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Autore: BrendaLeeJ    14/04/2014    1 recensioni
Sono le 19.15 di un Sabato sera indefinito di Giugno, è una sera afosa in cui gli odori di campi adibiti a risaie inebriano prepotentemente l'aria con il loro intenso e pungente profumo di terra bagnata; una strada provinciale semi deserta si stende per chilometri nel panorama agricolo adornata ai margini da graminacee dorate e papaveri spontanei, alterna tratti con piccoli paesi a tratti con grandi distese di terra coltivata. Una vecchia Panda nera sfreccia solitaria su una corsia in direzione Centro Provincia, dal finestrino abbassato dell'autista proviene a tutto volume una canzone dei Nirvana: “Smells like teen spirit”. Al volante una giovane ragazza, Felicity Greco, guida assorta, occupata a sostenere un silenzioso dialogo interiore con se stessa.
Genere: Drammatico, Generale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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9. Alla deriva

 
< Dai, andata per Isola d'Oro! >
< Guardiamo bene gli orari dei traghetti però eh, perché se troviamo traffico e arriviamo tardi come l'altra volta va a finire che ci tocca aspettare ore prima di prenderne un altro. >
I ragazzi erano seduti scompostamente sul prato, alla fine Isola d'Oro l'aveva spuntata diventando destinazione delle loro prossime vacanze.
< Tu non ci sei mai stata giusto Feli? > domandò Andrea.
< No, mai. >
< Vedrai ti piacerà, ha delle spiagge bellissime. >
< Ma, non so se verrò. >
< E perché? > si aggiunse alla conversazione Alessio < Dai vieni, ti porti il computer se è per il lavoro. >
< No è che.. >
< E' che cosa? > la interruppe Serena.
< Niente, dai ci penso e vi faccio sapere. > tagliò corto, in quel momento l'ultima cosa che voleva fare era mettersi a discutere delle vacanze.
Risalito dal Navio Marco aveva distribuito le birre e si era seduto vicino a lei, non era riuscita a guardarlo nemmeno per un istante, era rimasta voltata dalla parte di Stefano facendo finta di niente. Si sentiva tremendamente in imbarazzo e l'unica cosa che avrebbe voluto fare in quel momento era sprofondare metri e metri sotto terra. Non ce la faceva più a rimanere seduta li, altri minuti passati così e sarebbe esplosa. Scattò in piedi, prese la prima scusa che le veniva in mente < Vado in bagno! > ed iniziò a scendere verso il Navio. Doveva uscire da quella situazione.
< Ti accompagno, aspetta. > Serena fece per alzarsi.
< Tranquilla, non c'è bisogno vado da sola. > le rispose senza voltarsi facendole cenno con il braccio destro mentre aumentava l'andatura.
Marco rimase a fissarla fino a che non scomparve inghiottita dal flusso di ragazzi che entrava e usciva dal locale. Non l'aveva più guardato in faccia da quando era tornato, le sembrava fredda, si domandò di cosa stessero parlando lei e Stefano pochi momenti prima che lui e Serena tornassero. Li aveva visti da lontano, Felicity si era girata nella loro direzione per qualche secondo e poi indifferenza. Aveva cercato si guardarla in viso, le si era seduto accanto nel vano tentativo di avere un contatto ma lei le si privava. 
< Stefano > richiamò l'attenzione dell'amico.
< Si dimmi >
< Senti.. > Marco abbassò la voce cercando un po' di discrezione dal resto del gruppo < ..ma.. > fece cenno verso  l'imbarcazione.
< Feli? >
< Si >
< Feli fossi in te le andrei a portare la borsa che ha lasciato qui, magari le serve qualcosa. > sorrise e fece cenno col capo indicandogli la tracolla che distrattamente la ragazza aveva lasciato sul prato < Non so magari ha bisogno di un fazzoletto o magari le squilla il telefono per lavoro. > Stefano gli fece l'occhiolino e si voltò nuovamente verso gli altri per continuare la conversazione da cui era stato distolto.

Non poteva nascondersi dentro quel bagno per sempre, sconsolata prese qualche strappo di carta e vi ci si soffiò il naso, si alzò dalla tavoletta e vi lanciò dentro la carta stropicciata tirando poi l'acqua, le sembrava così di dare almeno un senso al suo essersi chiusa li dentro. Uscita si sciacquò le mani, più per abitudine che per esigenza, e si avviò verso la porta che dava nel locale. Aprendola se lo ritrovò davanti.
< Marco! > si sentì avvampare il viso.
< Ehm.. ti ho portato la borsa, l'avevi lasciata sull'erba e.. penso di aver sentito suonare il telefono, ho pensato fosse per lavoro.. però non sono sicuro, magari non era il tuo.. però sai.. ehm.. per sicurezza. >
Rimasero a guardarsi finché una ragazza si fece spazio tra loro per entrare nel bagno < Permesso > era abbastanza scocciata. 
Felicity si spostò di lato afferrando timidamente la borsa < Grazie >.
Marco si accostò dall'altro lato grattandosi la testa nervosamente, “Idiota!” pensò fra se “Perché non riesco a controllarmi?”.
La ragazza controllò il telefono ma non vi era nessuna chiamata o messaggio “Strano!” < Non era il mio, ti devi essere sbagliato. >
< Ah.. eh.. si.. bho magari avevano la tua stessa suoneria. > “Bugiardo”
Rimasero entrambi in piedi senza sapere cosa fare, fu Marco alla fine a prendere in mano la situazione.
< Beh oramai che son qui ti va se ci prendiamo qualcosa da bere prima di salire? Fa caldo sta sera! >
< Si va bene. >
Attraversarono l'interno del Navio spostandosi verso il bancone del bar, non si scambiarono molte parole, entrambi presero un cocktail analcolico alla frutta e si diressero verso l'uscita. Proprio in quel momento un paio di persone bloccarono la passerella, ad un ragazzo erano cadute le chiavi tra le grate, insieme agli amici cercava disperatamente di recuperarle prima che finissero in acqua.
< Qua si fa lunga, ti va se lo beviamo sul ponte? >
Avrebbe preferito tornare al prato e non restare da sola con lui, ma le sembrò  meglio uscire all'aria aperta che rimanere li in piedi tra il caldo e la folla.
< Conviene >
Le panche erano tutte piene, oltrepassarono i tavoli e si appoggiarono alla ringhiera sul lato sinistro della barca, vicino alla punta. Felicity si era girata verso il fiume chinata in avanti, guardava i riflessi dell'acqua assorta nei suoi pensieri,  Marco restò di spalle in attesa. 
< Come mai non vuoi venire con noi quest'estate? > fu il ragazzo ad un certo punto ad interrompere il silenzio.
< Non è che non voglio.. lo sai. > la ragazza continuò a guardare l'acqua.
< Io so solo che ti isoli sempre, eviti di stare con gli altri, ma non credo ti faccia bene. > mandò giù un sorso.
< Son fatta così > alzò le spalle.
< Si può cambiare Felicity, nella vita si cambia. Ti farebbe bene staccare un po' la spina, evitare di rimanere sempre sola con i tuoi pensieri. > altro sorso.
< Vuoi farmi una ramanzina come Serena? Ti prego, mi bastano già le sue.. > appoggiò a terra il bicchiere inchinandosi poi nuovamente sulla ringhiera, prese a giocare con una ciocca di capelli, non era irritata semmai arresa.
< Serena ha il suo modo esagerato di dirti le cose, ma non sbaglia del tutto. >
Marco si girò a guardarla, l'acqua non era l'unica a riflettere i bagliori della luna, gli orecchini di Felicity luccicavano sotto i suoi raggi illuminandole il voto “Bella, anche così imbronciata.”.
< Non è sfuggendo dalla vita che risolvi i tuoi problemi. > aspettò una sua reazione, sapeva di aver toccato un tasto delicato.
Felicity sospirò, si voltò col capo dalla sua parte incrociando il suo sguardo, chiuse gli occhi per qualche secondo alzandoli poi verso il cielo.
< Ognuno di noi ha il suo modo di sopravvivere, non credi? Forse il mio non è poi così giusto ma è quello che mi fa sentire meno peggio. >
< Solo perché rifiuti sempre quello che potrebbe farti sentire meglio. > non voleva riferirsi a quello che era successo la sera prima, ma nell'esatto momento in cui lo disse non poté fare a meno di pensarci, si sentì ingiusto. Distolse lo sguardo.
Felicity invece trovò quella frase tremendamente vera, così tanto da farle salire le lacrime < Probabile >.
Marco cercò di recuperare < Vabbe, comunque era per dire che io ho piacere se vieni, e penso ti divertiresti anche tu. Insieme.. a noi. >
< Ci penserò. > si tirò su e raccolse il bicchiere da terra < Saliamo? > fece per incamminarsi.
< Aspetta! > Marco la trattenne per un braccio.
  
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