vidi alcuni bidelli fissarmi con sguardo interrogativo. Li vidi dirsi qualcosa nelle orecchie, poi uno di loro mi fece cenno di seguirlo.

''Benvenuta in questa scuola!''

Mi disse.

Ringraziai il bidello e bussai alla porta della mia classe. Quando aprii vidi tanti ragazzi della mia età che mi fissavano, e subito diventai rossa.

-Oh, lei dev'essere la signorina Maretti! Evangelyne Maretti, giusto?

Disse la professoressa.

-Esattamente..

Risposi imbarazzata.

-Molto bene, sono sicura che si troverà molto bene in questa classe, non è vero ragazzi?

Disse rivolgendosi alla classe, che annuì sorridendo.

-Signorina, può sedersi vicino a Rebecca.

-Ma certo!

Risposi con un sorriso, e mi sedetti vicino alla ragazza. Rebecca era una ragazza dall'aria simpatica, e portava l'apparecchio, cosa che notai appena mi sorrise. Aveva dei capelli lunghi e biondi, e occhi celesti.

-Piacere!

Mi disse.

-Piacere mio!

Risposi stringendole la mano.

-Molto bene, ragazzi! Il prossimo compito sarà da svolgere in coppia! Dovrete svolgere una ricerca sull'Italia. Bene, visto che abbiamo una ragazza italiana sarà più semplice. Vediamo con chi svolgerai la ricerca...

Disse la professoressa mentre sfogliava il registro.

-Con il signor Horan, magari!

Disse indicando un ragazzo biondo.

-Sarai molto utile al biondino, visto che sembra molto desideroso di imparare l'italiano.

Il ragazzo annuì, dalla sua faccia sembrava che l'italiano gli piacesse davvero. Non potei fare a meno di notare i suoi occhi celesti, erano magnifici. Lo vidi venirmi incontro, e mi porse una mano.

-Ciao Evangelyne, io sono Niall!

Mi disse. Aveva un accento irlandese stupendo, e sembrava simpatico.

-Piacere!

Dissi sorridendogli mentre gli stringevo la mano.

-Allora, dove svogliamo la ricerca?

Mi chiese.

-Che ne dici di venire da me? Ho una casa nuova, e sarei felice di mostrartela!

Esclamai.

-Ma certo, ti chiamo dopo la scuola, così mi spieghi dove abiti!


Disse facendomi l'occhiolino, poi tornò al suo banco. Notai subito una ragazza dai capelli neri che mi fissava, e il suo non era uno sguardo amichevole.

SPAZIO AUTRICE
Bene ragazze, finalmente ho pubblicato il secondo Capitolo! So che non è molto, ma siamo appena agli inizi! Non ho nulla di particolare da dire, recensite e fatemi sapere cosa ne pensate! Ciao a tutte, un bacio!
  
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