{Note dell'autrice: è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d'autore, dell'opera 'Come il cielo di primavera'. Alcuni personaggi non mi appartengono e la storia non è stata scritta a scopi di lucro.
Canzone consigliata per leggere il capitolo: No Light, no Light di Florence + The Machine.
Sono terribilmente in ritardo e mi scuso, mi scuso e mi scuso ancora una volta, ma in questo periodo sono stata davvero molto impegnata. Dato che tra pochi giorni escono le pagelle di metà semestre, c'è stato il mese delle verifiche e dei progetti, inoltre c'è stata la laurea di mia sorella Selina, perciò sono dovuta andare in Italia e quando sono tornata ho subito iniziato softball che è tre volte a settimana direttamente dopo scuola, quindi non ho nemmeno tempo di tornare a casa e adesso sto facendo uno stage, perché nelle scuole internazionali in prima liceo praticamente vai a lavorare per due settimane in un'azienda, e parlano tedesco quindi devo stare molto attenta a quello che dicono altrimenti non capisco bene. Vado tutti i giorni e finisco alle quattro, torno a casa e sono esausta e ora che mi riposo è ora di cena, dopo cena è l'unico momento in cui posso scrivere/riposarmi e questo capitolo è il frutto del lavoro di questi mesi passati in silenzio. Che poi non è nemmeno troppo bello se devo ammetterlo però, esatto, c'è un però, questo capitolo è molto utile per voi in un certo senso. Esatto, perché nel prossimo succederà qualcosa di discretamente importante. Il ragazzo alla fine, sì, non ci vuole un genio per capire che è Shade e cioè il ragazzo che ha salvato la nostra Rein nel quarto capitolo, ricordate? In più ho persino accennato parecchie cose in questo capitolo che potrebbero essere più o meno importanti, ma ci sono tre dettagli abbastanza significativi. Mi scuso anche per il fatto che il capitolo non è betato, ma - come sempre, già - ho voluto pubblicare immediatamente e non ho ancora mandato il chappy alla mia Beta Reader.
Per la canzone, beh, a dir la verità non ne sono così sicura, cioè, il ritmo è giusto però le parole sarebbero più azzeccate per un'altra scena che ho in mente, quindi potete ascoltare quello che volete o semplicemente stare in silenzio. ♥ La citazione all'inizio è mia, l'ho creata io e spero che vi piaccia, a me piace ma non so se è azzeccata - così come la canzone. Ovviamente se trovate degli errori ditemelo pure che così li correggo il prima possibile. Il capitolo è dedicato a Chisaki Hiradaira e a Manaka Mukaido, ebbene sì, dedicherò alcuni capitoli a personaggi dei manga o anime, problemi? Ognuno di loro per me rappresenta una parte di me stessa e credo sia giusto ringraziare tutti quelli che ti ispirano.
Ah, oddio, quasi me ne dimenticavo: parto. Il giorno prima di Pasqua per me iniziano le vacanze di primavera, che durano quasi tre settimane e mia mamma ha organizzato un bel viaggetto ai Caraibi (Cuba), quindi partirò il diciotto per il Canada e poi giù a Cuba, vi avviso che non c'è internet, perciò fate un po' voi, non potrò rispondere a messaggi né qua né Ask né Facebook né niente, mi troverete a nuotare in un mare cristallino alla playa oppure nei campi di tabacco a cavalcare... ah, non vedo l'ora. Un bacio, mi raccomando, fate i bravi e divertitevi durante le vacanze di Pasqua, eh, io vi manderò una cartolina. Chu. ~
Un abbraccio da Rebecca Arya Baratheon
Come il cielo di primavera
Capitolo VI - Sesto petalo
Lara camminò lentamente verso la porta, lasciandosi alle spalle una dolce fragranza di magnolie. Rein esitò per un momento, ma a passi svelti raggiunse Lara prima che potesse uscire, prendendole le dita. Ella si girò sorpresa, facendo fluttuare i capelli color della sabbia, mentre i suoi occhi verdi si posarono su Rein, facendola inevitabilmente voltare, cercando la finestra che dava sul buio della notte. Un cipresso illuminato da una giovane luna crescente sembrava una fiamma nera salire al cielo, il quale sovrastava ogni cosa, rendendo le stelle invisibili a due occhi che tentavano di trovare la loro luce. Quello stesso giorno la fiamma era rossa, rifletteva negli occhi di Earine la morte, Rein sapeva che avrebbe voluto piangere, sentire il calore di un corpo umano e vivo, ma non si alzò, non si mosse, non perché non poteva farlo, ma perché la regalità prevaleva su tutto, impedendole di ridere. Quando finirino la loro breve conversazione, la regina fu portata di nuovo sul suo trono di cristallo, e mentre con una spazzola dorata si lisciava i capelli setosi, abbassò lo sguardo speranzoso sul pendente che portava al collo, stringendolo nel palmo della sua mano tremante. |