Anime & Manga > Twin Princess
Segui la storia  |       
Autore: Fear    08/04/2014    2 recensioni
{ STORIA MOMENTANEAMENTE SOSPESA }
[Angst; H/C, storico, dark; whump ― Rein!centic, introduzione di nuovi personaggi, hints!various pairings]
C'è tanta felicità a questo mondo; in futuro ce ne sarà abbastanza anche per noi.
Se un giorno qualcuno ti chiamerà bugiardo, se cercheranno di farti del male con quelle parole senza cuore, se il mondo non crederà più in te, se cercheranno di metterti su una corona di spine, io sarò il tuo unico e solo alleato. Conosco la solitudine e il dolore. Quindi, tutto ciò che mi è stato dato, offro tutto a te.
Sono tua.
Cit/: Si aspettava di poter avere il mondo, ma era diventato fuori dalla sua portata, così scappava via durante il sonno. E sognava il paradiso.
La sua pelle era di porcellana, avorio e acciaio.
[...]
Prima o poi la mia mano le raggiungerà, ma siccome l'orizzonte è eccessivamente lontano, le tue parole sono come un cielo di primavera; anche se so che non arriverà, oggi sto di nuovo pregando.
• {ispirata alla saga "Cronache del Ghiaccio e del Fuoco" di George R. R. Martin}
Genere: Dark, Drammatico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Nuovo Personaggio, Rein, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

{Note dell'autrice: è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d'autore, dell'opera 'Come il cielo di primavera'. Alcuni personaggi non mi appartengono e la storia non è stata scritta a scopi di lucro.

Canzone consigliata per leggere il capitolo: No Light, no Light di Florence + The Machine.
Sono terribilmente in ritardo e mi scuso, mi scuso e mi scuso ancora una volta, ma in questo periodo sono stata davvero molto impegnata. Dato che tra pochi giorni escono le pagelle di metà semestre, c'è stato il mese delle verifiche e dei progetti, inoltre c'è stata la laurea di mia sorella Selina, perciò sono dovuta andare in Italia e quando sono tornata ho subito iniziato softball che è tre volte a settimana direttamente dopo scuola, quindi non ho nemmeno tempo di tornare a casa e adesso sto facendo uno stage, perché nelle scuole internazionali in prima liceo praticamente vai a lavorare per due settimane in un'azienda, e parlano tedesco quindi devo stare molto attenta a quello che dicono altrimenti non capisco bene. Vado tutti i giorni e finisco alle quattro, torno a casa e sono esausta e ora che mi riposo è ora di cena, dopo cena è l'unico momento in cui posso scrivere/riposarmi e questo capitolo è il frutto del lavoro di questi mesi passati in silenzio. Che poi non è nemmeno troppo bello se devo ammetterlo però, esatto, c'è un però, questo capitolo è molto utile per voi in un certo senso. Esatto, perché nel prossimo succederà qualcosa di discretamente importante. Il ragazzo alla fine, sì, non ci vuole un genio per capire che è Shade e cioè il ragazzo che ha salvato la nostra Rein nel quarto capitolo, ricordate? In più ho persino accennato parecchie cose in questo capitolo che potrebbero essere più o meno importanti, ma ci sono tre dettagli abbastanza significativi. Mi scuso anche per il fatto che il capitolo non è betato, ma - come sempre, già - ho voluto pubblicare immediatamente e non ho ancora mandato il chappy alla mia Beta Reader.
Per la canzone, beh, a dir la verità non ne sono così sicura, cioè, il ritmo è giusto però le parole sarebbero più azzeccate per un'altra scena che ho in mente, quindi potete ascoltare quello che volete o semplicemente stare in silenzio.
La citazione all'inizio è mia, l'ho creata io e spero che vi piaccia, a me piace ma non so se è azzeccata - così come la canzone. Ovviamente se trovate degli errori ditemelo pure che così li correggo il prima possibile. Il capitolo è dedicato a Chisaki Hiradaira e a Manaka Mukaido, ebbene sì, dedicherò alcuni capitoli a personaggi dei manga o anime, problemi? Ognuno di loro per me rappresenta una parte di me stessa e credo sia giusto ringraziare tutti quelli che ti ispirano.
Ah, oddio, quasi me ne dimenticavo: parto. Il giorno prima di Pasqua per me iniziano le vacanze di primavera, che durano quasi tre settimane e mia mamma ha organizzato un bel viaggetto ai Caraibi (Cuba), quindi partirò il diciotto per il Canada e poi giù a Cuba, vi avviso che non c'è internet, perciò fate un po' voi, non potrò rispondere a messaggi né qua né Ask né Facebook né niente, mi troverete a nuotare in un mare cristallino alla playa oppure nei campi di tabacco a cavalcare... ah, non vedo l'ora. Un bacio, mi raccomando, fate i bravi e divertitevi durante le vacanze di Pasqua, eh, io vi manderò una cartolina. Chu. ~
Un abbraccio da Rebecca Arya Baratheon
 

 

Come il cielo di primavera
I giorni di sole e delle risate che non sentiamo più


Capitolo VI - Sesto petalo
In questa fredda notte vedo una parte del mio cuore riflessa in una pozzanghera.

 

Lara camminò lentamente verso la porta, lasciandosi alle spalle una dolce fragranza di magnolie. Rein esitò per un momento, ma a passi svelti raggiunse Lara prima che potesse uscire, prendendole le dita. Ella si girò sorpresa, facendo fluttuare i capelli color della sabbia, mentre i suoi occhi verdi si posarono su Rein, facendola inevitabilmente voltare, cercando la finestra che dava sul buio della notte. Un cipresso illuminato da una giovane luna crescente sembrava una fiamma nera salire al cielo, il quale sovrastava ogni cosa, rendendo le stelle invisibili a due occhi che tentavano di trovare la loro luce. Quello stesso giorno la fiamma era rossa, rifletteva negli occhi di Earine la morte, Rein sapeva che avrebbe voluto piangere, sentire il calore di un corpo umano e vivo, ma non si alzò, non si mosse, non perché non poteva farlo, ma perché la regalità prevaleva su tutto, impedendole di ridere. Quando finirino la loro breve conversazione, la regina fu portata di nuovo sul suo trono di cristallo, e mentre con una spazzola dorata si lisciava i capelli setosi, abbassò lo sguardo speranzoso sul pendente che portava al collo, stringendolo nel palmo della sua mano tremante.
Rein non ruppe il contatto con Lara, e con il viso accarezzato dalla brezza delle tenebre proveniente dalla finestra semi aperta, le chiese di restare solo per quella notte. Lo stomaco le bruciava, la testa pulsava sotto un richiamo costante e ripetente: sentiva la voce della regina da qualche parte, urlare, era sicura che fosse lei, gridava dal dolore insopportabile che traboccava da tutto il corpo: dagli occhi, dalle esili gambe, dalle braccia nivee e dal petto sanguinante. Quando chiudeva gli occhi, Rein la vedeva; piegata a terra, una rosa bianca le circondava il capo, affondando le spine nella pelle, e il sangue scendeva. Scendeva come lacrime, rigandole le guance, le palpebre, il mento e la fronte. Quegli urli non smettevano mai; aumentavano, e più lo facevano, più quella rosa - all'apparenza quasi simile alla cartapesta con cui Rein assemblava dei fiori per il compleanno del papà, ogni anno, sempre lo stesso - aumentava la presa, facendola stringere su sé stessa, a terra, di fronte al suo trono di ghiaccio, impotente. Nessun pianto, nessuna lacrima, solo grida di un essere senza protettore.
«Ti prego, resta qui, con me».
Il desiderio di Rein fu esaudito sotto un sorriso materno di una ragazza della sua stessa età, e per un secondo, solamente un momento, quel sorriso sembrò essere lo stesso di Mirlo, e prima di sprofondare nelle coperte insieme a Lara, Rein sperò con tutta sé stessa che Mirlo stesse bene, lontana dai guai, radiante e sorridente come sempre.
Il sonno fu breve, interrotto da quelle urla, da quel sangue; questa volta, anche quando Rein aprì gli occhi di scatto, queste non smisero. Si portò le mani alle orecchie, stringendo e sussurrando con occhi umidi: «Fai silenzio. Fai silenzio. Basta, ti prego, fai silenzio». Le lacrime stavano per scendere; si mise le mani tra i capelli a denti stretti, poi due palmi caldi raggiunsero i suoi con un dolce movimento. Le urla si azzittirono, e Rein in quel momento - dopo tutto quel tempo - confermò a sé stessa di credere ancora nella magia. Il calore e il profumo di Lara la travolsero e richiuse gli occhi, sorridendo senza lacrime.
«Quando lo fai, Lara, mi sento felice» bisbigliò mentre confortava la ragazza, preoccupata. «Possiamo... restare così per un po'?», l'inserviente annuì armoniosamente, attirando Rein a sé.

Il nuovo giorno era grigio, adornato dal solito sole accecante, ma privo di alcun calore, che illuminava come la luna in una notte di meditazione, non amava, guardava soltanto. Lara aveva dato la notizia a Rein che quella mattinata sarebbe andata in paese, dove doveva comperare il necessario per le cucine del regno, appena arrivatale - quasi per semplice coincidenza - l'annuncio che un giovane Re era appena sceso al trono e presto avrebbe fatto visita a Vesilia, compiendo un lungo viaggio attraverso le dense pianure di Llibranthil. Erano ormai anni che Rein non pensava al genere maschile come un'attrazione, non le piacevano molto gli uomini, e nemmeno l'immagine che le si dipingeva in testa non appena sentiva o pronunciava quella parola. Però un Re, chissà com'era questo Re; lo immaginava come un uomo alto e bello, con capelli dorati che gli toccavano le spalle, mentre ad ogni suo movimento suscitava gridolini da parte delle dame a corte e l'invidia dei figli dei vecchi paesani. Qualcuno di gentile, con una spada d'antico ferro forgiato dal migliore dei fabbri del regno, e un sorriso brillante e radioso, qualcuno di cui ci si potesse fidare solamente dopo averlo visto, senza nemmeno aver incontrato i suoi occhi - probabilmente di un azzurro estivo, color del cielo e del mare. Un vero eroe... o forse qualcosa di più, Rein strinse il lembo del vestito in seta, color pesca, ripensando alle parole della regina Earine, pronunciate appena un giorno prima.
«Avanti, dovete venire con me, Vostra Altezza!», Lara la tirava per il braccio freddo per tutto il palazzo, insistendo con un'espressione birichina sul volto. In quel momento sembrava essere tornata bambina, e Rein sorrise, distraendosi e quasi cadendo sul marciapiede non asfaltato, zeppo di polvere e terra. Avevano abbandonato le mure sicure del palazzo e dopo qualche passo non si videro più nemmeno le guardie sorvegliare l'entrata della fortezza. Lara camminava felice e senza preoccupazioni - probabilmente dimenticandosi dell'accaduto della notte precedente, mentre Rein afferrò silenziosamente il vestito della serva, impaurita, cosa che Lara notò, ma che non commentò fino a che non arrivarono in un grande spazio all'aperto; una fontana aleggiava al centro della piazza e tutta intorno c'erano persone e persone, tante persone ammucchiate vicino a svariate bancarelle di cibo o drappi venduti a basso prezzo.
Rein sentì uno strattone e vide solamente Lara farsi strada tra vecchie signore che si spingevano e urlavano per conquistare il tessuto più pregiato o il pezzo di carne più fresco.
«Con questo nessuno sospetterà niente, nessuno saprà del vostro arrivo a corte, tranquilla, Rei-», Lara si fermò capendo si essersi lasciata trasportare un po' troppo, lasciando cadere il foulard color crema a terra; non poteva chiamare per nome una persona di un rango differente al suo, un ospite del regno. «Mi dovete scusare, Vostra Altezza, sono desolata... e non era mia intenzione». Rein non disse una parola, non ne capì il motivo, ma le sue labbra non si dischiusero, riuscì solamente ad alzare l'angolo destro della bocca e camminare dalla direzione opposta a quella di Lara. Sono una stupida, una stupida, si rimproverò Rein continuando ad avanzare strizzando gli occhi.
Ritrovò velocemente la via per il palazzo e quando lo aggirò, trovò all'entrata delle grate un ragazzo; un ragazzo estremamente famigliare. La sua bocca non accennava sorrisi, tantomeno il suo sguardo, rimase immobile, con due guardie ai fianchi, sbarrando l'entrata. Rein lo guardò più volte, inarcando le sopracciglia, chiedendo gentilmente di passare, che era ospite della regina Earine e che avrebbe dovuto fare in fretta. Gli occhi blu oltremare del ragazzo la guardarono con superiorità, dall'alto in basso, sia fisicamente che mentalmente. I capelli cobalto erano disordinati, eppure così perfetti, ma Rein non si fermò un minuto di più ad osservarlo, intenta a lasciare le strade insicure di Vesilia. Il giovane, quando vide Rein avvicinarsi di più, le prese il polso, strattonandolo senza farle eccessivamente male.
«Vai via di qui, vattene» sputò quasi con furia, Rein sobbalzò ma non si mosse. «Non conosci il lato oscuro di questo posto» sussurrò. Mi fa paura. Questo ragazzo... mi spaventa, i suoi occhi racchiudevano la solitudine dell'essenza.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Twin Princess / Vai alla pagina dell'autore: Fear